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mercoledì 18 giugno 2025

KOFTE DI AGNELLO E CECI CON FETA E MENTA da PULSE, MODERN RECIPES WITH BEANS, PEAS AND LENTILS di ELEANOR MAIDMENT

 di Vittoria Traversa



Questa settimana è tutta dedicata ai legumi, protagonisti indiscussi della cucina contemporanea, portati alla ribalta dalla cucina vegetariana e vegana, sono un’ottima e salutare alternativa alle proteine animali, ma non solo.


Per @cook_my_books sfogliamo PULSE – MODERN RECIPES WITH BEANS, PEAS AND LENTILS di ELEANOR MAIDMENT @eleanormaidment. L’autrice ci apre le porte di una cucina nuova e fresca, davvero creativa e libera da ogni pregiudizio, che strizza un occhio alla salute. 

Ho scelto una ricetta dai sapori mediorientali, che abbina i legumi alla carne di agnello in un perfetto equilibrio, le KOFTE DI AGNELLO E CECI CON FETA E MENTA, dove i ceci schiacciati alleggeriscono l’impasto delle polpette e ricompaiono interi nel sugo, regalando una diversa gamma di consistenze insieme a un denso e speziato sugo di pomodoro. Il tutto rifinito in forno con la feta sbriciolata, per un ulteriore nota sapida e completato da menta fresca e profumata.

Eleanor ci suggerisce anche una motivazione “furba” di economia domestica, presentando così la ricetta – “Questo è un ottimo esempio di come i legumi possano essere utilizzati per dare volume alla carne macinata. È un modo intelligente per ridurre i costi dei pasti e allo stesso tempo migliorare il profilo nutrizionale delle ricette”


KOFTE DI AGNELLO E CECI CON FETA E MENTA

lamb & chickpea koftes with feta & mint



Per 6 persone 

Per le kofte di agnello:
1 lattina da 400 g di ceci scolati e sciacquati
500 g di agnello macinato (vedi note)
1 piccola cipolla rossa grattugiata grossolanamente
2 spicchi d'aglio schiacciati o grattugiati finemente
1 cucchiaino di sale
2 cucchiaini di miscela di spezie ras el hanout (vedi note)
pepe nero

Per il sugo:
2 cucchiai di olio d'oliva
1 cipolla tritata finemente
2 spicchi d'aglio schiacciati o grattugiati finemente
1 cucchiaino di cumino macinato
1 cucchiaino di curcuma macinata
1 lattina da 400 g di ceci scolati e sciacquati
2 lattine da 400 g di pomodori a pezzi

Per completare:
200 g di feta spezzettata
una manciata di foglie di menta e/o prezzemolo tritato

Iniziate preparando le kofte. Usate una forchetta o uno schiacciapatate per schiacciare i ceci in una grande ciotola. Aggiungete gli ingredienti rimanenti e una buona macinata di pepe nero. Dividete l’impasto in 12 palline uguali, quindi date la forma a fuso. (vedi note)

Scaldate l'olio in una padella capiente (che possa poi andare in forno) a fuoco medio-alto. Aggiungete le kofte e rosolatele, girandole regolarmente, finché non saranno dorate da tutte le parti, circa 8-10 minuti. Toglietele dalla padella e mettetele da parte su un piatto.

Nella padella aggiungete la cipolla e l'aglio con un pizzico di sale e rosolate per 6-8 minuti finché non saranno morbide e dorate. Aggiungete le spezie e rosolate per un altro minuto, quindi aggiungete i ceci e i pomodori. Portate a ebollizione dolce, quindi immergete le kofte nella salsa. Cuocete a fuoco lento per 20 minuti. Assaggiate la salsa, aggiungendo sale, pepe e un pizzico di zucchero a piacere.

Fino a questo punto il piatto può essere preparato in anticipo, anche di 48 ore; lasciate raffreddare, sistemate in un contenitore con coperchio e conservate in frigorifero. Al momento di servire, riscaldate le kofte con la salsa in padella (potrebbe essere necessario aggiungere un goccio d'acqua per diluirle), poi potete procedere con la finitura sotto il grill.

Preriscaldate il grill al massimo. Cospargete la superficie di kofte e sugo con la feta e gratinate sotto il grill per 5 minuti, o fino a quando non sarà morbida e dorata in alcuni punti. Cospargete con le erbe aromatiche e servite accompagnando con couscous o bulgur.

Note:

Polpa di agnello: sostituisco quasi sempre con polpa di castrato (animale adulto giovane) che risulta meno grassa e più saporita, ma potete utilizzare anche carne di bovino. Ricordatevi di farla macinare una sola volta, altrimenti le kofte risulteranno troppo compatte.

Ras el hanout: è una miscela di spezie nordafricana che si sposa molto bene con l'agnello. Potete sostituirlo con 1 cucchiaino di cumino macinato e 1 cucchiaino di coriandolo macinato.

Kofte: l’autrice fa 12 polpette abbastanza grandi, io ne ho fatte 18, riducendole di un terzo, e non erano piccole!



