martedì 28 giugno 2011

KAKI-AGE IN NOTTURNA

di vittoria



La mia famiglia si stà chiedendo se non è il caso di farmi curare.
Si, perchè è un mese circa che farnetico di kaki-age, che vado in giro per l'Italia (beh, solo a Milano) a cercare ingredienti assurdi (e non li trovo), che ad alta voce elenco le varie possibilità che di volta in volta mi vengono in mente.........
............il risultato è che domenica mi sono ritrovata a cucinare o meglio sperimentare questa nuova scoperta a notte fonda.
Non è poi strano che i miei cari pensino che io sia completamente andata di testa, no?

E allora eccoci presenti sul filo di lana all'appuntamento con Menù Turistico e la sfida lanciata da ">Acquaviva


Questa volta è stata veramente tosta perché confrontarsi e sperimentare sulla base di una cucina così diversa dalla nostra non è facile. Prima bisogna imparare bene basi e filosofia che ci sta dietro per potersi permettere di “sperimentare”.
Il tempo poi è stato tiranno e il caldo mi butta giù la pressione, mi sento svenire e stare in cucina non mi aiuta per nulla.
Mettiamoci anche un matrimonio di americani a Spoleto dove ho accompagnato mia mamma e il mese se n’è volato via senza che me ne accorgessi.
Aiutooooo come faccio? Il 28 si avvicinava pericolosamente quindi domenica sera dopo una giornata al sole con la famiglia tutta e un aperitivo terminato alle 21, mi sono messa in cucina e ne sono uscita alle 2 di notte. Un po’ sfatta, ma con il mio bellissimo kaki-age pronto e le foto fatte (sperem, a quell’ora!).
Ho avuto anche il coraggio di mangiarlo a quell’ora!
Peccato perché il giorno dopo quanto avanzato era molliccio e per nulla invitante anche se sempre buonissimo. Quindi nessuno dei miei l’ha assaggiato.
Peggio per loro! Ma veniamo alla ricetta.
Non avendo grossa esperienza a riguardo ho voluto seguire alla lettera la ricetta di Acquaviva che trovate qui http://acquavivascorre.blogspot.com/2011/06/mtc-giugno-2011-verso-oriente.html
Però l’anima italiana scalpitava, quindi la scelta di colori e degli ingredienti è caduta su prodotti che riflettessero la nostra tradizione di fritture che non è da poco!
Ho deciso per 3 tipi di frittella:
1) quella tricolore vegetariana con zucchino ligure verde, peperone rosso e per il bianco ho scelto il daikon perché …volevo assaggiarlo! Mi è piaciuto il tono fresco e leggermente pungente che dà all’insieme. In aggiunta cipolla di Tropea a minuscoli dadini, le altre verdure taglio a fiammifero. La pastella che resta attaccata è poca e vengono forme bellissime!
2) Frittella di muscoli (si lo so che sono cozze per quasi tutti gli italiani, ma in liguria si chiamano così) più alga nori e un poco di zenzero grattugiato per volare verso il Giappone. Non sono capace ad aprire i muscoli a crudo quindi li ho fatti aprire a caldo, ma appena appena perché non diventassero stopposi con la doppia cottura. Veramente notevoli. La dolcezza delle cozze bilanciata dalla sapidità dell’alga e dal gusto fresco e piccantino dello zenzero.
3) Frittella di baccalà e melanzane a dadini con un poco di cipolla di Tropea come aroma.
Beh, con le frittelle di baccalà noi genovesi abbiamo una certa confidenza. L’abbinamento con la melanzana mi è piaciuto. Avrei voluto aggiungere foglie di basilico, ma mi dimenticai di comprarle e quello del mio vasetto sul terrazzo non ha retto alla mia lontananza di 3 giorni e si è suicidato.
Noticina: Ha assorbito troppo olio, ci vuole una pastella più densa a proteggere il pesce.

Pastella
Ho cercato di riprodurre la pastella come spiega Acquaviva. Anche io l’ho preparata a pranzo per cena …….anzi dopocena!!!!!!
Devo dire che mi trovo meglio con la mia cara pastella genovese di acqua e farina semplice, senza uovo e senza arrabattamenti di ghiaccio. Mi viene un fritto più croccante, ma forse devo solo imparare. Riporto qui sotto IN CORSIVO le sue dosi e il procedimento
….
per la pastella (koromo): 125 gr. di farina 00 a basso contenuto di glutine (hakurikiko), + qualche cucchiaio per infarinare circa 200 ml. di acqua ghiacciatissima (ideale è lasciarla in frigo con qualche cubetto di ghiaccio fino a che si è sciolto) 1 tuorlo d'uovo Per la pastella di solito si usa acqua in quantità doppia della farina, ma il segreto sta nel setacciare un paio di volte con cura la farina e versarla in un contenitore trasparente, quindi disporre il tuorlo in un uguale recipiente e versarvi sopra tanta acqua ghiacciata quanta ne serve per raggiungere lo stesso livello della farina. La vera dose dell'acqua dipende dalla dimensione del tuorlo, nel mio caso per 125 gr. di farina ho usato 180 ml. di acqua ghiacciata. (Attenzione: gli eventuali cubetti di ghiaccio vanno levati dall'acqua prima di usarla perché non devono entrare in contatto con l'uovo.) Sbattere l'uovo con l'acqua (usando un paio di bacchette di bambù) e quando è ben amalgamato unirvi in un solo colpo la farina setacciata. Mescolare lentamente e per poco tempo, per evitare che la pastella diventi collosa, non importa se restano dei grumi. Una scuola vuole la pastella usata subito, l'altra fatta riposare da un minimo di un'ora fino a 24 ore. Io ho provato entrambi i metodi e non ho trovato differenze sostanziali. In questo caso (esclusivamente per pure ragioni pratiche) ho preparato la pastella a pranzo per la cena (In ogni caso la pastella va sempre mantenuta molto fredda, conservandola sigillata in frigo se la si vuol fare maturare oppure tenuta lontana dai fuochi, in una ciotola inserita in un contenitore più grande pieno di ghiaccio, se la si usa al momento. Ovvio che in questo caso è l'ultima cosa da preparare dopo aver finito la salsa e tagliato tutti gli ingredienti da friggere) ……

