venerdì 30 aprile 2010

Ravioli di carne della mia mammotta!



Io detesto i ravioli in brodo. Ecco, ho fatto outing! Ahahahha
Ebbene si, i ravioli in brodo non li ho mai potuti sopportare, sin da bambina, quando la domenica sera per cena c’erano sempre i ravioli (industriali) in brodo e il brodo era rigorosamente di gallina, altra cosa che detesto. Credo che la combinazione di queste due cose sia risultata fatale, ma voi credete che a mia mamma si potesse dire “non mi piace?” No…non si poteva! Quello che lei preparava era per tutti, altrimenti a letto senza cena… che a dirla così sembra una cosa tremenda, ma io faccio lo stesso con i miei bambini, è una questione di educazione e anche rispetto per chi si mette con impegno e a volte fatica ai fornelli a preparare un pasto…insomma, dopo una giornata di lavoro, sempre di corsa, non mi sogno certo di preparare 3 cose diverse una per ognuno…
Ma torniamo ai ravioli! Apro una piccola parentesi: da buona brianzola non faccio distinzione tra ravioli, cappelletti, tortellini…non me ne voglia nessuno, mi scuso tantissimo, ma per me son tutti ravioli! Qualcuno mi spiega le diversità, pliiiis????:-) Chiudo parentesi
Devo ammettere che col tempo sono diventata più tollerante e addirittura ci sono non una, ma due eccezioni che mi hanno fatto cambiare idea sui ravioli in brodo.
Ho avuto la fortuna di assaggiare degli ottimi tortellini (giusto?) in brodo a casa di Bea e ne sono rimasta folgorata! Esagerati….buonissimi… fuori concorso… non ve li posso descrivere, ma solo al ricordo mi torna l’acquolina.
L’altra eccezione sono questi ravioli che prepara la mia mammotta con le sue manine e che sono diventati un appuntamento fisso ad ogni festività…. Sempre, quando ci ritroviamo tutti insieme, la sera c’è un bel piatto di ravioli fumanti e finalmente ne gioisco anche io!

Ravioli di carne - della mia Adelotta!
Ingredienti:
300 gr di carne di maiale
300 gr di carne di vitello
300 gr di carne di pollo
100 gr di mortadella
80 gr di formaggio grattugiato
1 uovo
Sale e pepe q.b.
1 bicchierino di Cognac

Tagliare a pezzettini tutta la carne e poi mettere in una pentola con qualche cucchiaio di olio e un trito di sedano e carote, far rosolare bene, quindi sfumare con un bicchierino di Cognac e cuocere per circa mezz’ora.
Lasciare intiepidire tutto, quindi mettere nel mixer e tritare aggiungendo anche tutti gli altri ingredienti, la mortadella, l’uovo, il formaggio, sale e pepe. Se l’impasto risultasse troppo asciutto (ve ne accorgete perché non rimane insieme, si sbriciola, invece dovete ottenere una composto omogeneo) aggiungere 1 o 2 cucchiai di latte per ammorbidire.

La pasta è fatta sempre usando 1 uovo per 100 gr di farina (75 di farina 00 + 25 di semola rimacinata)

Preparare quindi i ravioli dandogli la forma che si preferisce.
Sono ottimi in brodo, ma anche asciutti conditi con burro e salvia.

Buona serata a tutti e buon week end!
Paola
Stampa il post

domenica 25 aprile 2010

CHEESE CAKE YOGURT FRAGOLE


Non ho inventato niente, avevo questi ingredienti in casa ed ho deciso di fare un cheese cake. Dolcetto veloce della domenica che soddisfa il palato senza impegnare troppo.

Cheese cake yogurt fragole

per la base:
150 g biscotti misti Oro Saiwa e amaretti sbriciolati
100 g burro

per la crema:

300 g ricotta
200g panna semi montata
1 yogurt greco 150 g
1 cucchiaio essenza di vaniglia
100 g zucchero a velo
300 g fragole
2 fogli di colla di pesce (4 g)

Impastare i biscotti con il burro fuso. Sul piatto da portata disporre un anello da pasticceria (diametro 20 cm), sul fondo pressare il composto di burro e biscotti e mettere in frigo a solidificare. In un pentolino sciogliere, in un poco di panna, la gelatina precedentemente ammollata e fare raffreddare. In una ciotola amalgamare con una frusta la ricotta e lo yogurt, unire la vaniglia e lo zucchero sempre sbattendo con la frusta. Unire uno o due cucchiai di composto alla gelatina sciolta nella panna, amalgamare bene ed unire il tutto al composto principale. In ultimo unire la panna semimontata e le fragole, lavate, asciugate e tagliate a pezzetti. Prendere la base dal frigo e versare sopra la crema preparata. Mettere in frigorifero per almeno un paio d'ore, decorare a piacere e servire.

Considerazioni: Un dolcetto improvvisato per la famiglia, senza pretese, dovendolo rifare userei alcuni accorgimenti. La colla di pesce era decisamente insufficiente per la quantità di crema preparata, da raddoppiare come minimo la dose. Ho pressato i biscotti direttamente sul piatto: sbagliato! La fetta di dolce era difficile da staccare perchè la base si era incollata al piatto. Quindi usare un foglio di carta forno sul piatto e sfilarlo prima di servire. Ultima cosa: indispensabile usare un foglio di acetato per sformare bene il cheese cake.


PS di Paola (14 giugno 2010): con questa ricetta di Nadia partecipiamo al contest di Malu' "Fresche dolcezze d'estate"

Stampa il post

mercoledì 21 aprile 2010

Bastoncini di pollo croccanti


Quando sono nati i miei cuccioli, ho verificato la veridicita' di una frase che mi diceva sempre mia mamma: "non ci sono bambini perfetti; o mangiano o dormono". Ecco.... i miei facevano parte della categoria "mangiano"... di dormire non se ne parlava mai! Ricordo che con Matteo tenevo una sorta di rubrica dove segnavo gli orari a cui voleva il latte, quanto stava attaccato al seno, quante poppate in un giorno, mi serviva per capire come funzionava quel cucciolotto appena arrivato che mi aveva stravolta non poco! Bene, un giorno, dopo che aveva fatto 14 poppate al seno, decido di chiamare l'ospedale, c'era un servizio "mamme in difficolta' con l'allattamento" e io ero moooolto in difficolta'! Il cucciolo aveva solo 2 settimane, ma mangiava come un leoncino! Racconto tutto e l'infermiera mi dice che forse non avevo latte sufficiente o non era nutriente visto che lui aveva sempre fame e mi chiede se l'avessi pesato e quanto peso aveva messo nell'ultima settimana! Certo che si, avevo fatto tutti i miei compiti, non mi sfuggiva nulla che riguardasse lui!
Allora, per chi non ha figli, la teoria dice che devono aumentare dai 100 ai 150 grammi a settimana nei primi 2 mesi. Matteo quella settimana aveva messo su ben 500 grammi!
L'infermiera mi ha risposto:"SALUTE! Inizi pure a dargli il ciuccio!" Ahahahah!!!
Vabbe'... alla fine io e lui siamo arrivati a un compromesso, un po' di mamma, un po' di ciuccio, ma per quanto riguarda la nanna ha sempre vinto lui. Ma che bei ricordi!!!
Comunque se il buongiorno si vede dal mattino, avete capito che io sul fronte pappa sono sempre stata fortunatissima, con Matteo esageratamente fortunata, tant'e' che ora mi tocca tenerlo un po' a "stecchetto".
Così sono sempre alla ricerca di piatti golosi, ma con pochi grassi, in modo da saziare la sua fame senza appesantirlo troppo. Ho trovato questa ricetta sempre da lei....chevvelodicoaffà, Paoletta di Anice e Cannella che l'aveva a sua volta vista su Coquinaria. Ormai l'ho fatta e rifatta diverse volte, ai bimbi strapiace! Non solo a loro in effetti! :-)