Questa Ricetta fa parte del progetto Cook_My_Books

 


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giovedì 15 giugno 2023

BRUSCHETTA CON FAVE, PECORINO E OLIO ALLA MENTA DA THINGS ON TOAST DI TONIA GEORGE

 di Vittoria

Pane olio e sale è stata la mia merenda preferita da bambina, lo spuntino per eccellenza, quel bocconcino goloso che papà ci preparava a tavola. Ogni barbecue della mia giovinezza si è aperto immancabilmente con il pane strofinato con l’aglio e condito con olio e sale: la bruschetta!!!! Che, arricchita spesso con un trito di pomodoro e basilico, ti traghettava definitivamente nell’estate!



Come potevo non provare una versione pazzesca, che mette in campo tutti i sapori e profumi che richiamano la mia Liguria? 

Things on Toast di Tonia George @toniageorgeats, il libro della settimana di @cook_my_books è pieno di idee allegre e originali per "vestire" una fetta di pane tostato e promuoverla a protagonista della tavola, sfizioso aperitivo o pasto veloce, ma salutare ed equilibrato.


Fra le decine di idee golosissime ecco la mia bruschetta del cuore, con una fresca crema di fave, sapide scaglie di pecorino e un incredibile olio alla menta (ma se lo provassi al basilico?) La ricetta la trovate sul blog à, il link attivo in bio.


BRUSCHETTA CON FAVE, PECORINO E OLIO ALLA MENTA
bruschetta with broad beans, pecorino and mint oil



Per 12 bruschette

Per l'olio alla menta:
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 rametto di menta, solo le foglie tritate

Per la crema di fave:
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
350 g di fave novelle già sgranate (o piselli)
1 spicchio d'aglio sbucciato
Il succo di ½ limone
40 g di pecorino grattugiato

Per le bruschette:
12 fette di pane tipo pugliese o toscano
2-3 spicchi d'aglio sbucciati e tagliati a metà
4-5 cucchiai di olio extravergine di oliva

Per completare:
40 g di pecorino a scaglie
Sale e pepe nero appena macinato

Preparate l'olio alla menta. Mettete in un vasetto tre cucchiai di olio e tutta la menta, salate e tenete da parte a insaporirsi.

Preparate la crema di fave. Sbollentate per 3-4 minuti le fave, scolatele, passatele sotto l'acqua fredda e privatele della seconda buccia; potete evitarlo solo se le fave sono davvero molto  giovani.
Scartate le bucce e mettete le fave in un robot da cucina con l'aglio, metà del formaggio, tutto il succo di limone e il restante olio d'oliva. Frullate fino a ottenere un composto ancora un po’ ruvido, poi condite con sale e pepe.

Preparate le bruschette. Su una bistecchiera molto calda (o sul barbecue) tostate il pane per 2-3 minuti su ciascun lato finché non sarà bruciacchiato in alcuni punti e croccante dappertutto. Togliete dal fuoco e strofinate le fette calde con gli spicchi d'aglio per farne sprigionare il sapore. Condite con l'olio d'oliva, salate e pepate.

Spalmate le bruschette con la crema di fave, cospargete con il restante pecorino, irrorate il tutto con l'olio alla menta e completate con abbondante pepe nero.

Nota: se non avete fave fresche, potete utilizzare quelle surgelate o sostituirle con i piselli.




 Questa Ricetta fa parte del progetto Cook_My_Books


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martedì 27 aprile 2021

IL MIO AGNELLO SPEZIATO CON ALBICOCCHE, PISTACCHI, MENTA E ORZO PER IL CLUB DEL 27

Di Vittoria


Per l'appuntamento mensile di questo mese di Aprile noi del Club del 27 di MTChallenge abbiamo sfogliato per voi un libro dedicato alla cucina "Tutto in teglia", “The roasting tin” di Rukmini Yver, che raccoglie ricette veloci, semplici, gustose di ogni tipo, dolci compresi, da fare nella teglia del forno.


Un libro che vale la pena di avere, ricchissimo di idee per risolvere una cena, un pranzo fra amici, una festa, cucinando tutto in una teglia, in forno, mentre voi potete fare altro. 


Tessera n.19

Fra le tante ricette golose che trovate oggi su MTChellenge, p
er voi ho provato una ricetta di agnello con profumatissime spezie magrebine, addolcite dalle albicocche secche e completato dall'orzo perlato, che nella cottura in teglia assorbe tutto il sapore dell'agnello cotto a fuoco lento, mentre il succo di limone e la menta regalano freschezza. È ancora meglio riscaldato il giorno successivo.



AGNELLO SPEZIATO CON ALBICOCCHE, PISTACCHI, MENTA E ORZO

Ricetta tratta da “The roasting tin” di Rukmini Yver 

Per 4 persone – Teglia 25x25

4 bistecche di coscia di agnello, circa 600 g
2 cucchiai di olio d'oliva
2 cucchiaini di Ras el hanout*
Sale marino e pepe nero appena macinato
4 spicchi d'aglio schiacciati
200 g di albicocche secche
2 cipolle rosse tagliate a fettine sottili
150 g di orzo perlato sciacquato
350 ml di brodo di pollo
30 g di pistacchi tritati grossolanamente
1 manciata di menta fresca tritata
Il succo di ½ limone 


