sabato 28 settembre 2013

I MIEI RAVIOLI DEL PLIN ALLA BEPPE

Di Vittoria


Dopo la lunga pausa estiva si riprende con la sfida mensile del MTChallenge.

Sono contentissima, mi mancava questo confronto quotidiano con tanti amici sparsi in giro per il mondo. Grazie di essere tornate operative!!!!!
La ricetta scelta da Elisa di Saporidielisa mi ha fatto felice. Grazie davvero!
Il mio cuore è in parte Piemontese, anzi Langarolo e i ravioli del plin hanno un posto speciale nell'elenco delle mie ricette preferite, se non nel mio dna.


Non ho mai visto mia nonna paterna in cucina, tantomeno ad impastare quindi non ho tradizione di famiglia, ma li ho mangiati moltissime volte, in varie versioni, anche ripieni di fonduta. Deliziosi, ma pesantucci eh!
Uno dei posti dove vado volentieri a mangiarli è a Bra, dove vivono due mie sorelle con le famiglie e dove vado spesso. E’ un ristorante antico e con solide basi di tradizione che ora con la nuova generazione si è parecchio modernizzato. E’ sempre un gran piacere andare da loro e mia sorella ha avuto da loro qualche suggerimento per rifare i loro deliziosi plin. Quale migliore occasione per provare?

E’ passato un po’ di tempo da quando ho assaggiato l’originale, quindi ora mi toccherà tornare la a degustarli per essere sicura di averli fatti bene.

Quindi per questa sfida vi propongo ancora una volta una ricetta legatissima alla tradizione, in una versione nata da anni di esperienza di un gran cuoco che ama la sua terra e i prodotti che offre.
Elisa vi racconta benissimo tutta la storia e tradizione dei plin nel suo bellissimo e appassionato post, andate a leggerlo, ve lo consiglio.



I MIEI RAVIOLI DEL PLIN ALLA BEPPE
per 4 persone

Per la pasta:
200 gr farina 00
2 uova medie
Sale
Fare la fontana tenendo da parte qualche cucchiaio di farina, rompere al centro le uova, aggiungere il sale e impastare velocemente aggiungendo la farina tenuta da parte se la pasta risulta troppo molle. Dividere in due o tre palline e fare riposare avvolto in pellicola per almeno un’ora.

Per l’arrosto di maiale:
1 kg di polpa di maiale per arrosto; capocollo o altro pezzo non troppo magro, la lonza è troppo asciutta. Ne serviranno 400 gr circa cotto, ma un arrosto piccolo verrà troppo asciutto.
1 cipolla
2 spicchi di aglio
1 rametto di rosmarino
2 foglie di salvia
600 gr circa di verdure miste fra porro, cuore di scarola, cavolo verza, bietole piccole solo il verde
2 cucchiai di olio
1 cucchiaio di burro
1 bicchiere di vino bianco secco non troppo acido
Sale e pepe
1/2 litro di brodo di carne; io ho usato il dado da brodo di carne che mi faccio ogni anno, trovate la ricetta QUI.

Lavare le verdure e ridurle a rondelle o striscette. Legare l’arrosto.
Scaldate bene una casseruola preferibilmente in ghisa pesante.
Mettete il pezzo di carne a rosolare da tutti i lati per sigillare i pori, poi salate e pepate, aggiungete olio e burro, tutte le verdure e aromi, il vino bianco. Fate evaporare l’alcol a fuoco vivo girando l’arrosto due volte, poi aggiungete un mestolo di brodo, coprite e cuocete a fuoco lento per circa 40 minuti, aggiungendo poco brodo se asciuga troppo.
Pungendo la carne deve ancora uscire liquido chiaro e le verdure devono essere morbide e non bruciacchiate. Fare raffreddare.

