Visualizzazione post con etichetta zenzero. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta zenzero. Mostra tutti i post

sabato 11 ottobre 2014

Pollo in salsa allo zenzero e pere caramellate

Metti una sera a cena con due amiche!
Decidiamo di concederci una serata tra di noi per metterci in pari di tutte le nostre vicissitudini e cosa c'è di meglio di una cenetta casalinga per accompagnare una montagna di chiacchere e risate?
Appunto!
Cena casalinga, da me! Cosa cucino????? Perché diciamolo...se inviti le amiche per una serata speciale è anche bello cucinare qualcosa di insolito, che a volte va anche bene una pizza consegnata a domicilio e mangiata nel cartone...ma non sempre!
Alla fine mi sono inventata questo piatto unico...anzi piatto ricco come dice Nadia, che piatto unico fa tristezza!
E' piaciuto tantissimo ad entrambe, ero felicissima!
A me è piaciuto così tanto che la sera successiva l'ho rifatto per le belve che dopo un primo attimo di sgomento di fronte ai pezzettini di frutta mescolati alla carne, hanno assaggiato e poi spazzolato ben volentieri! Quindi ecco la ricetta....
 


Pollo in salsa allo zenzero e pere caramellate - Paola

Ingredienti
500 gr di petto di pollo
2 pere kaiser
250 gr di yogurt intero
50 gr di mascarpone
½ cm di zenzero fresco (oppure ½ cucchiano di quello in polvere)
½ cucciaino di curry
vino bianco
sale, pepe q.b.
3 cucchiai di olio evo
1 noce di burro
2 cucchiai di aceto bianco

Tagliare a striscioline il petto di pollo e metterlo a rosolare in una padella antiaderente con l’olio. Sfumare con il vino bianco. Quando il vino è evaporato, aggiungere lo yogurt, le spezie e mescolare bene. Regolare di sale e aggiungere una spruzzatina di pepe.
Cuocere a fiamma bassa per circa 20 minuti. Nel frattempo tagliare a dadini una pera. Aggiungerla al pollo e cuocere per altri 10 minuti.
Mentre il pollo termina la cottura, prepariamo le fettine di pera caramellate.
Prendiamo quindi la seconda pera, tagliamola a fettine di circa 3 mm e mettiamole a rosolare in una padella dove avremo fatto sciogliere il burro. Fiamma vivace. Quando le fettine si sono colorite, girarle dall’altro lato, sfumare con l’aceto bianco e dare una spolverata di sale e pepe. Abbassare il fuoco al minimo per mantenerle al caldo; tenere il coperchio sulla pentola.

 
Io ho accompagnato il piatto con riso basmati, quindi se decidete di fare come me, dovrete prepararlo per tempo. Io ho portato a ebollizione l’acqua e buttato il riso a cuocere dopo aver messo i dadini di pera dentro il pollo.
Ho cotto il riso nel doppio del suo peso di acqua (c’era scritto così sulla confezione) salata finchè non l’ha assorbita completamente.

Buonissima giornata
Paola

Stampa il post

lunedì 26 maggio 2014

SUA MAESTA’ IL BABA’ ALL’ MTCHALLENGE N.39

di Vittoria

Elogio di un amore di impasto soffice come una nuvola e versatile come pochi altri.
 
I tre sontuosi e golosi Babà

Eccomi qui per l’appuntamento mensile con l’MTChallenge. Questa volta a proporci una sua ricetta è Antonietta de La Trappola Golosa. Ha vinto la sfida precedente con una splendida Minestra Maritata di Marcianise e ha scelto di presentarci un simbolo della pasticceria partenopea: Il Babà. Il suo post è un capolavoro di amore per la sua terra e la tradizione e la sua ricetta riflette questo amore.
Per esempio ci consiglia di lasciar perdere l’impastatrice e di provare a lavorare a mano.
L’ho fatto .........e aveva proprio ragione!
L’impasto si trasforma sotto le mani, piano piano si stacca dalla ciotola e dalle mani e diventa elastico, lucido, setoso. Una trasformazione lenta che da piacere fisico. Si “sente” la pasta sotto le mani, si “sente” quando è pronta.
Impastare a macchina vi eviterà parecchio sforzo fisico....... e anche di restare invischiati nel blob appiccicoso all’inizio (se squilla il telefono in quel momento pregate di avere qualcuno che risponda per voi), ma vi perderete qualcosa di emozionante. Grazie Antonietta!

Ma io con il Babà non ho mai avuto a che fare, mi è sempre sembrata una ricetta difficile e rischiosa ...... e fra poco capirete anche perchè. Insomma io con il babà ho sempre avuto un rapporto difficile.

Non mi piacciono molto i dolci, in più non mi piacciono quelli inzuppati di liquore e odio la sensazione di appiccicoso colante che viene quando mordi quella spugnetta dolce sciropposa. Per par condicio vi dico anche che non reggo per lo stesso motivo i dolci mediorientali dolcissimi e colanti e neanche la genovesissima Sacripantina imbevuta di liquore.