Salsina
Anche per la salsina di accompagnamento mi sono affidata a lei perché i giapponesi sono molto attenti all’equilibrio dei piatti, quindi se questa va bene per il fritto, perché cambiare? E poi non l’avevo mai assaggiata e mi è piaciuta molto.
Il brodo dashi l’ho trovato in bustine, non sono riuscita a trovare i fiocchi di bonito per farlo casalingo!
per la salsa (tentsuyu): 120 ml. di dashi (brodo di alghe kombu e fiocchi di tonnetto secco) 30 ml. di salsa di soja 30 ml. di mirin (vino dolce di riso) 3 gr. di katsuobushi (fiocchi di tonnetto secco) Per la salsa scaldare tutti gli ingredienti in un pentolino, sobbollire per un minuto in modo che si insaporisca bene, poi spegnere e filtrare. (L'ideale è servire la salsina tiepida, quindi, se non la si è preparata all'ultimo momento, ricordarsi che va leggermente scaldata appena prima di servire.)
La mia alle 2 di notte era gelata, ma la macchina fotografica non si è lamentata!

Accompagnamento
Ho rinunciato al sale al te Matcha per impossibilità a recuperare sale in scaglie (mi sono dimenticata di comprarlo e alle 2 di notte……) e il te Matcha in polvere (proprio non l’ho trovato).


Come accompagnamento e insaporitore ho creato il tricolore italianissimo con daikon grattugiato naturale per il bianco, con aggiunta di peperone per il rosso e con pasta di wasabi per il verde.
Profumati e deliziosi per pulire la bocca dall’untuosità e poi il Daikon aiuta a digerire il fritto …dicono.

Ho aggiunto una scatolina di riso bollito condito come per il sushi con un mix di aceto di riso, sake, sale e zucchero. Decorato con filini di buccia di zucchino e di alga nori e un cubetto di peperone rosso.
In ultimo una ciotolina di zenzero marinato che mi piace troppo. Avevo preparato anche il te per accompagnare il tutto, ma nel vassoio proprio non ci stava più!!!!!

Il risultato finale mi è piaciuto molto sia esteticamente che come sapore.
Sono veramente contenta di avere avuto l’occasione per provare questo piatto e imparare cose nuove. Mi piace la cucina giapponese da sempre, ma mi sono sempre limitata al sushi e poco altro; ora mi si è aperto un mondo da esplorare!

Quindi GRAZIE al team dell’MTC e ad Acquaviva per l’occasione creata.

Ultimo ma non meno importante:


per non dimenticare chi ha bisogno di tutto dopo il disastro che li ha colpiti.
Dal sito del Consolato Generale del Giappone
per donazioni a favore delle popolazioni devastate dallo Tsunami.



Con questa ricetta partecipiamo all' MT Challenge di Giugno

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Biscuit pops al caramello!!! da svenimento...


Il web impazza per i cake pops, nessuno si salva, ma credo che nessuno voglia sottrarsi a questa "moda" tanto carina dei dolci sullo stecco!
E figuriamoci se io faccio eccezione...ahahah!
Devo ammettere pero' che ho una certa reticenza all'idea di fare una torta appositamente per essere sbriciolata per preparare questi dolcini, cosi' ho ripiegato sui biscotti... ma la colpa, TUTTA la colpa e' solo sua e dei suoi fantafavolosi cioccolatini al caramello!!! Morena sappilo... non ti ringraziero' mai abbastanza! (ma il mio girovita un po' meno...)

Siete andati a vederli??? Correteeeeeee, ma poi tornate che andiamo avanti col post... vi aspetto!

Dicevamo... visti i cioccolatini di Morena sono stata presa da due ossessioni, il caramello e ovviamente i cioccolatini!
Per il caramello avevo giusto trovato una ricetta in rete che pero' vi raccontero' in un altro post; mi mancavano questi bocconcini... e l'idea di infilarli su uno stecco per renderli anche divertenti mi e' piaciuta immediatamente, e cosi' sono nati questi Biscuit pops!