Per il ripieno:
400 gr di arrosto di maiale (il resto potete mangiarlo come secondo)
Lo stesso volume di verdure, quelle con cui ha cotto l’arrosto ben scolate dal sughetto e strizzate (togliere gli aromi e l’aglio)
100 gr di riso originario lessato in acqua e sale, molto cotto e ben asciutto.
1 uovo
50 gr di parmigiano grattugiato
Noce moscata

Tritare finemente carne, verdure e riso, aggiungere uovo e parmigiano, regolare di sale e pepe e aromatizzare con un poco di noce moscata.
Impastare bene per amalgamare tutto in maniera omogenea.
Deve risultare un impasto abbastanza asciutto per non bagnare la pasta dei plin, consistenza da tasca.

Mettere nella sac a poche senza becco o con becco liscio da 8 o 10 mm
In alternativa si possono fare i mucchietti di impasto con due cucchiaini da caffè.

Tirare la sfoglia molto sottile, a mano o con la macchinetta; io ho usato le trafile del Kenwood dalle quali ho ottenuto strisce alte circa 14-15 cm. Inumidire la sfoglia spennellando con acqua fredda.


Disporre sulla sfoglia due strisce di ripieno, ripiegare la sfoglia sul ripieno dai due lati verso il centro, con la rotella dentata dividere la sfoglia in due al centro e con le pollice e indice dare i pizzicotti, i “plin” formando i raviolini. 


Con la rotella dentata separare le parti sezionate ottenendo i “plin”.
Mano a mano che li fate metteteli su un telo pulito cosparso di semolino in modo che non si attacchino e teneteli coperti da un’altro telo pulitissimo.
Buttarli in acqua salata a bollore e cuocere al massimo due minuti.







Il condimento deve essere il più semplice possibile per non alterare o coprire il sapore di questi piccoli bocconcini. Il massimo che io mi permetterei è il sughetto dell’arrosto.
Va recuperato accuratamente dal fondo della casseruola raccogliendo bene tutti i succhi con un pochino di brodo (deglassatura). Fatelo poi restringere a fuoco vivo in una padella dove possano stare poi i plin, aggiungendo un pezzetto di burro fresco. Deve diventare leggermente sciropposo. Qualcuno aggiunge farina o maizena, ma io preferisco lasciarlo naturale, solo i succhi saporiti. In questo sughetto spadellate solo un attimo i plin appena scolati e servite immediatamente.

Io invece ho scelto di servirli in tre modi semplicissimi:

1- La prima versione è una purezza assoluta:

 

I ravioli del plin al fumo
I plin appena scolati adagiati in un tovagliolo pulitissimo (non deve avere odore di sapone o ammorbidente). Copriteli con il tovagliolo e serviteli immediatamente; aprendo il tovagliolo si sprigionerà una nuvola di aromi …il “fumo” appunto!!!! In questo modo il sapore del ripieno si gusta appieno, senza nessun filtro.










2- La seconda versione è molto particolare, tradizione contadina di una volta; da provare:

 

I ravioli del plin alla Barbera d’Alba
Una volta scolati disponeteli nelle fondine e versate sopra un pochino di barbera a temperatura ambiente o leggermente scaldato. Non devono affogare, basta qualche cucchiaio a testa.
Girarli delicatamente e servire subito.
Provare per credere, il matrimonio fra il ripieno saporito e il barbera è perfetto, almeno con questo barbera che è molto morbido, intenso, vellutato.








3- La terza versione è classicissima e se possibile non copre, ma completa ed esalta il sapore dei raviolini. A Gressoney ho avuto occasione di potermi procurare del freschissimo burro di montagna. Nulla a che vedere con il burro industriale, profumi di erbe, colore giallo oro, sapore dolce…..

 
I ravioli del plin al burro di montagna
Fondere il burro a fuoco dolce in un padellino senza assolutamente farlo friggere e versarlo sui plin già scolati. Girare delicatamente e servire.
Volendo si possono aggiungere al burro in fusione alcune foglie di salvia fresca.












Si possono anche surgelare:
se non si consumano subito surgelare distesi con abbondante farina e poi mettere nei sacchetti una volta duri. Si gettano nell'acqua surgelati, ma in una pentola moto grande in modo che l’acqua non perda il bollore; quando vengono a galla sono cotti in 2 minuti.


Questa ricetta partecipa al MTChallenge di Settembre





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insalata estiva... ma anche no!