Bastoncini di petto di pollo croccanti

Far marinare in frigo per circa 12 ore 4 petti di pollo tagliati a striscioline sottili e lunghe con 4 cucchiai di yogurt (io un vasetto intero!)e 1 cucchiaino raso di curry, più qualche goccia di succo di limone. Impanarli poi in una miscela di 100 g di corn flakes sbriciolati, 40 g di semi di sesamo, 40 g di pan grattato. Disporli su una placca rivestita di carta forno, senza sovrapporli, spruzzarli con poche gocce d'olio di semi, usare uno spray (io non lo faccio!), e infornarli per 25 minuti a 180°/ 200°, fino a doratura.

Note di piccoLINA: per la versione senza glutine si può sostituire il pangrattato con lo stesso peso di corn flakes ridotti a farina nel tritatutto.
I bastoncini andrebbero accompagnati da una salsa agrodolce che però io non ho fatto, ma la riporto qui di seguito.

Salsa agrodolce
Per la salsa, amalgamare 1 cucchiaio colmo di maizena con 125 ml di aceto bianco, in un pentolino, facendo attenzione a non formare grumi, aggiungendo 250 ml d’acqua, 125 g di zucchero, 60 ml di passata di pomodoro e 1 cucchiaino di brodo granulare di pollo. Portare a ebollizione e cuocerla a fuoco medio finché non si addensa, ci vorranno circa 40 minuti. Servire il pollo con la salsa a parte, in una scodella.

Provateli!
Buona scorpacciata a tutti!!!!
Paola

PS. Con questo post partecipo volentieri al primo giveaway di Cris, di Zucchero & sale Chissa'... tentiamo la fortuna!!!

Stampa il post

MUFFINS.......CHE PASSIONE!



Ultima produzione. Come ho già detto, Federico adora il cocco, quindi ho modificato la solita ricetta di Stefano, con cui mi trovo benissimo. Sono venuti deliziosi, morbidi morbidi per la presenza della frutta che non è affondata come mi capita sempre con il mio tormentone di torta alle fragole. Profumavano intensamente di vaniglia, perchè mentre li preparavo in tutta fretta (mio figlio e i suoi amici erano in attesa con le fauci aperte!)mi è scappata la bottiglia della vaniglia dalla mano innaffiando copiosamente il preparato. Un pò di vaniglia in più che sarà mai! Infatti erano buonissimi.

MUFFINS COCCO E FRAGOLE

Ingredienti:
250g. di farina lievita
50 g cocco grattugiato
un pizzico di sale
160g. di zucchero
100gr. di burro fuso tiepido
1 uovo
due cucchiai di essenza di vaniglia
un vasetto di yogurt alle fragole
una vaschetta di fragole, lavate e tagliate a pezzetti

Il procedimento è il solito, mischiare gli ingredienti secchi quindi unire i liquidi. Infornare a 180° per 20'
Stampa il post

lunedì 19 aprile 2010

Mica pizza e fichi.... pizza e mele!!! (delle Sorelle Nurzia)


Pasqua è passata, le 99 colombe hanno spiccato il volo ed è stato bellissimo volare insieme! Ora però non bisogna dimenticare quel che abbiamo fatto, dobbiamo continuare a volare, perchè sia Pasqua tutto l'anno.... fino a Natale certo, poi sarà Natale tutto l'anno...ahahhaha ! Insomma... l'iniziativa di 99 colombe è stata lodevole ma deve avere un seguito!
Oggi sono tornata dal lavoro stanca morta e le belve volevano la merenda! Avevo ancora una pizza di Pasqua delle Sorelle Nurzia e così mi sono inventata questo spuntino partendo dalla pizza appunto, che però non è salata, ma dolce, delicata, con un lieve sapore di cannella!
E cosa si associa di solito alla cannella ??? Facile, le mele!!! Quindi...

Pizza e mele - di piccoLINA
Ingredienti:
fette di pizza di Pasqua Sorelle Nurzia
succo di fragole e qualche fragola x decorare(oppure succo di arancia)
3 mele
1 cucchiaio di zucchero

Ho fatto tostare sulla griglia le fette di pizza.
Intanto ho sbucciato e tagliato le mele a dadini e le ho messe in una casseruola con una noce di burro e un cucchiaio di zucchero. Cucinato per circa 15 minuti, giusto il tempo di cuocere i dadini senza spappolarli.
Ho quindi cosparso le fette di pizza di "sugo", il succo di alcune fragole messe a macerare nello zucchero. Così ho avuto l'effetto pomodoro sulla pizza!
Aggiunto i dadini di mela e decorato con pochi pezzettini di fragole.
Ci siamo mangiati la nostra pizza tiepida, una merenda genuina e sana, anche veloce da preparare!

Per chi ancora non avesse provato i prodotti Sorelle Nurzia, consiglio di fare un salto sul loro sito (cliccare QUI) e scegliere dal loro catalogo. Tra l'altro ho letto nel blog 99 colombe che è in commercio da poco un nuovo prodotto, il Benvenuto, nato appunto dal progetto 99 colombe! Ammiro tantissimo la forza di questa gente, la grinta e la capacità di mettersi in gioco e rinnovarsi. Non lasciamoli volare da soli!

Ah...e una cosa non meno importante: tanti cari auguri al mitico gentleman, il nostro caro Stefano! Un abbraccio grande anche da parte delle belve!
Buona serata a tutti!
Paola
Stampa il post

domenica 18 aprile 2010

Anniversario







Stampa il post

venerdì 16 aprile 2010

Anima nera


Anima nera... ma non la mia!!! La mia voglio immaginarla a colori. Anima nera invece è solo il nome di questo liquore a base di liquirizia che io adoro!
La ricetta l'ho trovata quando frequentavo CucinaIt, ma non ho salvato l'autore, quindi de qualcuno volesse rivendicarne la paternità o maternità, si faccia avanti!
Posso garantire però che il risultato è eccezionale.
Deve piacere la liquirizia ovviamente. E poi la consistenza è sciropposa, un liquore bello denso, vellutato.... io ne ho sempre una bottiglietta in frigo! :-)
Un anno lo avevo preparato a Natale da regalare ad alcuni amici e aveva riscosso parecchi consensi! Versato in una bella bottiglietta, opportunamente confezionato ha fatto la sua bella figura!