Preriscaldate il forno a 170 °C.
Mescolate l'olio d'oliva, il ras el hanout, 1 cucchiaino di sale marino e metà dell'aglio, strofinate bene le bistecche con questa miscela e mettetele da parte a insaporirsi. Mescolate insieme i pistacchi e la menta.
In una teglia unite le albicocche secche, le cipolle rosse, l'aglio rimasto, l'orzo perlato e il brodo di pollo. Disponete sopra le bistecche di agnello speziate, coprite bene la pirofila con un foglio di alluminio, fate due o tre buchini per il vapore, quindi mettete in forno caldo e cuocete per 1 ora. Successivamente togliete la carta stagnola e lasciate 6-10 minuti sotto il grill alla massima potenza per far dorare la carne.
A cottura ultimata assaggiate l'orzo perlato e condite a piacere con sale, pepe e succo di limone.
Fate riposare per 10 minuti dopo che la pirofila è uscita dal forno, poi cospargete i pistacchi e la menta sull'agnello e l'orzo perlato e servite ben caldo. 

Note:

-Ho ridotto a 200 g la dose di albicocche (nell'originale sono 250 g) e le ho trovate già abbondanti. Le ho lasciate intere, come indicato, ma ritengo sia meglio tagliarle in due o tre pezzi.

-A fine cottura ho tolto la carta stagnola e ho lasciato pochi minuti sotto il grill a colorire

-L'aggiunta di succo di limone alla fine è fondamentale per l'equilibrio dei sapori

-Ras el hanout è una miscela di spezie tipica del Magreb, di cui esistono infinite composizioni più o meno ricche. La formulazione base comprende: cumino, cannella, curcuma, pepe, zenzero, noce moscata e spesso vengono aggiunti boccioli di rosa decorativi.

 


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lunedì 27 aprile 2020

GNOCCHI IN SALSA DI ACCIUGA CON POMODORINI RIPIENI PER IL CLUB DEL 27

Di Vittoria





Eccoci al consueto appuntamento mensile 



Per questo mese di marzo abbiamo provato per voi tante ricette tratte dal libro Facciamo gli gnocchi pubblicato nel 2017, uno dei sette libri di MTChallenge, tutti con ricette originali nostre, elaborate per le sfide mensili a cui abbiamo partecipato. 


In questo libro trovate tutto su ingredienti, tecniche, trucchi per gnocchi perfetti; gnocchi di patate, farina, riso, semolino. Gnocchi da tutto il mondo e conditi nei modi più classici o fantasiosi. Da provare uno dopo l'altro.


Io per voi ho provato la ricetta di Katia Zanghì del blog Katia Zeta


Qui potete vedere la ricetta originale di Katia, io ho fatto qualche modifica e adattamento.

I pomodorini ripieni non li ho fritti, ma gratinati in forno.

Ho utilizzato solo 200 g di farina per un kg di patate, un po' meno di quella indicata, questo dipende dal tipo di patate che ho usato.

Ho precotto gli gnocchi appena fatti dovendoli utilizzare il giorno successivo.






GNOCCHI IN SALSA DI ACCIUGA, CON POMODORINI RIPIENI E “FORMAGGIO DEI POVERI ”

Per 6 persone

Per gli gnocchi:
1 kg di patate rosse
200 g di farina 0
Sale
Farina di riso

Cuocete le patate partendo da acqua fredda e salata. Quando saranno tenere, fatele raffreddare un pochino, poi pelatele ancora calde e schiacciatele. 
Allargate la purea per far evaporare il più possibile l’umidità, poi unite a poco a poco la farina richiesta, mescolando poco e velocemente, per non rendere collosi gli gnocchi.
Formate un panetto e tagliate delle strisce. Infarinate bene la spianatoia, formate i classici filoncini, tagliate i gnocchi e rigateli con l’apposito strumento o con il dorso di una forchetta. 
Mano a mano che li fate sistemateli sulla spianatoia spolverata di farina di riso.
Cuoceteli subito pochi per volta in abbondante acqua salata, togliendoli velocemente appena verranno a galla. Conditeli a strati, mano a mano che li scolate.
Se non li dovete consumare, appena scolati passateli in acqua fredda, poi conditeli con poco olio e conservateli in un contenitore ermetico per un giorno, senza metterli in frigo. Al momento di utilizzarli ributtateli un secondo in acqua bollente se userete un sugo a freddo, oppure passateli direttamente nella padella del sugo e spadellateli per scaldarli e condirli.






Pomodorini ripieni

500 g di pomodorini datterini
150 g di pangrattato
50 g di pecorino sardo stagionato
30 g di capperi 
Origano fresco
Olio extravergine di oliva 
Sale 
Pepe

Tagliarli a meta’, svuotarli, salati, porli a sgocciolare capovolti.
Preparare la farcitura con il pangrattato, il formaggio, l’origano, i capperi dissalati, olio, sale, pepe.

Farcire i mezzi pomodorini e allinearli in una teglia leggermente unta.
Cuocere in forno a 180 °C per mezz'ora o finchè saranno leggermente dorati.




Salsa all’ acciuga
50 g di acciughe salate
100 g di pomodorini datterini
1 spicchio di aglio
50 g di pangrattato
Olio extravergine di oliva
Sale
Pepe
Foglie di menta fresca
In un piccolo tegame insaporire qualche cucchiaio di olio con lo spicchio d’aglio senza farlo scurire, eliminarlo e mescolando continuamente versare i pomodorini tagliati a quartini e le acciughe dissalate. Cuocere finchè queste non si saranno ben sciolte.
Tostare il pangrattato in forno o in una padella a secco.