E poi anche per il babà spunta fuori un aneddoto di famiglia, perché la mia famiglia è alquanto numerosa e variegata, con radici che si estendono in Pensilvania (dall’Irlanda) e in Germania, quindi gli aneddoti sono molti. Questo riguarda la mia nonna paterna che in cucina ci stava pochissimo, ma una delle poche cose che faceva era il babà. Non so come questa ricetta fosse entrata nelle abitudini alimentari di una famiglia borghese piemontese, forse c’entra la bisnonna tedesca? Non lo saprò mai.

Io con la mia Nonna Ines
 Nella grande casa di Bra dove ci riunivamo tutti in estate (circa 20 persone) la nonna Ines aveva preparato l’impasto del babà, e messo a lievitare, andandosene poi altrove. La lievitazione è momento delicato e un minimo timore che l’impasto non gonfi lo si sente sempre. Quindi la nonna Ines era sulle spine e ogni tanto andava a dare una controllatina alla crescita.
Passando in ingresso incrociò mia zia ed ebbe luogo il fatidico dialogo surreale che ho sentito raccontare per anni fra le risate di tutti e il disappunto della nonna offesissima.
Zia Laura “Papà è sceso?”,
La nonna, che era un po’ sorda, capì “il babà è sceso” ….. apriti cielo! Scene di disperazione!!!!
Nonna Ines “ Ma noooooo, come il babà è sceso???? Ma cosa dici? Cosa è successoooo”
Zia Laura “Ma perché papà non doveva scendere?” …nulla sapeva della lievitazione critica in corso…
Nonna Ines “Ma non doveva scendere, aspettavo che salisse”
Zia Laura “Ma se scende che ti importa, doveva scendere…”
Nonna Ines “Come doveva scendere….”


…a quel punto era accorsa mezza famiglia chiedendosi cosa fosse successo, equivoco chiarito, nonno tranquillo in giardino, babà ben gonfio tranquillo nel forno……
E’ rimasta storia di famiglia e a me è sempre sembrato un dolce difficilissimo da fare e che creava molte preoccupazioni.

Devo riconciliarmi con questo dolce un po’ ostico.

Per la realizzazione del babà ovviamente mi sono affidata ciecamente alla meravigliosa ricetta di Antonietta.
Lei cii da addirittura due versioni: con il lievito di birra e con il lievito madre, ma io il mio lievito madre l’ho assassinato tempo fa per pigrizia, quindi ho scelto la versione con il lievito di birra.
Riporto la sua ricetta qui per comodità, ma andate a leggervi il suo post che è ricco di dettagli, foto molto chiarificatrici e la sua versione classica con crema e amarene sciroppate, elegantissima è assolutamente fantastica (l’ho provata eh!).
La ricetta splendida è sua, le foto penose sono le mie, di una realizzazione zoppicante, si vede!



BABA’ DI ANTONIETTA

Ingredienti
300 g di farina bio tipo 0 Manitoba
3 uova cat a grandi
100 g di burro
100 g di latte
25 g di zucchero
10 g di lievito di birra
½ cucchiaino di sale fino

Lievitino
Sciogliere il lievito di birra con 50 g di latte tiepido e 1 cucchiaino di zucchero e impastarli con 70 g di farina, tutti presi dal totale degli ingredienti. Lasciar lievitare fino al raddoppio, coprendo la ciotola con un telo inumidito.


Primo impasto
Versare in una ciotola il resto della farina (230 g), fare la fontana, versarci il lievitino e le tre uova. Impastare schiacciando ripetutamente nella mano l’impasto per amalgamare le uova e aggiungere un cucchiaio alla volta di latte per ammorbidirlo un po’, man mano che se ne senta la necessità, facendo attenzione a non renderlo molle; poi impastare energicamente, sbattendolo verso la ciotola per una decina di minuti. Coprire e lasciar lievitare per 80/90 minuti e comunque fino al raddoppio.

Secondo impasto
In una ciotolina lavorare il burro a pomata, impastandolo con il restante zucchero (20 g) e il sale. Aggiungerlo al primo impasto una cucchiaiata alla volta facendo assorbire bene prima di aggiungere la successiva. Lavorare per 5 minuti nella ciotola, poi ribaltare l’impasto su un piano da lavoro e iniziare a lavorare energicamente piegandolo e sbattendolo più volte per 15/20 minuti. Qui bisogna avere tenacia e resistenza perché questa è quella fase in cui è possibile ottenere un babà spugnoso e morbido, capace di assorbire e trattenere la bagna.
Quando inizierà a staccarsi dalle mani e piegandolo manterrà una forma tondeggiante, senza collassare e vedremo l’accennarsi di bolle d’aria il nostro impasto è pronto.
Per poterlo sistemare agevolmente nello stampo preventivamente imburrato, staccare dalla massa dei pezzi di pasta schiacciandoli con pollice e indice, come volessimo strozzarli, ottenendo così 6 palline.
Una volta completato il giro, con l’indice sigillare gli spazi tra una pallina e l’altra, coprire con un telo umido e lasciar lievitare in forno spento con luce accesa per 2 ore, fino a triplicare di volume.
Accendere il forno a 220°, raggiunta la temperatura infornare, abbassare a 200° e cuocere per 25 minuti. Dopo circa 10 minuti di cottura coprire con un foglio di alluminio, per evitare che la superficie scurisca. A cottura ultimata lasciar intiepidire per 15 minuti e capovolgere il babà possibilmente in una ciotola larga e bassa.