Anima nera
Ingredienti:
200 gr di caramelline di liquirizia pura
1 kg di zucchero
2 lt di acqua
1 lt di alcool a 95 gradi

In una casseruola capiente mettere l’acqua con la liquirizia e lo zucchero. Mettere sul fuoco (a fiamma dolce) e mescolare continuamente finche le caramelle di liquirizia saranno sciolte.
Far sobbollire per mezz’ora, continuando a mescolare.
Spegnere e aggiungere l’alcool.
Lasciar raffreddare e poi travasare in bottiglie di vetro. Conservare in frigo e servire molto freddo.

Note di piccoLINA: si conserva davvero molto a lungo, sicuramente più di un anno (ho verificato personalmente!). Prima di servire agitare bene la bottiglia perchè sul fondo rimarrà uno strato depositato di liquirizia.

Suggerimento:
avete mai provato il binomio liquirizia-anice??? Aggiungete dei semini di anice agli ingredienti e filtrate poi prima di mettere nelle bottiglie! E' una bontà!

Un abbraccio
Paola
Stampa il post

giovedì 15 aprile 2010

TORTA DI COMPLEANNO


Questa e' la torta che ho fatto per il compleanno di mio marito.

Una torta molto semplice,niente di eccezionale,non ero troppo in vena di fare cose troppo impegnative.La Sacher,come torta di base,(in famiglia piace molto questa torta)la cui ricetta e' gia' presente nel blog.La torta,e' stata ricoperta con cioccolato plastico,le decorazioni, sono in pasta di zucchero.Spero vi piaccia!

Un caro saluto
Anna
Stampa il post

mercoledì 14 aprile 2010

Chocolate crinkles


Metti una domenica come quella appena passata... freddo, vento e pioggia! E la chiamano primavera!!! Che fare in una giornata così???? I bimbi in giardino non ci possono andare, i compiti son tutti fatti, mica li posso lasciare tutto il pomeriggio a vedere la tv....no, no, no!!!
E' bastato fargli vedere la foto di questi biscotti trovati in rete per sentirli subito gridare "Facciamoli!!!!", bene.... detto, fatto....come sempre!!!


E ho scoperto che praticamente tutti i blogger sono stati vittime di queste bontà, se ne son salvati davvero pochi, ma credo che prima o poi cederanno, anzi, glielo consiglio caldamente, sono dei biscotti veramente squisiti!
La ricetta io l'ho presa da Lo spilucchino di Wiggy, lei a sua volta ha preso la ricetta da Antonella di Croce&delizia...insomma... io ve la riporto pari pari. Non ho fatto varianti, è ottima!

Chocolate crinkles
Ingredienti:
Burro, 60 g
Cioccolato fondente spezzettato, 225 g
Zucchero, 100 g
Uova, 2 (grandi)
Estratto naturale di vaniglia, 2 cucchiaini
Farina 00, 225 g
Sale, un pizzico
Lievito per dolci, 1 cucchiaino raso

Per la copertura: zucchero a velo e zucchero semolato

Fate sciogliere a bagnomaria il cioccolato insieme al burro. A parte, setacciate la farina con il lievito e il sale.
Sbattere le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso e chiaro, a questo punto unire la vaniglia e il cioccolato fuso ed infine anche la farina setacciata, ma ricordate di mescolare velocemente e solo il tempo necessario affinché il tutto venga assorbito, non oltre.
Coprite l’impasto con pellicola per alimenti e metterlo in frigorifero per almeno 3 ore, meglio tutta la notte.

Portare il forno alla temperatura di 170° C.
Versare lo zucchero a velo e quello semolato in due ciotoline.
Riprendere l’impasto e formare delle palline di circa 3 cm di diametro. Passarele prima nello zucchero semolato, pressando leggermente per fare aderire bene, e poi nello zucchero a velo ricoprendole con uno strato abbondante prima di disporle su una teglia rivestita con carta forno.
Infornare per circa 8-9 minuti, non superare il tempo indicato poiché i bordi dovranno essere fermi ma il cuore ancora morbido.

Alcuni consigli…
- Data la grande quantità , è fondamentale utilzzare un buon cioccolato.
- Durante la formazione delle palline badate a non far surriscaldare troppo l’impasto. Se ciò accade, riponetelo in frigorifero tra una sfornata e l’altra.
- Se preferite dei biscottini più bassi, dopo aver sistemato le palline sulla teglia, e prima di infornarli, schiacciateli leggermente con la mano.
- Le comuni ricette prevedono un solo passaggio nello zucchero a velo, ma il food scientist, Shirley Corriher, ci svela il suo segreto:
"My secret weapon is I roll the dough balls in plain table sugar first," she says. "Then I roll them heavily in powdered sugar, so it stays snow white and really dramatic against the black cookie dough. When you bite in, they're crisp on the surface and gooey and doughy inside."
Quindi doppio passaggio, prima zucchero semolato poi abbondante zucchero a velo.
- è bene lasciare asciugare bene i biscottini prima di riporli in delle scatole di latta.

Note di piccoLINA: nel mio forno li ho cotti 10 minuti a 160 gradi. E' davvero importante lasciarli raffreddare senza toccarli perchè sennò si rompono (però tiepidi sono una tentazione irresistibile!!!)

Io e i bimbi eravamo li davanti al forno ad ammirarli mentre si formavano queste bellissime crepe... sembrava che stessimo guardando chissà che bel film! :-)
E ovviamente era un film a lieto fine... la prova assaggio ci ha lasciati in estasi!
C'è una controindicazione da non sottovalutare! Danno dipendenza! Son troppo buoni!
Quindi non mi rimane che dirvi: FATELI!!!!!!!!!


Un abbraccio a tutti!
Paola
Stampa il post

lunedì 12 aprile 2010

Corona fantasia



Cosa c'è di meglio di un pane BUONO che sia anche BELLO da portare in tavola????
La corona fantasia, delle sorelle Simili, rientra in questa descrizione.... ottima e bellissima! E in effetti tutte le volte si ripete la stessa scena, appena gli invitati vedono in tavola questo pane spalancano gli occhi increduli! Ma non è finita.... poi c'è la prova assaggio e.... bhe, i commenti si sprecano e i vari mugolii che si sentono a tavola la dicono lunga!
Quindi....ecco qua la ricetta delle mitiche sorelle Simili!