Impiattamento:
Insaporire gli gnocchi con la salsa all’acciuga, mescolandoli delicatamente.
Servirli con sopra qualche pomodorino ripieno, le briciole croccanti e qualche foglia di menta.







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lunedì 26 maggio 2014

SUA MAESTA’ IL BABA’ ALL’ MTCHALLENGE N.39

di Vittoria

Elogio di un amore di impasto soffice come una nuvola e versatile come pochi altri.
 
I tre sontuosi e golosi Babà

Eccomi qui per l’appuntamento mensile con l’MTChallenge. Questa volta a proporci una sua ricetta è Antonietta de La Trappola Golosa. Ha vinto la sfida precedente con una splendida Minestra Maritata di Marcianise e ha scelto di presentarci un simbolo della pasticceria partenopea: Il Babà. Il suo post è un capolavoro di amore per la sua terra e la tradizione e la sua ricetta riflette questo amore.
Per esempio ci consiglia di lasciar perdere l’impastatrice e di provare a lavorare a mano.
L’ho fatto .........e aveva proprio ragione!
L’impasto si trasforma sotto le mani, piano piano si stacca dalla ciotola e dalle mani e diventa elastico, lucido, setoso. Una trasformazione lenta che da piacere fisico. Si “sente” la pasta sotto le mani, si “sente” quando è pronta.
Impastare a macchina vi eviterà parecchio sforzo fisico....... e anche di restare invischiati nel blob appiccicoso all’inizio (se squilla il telefono in quel momento pregate di avere qualcuno che risponda per voi), ma vi perderete qualcosa di emozionante. Grazie Antonietta!

Ma io con il Babà non ho mai avuto a che fare, mi è sempre sembrata una ricetta difficile e rischiosa ...... e fra poco capirete anche perchè. Insomma io con il babà ho sempre avuto un rapporto difficile.

Non mi piacciono molto i dolci, in più non mi piacciono quelli inzuppati di liquore e odio la sensazione di appiccicoso colante che viene quando mordi quella spugnetta dolce sciropposa. Per par condicio vi dico anche che non reggo per lo stesso motivo i dolci mediorientali dolcissimi e colanti e neanche la genovesissima Sacripantina imbevuta di liquore.

E poi anche per il babà spunta fuori un aneddoto di famiglia, perché la mia famiglia è alquanto numerosa e variegata, con radici che si estendono in Pensilvania (dall’Irlanda) e in Germania, quindi gli aneddoti sono molti. Questo riguarda la mia nonna paterna che in cucina ci stava pochissimo, ma una delle poche cose che faceva era il babà. Non so come questa ricetta fosse entrata nelle abitudini alimentari di una famiglia borghese piemontese, forse c’entra la bisnonna tedesca? Non lo saprò mai.

Io con la mia Nonna Ines
 Nella grande casa di Bra dove ci riunivamo tutti in estate (circa 20 persone) la nonna Ines aveva preparato l’impasto del babà, e messo a lievitare, andandosene poi altrove. La lievitazione è momento delicato e un minimo timore che l’impasto non gonfi lo si sente sempre. Quindi la nonna Ines era sulle spine e ogni tanto andava a dare una controllatina alla crescita.
Passando in ingresso incrociò mia zia ed ebbe luogo il fatidico dialogo surreale che ho sentito raccontare per anni fra le risate di tutti e il disappunto della nonna offesissima.
Zia Laura “Papà è sceso?”,
La nonna, che era un po’ sorda, capì “il babà è sceso” ….. apriti cielo! Scene di disperazione!!!!
Nonna Ines “ Ma noooooo, come il babà è sceso???? Ma cosa dici? Cosa è successoooo”
Zia Laura “Ma perché papà non doveva scendere?” …nulla sapeva della lievitazione critica in corso…
Nonna Ines “Ma non doveva scendere, aspettavo che salisse”
Zia Laura “Ma se scende che ti importa, doveva scendere…”
Nonna Ines “Come doveva scendere….”


…a quel punto era accorsa mezza famiglia chiedendosi cosa fosse successo, equivoco chiarito, nonno tranquillo in giardino, babà ben gonfio tranquillo nel forno……
E’ rimasta storia di famiglia e a me è sempre sembrato un dolce difficilissimo da fare e che creava molte preoccupazioni.

Devo riconciliarmi con questo dolce un po’ ostico.

Per la realizzazione del babà ovviamente mi sono affidata ciecamente alla meravigliosa ricetta di Antonietta.
Lei cii da addirittura due versioni: con il lievito di birra e con il lievito madre, ma io il mio lievito madre l’ho assassinato tempo fa per pigrizia, quindi ho scelto la versione con il lievito di birra.
Riporto la sua ricetta qui per comodità, ma andate a leggervi il suo post che è ricco di dettagli, foto molto chiarificatrici e la sua versione classica con crema e amarene sciroppate, elegantissima è assolutamente fantastica (l’ho provata eh!).
La ricetta splendida è sua, le foto penose sono le mie, di una realizzazione zoppicante, si vede!