Biscuit pops - di piccoLINA, da un'idea di Morena!
Ingredienti:
180 gr. di biscotti secchi (io Oro Saiwa tutta la vita)
200 gr. di mascarpone
150 gr. di caramello (per la ricetta stay tuned!)
1 cucchiaio di zucchero

Per la copertura:
cioccolato al latte (io Caffarel)
cioccolato bianco (come sopra)

In un contenitore sbriciolate con le mani i biscotti secchi, non usate il frullatore, devono restare i pezzi, non deve essere una farina!
Aggiungete quindi il mascarpone, il caramello e lo zucchero. Mescolate il tutto con una forchetta fino ad ottenere un impasto omogeneo. Mettete in frigo a rassodare per almeno un paio d'ore.
Riprendete quindi l'impasto, formate delle palline della grandezza di una noce e disponetele in un piatto, quindi di nuovo in frigo.
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato per la copertura in due ciotole diverse, quindi prendete le palline, infilatele sullo stecco e immergetele nel cioccolato fuso! Io ho fatto cosi' e l'operazione e' risultata piuttosto faticosa perche' l'impasto e' morbidissimo e si scioglieva a contatto col cioccolato fuso, ma Alessandra docet...la prossima volta (perche' ci sara'! E' imperativo!) mettero' le palline in congelatore, cosi' che il cioccolato si rapprendera' immediatamente a contatto con i pops gelati.
La tonalita' beige l'ho ottenuta mischiando i due cioccolati insieme come ha fatto Morena.

Che dire... dal lato puramente estetico, per le difficolta' descritte poco fa, non sono usciti alla perfezione, ma comunque nel loro insieme erano davvero carini da vedere! Li ho decorati con dei nastrini colorati per dargli quella nota allegra e distogliere l'occhio dalle imperfezioni...ahahah!
Non sono buoni...no...no....sono FAVOLOSIIIII!!!!!!
Si sciolgono in bocca, come dicevo nel titolo, sono da svenimento.... ma un difettuccio ce l'hanno: uno tira l'altro!!!!



Volete mettere la sorpresa dei vostri bimbi nel vederseli presentare come merenda? O lo stupore dei vostri ospiti quando glieli offrirete a conclusione di una bella cena?


Un abbraccio e buonissima giornata
Paola

Con questa ricetta partecipo al candy di Vickyart!

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venerdì 24 giugno 2011

Crumble di ciliegie... e un appello importante!

Dalla nostra Rosella!

Rosella e' un'altra vittima di blogger che ultimamente fa le bizze, cosi' lei non riesce piu' a postare, ma noi ci possiamo arrendere cosi'??? Tze!!!!
Rosellina continua a cucinare e mi manda quello che vuole pubblicare e il problema e' raggirato...

Vi trascrivo la ricetta cosi' come me l'ha inviata!

Crumble di ciliegie - di Rosella, da una ricetta trovata in rete, chi ne riconosce la paternita'/maternita' si faccia avanti per i ringraziamenti del caso!
Ingredienti
Per il ripieno:
Kg 1 di ciliege che devono essere snocciolate
la buccia grattata di un limone
gr 100 di zucchero

Per la pasta:
gr 100 di burro a temperatura ambiente
un cucchiaino di cannella, se piace.
i semini di un baccello di vaniglia
gr 160 di farina 00
gr 100 di zucchero di canna + due per la teglia.

Mettere le ciliege snocciolate in un contenitore e condirle con lo zucchero e la buccia del limone. Lasciarle insaporire almeno mezz'ora.
Preparare la copertura, mescolando gli ingredienti con la punta delle dita, fino a formare delle briciole.
Imburrare una teglia e spargervi due cucchiai di zucchero di canna, poi metterci sopra le ciliege (io ho colato via il succo, perche' temevo mi bagnasse la pasta), poi distribuirvi sopra le briciole, fino a coprire.
In forno a 180 gradi per mezz'ora circa (la copertura deve diventare croccante).
La ricetta suggerisce un accompagnamento di panna montata o gelato: io l'ho servita senza niente.
Buona!


Approfitto del post di Rosella per richiamare l'attenzione di tutti su una causa che avevamo gia' sostenuto tempo fa: Il Santa Lucia di Roma! Stamattina da Caris ho letto sgomenta il suo post e sono rimasta senza parole...Andate da lei a leggere e diffondiamo quanto piu' possibile, magari col passaparole riusciremo a trovare qualcuno che puo' dare una mano!!!!

Un abbraccio a tutti e buon fine settimana!!!!
Rosella e Paola
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martedì 21 giugno 2011

Strudel di mele e ciliegie!


Quanto mi piace viaggiare in treno!!!! Mi piace non dover fare attenzione ai pazzi che sfecciano in macchina, mi piace godermi il panorama, mi piace ricevere una telefonata da un'amica e raccontarle che sto guardando dal finestrino una distesa di girasoli meravigliosi, mi piace guardare il panorama che cambia, mi piace emozionarmi di quello che vedo....mi piace anche il dondolio che ti coccola! Mi piace poter stare 6 ore sul treno che mi riporta a casa con l'unico scopo di finire il libro che stavo leggendo! Senza pensare ad altro!
Cosi' e' andata ieri.... un lungo pomeriggio di lettura sul treno, completamente assorta da quelle ultime 200 pagine che mancavano a finire questo meraviglioso libro di cui ora sento la mancanza!!!! Mondo senza fine, di Ken Follet! Erano anni (non esagero) che era li, sul comodino, aspettando il suo turno.... e puntualmente veniva scavalcato da altri libricini, piu' piccoli, piu' tascabili, meno impegnativi...insomma, ci vuole un bel coraggio per iniziare a leggere un tomo di 1200 pagine!!!! Ma quando lo inizi non ti staccheresti mai....vorresti non addormentarti mai e continuare a leggere avidamente per sapere cosa succedera' nella prossima pagina.... e ti affezioni ai personaggi e inevitabilmente fai il tifo per loro e ci rimani malissimo quando i loro sogni vengono spezzati per le cattiverie di altri... certe sere mi addormentavo sdegnata da tanta malvagita', incredula di complotti cosi' ben architettati, speranzosa che nonostante tutto ci fosse ancora una possibilita'...perche' quei personaggi sono diventati amici veri, per cui preoccuparsi, per cui fare il tifo! Erano anni (e anche qui non esagero) che un romanzo non mi appassionava tanto; solo un altro libro mi era entrato cosi' dentro, era diventato anche lui un amico ed e' stato "I pilastri della terra" manco a dirlo!!!! Non credo che siano in molti a non aver letto questi due libri, nel caso correte in libreria e rimediate, ne vale la pena! Vi faranno una buonissima compagnia sotto l'ombrellone (armatevi di capiente borsa da spiaggia!!!) o all'ombra di un albero al fresco della montagna!