Corona fantasia
Ingredienti:
500 gr di farina 0 anche di forza
250 gr di acqua circa
50 gr di olio d'oliva
25 gr di lievito di birra
8 gr di sale
e a scelta 1 di questi ingredienti:
120 gr di olive verdi snocciolate e tritate grossolanamente
120 gr di olive nere snocciolate e tritate grossolanamente
120 gr di noci sgusciate e spezzettate
80 gr di semi di sesamo
50 gr di semi di papavero tostato

Mettere in una ciotola quasi tutta l'acqua, unire il lievito e scioglierlo, poi unire parte della farina, il sale, l'olio e la rstante farina e infine il resto dell'acqua lavorando energicamente.
Rovesciare sul tavolo, lavorare e battere, poi unire il sapore scelto.
Mettere in una ciotola unta d'olio e fare raddoppiare (circa 1 ora e 1/2).
Rovesciare sul tavolo, dividere in 3 parti e formare delle palline che disporrete in una teglia formando un anello. Disporle non troppo ravvicinate con la chiusura verso il basso. Pennellare con acqua e far lievitare 45/50 minuti. Scaldare il forno a 200 gradi, infornare ed abbassare subito a 180 gradi; cottura 20-30 minuti.
Se usate i semi di sesamo o papavero dovete usare circa 20 gr din più di acqua. Se con un unico impasto volete usare ingredienti diversi, dividete la pasta, ma dividete anche la quantità degli ingredienti da utilizzare.

Note di piccoLINA: io di solito divido l'impasto in 4 parti e cosi' faccio la corona con diversi sapori, in questo caso ho usato semi di sesami, semi di papavero, pistacchi tritati e rosmarino tritato. Altre volte ho utilizzato noci, olive, cipolle, salvia, semi di girasole o di lino....quel che preferite o avete a disposizione. Nel mio forno cuocio 30 minuti a 170 gradi.
Ho provato anche a impastare la sera e poi mettere in frigo. La mattina seguente l'impasto è ben lievitato, lo divido, aggiungo i semi e metto le palline a lievitare. Ottimo.

Un consiglio: se non l'avete mai provato, fatelo! Dà un'enorme soddisfazione!
Bacissimi a tutti
Paola
Stampa il post

Rivisitazione rotolo di tacchino al ginepro di Miriam


In questi giorni ho rifatto il rotolo di tacchino che avevo gustato da Miriam (sono anche riuscita fare una foto) ho usato lo stesso procedimento di Miri apportando alcune modifiche.

Eccole:

- farcito il rotolo con prugne e noci

- anzichè cipolla e aglio ho messo uno scalogno

e poi ho cambiato contorno.


Ho preparato delle cipolline bianche novelle in questo modo.

- in una teglia ho messo le cipolline con un bicchiare di vino bianco, salate e pepate e un filino d'olio, fatte cuocere al forno a 17o° per 10/15 minuti, tolte dal forno e ricperte con abbondante formaggio grana grattugiato e due cucchiai di panna, rimesse in forno per formare una crosticina per circa 10 minuti a 180°.

Le ho servite con un pò di salsa al ginepro come il tacchino.

Pensavo fossero troppo forti per il tacchino invece si sono accompagnate bene perchè essendo piccole e novelle sono ancora abbastanza dolci.

Mi scuso per le foto ma ho usato due piccoli contenitori (eravamo solo tre persone).

Ringrazio ancora Miriam per la ricetta.

Rosa





Stampa il post

domenica 11 aprile 2010

COCCOMELOTTA


Federico, mio figlio, adora il cocco così ogni tanto lo accontento e preparo qualche dolcetto al cocco. Ho rispolverato questa ricetta di Rosa Maria Paniccia che, devo dire, è piaciuta anche a me con qualche piccola variante.
La foto è veramente brutta, ma se non bastasse, ho voluto fare una decorazione con riccioli di cioccolato bianco, solo che la torta era ancora un pò calda, quindi il cioccolato si è sciolto!

COCCOMELOTTA

E' una torta soffice, di delicato sapore, poco dolce. Costituita da una base morbida, con lievito e bianchi montati, un sottile strato di mele, e una copertura croccantina, di nuovo con bianchi montati, al cocco.
Base: mescolare 200g di farina, una bustina di lievito, 50ml di olio, 100ml di latte, tre rossi, fino a che non si ottiene una pasta senza grumi.
Montare i tre bianchi a neve ferma, mescolare con garbo. versare la base in una teglia imburrata e infarinata. affettare con la mandolina 3-4 mele, e disporle sulla base. copertura: mescolare 150g di cocco grattugiato, 100g di zucchero, due rossi d'uovo, due bianchi montati. coprire con cura tutta la superficie della torta con questo composto. 30' in forno caldo a 200°.

Note mie: ho aggiunto 150 g di zucchero alla base e ho sostituito 50 g di farina con altrettanto peso di cocco disidratato. Le mele erano 4 e belle grosse e anche la misera decorazione di ciocco bianco sposava bene di gusto.
Stampa il post

Casatiello



Lo so, lo so che sono in ritardo, che le ricette legate alle festività si devono mettere PRIMA della festa e non dopo, ma vi assicuro che questa ricetta è un pranzo-pronto-da-viaggio perfetto per qualsiasi periodo dell'anno.
Una bella fetta di questo e un frutto e siete sistemati fino a sera!

L'ho preparato in occasione del viaggio in traghetto verso la Corsica, giovedì 1 Aprile. Eravamo una compagnia numerosa, 40 persone, e qualcuno mi aveva fatto sapere che si aspettava delizie per il viaggio da parte mia!
Non potevo deluderli e così ho messo al lavoro il Ken, ho recuperato formaggi e salumi in frigo, acquistato ciò che mancava e voilà............



IL CASATIELLO PASQUALE

La ricetta che ho seguito è quella che ci aveva dato anni fa il mitico Alberto su C.I. (fra parentesi le mie varianti)

Ingredienti:

500 gr. di farina;
3 dl. di acqua tiepida;
25 gr. di lievito di birra;
150 gr. di strutto; (io 100 gr olio)
50 gr. di parmigiano grattugiato;
100 gr. di provolone;
100 gr. di salame;
50 gr. di ciccioli fatti in casa o pancetta;
6 uova; (io solo 2, non ho messo quelle sopra)
pepe in abbondanza;
sale q.b.

Procedimento:
Versare in una ciotola il lievito con poca acqua tiepida e un pizzico di sale ed unire tanta farina quanto ne occorrera’ per ottenere un panello ben lavorato e morbido che si porrà a lievitare, coperto con un tovagliolo in un luogo tiepido, fino a quando non sara’ aumentato di volume, per circa 30 minuti.

Porre il panello sulla spianatoia, unire tutta la farina, lo strutto, lasciandone un po’ da parte per ungere lo stampo, e lavorare bene l’impasto, aggiungendo l’acqua tiepida necessaria per avere una pasta molto soda, lavorando con energia.