Fatto il babà profumatissimo, meraviglioso. Con questa dose ne sono venuti due di diametro 20 cm più 6 piccoli monoporzione, bicchierini diametro 5 cm.

Naturalmente non potevo esimermi dal fare qualche pastrocchio.
Per prima cosa li ho abbandonati durante la lievitazione e i disgraziati sono lievitati in metà tempo rispetto a quello indicato da Antonietta (probabilmente nella mia cucina era parecchio più caldo). Sono tornata a casa e i piccoletti erano "svenuti" piegando il capoccione da un lato, forse li avevo anche riempiti troppo!

Poi li ho infornati mentre cenavamo e, assillata dai brontolii del marito infastidito dal calore del forno, li ho sfornati troppo presto e sono rimasti palliducci, senza crostina superficiale.
Comunque sono stata felice di avere ottenuto un bellissimo impasto con un'alveolatura piccola e un profumo celestiale.

Bene la base c'è,ora bisogna mettergli un bel vestitino, senza quello sa di poco, non è neanche dolce!

Le possibilità di interpretazione sono moltissime, appena letta la ricetta hanno cominciato a frullarmi in testa un sacco di varianti e abbinamenti più o meno classici, più o meno azzardati e fantasiosi.
Aiutoooooo.... qui si rischia di volare lontano e concludere poco, bisogna che mi ancori a qualcosa, che parta dalla tradizione, poi vediamo....... Questa volta la mia Liguria non mi aiuta molto, non abbiamo tradizioni di gran lievitati, al massimo dolci con base Pan di Spagna come la Sacripantina o la torta di Chiavari, ma è altra cosa!

Per fortuna c'è chi mi viene in aiuto! Antonietta intervista Giustino Catalano che ci racconta la storia del Babà.  Molto istruttiva e interessante, la trovate QUI, vi consiglio di leggerla, vale la pena davvero.

….. e così ho scoperto che il babà ha origini polacche ed è parente strettissimo del mitteleuropeo Kugelhupf. A Napoli ce l’hanno portato i cuochi francesi e da loro sarà arrivato con qualche principessa austroungarica andata sposa.

Questa origine mitteleuropea mi è così piaciuta che ho voluto ricordarla creando una versione di Babà in cui si ritrovino i sapori di una delle più famose torte mitteleuropee.
 la 
Schwarzwälder Kirschtorte
impresta colori e sapori al mio 
primo Babà




Schwarzwälder Babà

Per un babà fatto in uno stampo da 20 cm

Bagna
½ kg di ciliegie ….da snocciolare accuratamente
½ lt di acqua
350 g di zucchero semolato
50 g di visciole secche
½ limone

Fate bollire piano per 5 minuti acqua e zucchero con le visciole secche e un pezzo di scorza di limone. Lasciate in infusione 10 min, poi scolate le visciole. Nello sciroppo aromatizzato aggiungete il succo di mezzo limone e fate cuocere le ciliegie fresche snocciolate per 5 minuti. Fare raffreddare completamente. Scolare i frutti, riportare lo sciroppo a bollore, bollire 5 minuti, rimettere dentro i frutti e lasciare raffreddare completamente. Ripetere la terza volta.
Scolare bene le ciliegie che vi serviranno per guarnire, lo sciroppo bello rosso servirà per inzuppare il dolce, seguito dal liquore alla ciliegia.

Versare sul babà lo sciroppo di ciliegia con un cucchiaio facendo attenzione a che lo sciroppo vada ovunque e penetri bene nell’impasto. Raccogliere quello che cola sul fondo e riversarlo sopra finche il babà è completamente inzuppato, ma senza esagerare. Scolare bene e mettere sul piatto di portata subito prima di servirlo.


Ganache al cioccolato fondente
200 g di cioccolato fondente nero 70%
200 g di panna da montare
Grattugiare il cioccolato, fonderlo a fuoco dolcissimo, aggiungere la panna e far raffreddare bene in frigo. Montare poi con le fruste, mettere in sac a poche con bocchetta spizzata

Panna montata
200 g di panna liquida fredda
Zucchero semolato fino a piacere, non troppo che il dolce è già ben zuccherino
Montare la panna con le fruste, zuccherare e mettere in sac a poche con bocchetta spizzata.