Ma parliamo di questo strudel!


Dopo aver raccolto i famosi 17 chili di ciliegie e averne snocciolate una gran parte, mi e' venuta voglia di fare un dolce, ma non avevo idea di come lo volevo, sapevo per certo come NON lo volevo...non volevo una torta, ma al tempo stesso doveva essere qualcosa di rassicurante e irresistibile! L'unica idea che si e' materializzata nella mia testa e' stato lo strudel!!!! Sara' che adoro i dolci con le mele... perche' non aggiungere anche le ciliegie??? Detto fatto!!!!

Strudel di mele e ciliegie - di piccoLINA

Ingredienti per la pasta:
250 gr di farina 00 Molino Chiavazza
250 gr di ricotta
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio di olio
1 cucchiaino di cannella

Ingredienti per il ripieno:
3 mele golden
2 manciate di ciliegie snocciolate
3 savoiardi
1 limone (succo)

In una ciotola ho impastato con una forchetta tutti gli ingredienti per la pasta mescolando fino ad ottenere un impasto consistente usando le mani quando il tutto era quasi completamente impastato. Coperto con pellicola e lasciato riposare mezz'ora.
Intanto ho preparato la frutta per il ripieno: pulito, sbucciato e ridotto a dadini le mele, spruzzandole col succo di limone per non farle annerire.
Snocciolato le ciliegie e sbriciolato i savoiardi.

Ho ripreso quindi l'impasto e l'ho steso col mattarello fino ad assottigliarlo molto. Con questa quantita' ne esce una sfoglia bella grande, volendo si possono fare due strudel o uno bello lungo come il mio!
A questo punto ho distribuito sulla sfoglia i savoiardi sbriciolati, quindi le mele a dadini e infine le ciliegie. Arrotolato tutto aiutandomi con un canovaccio e sigillato i bordi rigirando la pasta verso l'interno. Con un coltello ho fatto dei tagli in superficie per far uscire il vapore della frutta in cottura.
In forno a 180 gradi per circa 40 minuto.
Appena sfornato cospargere di abbondante zucchero a velo!


Non e' buono...di piuuuuu'!!!!!

I puristi dello strudel non me ne vogliano, so che questa non e' la pasta ufficiale con cui si prepara, ma io mi ci trovo d'un bene incredibile e poi aggiungere la cannella direttamente nell'impasto mi sembra una bella idea!
E' un dolce non eccessivamente dolce, dato che le mele tendono a dare una nota asprigna, quindi a seconda dei gusti si puo' aggiungere dello zucchero sopra la frutta prima di arrotolare!
E' tutto.... ma dovete provarlo!!!!
Con questa ricetta partecipo al calendario di Ornella per il mese di Luglio!!!!



Buona estate a tutti
Paola
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venerdì 17 giugno 2011

I pisarei!


Io non sono piacentina... i miei sono nati e cresciuti qui in Brianza, da genitori nati e cresciuti qui, da nonni nati e cresciuti qui, ma prima di imparare a cucinare il risotto, ho imparato a impastare i pisarei, dei gnocchetti di farina e pan grattato tipici di Piacenza e dintorni.
Tutto merito della zia suora, di cui vi avevo raccontato QUI. Lei si e' sempre occupata dei bambini all'asilo e molti (troppi!) anni fa prestava servizio nel piacentino. Ha trascorso tanti anni a Travo, un paesino in Val Trebbia. L'asilo era meraviglioso, molto grande, pieno di giochi, con un'orto che si spingeva fin quasi al fiume...ricordo che avevano tantissime piante di rabarbaro!!! La mamma in estate ci mandava dalla zia a trascorrere le vacanze. Io e mia sorella trascorrevamo i pomeriggi a fare costruzioni e leggere fumetti! C'era una vecchina che abitava accanto all'asilo che spesso si metteva a preparare pisarei e la zia, orgogliosa di farle conoscere le sue nipoti, ci portava da lei che ci ha insegnato a farli!
La ricetta tradizionale prevede che si gustino con un sugo fatto con pancetta, fagioli borlotti, pomodori e prezzemolo; i "Pisarei e faso". A casa noi li prepariamo spesso, mia mamma rigorosamente con sugo tradizionale, io spazio dal semplice burro e salvia, al pesto...
Vi lascio la ricetta per preparare i pisarei cosi' come l'ho imparata io.