Metti un week end con le amiche... in 5! Ci si trova, si carica la macchina e si parte tutte insieme alla volta di Bormio per coccolarci con un'intera giornata alle terme! Devo aggiungere altro???? ^___^
Questo week end ormai risale a luglio, ma ancora mi sembra di sentire nelle orecchie l'eco delle chiacchiere e delle risate che ci siamo fatte!
Perche' e' vero che le terme rilassano, l'acqua è terapeutica...ma le risate delle amiche sono un toccasana per il cuore!!
E questa insalatina estiva fa parte di quel magnifico week end; fatta e rifatta piu' volte a casa e l'ho proposta anche per pranzi "importanti" sempre con successo perche' e' leggera, sfiziosa e saporita!
Ieri l'ho rifatta con aggiunta di scaglie di grana.... buona buona!


Insalata estiva
Ingredienti (quantita' a piacere)
insalata novella
Bresaola
mele golden
gherigli di noci
succo di limone

facoltativo: scaglie di grana

Tagliare la bresaola a striscioline, affettare le mele e cospargerle col succo di limone per non farle annerire.
In una ciotola o nei singoli piatti fare un letto di insalatina novella, aggiungere le mele, la bresaola, i gherigli di noce (anche spezzettati) e il grana a scaglie.
Condire come una normale insalata oppure se preferite con una emulsione di olio, succo di limone, sale e pepe.

Ed eccole qua.... le mie compagne di avventura... non sono bellissime????
Ragazze, vi voglio beneeeee....quando lo rifacciamo???? ^___^

Un abbraccio a tutti
Paola

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giovedì 26 settembre 2013

Far bretone




Questo dolce l'aveva mangiato mio figlio quando era stato in vacanza in Bretagna, mi aveva incuriosito la sua descrizione e quando ho visto la ricetta su S&P non ho potuto fare a meno di provarlo.
E' il tipo di dolce che piace a me, praticamente un budino un pò più consistente
Il composto prima di essere cotto è abbastanza liquido, ho fatto una dose ridotta ma avrei dovuto usare uno stampo più grande in modo che risultasse più basso e la frutta meglio distribuita


FAR BRETONE

250 g farina
1 litro latte
175 burro . un poco per lo stampo
175 g zucchero
6 uova
vaniglia
un   bicchierino di rum o Armagnac
10 albicocche e 4/5 prugne nere
qualche cucchiaio di zucchero
Per questa ricetta si può anche usare frutta secca, anzi la ricetta originale prevede prugne secche denocciolate. Ho preferito usare frutta fresca che è risultata un pò scarsa come quantità, da aumentare.
Tagliare la frutta lavata a pezzi grossi e disporla in una larga padella con qualche cucchiaio di zucchero, 300 ml di acqua e un bicchierino di liquore. Portare su fuoco vivo e fare evaporare il liquido.
Scaldare il latte con burro e zucchero fino a quando saranno sciolti, fare raffreddare.
Sbattere le uova in una ciotola, aggiungere piano la farina setacciata, i semi di una bacca di vaniglia e quando si avrà un composto liscio, unire piano il latte. Aggiungere la frutta e mescolare bene.
Imburrare una tortiera a bordi alti di cm 28 di diametro, versarvi il composto e cuocere nel forno caldo a 200° per circa 45'. Verificare la cottura con uno stecchino, deve comunque avere la consistenza di un budino, raffreddare e servire volendo spolverata di zucchero a velo
Nadia