Completare il dolce

1 bicchierino di Kirsch ............o del liquore alla ciliegia delle ciliegie sotto grappa* dell’anno precedente (avanzato, le ciliegie erano stata divorate da tempo, tutto serve prima o poi)
100 g circa di gelatina di ciliegie* scaldata e sciolta con pochissima acqua, per lucidare il dolce


Sistemare il babà ben scolato nel piatto di servizio, irrorare a piacere con il liquore, lucidare completamente con la gelatina di ciliegie e decorare con ciuffi delle due creme e con le ciliegie sciroppate ben scolate dal succo.

Al centro del babà fare strati delle due creme e ciliegie (potete usare anche le visciole con cui avevate aromatizzato lo sciroppo, io non ci sono riuscita, erano sparite nelle fauci dell’orso di famiglia)

Servire con un bicchierino di liquore alla ciliegia!




*Sia la gelatina di ciliegie che le ciliegie sotto grappa sono stati prodotti in casa l’estate scorsa:

Gelatina di ciliegie:
Ho fatto una classica marmellata di ciliegie con 500 g di zucchero per chilo di frutta snocciolata e pectina aggiunta. Bollitura 5 minuti e invasatura a caldo. Ho lasciato i frutti interi e a fine invasatura mi è rimasto molto succo. Ho invasato anche quello che si è solidificato in splendida gelatina rosso scuro.

Ciliegie sotto grappa:
Ciliegie ben sode e grandi, zucchero, alcool o grappa o altro liquore bianco.
Lavare le ciliegie, asciugarle, accorciare il picciolo lasciandone al massimo mezzo cm e sistemarle in vasi a bocca larga. Cospargere abbondantemente di zucchero semolato, circa 3 o 4 cucchiai per barattolo (quelli normali da marmellata). Riempire di liquore. Tappare e conservare al buio per 40 giorni, capovolgendo ogni tanto.


Questa è la prima ricetta partecipa all’MTChallenge di Maggio




E DUE

BABA’ LATTEMENTA CON FRUTTA FRESCA E ANANAS CARAMELLATO
 
Il secondo Babà che ho inventato è una versione molto profumata, succosa e solare, con frutta di stagione e una salsa alla menta che rende tutto molto fresco al palato. Mi fa venire in mente le spiagge caraibiche!



Per un Babà da 20 cm realizzato sempre con la ricetta di Antonietta che trovate anche riportata in cima a questo post

Bagna
Ho usato come base la bagna di Antonietta, per nulla stucchevole, riducendo a metà dose di quella consigliata, il babà da preparare è circa metà del suo. Ho solo aggiunto alla fine un bicchierino del mio liquore alla menta che non è molto alcolico.


da Antonietta
Bagna

½ lt di acqua
200 g di zucchero
½ limone

Versare l’acqua in una pentola, aggiungere lo zucchero e la scorza di limone, evitando accuratamente la parte bianca e lasciar sobbollire per 10 minuti. Spegnere, lasciar intiepidire, passarlo attraverso un colino a maglie strette.


Quando è freddo aggiungere un bicchierino di liquore alla menta, casalingo è meglio.
Versare sul babà lo sciroppo alla menta con un cucchiaio facendo attenzione a che lo sciroppo vada ovunque e penetri bene nell’impasto. Raccogliere quello che cola sul fondo e riversarlo sopra finche il babà è completamente inzuppato, ma senza esagerare. Scolare bene e mettere sul piatto di portata subito prima di servirlo.



Crema lattementa
200 g di mascarpone freschissimo
2-3 cucchiai di liquore alla menta casalingo*, a proprio gusto
Sciroppo di menta quanto basta a dare il colore verdino tipico del latte menta.
Qualche cucchiaio di latte solo se la crema risulta troppo densa

In una ciotola battere il mascarpone con il liquore e poco sciroppo fino ad avere una crema soffice e molto morbida, tanto da colare lungo i fianchi del babà, ma non tanto liquida da assorbirsi nell'impasto. Se risultasse troppo soda aggiungere qualche cucchiaio di latte. Tenere in frigo.



Frutta fresca e caramellata
½ ananas
2-3 cucchiai di zucchero semolato
1 kiwi
1 banana
10-12 fragole preferibilmente di Peveragno, piccole e profumatissime

Pulire l’ananans, tagliarlo a dadini e caramellarli in padella con lo zucchero facendo attenzione a non bruciarlo.
Scegliere tre fragole belle e tagliarle a metà e tenerle da parte insieme a qualche cubetto di ananas per la decorazione finale con i ciuffetti di menta.
Pulire e tagliare a pezzetti tutta la frutta, condirla con poco succo di limone e qualche cucchiaio dello sciroppo della bagna e unire l’ananas caramellato. Conservare in frigo.