Pisarei piacentini
Ingredienti:
300 gr di farina bianca (io Molino Chiavazza)
200 gr di pangrattato
latte q.b.
1 pizzico di sale

Mescolare in una scodella la farina col pangrattato e il sale. Aggiungere latte a sufficienza per ottenere un impasto sodo, appena appiccicoso.
Lasciare riposare un quarto d'ora in uno straccio inumidito, poi procedere a formare i pisarei.
Bisogna formare dei serpentelli di pasta con le mani, spessi circa mezzo centimetro. Tagliarli quindi a tocchetti di 1 cm e poi affondare il pollice dentro ogni tocchetto strisciando il dito sul piano di legno in modo che l'impasto si arricci sull'unghia del dito. L'asse di legno e' indispensabile, altrimenti l'impasto scivolerebbe via e formare i gnocchetti risulterebbe impossibile!


Non servono strumenti particolari, si preparano velocemente e senza difficolta' (mi aiutano spessissimo anche le belve in questo!) e sono un'ottima alternativa al riciclo del pane raffermo.

Si cuociono in abbondante acqua salata.
Si possono anche congelare disponendoli su un ampio vassoio in modo da non sovrapporli. Una volta congelati si possono mettere in un sacchetto e all'occorrenza basta tuffarli in acqua bollente.


Con questa ricetta partecipo al contest "Paste regionali" organizzato dal Molino Chiavazza.



Un abbraccio
Paola
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mercoledì 15 giugno 2011

Sorbetto all'ananas e pdf di Riso(t)tiAmo

Finalmente ce l'ho fattaaaaa!!!!!! E' pronto il pdf di Riso(t)TiAmo!!!! Che avventura!
Eh si, perche' io da brava, man mano che le ricette arrivavano, le inserivo tutte in ordine nel mio bel file word, cosi' alla fine trasformarlo in pdf sarebbe stato un attimo! Gia', ma non avevo fatto i conti con la tecnologia, che il piu' delle volte non e' dalla mia parte!
Cosi' succede che d'un tratto e non so per quale motivo, mi trovo un sacco di parole scombinate.... deve'esserci stato una sorta di black out, uno sciopero del programma, una rivolta delle lettere o che ne so io.... mi sono dovuta rileggere TUTTE le ricette e sostituire le parole stravolte.... erano tantissime!!!!
Ma alla fine il pdf e' nato e ora e' scaricabile da chiunque lo volesse! Basta cliccare QUI oppure sull'icona di Risottiamo che trovate qui a destra oppure andare nella pagina dedicata alle raccolte e scaricarla da li... come preferite!


Cambiando discorso...chi di voi si e' perso il sorbetto all'ananas dell'Araba piu' famosa del web alzi la mano!
Lo sapevo....pochissimi!!!!!
Io ho dovuto farlo all'istante, nonostante il freddo di questi giorni e nonostante il desiderio di un bel piatto di polenta fumante e formaggi fusi.... ma come fine pasto questo sorbetto ci sta davvero d'incanto! Riporto la ricetta pari pari dal blog di Stefania.

Sorbetto all'ananas - di Larry, amico di Stefania
Ingredienti:
1 confezione di ananas sciroppato o altra frutta a piacere (io ananas)

Versare tutto il contenuto del barattolo (frutta e sciroppo insieme, mi raccomando) nel mixer. Frullare fino ad avere una purea che andrà versata in un contenitore dove possa stare in uno strato non troppo spesso, altrimenti dopo romperlo sarà più complicato.
Mettere in freezer per una notte.
Il giorno dopo rompere la lastra ghiacciata in tanti pezzi.Metterli di nuovo nel mixer e far andare le lame a forte velocità finchè il sorbetto diventerà morbido e cremoso, quasi montato.
Può servire, di tanto in tanto, aprire il il coperchio del mixer e pulire le pareti dai pezzi di ghiaccio che non hanno voglia di andare a finire sotto le lame ;-)
Servire subito, decorato come preferite...o anche senza nulla!

NOTE:
- quello che avanza può essere rimesso in freezer, ma prima di essere servito va sempre frullato per una migliore consistenza.
- l'operazione di frullatura va fatta poco prima di servirlo, se lo fate in anticipo e lo rimettete in freezer avrete di nuovo...una lastra di ghiaccio.
- viene bene con qualsiasi tipo di frutta, ma non so perche' all'ananas riscuote sempre un successo esagerato.
- ovviamente con frutta sciroppata fatta in casa sarà ancora più buono.


Nota mia: io ho aggiunto, mentre frullavo il sorbetto ghiacciato, 1 cucchiaio di Gran Marnier (home made) per ogni porzione cosi' da dare una leggera nota alcolica al sorbetto! Ottimo!
E con questa ricetta partecipo al giveaway dell'Araba, Araba felice nelle vostre cucine, sperando di essere tra le fortunate vincitrici di un cannello da pasticceria!


Buona giornata a tutti!
Paola
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lunedì 13 giugno 2011

Tagliolini al basilico con fonduta di formaggi






















Ricetta di S&P, piatto profumatissimo anche perchè ho usato il basilico del mio terrazzo che inizia ad essere nel suo splendore. La pasta è veramente buona, molto delicata, il condimento tende un pò a sovrastare il sapore dei taglioni. Da provare anche con un semplice sugo di pomodoro casalingo e dadini di mozzarella. La ricetta originale prevedeva di utilizzare le zucchine crude, ho preferito friggerle per dare croccantezza al piatto.