Stenderla quindi sul piano di lavoro in forma rettangolare, cospargerla con il provolone ed il salame tagliati a dadini, 2 uova sode tagliate a spicchi, i ciccioli (per questa ricetta andrebbero, quelli fatti in casa, ottenuti dalla spremitura dei residui di lardo fatti sciogliere sulla fiamma per ottenere lo strutto), parmigiano grattugiato e pepe in abbondanza.
(2 uova dentro mi sono sembrate poche, la prossima volta ne metto 3)

Arrotolare l’impasto in forma di cilindro e chiuderlo poi a ciambella.
(io prima di chiuderlo a ciambella ho tagliato via le 2 estramità semivuote)

Ungere molto bene di strutto uno stampo a pareti lisce con un foro centrale, porvi il tortano e farlo lievitare di nuovo in luogo tiepido.

In Costiera, nel periodo pasquale é d’uso porre come guarnizione sul tortano delle uova crude, con tutto il guscio e questo tortano, cosi’ confezionato ed elaborato, prende il nome di casatiello.
Alberto Martirani Rizzo - Napoli


NOTE VITTO:

Ho fatto il panetto con 150 gr manitoba, 1 cubetto lievito, 1 cucchiaino zucchero, acqua circa 70-80 gr

Invece di 150 gr strutto ho usato 100 gr olio arachidi più circa 50 gr burro fuso per spennellare pasta sia prima del ripieno, sia sopra prima di infornare.

Mentre il panetto lievitava ho fatto il secondo impasto con 150 gr farina integrale e 200 gr farina manitoba, 100 olio, 150 acqua, 10 sale. Appena amalgamato ho aggiunto il panetto lievitato e continuato impasto per 5 min.

Fatto lievitare un’ora in ciotola unta.

Steso, spalmato burro, coperto con dadini di pancetta gr 150, salame gr 70, provolone gr 120, parmigiano, sale, pepe, 2 uova tagliate a spicchi messi in fila.

Arrotolato, tolto le 2 punte (le ho poi chiuse a fagottino e messe a lievitare), messo nello stampo a ciambella. Lievitazione 1 ora e mezza.

Cotto in forno a 180 gradi per mezz’ora, tolto dallo stampo, rovesciato e ripassato in forno per 10 min a colorire sotto.

Non ho messo le uova intere sopra che sarebbero state di ingombro per il trasporto.

Ciao Vitto
Stampa il post

Crumble, crumble, crumble....di fragole!


Finalmente sono arrivate le fragole!!! Quelle che "saporano", come dicono i miei bimbi!!! Non so perchè ma a me le fragole mettono allegria! Già solo vederle nei banchi del supermercato e sentirne il profumo, poi aprire il frigo e vederle li, belle, rosse, profumate....mi fanno spuntare un sorriso. Sarà perchè lego le fragole alla bella stagione, sarà per la loro forma a cuore che in un'inguaribile sognatrice come me alimenta oltre i sogni, ma io in questo periodo mangio fragole a tutte le ore!
Venerdì mentre ero al telefono con Anna stavo preparando questi crumble con le fragole, era la prima volta che li facevo.... me ne sono innamorata! E Anna mi ha anche dato l'idea per le foto... io le chiedevo il colore della tovaglietta da usare, lei mi butta li un: " perchè non ci metti un bel centrino sotto?" Detto, fatto...come sempre! Grazie Anna, sei mitica!

Crumble di fragole - di piccoLINA
Ingredienti:
120 gr di burro (freddo di frigo)
240 gr di farina
4 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaino di aroma vaniglia

fragole q.b.
granella di mandorle
aromi

Pulire le fragole e tagliarle a dadini, quindi mescolarle con un cucchiaio di zucchero ed eventualmente aromatizzarle, io ho aggiunto dello zenzero in polvere che con le fragole mi piace tantissimo!
Preparare quindi l'impasto per il crubmle mescolando la farina, lo zucchero di canna, il burro e la vaniglia. Deve restare un composto di briciole.

Nelle pirofile monoporzione ho messo quindi un bello strato di fragole, cosparso di granella di mandorle e sopra coperto con le briciole per il crumble.
Ho infornato a 170 gradi per 25 minuti. Come sempre temperatura e tempi dipendono dal forno, il crumble è pronto quando le briciole diventano colorite.
Prima di servire cospargere di zucchero a velo e decorare con una fragola intera.

I crumble si possono fare con la frutta che si preferisce aromatizzata a proprio gusto, ad esempio con le mele cosparse di cannella! Nell'impasto base poi si può aggiungere frutta secca tritata o scaglie di cioccolato, io volevo aggiungere della farina di mandorle ma me ne sono dimenticata quindi ho aggiunto poi la granella di mandorle sulla frutta, insomma, li si può improvvisare senza problemi, il risultato è sempre fantastico!

Un abbraccio a tutti!
Paola

PS. Con questo post partecipo (diciamo che ci provo!) al Calendario 2010 di Ornella, Ammodomio, per il mese di maggio!




Aggiornamento del 8 marzo 2012: con questa ricetta partecipo al contest Ricette di primavera di Aboutfood!
Stampa il post

sabato 10 aprile 2010

CROSTATA DI LAMPONI


Voi proponete robe mirebolanti, complicate e perfette; io, modestamente, rispondo con la mia cucina semplice, anche perchè quella complicata non mi riesce.

Però è bellina, no?