Completare il babà
6 ciuffetti di menta fresca
2 cucchiai di marmellata di albicocche casalinga passata al setaccio e diluita leggermente.
Scolate bene il babà dalla bagna alcolica e mettetelo sul piatto di portata.
Lucidatelo completamente spennellandolo con la gelatina di albicocche.
Versate la salsa lattementa sul dolce con attenzione, facendola colare giù dai fianchi, facendo attenzione che non si formi un lago alla base e senza ricoprirlo completamente. Versatene un poco anche nel buco. Disponete intorno alla base la frutta fresca e riempite anche il buco. Decorate con le fragole e ananas tenuti da parte e con i ciuffetti di menta fresca.
Servite con altra salsa a parte e con un bicchierino di liquore alla menta.






*Liquore alla menta casalingo
(da Sotto Vetro – Gianna M.Rogledi)

½ lt di alcool da dolci
100 g di foglie di menta fresca o 50 di menta secca
200 g di acqua
350 g di zucchero

Mettere le foglie a macerare nell’alcool in un vaso di vetro per una settimana, al buio. Preparare uno sciroppo facendo bollire l’acqua con lo zucchero finchè non è completamente sciolto. Fare raffreddare, versare nel barattolo con la menta, mescolare bene e fare riposare per 12 ore. Filtrare con un colino e poi con il filtro di carta, imbottigliare e fare stagionare due mesi. Il mio ha quasi un anno e ha perso il colore verde brillante dei primi mesi, ma non l’aroma!




Questa è la seconda ricetta che partecipa all’Mtchallenge di Maggio



E TRE

BABA’ CON FRUTTA SCIROPPATA, GELATO FIORDILATTE E ZENZERO


Questo è il Babà che guarda indietro nel tempo, a quando mia nonna lo preparava e lo serviva semplicemente contornato di frutta sciroppata, e guarda avanti nella stagione, definitivamente verso l’estate accompagnato da un freschissimo gelato.

Per un Babà da 26 cm realizzato sempre con la ricetta di Antonietta, che trovate anche in cima a questo post. Con la dose intera ho fatto questo più 6 monoporzione da 5 cm.

Questa volta ho sostituito i 230 g di farina di grano del primo impasto con pari peso di farina di farro con proteine 13%. Non ho dovuto cambiare le proporzioni dei liquidi, ma mi ha dato qualche problemino di incordatura. Comunque è poi lievitato bene e l’alveolatura è risultata regolare. A posteriori non so se ne vale la pena, non ci sono grosse differenze di sapore o consistenza.

Bagna e Frutta sciroppata
1 lt acqua
400 g di zucchero
1 pezzetto di zenzero fresco, circa 1 cm.
½ limone
2 pesche non troppo mature
½ ananas
20 ciliegie
Fare bollire per 10 minuti acqua e zucchero con lo zenzero grattugiato, poi aggiungere le pesche intere con la buccia e l’ananas pulito e tagliato a quarti. Lasciare sobbollire 3 minuti e fare raffreddare nello sciroppo rigirando la frutta ogni tanto. Riportare a bollore, spegnere e lasciare raffreddare completamente. Scolare la frutta, sbucciare le pesche e ricavarne 8 spicchi ognuna. Affettare l’ananans a spicchietti.
Snocciolare le ciliegie e metterle nello sciroppo. Portare lentamente a ebollizione, bollire 3 minuti, poi spegnere e lasciare raffreddare. Riportare a bollore, spegnere e lasciare raffreddare completamente. Scolare le ciliegie e tenerle da parte.
Aggiungere allo sciroppo il succo di limone e filtrare tutto. Bagnare il babà e ripetere l’operazione ogni 15 minuti raccogliendo lo sciroppo dal fondo del piatto e riversandolo sopra finchè il babà sarà ben inzuppato come una spugna. Scolare e trasferire nel piatto di portata subito prima di servirlo.

Gelato fiordilatte allo zenzero
300 ml di latte
150 g di zucchero
200 ml di panna 35% di grassi
1 pezzetto di zenzero fresco, circa 1 cm.

Scaldare il latte con lo zucchero e lo zenzero grattugiato. Portare quasi a bollore e lasciare raffreddare. Lasciare in infusione almeno un'ora, poi filtrare, aggiungere la panna, mettere in gelatiera e fare il gelato come da istruzioni della macchina. Sistemare in un contenitore coprendo la superficie con carta da forno in modo che il gelato non abbia contatto con l’aria; questo impedisce che si formino agi di ghiaccio. Sistemare in congelatore a consolidare ancora un po’ prima di utilizzare. Potete farlo anche il giorno prima, allora tiratelo fuori dal freezer 15 minuti prima di usarlo, altrimenti non riuscirete a fare le palline


Completare il Babà
2 cucchiai di marmellata di albicocche casalinga passata al setaccio e diluita leggermente
Qualche foglietta più piccola e bella dell’ananas
4-5 pezzetti di zenzero candito



Scolare il Babà dalla bagna e metterlo nel piatto. Lucidarlo bene con la gelatina di albicocche in modo che diventi bello brillante. Decorare con le fettine di pesca e ananas sciroppati, aggiungere le ciliegie e un attimo prima di servirlo riempire il buco con palline di gelato allo zenzero. Completare con zenzero candito ridotto a dadini piccolissimi.