TAGLIOLINI AL BASILICO
300 g farina 0
200 g semola rimacinata
2 uova
4 tuorli
100 g foglie di basilico
300 g zucchinette con il fiore
60 g pecorino romano gratt.
60 g parmigiano reggiano gratt.
3 dl di latte
un cucchiaino di fecola
olio evo
sale
farina

Frullare le uova con le foglie di basilico e un pizzico di sale, unire le farine, i tuorli e impastare il tutto fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Avvolgere in pellicola e fare riposare un’ora. Stendere la pasta con l’apposita macchinetta arrivando fino alla penultima tacca, infine formare i tagliolini passandoli nel rullo.
Tagliare le zucchine a julienne, salarle e fare dare l’acqua. Quindi asciugarle bene, infarinarle e friggerle in olio caldo insieme ai fiori.
La ricetta prevedeva di usare le zucchine crude marinate nell’olio e limone ma io ho preferito friggerle per dare una nota croccante.
Riunire in un pentolino i formaggi, il latte e la fecola fatta prima sciogliere in un poco di latte. Portare su fuoco basso e cuocere fino ad ottenere una crema.
Lessare i tagliolini in acqua bollente con un cucchiaio di olio, per un paio di minuti e condirli con la crema al formaggio e le zucchine. Decorare con i fiori di zucca fritti e volendo foglioline di basilico.

Nadia
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venerdì 10 giugno 2011

Pane di ceci al golden syrup


Succede che fai un esame di controllo, niente di che, ma devi aspettare un mese intero prima di avere l'esito! Sul foglio che mi hanno rilasciato leggo data e orario per il ritiro: martedi' 7 giugno dalle 13.00 alle 13.30!!!!
Si avete letto bene, solo mezz'ora di tempo, non tutta dedicata a me ovviamente, ma a tutti quelli come me che devono ritarare esiti; e non ci troviamo in un piccolo ospedale, ma in un'azienda ospedaliera comprensorio di moltissimi comuni.
Io mi organizzo, esco con largo anticipo dall'ufficio invece di fare la mia pausa pranzo, mi metto in macchina e mi scapicollo in ospedale, che piove e c'e' traffico e io non sopporto di fare tardi!
Infatti arrivo puntualissima, 12.55 sono li, prendo il mio bigliettino e sono la numero 9! Grande, faro' in fretta!!!
Ore 13.20: la dottoressa che consegna gli esiti non si e' ancora fatta viva!
Ora io dico: ma se stabilisci che in un unico giorno settimanale, in solo mezz'ora distribuirai esiti ad almeno 50 persone (perche' alle 13.20 eravamo almeno una cinquantina!), ma come minimo fai di tutto per arrivare puntuale, perche' va bene tutto, ma le persone magari fanno anche i salti mortali per non prendere permessi dal lavoro, magari arrivano da lontano, magari hanno premura, magari non hanno anche nulla da fare, ma l'avrebbero fatto a casa, senza uscire sotto il diluvio, perche' alla fine i ritardatari sprecano il tempo degli altri e a me sta cosa manda in bestia!!!!
Ore 13.25: la dottoressa inizia a consegnare... arriviamo al numero 5 e poi se ne va dalla sua stanza e noi ce ne restiamo li, sorpresi, increduli, e anche parecchio arrabbiati!
Ore 13.50: decido che sono ormai fuori tempo massimo e non posso aspettare oltre, alle 14 ho un test in ufficio e ovviamente non faro' in tempo ad arrivare puntuale. Me ne vado di corsa, ancora sotto il diluvio, ancora senza esito....magari la settimana prossima saro' piu' fortunata!
In compenso il test e' andato molto bene!

Ma parliamo di questo pane! L'avevo visto da Sabrine e in un attimo e' saltato in cima alle mie priorita'! Complice un invito a cena a casa di amici dove mi venne richiesto espressamente di pensare al pane, decidere di farlo e' stato immediato!
La ricetta originale la trovate QUI, ma per comodita' ve la copio anche qui di seguito.

Pane di ceci al gonden syrup - dal blog Fragole a merenda
Ingredienti:
farina Manitoba: 400 gr
farina di ceci: 150 gr
malto d'orzo: 1 cucchiaio (bello abbondante...)
golden syrup: 1 cucchiaio (come sopra)
acqua: 250 ml
sale fino: un cucchiaino
olio extra-vergine d'oliva: un cucchiaino
lievito di birra: 25 gr (un cubetto)