Un abbraccio. Rosella
Stampa il post

giovedì 8 aprile 2010

PER NON DIMENTICARE

Ieri ho letto una lettera.
La lettera di un padre,Giustino Parise,giornalista del giornale “Il centro”. La notte del 6 Aprile,ha perso i suoi due figli sotto le macerie,nel terremoto dell’Aquila.Mentre leggevo,le lacrime mi solcavano il viso,quale dolore,quale angoscia nel cuore di questo padre e di questa madre.Tutti noi siamo genitori,tutti noi possiamo immaginare piu’ o meno profondamente cosa possa voler significare,sopravvivere ai propri figli.Un dolore che ti spacca il cuore,un dolore che non ti fa respirare,un dolore che ti annienta.Eppure,la profonda dignita’ di questo padre mi colpisce profondamente,mi colpisce la determinazione di voler vedere ricostruita la sua citta! Una citta’ricostruita nella sicurezza,una citta’che non permetta piu’ di piangere i suoi figli.Solo chi ha sperimentato il terremoto puo’ capire cosa significhi quando si sente quel tremore terrificante sotto i piedi.Io l’ho provato! Ho capito cosa fosse il terremoto,nel 1980.Avevo 15 anni,in quel momento,mi trovavo al 5 piano, a casa di due mie amiche(io abitavo al 1 piano).Ad un certo punto,ho sentito un boato fortissimo,all’improvviso,mi sono trovata a terra senza rendermene conto,nel buoi assoluto.La madre delle mie amiche ha cominciato ad urlare”:scappate,e’ il terremoto”.Io,non potevo scappare,semplicemente,perche’, “lui” non mi permetteva di alzarmi,mi sballottolava da una parte all’altra.Vedevo il palazzo che era di fronte ,piegarsi verso il mio.In un momento ho pensato”:Signore,fammi morire subito”.Strisciando a terra,mi sono portata verso la porta d’ingresso,con una mano l’ho afferrata per aprirla ma…niente,la forza d’urto sembrava che la tenesse cementata,attorno a me,erano urla,disperazione,sirene e buio.Quando ho potuto aprire la porta,era perche’,”lui” aveva smesso.90 secondi d’inferno, provate a immaginare di contare fino a 90,con un terremoto del nono grado in atto,e’un tempo infinito.Alla fine,ringraziando DIO,mi sono ritrovata,giu’,fuori dal portone,scalza,avevo degli zoccoli ai piedi,che non ho piu’ ritrovato.Per fortuna,abitando a Salerno,non ci sono stati morti,ma,a poche km di distanza,In Irpinia,c’era la devastazione.A quell’epoca,la protezione civile non esisteva,tante persone,sono morte perche’i soccorsi non arrivavano.Paesi completamente isolati,persone rimaste in balia di se stessi per giorni.Non so,se qualcuno di voi ricorda il paese di Balvano,in Basilicata,il paese di mia madre,completamente raso al suolo,ma nel vero senso della parola.Tutti i giovani di quel paese sono tutti morti,ho rivisto quel paese anni dopo,non l’ho riconoscevo piu’,le strade che io ricordavo non le trovavo piu’,una sensazione terribile.Provate a immaginare.Vi ho raccontato della mia esperienza,solo per dirvi che,so cosa si prova,so cosa significa portarsi per mesi il terrore che le scosse si ripetano(purtroppo,si ripetono,quasi come le prime),dormire vestiti per mesi,svegliarsi in continuazione,guardare qualsiasi cosa che pende per vedre se si muove.E’ un’esperienza terrificante.Sono stata lunga,scusatemi,scusami tu,Paola.Forse,questo,non e’ il posto adatto,pero’ dopo aver letto questa lettera,ho ritenuto giusto raccontarvi la mia esperienza,ma soprattutto…lasciarvi alla lettura di questa lettera.

Un caro saluto.
Anna.

"di Giustino Parisse

Un anno fa ho perso la mia famiglia, il mio paese, Onna, e 40 dei suoi abitanti. E ho perso L’Aquila. Dopo un anno il dolore è, se possibile, ancora più forte. Questa è una lettera ai miei figli. Non so se la leggeranno. Ma sentivo di doverla scrivere.