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sabato 21 settembre 2013

Torta di prugne




La ricetta originale prevedeva pasta brisè  surgelata, io l'ho preparata con la ricetta di Montersino, o meglio solo gli ingredienti perchè ho semplificato i passaggi. Nel robot con le lame ho preparato l'impasto brisè con 550 gr. di farina 00, un uovo intero, 100 gr. di zucchero, 200 gr. di burro freddo e 100 gr. di acqua fredda. Una volta formata la palla, ho avvolto l'impasto in una busta per alimenti e ho lasciato riposare in frigo per tre ore. Nel frattempo ho sbucciato 600 gr. di prugne rosse, le ho tagliate a fettine e fatte macerare per una oretta in un bicchierino di grappa e un cucchiaio di zucchero. Quindi ho preparato una crema pasticcera sbattendo 3 tuorli con 50 gr. zucchero. Poi ho unito 50 gr. di maizena e ho diluito il tutto con 3 dl di latte e il distillato di macerazione delle prugne. Ho fatto cuocere la crema a fuoco basso, fino a che si è ben ispessita, dopo di che l'ho tolta dal fuoco e lasciata raffreddare. A questo punto ho steso la brisè in due dischi sottili, uno di 26 cm e l'altro di 22. Col primo ho rivestito uno stampo con cerniera, facendo risalire la pasta sulle pareti. Ho versato la crema pasticcera e in questa le prugne che ho fatto leggermente affondare. Ho coperto col secondo disco, saldando i bordi con quelli del disco sottostante. Ho cotto a 180 gradi per 40 minuti, i primi venti a forno statico e poi a forno ventilato. A cottura ultimata l'ho fatta raffreddare, tolta dallo stampo e spolverizzata di zucchero al velo.

Mie osservazioni: ho usato delle susine viola, ma sbucciate all'interno erano giallo oro. In realtà ci vorrebbero proprio delle prugne viola,  più asciutte e polpose,anche perchè si rischia altrimenti di bagnare troppo la brisè con effetto crudo sgradevole. Comunque penso che questo tipo di dolce si possa realizzare  anche con mele, pesche e pere. La brisè va stesa non troppo grossa, circa mezzo cm va bene., altrimenti è molto probabile che non si asciughi bene, 
La torta non è troppo dolce ma gradevole.
Miri

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martedì 17 settembre 2013

Bavarese al melone



















Questa ricetta me l'ha passata una giovanissima ma già brava "cheffa", Martina, che lavora nei vicoli di Genova. Dolce semplice ma ottimo, indispensabile che il melone sia buono e maturo.

Bavarese al melone

per la pasta  biscotto al cacao
2 uova
80 g zucchero
50 g farina 00
30 g cacao

per la bavarese
500 g melone pulito senza buccia
500 g panna
100 ml acqua
200 g zucchero
20 g  colla di pesce

Per il biscotto: montare a neve ben ferma gli albumi, a metà aggiungere lo zucchero e terminare di montare. Unire le uova una alla volta continuando a montare con la frusta elettrica. A mano, con una spatola, aggiungere delicatamente farina e cacao setacciati. Stendere il composto su una placca da forno foderata di carta forno ben imburrata, cuocere a 190° per circa 7'/8'. Fare raffreddare e tagliare un cerchio del diametro dello stampo da usare, il mio cm 24
In un pentolino riunire lo zucchero e l'acqua, portare sul fuoco e fare sobbollire dolcemente finchè lo zucchero non sarà sciolto, a quel punto spegnere il fornello e unire la colla di pesce precedentemente ammollata in acqua fredda. Frullare la polpa del melone, unire piano lo sciroppo e amalgamare bene.
Montare la panna e unire delicatamente i due composti.
Porre la base di cacao in uno stampo a cerniera e sopra versare la bavarese al melone. Porre in frigo per almeno 6 ore.
Al momento di servire decorare con fettine di melone e scagliette di cioccolato. Ne ero sprovvista ed ho usato i confettini colorati.
Nadia

Con questa ricetta partecipo al contest di Simo's Cooking

                                               
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giovedì 12 settembre 2013

Garides saganaki





Delizioso antipasto greco che ho mangiato infinite volte, tanto mi piace,  in qualche Taverna greca in riva al mare. L'ho preparato per il mio "bimbo", goloso di gamberi, che è appena partito per la  Sorbonne di Parigi dove resterà a studiare per un anno. Beato lui, direte, certo, un po' meno la mamma che sente già la sua mancanza .