BABA’ DI ANTONIETTA

Ingredienti
300 g di farina bio tipo 0 Manitoba
3 uova cat a grandi
100 g di burro
100 g di latte
25 g di zucchero
10 g di lievito di birra
½ cucchiaino di sale fino

Lievitino
Sciogliere il lievito di birra con 50 g di latte tiepido e 1 cucchiaino di zucchero e impastarli con 70 g di farina, tutti presi dal totale degli ingredienti. Lasciar lievitare fino al raddoppio, coprendo la ciotola con un telo inumidito.


Primo impasto
Versare in una ciotola il resto della farina (230 g), fare la fontana, versarci il lievitino e le tre uova. Impastare schiacciando ripetutamente nella mano l’impasto per amalgamare le uova e aggiungere un cucchiaio alla volta di latte per ammorbidirlo un po’, man mano che se ne senta la necessità, facendo attenzione a non renderlo molle; poi impastare energicamente, sbattendolo verso la ciotola per una decina di minuti. Coprire e lasciar lievitare per 80/90 minuti e comunque fino al raddoppio.

Secondo impasto
In una ciotolina lavorare il burro a pomata, impastandolo con il restante zucchero (20 g) e il sale. Aggiungerlo al primo impasto una cucchiaiata alla volta facendo assorbire bene prima di aggiungere la successiva. Lavorare per 5 minuti nella ciotola, poi ribaltare l’impasto su un piano da lavoro e iniziare a lavorare energicamente piegandolo e sbattendolo più volte per 15/20 minuti. Qui bisogna avere tenacia e resistenza perché questa è quella fase in cui è possibile ottenere un babà spugnoso e morbido, capace di assorbire e trattenere la bagna.
Quando inizierà a staccarsi dalle mani e piegandolo manterrà una forma tondeggiante, senza collassare e vedremo l’accennarsi di bolle d’aria il nostro impasto è pronto.
Per poterlo sistemare agevolmente nello stampo preventivamente imburrato, staccare dalla massa dei pezzi di pasta schiacciandoli con pollice e indice, come volessimo strozzarli, ottenendo così 6 palline.
Una volta completato il giro, con l’indice sigillare gli spazi tra una pallina e l’altra, coprire con un telo umido e lasciar lievitare in forno spento con luce accesa per 2 ore, fino a triplicare di volume.
Accendere il forno a 220°, raggiunta la temperatura infornare, abbassare a 200° e cuocere per 25 minuti. Dopo circa 10 minuti di cottura coprire con un foglio di alluminio, per evitare che la superficie scurisca. A cottura ultimata lasciar intiepidire per 15 minuti e capovolgere il babà possibilmente in una ciotola larga e bassa.


Fatto il babà profumatissimo, meraviglioso. Con questa dose ne sono venuti due di diametro 20 cm più 6 piccoli monoporzione, bicchierini diametro 5 cm.

Naturalmente non potevo esimermi dal fare qualche pastrocchio.
Per prima cosa li ho abbandonati durante la lievitazione e i disgraziati sono lievitati in metà tempo rispetto a quello indicato da Antonietta (probabilmente nella mia cucina era parecchio più caldo). Sono tornata a casa e i piccoletti erano "svenuti" piegando il capoccione da un lato, forse li avevo anche riempiti troppo!

Poi li ho infornati mentre cenavamo e, assillata dai brontolii del marito infastidito dal calore del forno, li ho sfornati troppo presto e sono rimasti palliducci, senza crostina superficiale.
Comunque sono stata felice di avere ottenuto un bellissimo impasto con un'alveolatura piccola e un profumo celestiale.

Bene la base c'è,ora bisogna mettergli un bel vestitino, senza quello sa di poco, non è neanche dolce!

Le possibilità di interpretazione sono moltissime, appena letta la ricetta hanno cominciato a frullarmi in testa un sacco di varianti e abbinamenti più o meno classici, più o meno azzardati e fantasiosi.
Aiutoooooo.... qui si rischia di volare lontano e concludere poco, bisogna che mi ancori a qualcosa, che parta dalla tradizione, poi vediamo....... Questa volta la mia Liguria non mi aiuta molto, non abbiamo tradizioni di gran lievitati, al massimo dolci con base Pan di Spagna come la Sacripantina o la torta di Chiavari, ma è altra cosa!

Per fortuna c'è chi mi viene in aiuto! Antonietta intervista Giustino Catalano che ci racconta la storia del Babà.  Molto istruttiva e interessante, la trovate QUI, vi consiglio di leggerla, vale la pena davvero.

….. e così ho scoperto che il babà ha origini polacche ed è parente strettissimo del mitteleuropeo Kugelhupf. A Napoli ce l’hanno portato i cuochi francesi e da loro sarà arrivato con qualche principessa austroungarica andata sposa.