Questa è la terza ricetta che partecipa all’MTChallenge di maggio



INOLTRE
pensavate che fosse finita qui? Noooooooooooooooooo
per la sfida abbiamo finito, ma agli esperimenti non c'è limite, vi presento anche i fratellini minori, anche quelli brutti, storti, flosci, spatasciati.
Quelli alcolici che in famiglia ci abbiamo fatto colazione al mattino
E anche il riciclo delle ultime fette chenonlevuolepiùnessuno.
cosa ne è stato dei babà monoporzione? li ho utilizzati per assaggiare, sperimentare, deliziare tutta la famiglia che ora però ha decretato per un po' "BASTA BABA'"


Il primo: Babà con crema e fragole fresche
con i babà monoporzione, quelli famosi con il cappello floscio da puffo, l'ho naturalmente riservato a riprodurre fedelmente quello di Antonietta, con bagna, lucidatura, rum e crema pasticcera, ma io l'ho servito con fragole fresche invece delle amarene sciroppate. Ci è piaciuto moltissimo, la crema è veramente squisita, l'aggiunta di burro non l'appesantisce, ma le dona una setosità unica.




Vi riporto la sua ricetta perfetta:




Crema Pasticcera al limone di Antonietta
250 ml di latte
2 tuorli
2 cucchiai colmi di zucchero
2 cucchiai rasi di farina
1 limone30 g di burro

Scaldare il latte e spegnere quando accenna a bollire.

Mettere a scaldare la pentola con l’acqua che servirà da bagnomaria per cuocere la crema.

Nella pentola dove invece cuoceremo la crema mettere i tuorli, lo zucchero e la farina setacciata; con una frusta amalgamarli energicamente e incorporare il latte versato a filo, continuando a mescolare. Passare nel bagnomaria a fuoco dolcissimo.

Tagliare il limone a tre quarti, infilzarlo su un forchettone e con questo girare la crema mentre cuoce.
Girare sempre nello stesso verso, senza mai fermarsi per almeno 15 minuti e comunque fino a quando non avrà raggiunto la densità desiderata. Spegnere, aggiungere il burro e incorporarlo con la frusta. Lasciar raffreddare girando di tanto in tanto. Sistemare la crema in un sac a poche e tenerla in frigo fino al momento dell’utilizzo.

Il secondo: Un sole di Babà
con i monoporzione al farro, stessa bagna, lucidatura e accompagnamento della terza proposta ......beh quello che era rimasto...... si chiama anche moltiplicazione miracolosa in quanto portai 5 babà piccoli a casa di mia sorella Francesca ..........dove eravamo a cena in 10!!!!! 
Divisione e condivisione....... e i babà sono stati tagliati a metà e sistemati a raggiera in modo da sembrare un bel dolce. In mezzo tanti pezzetti di ananas sciroppato sopravvissuti al fratello maggiore. Il gelato non avrebbe retto e allora ho preparato una semplice pasticcera, questa volta senza il burro, più scorrevole, da servire in salsiera e versare sopra la propria porzione con voluttà.

Secondo voi è avanzato qualcosina?











Il terzo: Babà nella tazza 
 
Vi serve del babà avanzato già imbevuto a fette, della crema pasticcera, della frutta fresca. montate il tutto a strati come per un tiramisù, finite con la frutta, per me erano fragole. 
Non è una grande invenzione, ma funziona! Selosonopappatotuttosenzafiatare.





Se siete riusciti ad arrivare fino in fondo vi spetta un premio...............un Babà?


e infine......... gli elogi per le SANTE

Alessandra e tutto lo staff dell'MTChallenge questa volta vi siete superate, la scelta che avete fatto con Antonietta ci ha insegnato tantissime cose nuove, un impasto meraviglioso, un dolce pratico perchè si può fare qualche giorno prima e si conserva benissimo, un dolce estremamente versatile perchè l'impasto è poco dolce e si presta ad essere trasformato completamente a seconda del tipo di bagna, crema, accompagnamento prescelto.

Non posso che essere ancora una volta felice di partecipare a questo gioco, di imparare sempre qualcosa, di condividere le cose che mi piacciono. E ogni volta mi stupisco e mi commuovo.

Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie
Stampa il post

domenica 28 ottobre 2012

IL PANE DOLCE DELLO SHABBAT PER L’MTC DI OTTOBRE

di Vittoria

…….E NON E’ UNA CHALLAH!!!!