Caro Domenico, cara Maria Paola stamattina, come ogni mattina da un anno ormai, ho creduto, nel mio dormiveglia, di sentire i rumori di una famiglia felice: porte che si aprono, l’odore del caffè che arriva dalla cucina, il libro che non si trova, l’ultimo ripasso prima dell’interrogazione, e poi l’uscio che si chiude, le portiere della macchina che sbattono, l’i nizio di un nuovo giorno pieno di affanni, ma anche di gioie e fiducia nel futuro.Da un anno non sento più rumori, se non quello del tuffo al cuore quando, come se non volessi arrendermi all’evidenza, scopro che le vostre camerette non ci sono più, che là, sotto quelle macerie avete lasciato i sogni, le vostre cose, il cellulare per inviare i messaggi agli amici, il computer per studiare e per chattare, il diario con l’annotazione di un pensiero, di un appuntamento, di una festa alla quale non poter rinunciare.Quella notte di un anno fa, eravamo tutti in quella casa che credevamo la più bella e sicura del mondo.Ero io che ve lo avevo fatto credere e voi di papà avevate fiducia. Io ho tradito la vostra fiducia. Quando tu, Maria Paola, all’una di quella notte maledetta mi hai detto: papà, qui moriamo tutti, io ti ho rassicurato e ho segnato il tuo triste destino.Quel grido, che alle 3.32 è arrivato dalla cameretta di Domenico non era «Aiuto, aiuto». Era «Papà, papà». Quella notte non sono stato capace di salvarvi, mi sono arreso di fronte a una montagna di macerie, alla polvere che bloccava il respiro, all’incubo del quale non riuscivo a vedere i contorni. Mentre voi ci lasciavate, papà e mamma erano lì, in pigiama a cercare l’impossibile, a fare nulla, perché nulla c’era da fare, nemmeno piangere e gridare. Noi eravamo vivi, io che vi avevo costruito una bara di sassi ero vivo e non so ancora spiegarmi perché. In questi mesi tanto si è parlato dei crolli e delle responsabilità. Io ho avuto la grande colpa di fidarmi di chi ci rassicurava, come voi vi siete fidati di me. Ma della vostra morte sono il primo colpevole: non cerco alibi o giustificazioni anche se mi aspetto anch’io che la giustizia degli uomini faccia chiarezza fino in fondo e stabilisca se prima del sisma ci siano state leggerezze, superficialità, incompetenze. Per quanto mi riguarda chi ha scelto di farmi restare vivo mi ha condannato senza appello: non sono morto quella notte, me ne andrò pian piano fra i dubbi, i rimorsi, i sensi di colpa. Voi non meritavate di morire così. Io forse non meritavo di restare in questo mondo. Oggi, un anno dopo, il dolore è più forte che mai. Ogni volta che vi penso, e lo faccio ogni ora, ogni minuto, ogni secondo, per prima cosa vi chiedo perdono. Due giorni fa, da solo come sempre, sono venuto a farvi visita al cimitero. Ho trovato tanti fiori e piccoli oggetti che vi hanno regalato i cugini e gli amici. È stato l’unico momento in cui ho sorriso: non vi hanno dimenticato e questa per me è la più grande consolazione.In questo anno sono andato in tante scuole a parlare con ragazzi che hanno più o meno la vostra età. In ognuno di loro ho visto i vostri volti.Davanti alla tua foto, cara Maria Paola, spesso non reggo all’e mozione. Quel tuo sguardo quando eri ancora fra noi, per me era il tuo modo per approvare o disapprovare una cosa che avevo detto o fatto. Per me contava solo quel tuo giudizio ed ero certo che mi avresti accompagnato negli anni del tramonto regalandomi tanti momenti sereni senza mai essere invadente, senza mai chiedere nulla, sapendo che su tuo padre ci potevi contare e io potevo contare su di te. Ricordo il giorno quando fra me e te è come se fosse scoppiata una scintilla. Tu sai che io non sono mai stato un padre da bacetto della buona notte. E di questo, credimi, non me ne trovo pentito. Non ho mai sentito il bisogno di dirti ogni secondo che ti volevo bene, tu sapevi che te ne volevo e questo bastava a entrambi. Nel maggio del 2007 io e mamma ci siamo presi una bella paura. Ti era spuntata una piccola ciste sul collo. Per più di tre mesi abbiamo cercato di capire se fosse o meno una cosa grave. Alla fine i medici ci hanno rassicurato ma hanno anche consigliato di toglierla. Era in una posizione molto delicata, l’intervento chirurgico è durato più di tre ore. Siamo stati con il fiato sospeso. Quando ti hanno riportato in camera è iniziato il risveglio dall’anestesia. Tu tremavi di freddo e pronunciavi frasi sconnesse. Io ero lì vicino a te e non riuscivo a bloccare l’ansia. Allora ho fatto un gesto fra i più normali del mondo, ho preso la tua mano sinistra e l’ho stretta forte. Ho visto che ti sei tranquillizzata, mi hai fatto un sorriso. Ti ho chiesto: come stai? Bene, mi hai risposto. Non era vero ma credo che tu l’avessi detto perchè ti sei sentita sicura e protetta. Come ti sentivi sicura e protetta quella notte, e io ho tradito la tua fiducia. Pochi giorni prima del terremoto mi avevi chiesto: perché un giorno non ci facciamo una passeggiata? Nella tua voce c’era una sottile ironia. Sapevi che anche per fare poche centinaia di metri prendevo la macchina. Eppure quella passeggiata che non ho fatto con te è uno dei tormenti delle mie notti. Quando tutto fila liscio sembra che non ci sia mai tempo per fare le cose importanti. Poi, quando le cose importanti ti vengono a mancare ti accorgi di quanto era vuota la tua vita mentre inseguivi il nulla correndo di qua e di là come una trottola.C’era un sogno nella mia vita che non ti ho mai confessato anche se a volte abbiamo parlato anche dei nostri piccoli segreti.Spesso quando ero in macchina mi piaceva ascoltare una canzone che parlava di un padre che porta la figlia all’altare nel giorno del suo matrimonio. Ecco quella era la cosa che mi avrebbe fatto felice.Sognavo quel momento - magari fra 10 o 20 anni - sarebbe stato uno dei giorni più belli della tua vita ma lo sarebbe stato ancora di più per me. Quel giorno non arriverà e il nastro registrato con quella canzone è finito sotto le macerie insieme a tutto il resto.Domenico, è difficile parlare di te solo come un figlio.Guardandoti crescere, e ormai eri diventato un ragazzone, rivedevo me con le mie timidezze, le mie paure ma anche con un senso forte della famiglia, di un progetto da costruire insieme.Sai quante volte in questo anno ho pensato a una frase che mi dicevi sempre quando tornavi da scuola e mi trovavi seduto sul divano con l’aria un po’ corrucciata: «Che hai fatto papà, di che ti lamenti, hai due figli bellissimi» e con un po’ di autoironia aggiungevi: «Soprattutto il maschietto».Ti ricordi quando, tu ancora piccolo, ci azzuffavamo sul letto anche se in realtà lo facevamo più per abbracciarci e stare un po’ insieme per condividere momenti sereni.E poi per anni, ogni sera, prima di andare a letto sempre lì a misurare quant’eri cresciuto. Pochi mesi prima del terremoto avevi esultato: sono più alto di te.Io ti ricordavo quando, a pochi mesi di vita, ti tenevo tutto su un solo braccio.Ora non ce l’avrei fatta nemmeno a tenerti sulle spalle. E tu che mi dicevi: sarò il bastone della tua vecchiaia.Io a risponderti scherzando: sì in testa me lo darai il bastone.Nel 2008, l’ultimo anno della nostra vita, a maggio si svolse come sempre la festa parrocchiale. Tuo nonno Domenico doveva «portare» la statua della Madonna delle Grazie.Tutti i portatori devono indossare la «divisa» della Congregazione. Quel giorno tutti e tre avevamo quella «divisa» e ci facemmo fotografare insieme davanti all’immagine lignea della Vergine: quella foto oggi la conservo come una reliquia, in quella foto c’è il mio sogno infranto.E c’è tutta la mia solitudine.Tu ricordi? Avevamo creato insieme un posto dove stare tranquilli: era la nostra biblioteca. Avevi contribuito a catalogare tutti i libri. Ormai erano a quota 5.000. Quante sere passate ad arricchire il nostro sito internet sulla storia di Onna.Non sapevamo che quelle fotografie che avevi scattato a febbraio sarebbero finite su un libro dedicato a te, a Maria Paola, a papà Domenico, ai miei onnesi che quella notte se ne sono andati per sempre.Quella era la nostra vita.Poi è arrivata la scossa e tutto è finito. Oggi quando mi chiedono quali sono gli obiettivi della mia esistenza rispondo che siete comunque e sempre voi. Nessuno potrà ricostruire la mia vita e la nostra famiglia.Ma nessuno potrà cancellare dalla mia mente il vostro ricordo. Anche se questo per me significa senso del vuoto, pianto, angoscia, respiro che si ferma.Io non so se voi mi avete perdonato. So che comunque ho un impegno nei vostri confronti e nei confronti di tutti quelli che sono morti.Voglio che i nostri luoghi vengano ricostruiti.Non per me.Io ho poco da chiedere al futuro. Quei luoghi però, noi li avevamo ereditati. Dobbiamo restituirli a chi tornerà a viverci e dovranno essere più belli e soprattutto più sicuri. Lo dico con una rabbia che si fa amarezza: nessun genitore dovrà soffrire come sto soffrendo io.Nessuno deve più morire sotto le macerie come voi, Domenico e Maria Paola e come le altre 306 persone.Ora, mentre chiudo questo scritto, con le lacrime agli occhi, ho una grande voglia di abbracciarvi. Non posso, perché non ci siete. Ma voglio dirvi che se il mio dolore è così grande è perché era grande la gioia che mi avete dato, e in fondo sono stato fortunato ad avere due figli come voi.

Ciao dal vostro papà.Fino all’ultimo giorno.Fino all’ultimo respiro."

Stampa il post

martedì 6 aprile 2010

In volo con le 99 colombe!

Eccomi, eccomi....non potevo mancare a questo volo! Se penso a cosa può regalarci la rete a volte mi commuovo...si, perchè grazie a questo "scatolotto" a cui siamo tutti collegati con i nostri pc, siamo riusciti a fare qualcosa di veramente bello e utile!
Bello avere un blog, bello avere amici virtuali che passano a salutarti e lasciano un commento, ma niente mi ha dato tanta emozione come vedere questa mobilitazione generale per dare una mano concreta a chi è in difficoltà, in questo caso le sorelle Nurzia di L'Aquila. Ho letto la lettera di Mara, ammirato il suo coraggio, la sua forza, gioito nel rendermi conto che in pochissimo tempo il tam tam lanciato tra blogger si è diffuso velocemente.... un contagio a cui nessuno si è sentito di sottrarsi! Bello!!! Bellissimo poi rendersi conto di aver ottenuto un grande risultato con veramente poco, anzi, per me è stata anche un'occasione per scoprire i prodotti delle sorelle Nurzia che non conoscevo.
E come dicevo nel post delle colombine, questa iniziativa mi ha dato anche l'opportunità di conoscere di persona Enrica, che si è offerta di ritirare il mio ordine e portarmelo...insomma, se devo mettere tutto sul piatto della bilancia
posso tranquillamente dire di aver ricevuto molto più di quanto abbia dato, quindi alle sorelle Nurzia e alle 99 colombe va un sincero GRAZIE da parte mia!