Questa origine mitteleuropea mi è così piaciuta che ho voluto ricordarla creando una versione di Babà in cui si ritrovino i sapori di una delle più famose torte mitteleuropee.
 la 
Schwarzwälder Kirschtorte
impresta colori e sapori al mio 
primo Babà




Schwarzwälder Babà

Per un babà fatto in uno stampo da 20 cm

Bagna
½ kg di ciliegie ….da snocciolare accuratamente
½ lt di acqua
350 g di zucchero semolato
50 g di visciole secche
½ limone

Fate bollire piano per 5 minuti acqua e zucchero con le visciole secche e un pezzo di scorza di limone. Lasciate in infusione 10 min, poi scolate le visciole. Nello sciroppo aromatizzato aggiungete il succo di mezzo limone e fate cuocere le ciliegie fresche snocciolate per 5 minuti. Fare raffreddare completamente. Scolare i frutti, riportare lo sciroppo a bollore, bollire 5 minuti, rimettere dentro i frutti e lasciare raffreddare completamente. Ripetere la terza volta.
Scolare bene le ciliegie che vi serviranno per guarnire, lo sciroppo bello rosso servirà per inzuppare il dolce, seguito dal liquore alla ciliegia.

Versare sul babà lo sciroppo di ciliegia con un cucchiaio facendo attenzione a che lo sciroppo vada ovunque e penetri bene nell’impasto. Raccogliere quello che cola sul fondo e riversarlo sopra finche il babà è completamente inzuppato, ma senza esagerare. Scolare bene e mettere sul piatto di portata subito prima di servirlo.


Ganache al cioccolato fondente
200 g di cioccolato fondente nero 70%
200 g di panna da montare
Grattugiare il cioccolato, fonderlo a fuoco dolcissimo, aggiungere la panna e far raffreddare bene in frigo. Montare poi con le fruste, mettere in sac a poche con bocchetta spizzata

Panna montata
200 g di panna liquida fredda
Zucchero semolato fino a piacere, non troppo che il dolce è già ben zuccherino
Montare la panna con le fruste, zuccherare e mettere in sac a poche con bocchetta spizzata.



Completare il dolce

1 bicchierino di Kirsch ............o del liquore alla ciliegia delle ciliegie sotto grappa* dell’anno precedente (avanzato, le ciliegie erano stata divorate da tempo, tutto serve prima o poi)
100 g circa di gelatina di ciliegie* scaldata e sciolta con pochissima acqua, per lucidare il dolce


Sistemare il babà ben scolato nel piatto di servizio, irrorare a piacere con il liquore, lucidare completamente con la gelatina di ciliegie e decorare con ciuffi delle due creme e con le ciliegie sciroppate ben scolate dal succo.

Al centro del babà fare strati delle due creme e ciliegie (potete usare anche le visciole con cui avevate aromatizzato lo sciroppo, io non ci sono riuscita, erano sparite nelle fauci dell’orso di famiglia)

Servire con un bicchierino di liquore alla ciliegia!




*Sia la gelatina di ciliegie che le ciliegie sotto grappa sono stati prodotti in casa l’estate scorsa:

Gelatina di ciliegie:
Ho fatto una classica marmellata di ciliegie con 500 g di zucchero per chilo di frutta snocciolata e pectina aggiunta. Bollitura 5 minuti e invasatura a caldo. Ho lasciato i frutti interi e a fine invasatura mi è rimasto molto succo. Ho invasato anche quello che si è solidificato in splendida gelatina rosso scuro.

Ciliegie sotto grappa:
Ciliegie ben sode e grandi, zucchero, alcool o grappa o altro liquore bianco.
Lavare le ciliegie, asciugarle, accorciare il picciolo lasciandone al massimo mezzo cm e sistemarle in vasi a bocca larga. Cospargere abbondantemente di zucchero semolato, circa 3 o 4 cucchiai per barattolo (quelli normali da marmellata). Riempire di liquore. Tappare e conservare al buio per 40 giorni, capovolgendo ogni tanto.


Questa è la prima ricetta partecipa all’MTChallenge di Maggio




E DUE

BABA’ LATTEMENTA CON FRUTTA FRESCA E ANANAS CARAMELLATO
 
Il secondo Babà che ho inventato è una versione molto profumata, succosa e solare, con frutta di stagione e una salsa alla menta che rende tutto molto fresco al palato. Mi fa venire in mente le spiagge caraibiche!



Per un Babà da 20 cm realizzato sempre con la ricetta di Antonietta che trovate anche riportata in cima a questo post

Bagna
Ho usato come base la bagna di Antonietta, per nulla stucchevole, riducendo a metà dose di quella consigliata, il babà da preparare è circa metà del suo. Ho solo aggiunto alla fine un bicchierino del mio liquore alla menta che non è molto alcolico.


da Antonietta
Bagna

½ lt di acqua
200 g di zucchero
½ limone

Versare l’acqua in una pentola, aggiungere lo zucchero e la scorza di limone, evitando accuratamente la parte bianca e lasciar sobbollire per 10 minuti. Spegnere, lasciar intiepidire, passarlo attraverso un colino a maglie strette.


Quando è freddo aggiungere un bicchierino di liquore alla menta, casalingo è meglio.
Versare sul babà lo sciroppo alla menta con un cucchiaio facendo attenzione a che lo sciroppo vada ovunque e penetri bene nell’impasto. Raccogliere quello che cola sul fondo e riversarlo sopra finche il babà è completamente inzuppato, ma senza esagerare. Scolare bene e mettere sul piatto di portata subito prima di servirlo.