Sciogliete il malto d'orzo e il golden syrup in 200 ml di acqua tiepida (tenete da parte il resto), poi sbriciolatevi il lievito di birra, mescolate con forza e tenete da parte per una decina di minuti finché non si forma una schiuma compatta.
Miscelate le farine e il sale in una grande ciotola, fate una fossetta al centro e rovesciatevi il lievito. Aiutandovi con un cucchiaio ricopritelo di farina e lasciate riposare per mezz'ora, scoperto ma al riparo da correnti.
Quando lo riprenderete, vedretre i primi (timidi) segni di lievitazione. Mescolate con forza usando il cucchiaio e aggiungete a poco a poco l'acqua che avete lasciato da parte. Potrebbe non servirvi tutta: dovete ottenere un impasto da lavorare con le mani senza che vi resti attaccato (fate attenzione, perché la farina di ceci tende ad assorbire molta acqua inizialmente).
Rovesciate l'impasto sul piano di lavoro, dategli le solite otto-nove torciture (e se non vi ricordate cosa sono, date un'occhiata al filmato in questa pagina), poi rimettetelo nella ciotola pulita, ungetelo appena d'olio, sigillate con della pellicola e fate lievitare per almeno un'ora.
Quando sarà raddoppiato di volume, rovesciate l'impasto sul piano e, senza rilavorarlo, dategli la forma di una pagnotta tonda (senza schiacciarlo, ma carezzandolo delicatamente).
Prendete un canovaccio pulito di tela leggera, stendetelo sul piano di lavoro e metteteci sopra un quadrato di carta forno poco più grande della vostra pagnotta. Infarinate tutto per benino, deponete la pagnotta al centro, incidetela con un coltello affilato, infarinatela e richiudete delicatamente il "pacchetto" con un paio di nodi morbidi (dovete lasciare spazio per la lievitazione...).
Mettetelo in un contenitore a bordi svasati e alti (un cestino, una ciotola, va bene qualunque cosa purché possa dare alla pagnotta la forma di... pagnotta!) e laciate lievitare per un'altra ora.
Accendete il forno a 240°. Quando l'impasto sarà lievitato, appoggiate il "pacchetto" su una teglia per biscotti e sfliate il canovaccio da sotto la pagnotta senza tirarvi dietro la carta forno (tenete con una mano il canovaccio e con l'altra la carta...). Se la pagnotta dovesse sgonfiarsi un po', vi toccherà aspettare che ricresca prima di infornarla.
Cuocetela per una decina di minuti, poi abbassate il forno a 200° e continuate la cottura per altri 10-15, dopodiché estraete la teglia dal forno e posate la pagnotta direttamente sulla griglia finché non la vedete del colore della foto (scusate, ma ogni forno è diverso...). A cottura ultimata, lasciate raffreddare il vostro pane di ceci su una gratella prima di posarlo sul tagliere e iniziare ad affettarlo.
E' buono pure il giorno dopo (provate a tostarlo e ditemi cosa ne pensate...), e potete anche surgelarlo a fette. Accompagnatelo a formaggi, zuppe di verdura e affettati. Ma non disdegnatelo con un velo di burro e un po' di golden syrup o di miele.


Io ho seguito la ricetta alla lettera, tranne per il golden syrup che non ho e ho sostituito con del miele di acacia appena comprato dall'apicoltore!
Buono! Noi l'abbiamo mangiato a tutto pasto, e' un pane molto versatile con un sapore delicato!

Buon fine settimana a tutti e ricordatevi di andare a votare al referendum, io ci saro'!
Un abbraccio
Paola
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giovedì 9 giugno 2011

Ciliegie sciroppate!


E' da un po' che non riesco a passare dai vostri blog per un saluto o un commento.... non avete idea di quanto sia dispiaciuta e di quanto mi manchi leggervi e tenermi aggiornata sulle vicissitudini di ciascuna di voi, ma purtroppo ho problemi di accesso dal pc aziendale, quindi programmo i post la sera, dopo aver messo a nanna le belve, prima di crollare esausta nel letto... sappiate pero' che davvero mi mancate, non credevo di potermi affezionare tanto a questo rito, anche se l'affetto e' tutto per le persone ovviamente!

Cosi' oggi per farmi perdonare, una ricettina che mi ha enormemente soddisfatta!!!!
E' andata piu' o meno cosi': un cugino di mio padre, tale Carlo (Carletto o Carlina per gli amici) ha un terreno con alberi da frutto tra cui 2 belle piante di ciliegie!! Da ragazzini noi si andava a rubarle le ciliegie, ovviamente passando dagli alberi fuori dalle recinzioni, era un’attivita’ che ci divertiva molto in questo periodo dell’anno!!! Una mattina mi chiama mia sorella per avvisarmi che Sergio, mio cognato, la sera sarebbe andato a raccogliere le ciliegie da Carletto, dato che lui, per sopraggiunti limiti di eta’ non se la sente piu’ di salire sugli alberi o sulle scale per fare ciliegie e nessuno della sua famiglia lo fa. Bene, lo facciamo noi!!!! Cosi’ armati di autorizzazione, chiave del terreno, scala da 8 metri e sacchetti capienti io, Sergio e Letizia (mia nipote) ci siamo dati molto da fare (Letizia un po’ meno) e in un’ora abbiamo raccolto ben 17 chili di ciliegie! Il tutto e’ andato avanti finche’ una forbicina ha pensato bene di saltarmi addosso e io in preda ai brividi per il terrore ho decretato che ne avevamo raccolte a sufficienza!
Ovviamente poi ce le siamo divise tra sorelle, fratelli, mamma, belve che le hanno portate a scuola e ognuno di noi ha pensato di conservarle in maniera differente!
L'Adele ha fatto la marmellata per un'esercito e per Carletto ovviamente! Mia sorella le ha messe sotto spirito, io le ho fatte sciroppate!
Non avevo una ricetta apposita, quindi ho usato quella che uso normalmente per le pesche sciroppate!