Questa volta la sfida mensile di Menuturistico che tanto mi (ci) appassiona mi ha messo in difficoltà. Non tanto per le difficoltà tecniche che pure esistono, ma perché la bellissima ricetta che Eleonora ci ha proposto è così ricca di tradizione storica e familiare, di significati religiosi e affettivi che mi ha emozionato e non sapevo bene quali cambiamenti sarebbero stati adatti a rispettare la tradizione così importante e quali invece sarebbero risultati stonati.
Eleonora ci ha dato modo di addentrarci almeno di un passetto in un mondo che non conosciamo e per l’ennesima volta mi trovo a dire che la partecipazione a questo gioco è magica perché ci apre ogni volta nuovi orizzonti, non solo in cucina. Grazie Ale e Dani
Stavolta è occasione di avvicinarci alle tradizioni alimentari della religione ebraica di cui conosco pochissimo (e nelle nostre scuole ancora oggi non si insegna quasi nulla delle religioni esistenti al mondo) e quel poco che ne so lo devo alla frequentazione di amiche sui blog.
Abbiamo dovuto confrontarci con le regole della kasherut e la mia maggiore difficoltà non viene tanto dal rispettare o meno certe regole, ma proprio dal fatto che esistano divieti alimentari imposti dalla religione.
Insomma per reinterpretare questa proposta mi sono data da fare, ho guardicchiato in giro, ho letto libri e chiesto ad amici e poi ho scelto di interpretare il pane dolce del sabato con due ripieni dai profumi indubbiamente mediterranei con ingredienti che sono di uso comune sicuramente in Israele, ma anche in tutti i paesi del mediterraneo fra cui l’Italia e il Marocco in omaggio al paese dove abita adesso Eleonora (e che muoio dalla voglia di visitare)

La ricetta dell’impasto per la treccia è quella di Eleonora, la trovate QUI e ve la riporto identica:

per due trecce ripiene:

500 gr di farina 0
2 uova grandi medie (circa 60-62 gr con il guscio)
100 gr di zucchero
20 gr di lievito di birra
125 ml di acqua tiepida
125 ml di olio extra vergine d'oliva
10 gr di sale

Prima di tutto e importantissimo, setacciare la farina.
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida insieme a un cucchiaino di zucchero e far riposare una decina di minuti fino a far formare una schiuma. Mischiare la farina, il sale e lo zucchero e versarci il lievito e cominciare ad impastare, versare poi l'olio e per ultimo le uova, uno ad uno, fino alla loro incorporazione. Lavorare fino a che l'impasto si stacchi perfettamente dalla ciotola, lasciandola pulita.
Lasciar lievitare per almeno due ore, dopodichè, sgonfiare l'impasto e tagliarlo in due parti uguali. Tagliare poi ognuna delle parti in tre.
Stendere su un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15.

La prima treccia:


PANE DOLCE DEL SABATO AL PROFUMO DI MANDORLE
Per il primo ho scelto le mandorle bianche e profumate con cui si fanno croccanti deliziosi e una pasta morbida da cui si ottiene un latte fantastico.
Ho fatto una crema pasticcera soffice con il latte di mandorla arricchita poi con una granella di mandorle caramellate.
Ingredienti:
Metà impasto steso in 3 strisce
Una manciata di mandorle caramellate (ricetta in fondo) ridotte in granella grossolana con un pestacarne
Un tuorlo
Un cucchiaino di zucchero
Semi di sesamo bianchi e neri

Per la crema (deve essere abbastanza soda)
Mezzo litro di latte di mandorla
2 tuorli d’uovo
4 cucchiai di zucchero semolato
2 cucchiai di farina

Montare i tuorli con lo zucchero, aggiungere la farina setacciata, versare a filo il latte caldo battendo con la frusta, mettere sul fuoco e fare cuocere mescolando spessissimo. Si addensa in pochi minuti.
Fare raffreddare completamente con una pellicola a contatto perché non si formi la pelle.
Quando è fredda metterla nella sac-a-poche con bocchetta liscia e stenderla sulle 3 strisce di pasta.
Aggiungere sopra la granella do mandorle al caramello.
Chiudere molto bene i tre rotoli di pasta e intrecciare. Fare lievitare 2 ore, pennellare di tuorlo diluito con zucchero e acqua, cospargere di sesamo bianco e nero. Infornare a 180° per circa mezz’ora.