Garides saganaki

400 g di gamberi sgusciati e privati del budellino
300 g di pomodori ciliegini (andrebbero i pomodori tondi ma ho preferito fare così)
una piccola cipolla
150 g di feta
peperoncino piccante
olio, sale e pepe
prezzemolo

Soffriggere la cipolla tagliata a fettine  sottili in un tegame che possa andare in forno con 3 cucchiai di olio, unire il peperoncino a piacere e lasciare dolcemente appassire. In Grecia a volte mettono anche un peperone verde tagliato a rondelle, io non l'ho messo. Unire i pomodorini tagliati a metà e fare cuocere per circa 7'/8', unire i gamberi sgusciati e lavati e cuocere 5'. Unire la feta sbriciolata lasciandone una manciata e mescolare bene. Togliere dal fuoco cospargere con la feta restante, prezzemolo tritato, se piace e mettere sotto il grill per 5', il tempo che la feta si sciolga.
Nadia

L'altro piatto sono deliziosi peperoncini munja di Carmagnola, di cui una cara amica mi ha fatto omaggio, ripieni di riso. Assolutamente golosi
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lunedì 9 settembre 2013

Pasta con le vongole

Scandalosa.... questo sono....sono scandalosa!!!!
Ho guardato la data dell'ultima ricetta pubblicata e risale al 26 luglio!
Meno male che ci ha pensato Nadia a tenere in vita il blogghino!
Ma non ho smesso di cucinare eh...solo ho rallentato un poco, mettiamoci il caldo, mettiamoci scadenze di lavoro che mi hanno assorbita tantissimo, mettiamoci che a volte ci sono pensieri che ti assorbono più degli impegni di lavoro e non si riesce a tenerli a bada e ti  tolgono tutte le energie.... ma poi finalmente arrivano le vacanze, quelle che non importa dove andrai, importa andare via, lontana da casa, lontana dalla routine, lontana dai pensieri!
Io e le belve. Il mio mondo con me, niente altro! E pian piano riesco ad "addomesticare" i pensieri e tornare a respirare! Mai come quest'anno mi ci voleva!
 
Questa pasta l'ho cucinata per i miei ragazzi, le mie belve appunto! Io detesto molluschi e crostacei, ma loro no, anzi! Sami poi va pazzo per cozze e vongole e spesso quando lo porto da mia mamma la prega di cucinargliele dato che a casa poi non gliele faccio mai!
Ma al mare c'era un baracchino che ogni giorno vendeva le vongole freschissime, così ne ho comprata una rete da 1 kg e sono finite tutte dentro questa pasta!!!

 
La ricetta è un po' "altrenativa", perché ho usato gli ingredienti che avevo a casa e non erano molti, insomma...l'arte di arrangiarsi! Inoltre è rossa, perché ai ragazzi piace col sugo! Le belve  hanno molto gradito, quindi la ricetta merita di essere pubblicata!
 
Pasta con le vongole - vacanza style!
Ingredienti per 2 persone molto affamate oppure 3 normali!
250 gr di pasta
 
per far aprire le vongole:
1 kg di vongole
2 spicchi di aglio
1 bicchiere di vino bianco secco
2 cucchiai di olio evo
1 spruzzata di pepe
1 cucchiaino di insaporitore alle erbe miste
 
per il sugo:
1/2 tubetto di concentrato di pomodoro
1 bicchiere di acqua
2 spicchi di aglio
1 spruzzata di pepe
sale (poco)
olio evo
 
Ho preparato prima il sugo mettendo l'aglio nell'olio e facendolo sfrigolare un poco, quindi ho aggiunto il concentrato di pomodoro e l'acqua per diluirlo. Regolato di sale e pepe.
Ho sciacquato bene sotto acqua corrente le vongole e poi le ho messe in una padella d'acciaio con l'olio, il vino, l'aglio, il pepe e l'insaporitore alle erbe! Acceso il fuoco a fiamma alta e pentola coperta per far aprire le vongole. Dopo 5 minuti le vongole iniziano ad aprirsi e con molta pazienza le spostavo man mano nella padella col sugo!
Nel frattempo ho fatto lessare la pasta e appena arrivata a cottura l'ho scolata e fatta saltare in padella col sugo e le vongole!

 
Portare in tavola tra urla e schiamazzi di gioia...questa si che è una ricetta per la felicità!!!!

 
Questo è quel che è rimasto...si difendono bene le belve a tavola eh!!!
 
Buon inizio di settimana
Paola
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