Crema lattementa
200 g di mascarpone freschissimo
2-3 cucchiai di liquore alla menta casalingo*, a proprio gusto
Sciroppo di menta quanto basta a dare il colore verdino tipico del latte menta.
Qualche cucchiaio di latte solo se la crema risulta troppo densa

In una ciotola battere il mascarpone con il liquore e poco sciroppo fino ad avere una crema soffice e molto morbida, tanto da colare lungo i fianchi del babà, ma non tanto liquida da assorbirsi nell'impasto. Se risultasse troppo soda aggiungere qualche cucchiaio di latte. Tenere in frigo.



Frutta fresca e caramellata
½ ananas
2-3 cucchiai di zucchero semolato
1 kiwi
1 banana
10-12 fragole preferibilmente di Peveragno, piccole e profumatissime

Pulire l’ananans, tagliarlo a dadini e caramellarli in padella con lo zucchero facendo attenzione a non bruciarlo.
Scegliere tre fragole belle e tagliarle a metà e tenerle da parte insieme a qualche cubetto di ananas per la decorazione finale con i ciuffetti di menta.
Pulire e tagliare a pezzetti tutta la frutta, condirla con poco succo di limone e qualche cucchiaio dello sciroppo della bagna e unire l’ananas caramellato. Conservare in frigo.


Completare il babà
6 ciuffetti di menta fresca
2 cucchiai di marmellata di albicocche casalinga passata al setaccio e diluita leggermente.
Scolate bene il babà dalla bagna alcolica e mettetelo sul piatto di portata.
Lucidatelo completamente spennellandolo con la gelatina di albicocche.
Versate la salsa lattementa sul dolce con attenzione, facendola colare giù dai fianchi, facendo attenzione che non si formi un lago alla base e senza ricoprirlo completamente. Versatene un poco anche nel buco. Disponete intorno alla base la frutta fresca e riempite anche il buco. Decorate con le fragole e ananas tenuti da parte e con i ciuffetti di menta fresca.
Servite con altra salsa a parte e con un bicchierino di liquore alla menta.






*Liquore alla menta casalingo
(da Sotto Vetro – Gianna M.Rogledi)

½ lt di alcool da dolci
100 g di foglie di menta fresca o 50 di menta secca
200 g di acqua
350 g di zucchero

Mettere le foglie a macerare nell’alcool in un vaso di vetro per una settimana, al buio. Preparare uno sciroppo facendo bollire l’acqua con lo zucchero finchè non è completamente sciolto. Fare raffreddare, versare nel barattolo con la menta, mescolare bene e fare riposare per 12 ore. Filtrare con un colino e poi con il filtro di carta, imbottigliare e fare stagionare due mesi. Il mio ha quasi un anno e ha perso il colore verde brillante dei primi mesi, ma non l’aroma!




Questa è la seconda ricetta che partecipa all’Mtchallenge di Maggio



E TRE

BABA’ CON FRUTTA SCIROPPATA, GELATO FIORDILATTE E ZENZERO


Questo è il Babà che guarda indietro nel tempo, a quando mia nonna lo preparava e lo serviva semplicemente contornato di frutta sciroppata, e guarda avanti nella stagione, definitivamente verso l’estate accompagnato da un freschissimo gelato.

Per un Babà da 26 cm realizzato sempre con la ricetta di Antonietta, che trovate anche in cima a questo post. Con la dose intera ho fatto questo più 6 monoporzione da 5 cm.

Questa volta ho sostituito i 230 g di farina di grano del primo impasto con pari peso di farina di farro con proteine 13%. Non ho dovuto cambiare le proporzioni dei liquidi, ma mi ha dato qualche problemino di incordatura. Comunque è poi lievitato bene e l’alveolatura è risultata regolare. A posteriori non so se ne vale la pena, non ci sono grosse differenze di sapore o consistenza.

Bagna e Frutta sciroppata
1 lt acqua
400 g di zucchero
1 pezzetto di zenzero fresco, circa 1 cm.
½ limone
2 pesche non troppo mature
½ ananas
20 ciliegie
Fare bollire per 10 minuti acqua e zucchero con lo zenzero grattugiato, poi aggiungere le pesche intere con la buccia e l’ananas pulito e tagliato a quarti. Lasciare sobbollire 3 minuti e fare raffreddare nello sciroppo rigirando la frutta ogni tanto. Riportare a bollore, spegnere e lasciare raffreddare completamente. Scolare la frutta, sbucciare le pesche e ricavarne 8 spicchi ognuna. Affettare l’ananans a spicchietti.
Snocciolare le ciliegie e metterle nello sciroppo. Portare lentamente a ebollizione, bollire 3 minuti, poi spegnere e lasciare raffreddare. Riportare a bollore, spegnere e lasciare raffreddare completamente. Scolare le ciliegie e tenerle da parte.
Aggiungere allo sciroppo il succo di limone e filtrare tutto. Bagnare il babà e ripetere l’operazione ogni 15 minuti raccogliendo lo sciroppo dal fondo del piatto e riversandolo sopra finchè il babà sarà ben inzuppato come una spugna. Scolare e trasferire nel piatto di portata subito prima di servirlo.

Gelato fiordilatte allo zenzero
300 ml di latte
150 g di zucchero
200 ml di panna 35% di grassi
1 pezzetto di zenzero fresco, circa 1 cm.