Ma passiamo alla ricetta che ho realizzato utilizzando uno dei prodotti acquistati dalle sorelle Nurzia, precisamente i Rigatini, biscotti di farina di farro integrale.
Vi assicuro che già mangiati da soli mandano in visibilio, hanno un sapore così delicato e così buono che devo prenderne uno e richiudere il sacchetto per non rischiare di farli fuori tutti in un boccone!
Non vi schifate appena leggete il titolo... è una cosa un pò strana, direi insolita, ma per gli amanti del cioccolato è assolutamente da provare!!!!


Ravioli al cioccolato (di Giovanni Rana) con Rigatini delle sorelle Nurzia - di piccoLINA
Ingredienti per 2 persone:
1 confezione di ravioli al cioccolato Giovanni Rana
50 gr di burro
30 gr di arancia candita a cubetti
20 gr di mandorle tritate grossolanamente
1 bicchierino di Cointreau
3 Rigatini Nurzia ridotte in briciole grosse + 2 per decorazione del piatto

Portare a bollore dell'acqua salata e cuocere i ravioli al cioccolato per circa 2 minuti.
Nel frattempo, in una pentola antiaderente che possa contenere poi tutti i ravioli, ho fatto sciogliere il burro, saltato i cubetti di arancia candita con la granella di mandorle e i ravioli dopo averli scolati. Ho alzato un pò la fiamma, aggiunto il Cointreau e dato fuoco al liquore per ottenere l'effetto flambè!
Una volta messi i ravioli nei piatti li ho cosparsi con le briciole di Rigatini e.... buon appetito!!!!
Stampa il post

domenica 4 aprile 2010

Pasta Biscuit

Rispondo con questo post a Rosa che mi ha chiesto la ricetta del biscuit. La versione "originale è la seguente:
Sbattere 5 tuorli con 100 gr. di zucchero fino ad avere un bel composto gonfio. Con lo sbattitore elettrico me la cavo in cinque minuti. Aggiungere al medesimo 5 chiare montate con 50 gr. di zucchero e 50 gr. di cacao amaro con 2 cucchiai di farina. In una teglia rettangolare (27 x35 circa) passo un pennellata di burro fuso e sopra appoggio della carta da forno. Passo nella medesima del burro fuso col pennello senza parsimonia. La carta deve essere bene imburrata. Verso l'impasto nella teglia e cuocio in forno a 200 gradi per dieci minuti. Nel frattempo bagno rapidamente un tovagliolo da cucina, lo strizzo bene, lo poggio sul tavolo e spargo di zucchero la superficie. Una volta trascorso il tempo di cottura rovescio l'impasto sul tovagliolo, stacco la teglia, passo col pennello bagnato con l'acqua fredda la carta che così si stacca più facilmente dal biscuit. Ora dipende da che volete fare. Se volete usare il biscuit come base per dolci lasciate raffreddare e poi procedete. Se invece volete fare il rotolo allora dovete rapidamente arrotolare il dolce nel tovagliolo.
Variazioni sul tema: 1) se volete il biscuit non al cacao, non usatelo e sostituitelo con 70 gr. di farina e aromatizzate con della vanillina o scorza di limone; 2) se avete fretta montate direttamente le cinque uova intere con 150 di zucchero; 3) se avete frettissima, inoltre non imburrate la teglia sotto lacarta da forno e saltate pure la pennellata di acqua fredda e rovesciate l'impasto su carta da forno.
La prossima volta la foto.
miri
Stampa il post

Tanti auguri

TANTI AUGURI DI BUONA PASQUA AGLI AMICI DEL BLOG

MIRI
Stampa il post

venerdì 2 aprile 2010

Incontro con Enrica e mini colombine

....sempre a proposito di colombe visto il periodo (e di ciambelle), oggi ho avuto il grandissimo piacere di incontrare Enrica - Chi - del blog Non tutte le ciambelle, anche lei sostenitrice di 99 colombe e delle sorelle Nurzia. L'occasione è stata proprio l'ordine fatto alle sorelle Nurzia, un ordine cumulativo organizzato da Claudia di Cose golose...insomma... oltre ad essere una buona causa, questa iniziativa favorisce anche le conoscenze fra noi blogger, la conoscenza vera, di persona non solo tramite scrittura a pc.
E come mi è successo con altri amici virtuali, anche Enrica è stata una bellissima sorpresa, insomma, come se avessi aperto in anticipo il mio uovo di pasqua! Una ragazza solare, sorridente, positiva e ottimista. Al telefono mentre ci cercavamo lei mi diceva: "mi vedi sicuramente, sono un arlecchino!" e in effetti è così...una ragazza dai mille colori, soprattutto nell'animo! Già ai primi scambi di mail ho capito che era una bella persona e in effetti non mi sono sbagliata! Abbiamo chiacchierato allegramente come se ci conoscessimo da tantissimo, abbiamo pranzato insieme e fatto una breve passeggiata. Il tempo poi è sempre troppo veloce ma ci siamo salutate con l'intento di rivederci presto e trovarci anche per pasticciare insieme! Non vedo l'ora!


Tornando alle colombe, ho fatto una altro esperimento!
Ai bimbi non piacciono i canditi e tantomeno l'uvetta....le colombe alle albicocche che avevo fatto la settimana scorsa le hanno giusto assaggiate per farmi contenta,(cuori di bimbi!) così gli avevo promesso delle colombe tutte per loro... lisce, come le definiscono loro e cioè con l'impasto senza intrusi.
Avevo visto da Morena su Menta e Cioccolato queste mini colombine soffici, fatte poi anche da Tania di Dulcis in Furno. Mi sembravano anche veloci da fare e così le ho preparate.
Per la ricetta vi rimando da Morena che ha messo anche una bella sequenza di foto di come va arrotolato e poi formato l'impasto, quindi per tutte le spiegazioni cliccate QUI.
Devo ammettere che a me non sono uscite tanto soffici... avrei dovuto lasciarle lievitare ancora almeno un'ora, ma ho calcolato male i tempi e alle 22 di sera ho deciso che era tempo di accendere il forno...il richiamo del letto iniziava a farsi sentire!
Comunque le rifarò perchè il sapore è veramente molto buono, quindi devo assolutamente ottenere la sofficezza (o sofficità!?!?!?) tanto decantata sia da Morena che da Tania.

Ho portato le colombine in ufficio per festeggiare il rientro di un collega da 3 mesi di aspettativa...gli abbiamo organizzato una colazione a sorpresa tutti insieme e le colombine sono state molto apprezzate!
Volevano essere anche un dolce auspicio per l'arrivo della primavera e invece il pomeriggio siamo stati sommersi da secchiate d'acqua...vabbè...non tutte le colombe escono col buco :-) ehehehehhe!!!

Buona Pasqua a tutti!
Paola
Stampa il post
Related Posts with Thumbnails