La seconda treccia:

La scelta è caduta sulla zucca per una serie di motivi.
Per prima cosa adoro la zucca per il sapore ben definito, ma che si adatta bene sia a preparazioni salate che dolci.
Poi è una verdura assolutamente di stagione, economica (che di questi tempi non guasta), nutriente e quasi ovunque è un prodotto locale, a km zero e quindi da preferire a ingredienti che vengono da lontano.
E non dimentichiamo che questa sfida si svolge e conclude a ridosso di Halloween dove la zucca è regina!
E poi leggendo e cercando ho trovato su un blog (e non mi ricordo quale, mannaggia!) che la comunità ebraica di Libia utilizza la marmellata di zucca come ingrediente tradizionale.
Che volevo di più? :-)


PANE DOLCE DEL SABATO ALLA ZUCCA CANDITA

Metà impasto steso in 3 strisce
Un barattolo grande di zucca candita (ricetta in fondo)
50 gr di zenzero candito tagliato a dadini minuscoli
Una manciata di pistacchi sgusciati non salati
Un tuorlo
Un cucchiaino di zucchero
Semi di papavero

Scolare la zucca dall’eccesso di sciroppo e distribuirla sule tre strisce. Aggiungere i dadini di zenzero e i pistacchi. Chiudere i tre rotoli, intrecciare e far lievitare 2 ore. Pennellare di tuorlo diluito con zucchero e acqua, cospargere di semi di papavero e infornare a 180° per circa mezz’ora.


ZUCCA CANDITA


Tagliare a dadini piccoli un chilo di zucca a polpa soda. Portare a ebollizione mezzo litro di acqua con 300 gr di zucchero. Quando è sciolto aggiungere i dadini di zucca e 4 o 5 semi di cardamomo. Fare bollire 5 minuti e lasciare raffreddare. Scolare i dadini, riportare lo sciroppo a ebollizione, ributtare dentro la zucca, spegnere e fare raffreddare. Ripetere questo procedimento altre 3 o 4 volte finchè il liquido sarà diventato sciropposo denso e i dadini lo avranno assorbito in parte. Levare i semi di cardamomo. Invasare bollente. Chiudere il tappo subito e raffreddando farà il sottovuoto.

MANDORLE CARAMELLATE


Mettere in una padella le mandorle e farle scaldare, poi aggiungere zucchero abbondante e fare scaldare muovendole con una paletta. Piano piano lo zucchero si scioglierà e rivestirà le mandorle. Non farlo bruciare. Poi aggiungere altro zucchero e rimettere al fuoco. Ripetere 2 o 3 volte finchè le mandorle avranno un bel rivestimento spesso. Diventano tipo grosse caramelle. Versarle su un piano di marmo unto di olio di mandorle cercando di separarle. Fare raffreddare e separare con un coltello quelle che sono rimaste attaccate. Conservare in un vaso chiuso. Temono l’umidità.

Questa ricetta partecipa all’MTC di Ottobre



Nota assolutamente importante che nella fretta era rimasta nella tastiera:

Devo ringraziare tantissimo Eleonora per avermi fatto conoscere questo impasto di brioche all'olio. E' stata una piacevolissima sorpresa. al contrario della brioche al burro, questo si mantiene morbido e mangiabile anche fino a 2 giorni dopo. Fantastico!
GRAZIE GRAZIE ELE!


ALTRE NOTE MIE:

L'olio di oliva che avevo a disposizione è risultato un po' troppo saporito, sarò "costretta" a riprovare con un olio più leggero o con un olio di riso.

Per la sfida non potevo variare gli ingredienti dell'impasto, ma la treccia alla crema di mandorle voglio rifarla impastando con il latte di mandorla al posto dell'acqua. E la crema devo farla ancora più soda perchè in forno ne è uscita un bel po' lasciando i buchi e ammollando l'impasto.. Forse dovrei semicongelarla in modo che in forno non arrivi a bollire e non sciolga anche i pezzetti di croccante.

La treccia alla zucca è pericolosa. Da dipendenza, non riuscivo a smettere di mangiarla!





Stampa il post

mercoledì 7 settembre 2011

Spiedini di pollo con salsa allo yogurt



Buongiorno a tutti e benritrovati! Passate bene le vacanze? Io sono appena rientrata dall'Inghilterra e già mi sembra di non essere mai partita! Come si fa presto a rientrare nel tram tram di tutti i giorni.

Questa ricetta è tratta da Sale&Pepe ed ha il vantaggio, oltre ad essere molto saporita, di essere anche dietetica eliminando i grassi.


SPIEDINI DI POLLO CON SALSA ALLO YOGURT

8 sovracosce di pollo disossate
un limone
zenzero fresco
paprika
senape
sale e pepe
olio evo
cipolla rossa
200 g yogurt greco

Tagliare il pollo, senza pelle, a bocconcini. Preparare una marinata con il succo del limone, mezza radice di zenzero grattugiata, un cucchiaio di paprika e un cucchiaio di senape, sale e pepe e due cucchiai di olio. Fare marinare i bocconcini di pollo per almeno mezz’ora.
Sgocciolare i bocconcini e infilzarli su spiedini di legno alternati con fettine di cipolla (non avevo la rossa e ho messo la bianca) e farli grigliare su tutti i lati. Mescolare lo yogurt con 2 o 3 cucchiai di senape e un pizzico di sale. Io ho aggiunto un’altra grattatina di zenzero. Servire gli spiedini con questa salsa.

Nadia
Stampa il post
Related Posts with Thumbnails