Scaldare il latte con lo zucchero e lo zenzero grattugiato. Portare quasi a bollore e lasciare raffreddare. Lasciare in infusione almeno un'ora, poi filtrare, aggiungere la panna, mettere in gelatiera e fare il gelato come da istruzioni della macchina. Sistemare in un contenitore coprendo la superficie con carta da forno in modo che il gelato non abbia contatto con l’aria; questo impedisce che si formino agi di ghiaccio. Sistemare in congelatore a consolidare ancora un po’ prima di utilizzare. Potete farlo anche il giorno prima, allora tiratelo fuori dal freezer 15 minuti prima di usarlo, altrimenti non riuscirete a fare le palline


Completare il Babà
2 cucchiai di marmellata di albicocche casalinga passata al setaccio e diluita leggermente
Qualche foglietta più piccola e bella dell’ananas
4-5 pezzetti di zenzero candito



Scolare il Babà dalla bagna e metterlo nel piatto. Lucidarlo bene con la gelatina di albicocche in modo che diventi bello brillante. Decorare con le fettine di pesca e ananas sciroppati, aggiungere le ciliegie e un attimo prima di servirlo riempire il buco con palline di gelato allo zenzero. Completare con zenzero candito ridotto a dadini piccolissimi.

Questa è la terza ricetta che partecipa all’MTChallenge di maggio



INOLTRE
pensavate che fosse finita qui? Noooooooooooooooooo
per la sfida abbiamo finito, ma agli esperimenti non c'è limite, vi presento anche i fratellini minori, anche quelli brutti, storti, flosci, spatasciati.
Quelli alcolici che in famiglia ci abbiamo fatto colazione al mattino
E anche il riciclo delle ultime fette chenonlevuolepiùnessuno.
cosa ne è stato dei babà monoporzione? li ho utilizzati per assaggiare, sperimentare, deliziare tutta la famiglia che ora però ha decretato per un po' "BASTA BABA'"


Il primo: Babà con crema e fragole fresche
con i babà monoporzione, quelli famosi con il cappello floscio da puffo, l'ho naturalmente riservato a riprodurre fedelmente quello di Antonietta, con bagna, lucidatura, rum e crema pasticcera, ma io l'ho servito con fragole fresche invece delle amarene sciroppate. Ci è piaciuto moltissimo, la crema è veramente squisita, l'aggiunta di burro non l'appesantisce, ma le dona una setosità unica.




Vi riporto la sua ricetta perfetta:




Crema Pasticcera al limone di Antonietta
250 ml di latte
2 tuorli
2 cucchiai colmi di zucchero
2 cucchiai rasi di farina
1 limone30 g di burro

Scaldare il latte e spegnere quando accenna a bollire.

Mettere a scaldare la pentola con l’acqua che servirà da bagnomaria per cuocere la crema.

Nella pentola dove invece cuoceremo la crema mettere i tuorli, lo zucchero e la farina setacciata; con una frusta amalgamarli energicamente e incorporare il latte versato a filo, continuando a mescolare. Passare nel bagnomaria a fuoco dolcissimo.

Tagliare il limone a tre quarti, infilzarlo su un forchettone e con questo girare la crema mentre cuoce.
Girare sempre nello stesso verso, senza mai fermarsi per almeno 15 minuti e comunque fino a quando non avrà raggiunto la densità desiderata. Spegnere, aggiungere il burro e incorporarlo con la frusta. Lasciar raffreddare girando di tanto in tanto. Sistemare la crema in un sac a poche e tenerla in frigo fino al momento dell’utilizzo.

Il secondo: Un sole di Babà
con i monoporzione al farro, stessa bagna, lucidatura e accompagnamento della terza proposta ......beh quello che era rimasto...... si chiama anche moltiplicazione miracolosa in quanto portai 5 babà piccoli a casa di mia sorella Francesca ..........dove eravamo a cena in 10!!!!! 
Divisione e condivisione....... e i babà sono stati tagliati a metà e sistemati a raggiera in modo da sembrare un bel dolce. In mezzo tanti pezzetti di ananas sciroppato sopravvissuti al fratello maggiore. Il gelato non avrebbe retto e allora ho preparato una semplice pasticcera, questa volta senza il burro, più scorrevole, da servire in salsiera e versare sopra la propria porzione con voluttà.

Secondo voi è avanzato qualcosina?











Il terzo: Babà nella tazza 
 
Vi serve del babà avanzato già imbevuto a fette, della crema pasticcera, della frutta fresca. montate il tutto a strati come per un tiramisù, finite con la frutta, per me erano fragole. 
Non è una grande invenzione, ma funziona! Selosonopappatotuttosenzafiatare.





Se siete riusciti ad arrivare fino in fondo vi spetta un premio...............un Babà?


e infine......... gli elogi per le SANTE

Alessandra e tutto lo staff dell'MTChallenge questa volta vi siete superate, la scelta che avete fatto con Antonietta ci ha insegnato tantissime cose nuove, un impasto meraviglioso, un dolce pratico perchè si può fare qualche giorno prima e si conserva benissimo, un dolce estremamente versatile perchè l'impasto è poco dolce e si presta ad essere trasformato completamente a seconda del tipo di bagna, crema, accompagnamento prescelto.

Non posso che essere ancora una volta felice di partecipare a questo gioco, di imparare sempre qualcosa, di condividere le cose che mi piacciono. E ogni volta mi stupisco e mi commuovo.

Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie
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