Ciliegie sciroppate - di piccoLINA
Cilegie q.b.
1 lt di acqua
800 gr di zucchero

Io stavolta ho dimezzato le dosi, quindi 500 di acqua e 400 di zucchero.
Mettere acqua e zucchero in un pentolino e portare ad ebollizione. Lasciare bollire per 10 minuti e poi raffreddare.
Nel frattempo snocciolare le ciliegie con l'apposito attrezzo e moooolta pazienza!
Accomodare le ciliegie nei vasi cercando di riempire gli spazi meglio possibile!
Coprire con lo sciroppo freddo, chiudere i vasi, avvolgerli negli stracci e mettere quindi in una pentola capiente e ricoprire di acqua! Calcolare 20 minuti dall'inizio del bollore, quindi spegnere e lasciare raffreddare i vasi all'interno della pentola; andranno sottovuoto! Riporre poi al fresco e lontano dalla luce, si conserveranno per lungo tempo! (ho finito ieri l'ultimo vaso di pesche sciroppate dell'anno scorso!!!)


Con questa ricetta partecipo al contest di Alessia: Metti la natura sotto vetro



e al contest di Laura: Una tira l'altra.

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martedì 7 giugno 2011

Fritto misto di verdura!


Abbiamo ufficialmente dato il via alla stagione delle zucchine! Ma non quelle del super, eh!!! Qui c'è l'orticello del babbo che fornisce zucchine per sfamare un esercito... troppo buone!
Così la mia Adele finalmente si scatena con quella che è la sua grande passione: friggere!!!
Io ad esempio ho sempre sottovalutato l'arte di friggere; si, arte! Perchè ottenere una frittura perfetta non è davvero così scontato! Ottenere qui fritti belli asciutti, che li mangi e te li godi e non ti fanno compagnia poi per tutto il pomeriggio sullo stomaco, non è facilissimo!
La mia Adele ad esempio ha un master in fritture! Come frigge lei, nessun altro!
Così se passo a trovarla in questo periodo è sicuro che me ne torno a casa con la schiscetta di zucchine, fiori di zucca, melanzane...tutto rigorosamente fritto o già impanato pronto per essere fritto! E finchè devo friggere melanzane e fiori di zucca ce la posso fare, ma io con le zucchine ho un rapporto di odio-amore che non potete sapere! E allora ve lo racconto!!!
Zucchine a scapece! Buone vero??? Buonissime!!!
Ecco...mia mamma le cucina ad occhi chiusi e ogni volta sono perfette! Io l'ho sempre osservata dicendomi che era davvero una sciocchezza prepararle, finchè non ci ho provato! Non avete idea dello scempio che sono riuscita a fare!!!! Butto le zucchine nell'olio e via.... e giro, e rigiro, e rigiro...ma ste zucchine non cuociono mai!!!! Vabbè, sono paziente, continuo a rigirare! All'improvviso queste che fanno??? Passano da un colorino giallo paaaaaaallido al nero carbone. La mia espressione da ottimista paziente a tristemente delusa! Segue telefonata di sfogo con l'Adele che ancora oggi mi prende in giro...ahahahah!!!!
Poco male per me, perchè da allora le zucchine a scapece le prepara lei, a me spetta solo il compito di gustarle!!! :-)



Zucchine a scapece - Adele style!
Zucchine q.v. (quante volete!!! :-D ma vi consiglio di abbondare!)
olio di semi vari per friggere
uno spicchio di aglio
1 cucchiaio di aceto rosso
foglie di menta per la ricetta classica (l'Adele no!)

Tagliare a rondelle le zucchine e friggerle in abbondante olio caldo finchè non diventano dorate e croccanti. Scolarle su carta assorbente, quindi riporle in una ciotola e condirle con lo spicchio d'aglio tritato e l'aceto (e la menta per la versione originale). Mescolare bene il tutto e gustatevele!

Noi ce le siamo spazzolate con melanzane e fiori di zucca impanati e fritti (da me) perchè delle volte bisogna trasgredire, era il fisico che ce lo chiedeva :-) e poi insomma...alla fine è tutta verdura... e il limone sgrassa...ahahahah


Riguardo alla frittura, qualche regola da tenere sempre presente:
- usare sempre olio nuovo, mai riutilizzare lo stesso olio più volte!
- usare abbondante olio, perchè il fritto deve galleggiare!
- la temperatura dell'olio è importantissima: non deve essere troppo bassa altrimenti i fritti si imbevono, ne troppo alta sennò bruciano, io faccio la prova immergendo il manico di un cucchiaio di legno e quando si formano le bollicine attorno al manico inizio a friggere-
- non sovraffollate mai la pentola riempiendola troppo.
- sull'olio si potrebbe parlare a lungo... sarebbe preferibile friggere con olio evo o con un buon olio di oliva, ma io personalmente non gradisco il sapore troppo deciso che l'olio lascia ai fritti, quindi uso un olio di semi vari, insapore, che sicuramente è meno sano, ma friggo talmente di rado che non me ne faccio un problema!
- non gettate mai l'olio fritto nel lavandino o nello scarico del bagno!!! Fate un favore al pianeta, rimettetelo in bottiglie di plastica o di vetro e portatelo alla discarica del vostro paese dove lo smaltiranno a dovere!!!

Buon fritto a tutti!!!
Paola

Ps: queste zucchine sono fantastiche per un buffet in giardino perchè si preparano anche il giorno prima e poi piacciono davvero a tutti! Quindi anche con questa ricetta partecipo alla raccolta Buffet in giardino del blog La cucina accanto!
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venerdì 3 giugno 2011

Un the, gli anicini e i Romanzo della Rosa.

Di Miriam.


Mia nonna era nata a Cagliari e di questo era molto orgogliosa.
La sua famiglia era poverissima e Angelina, bimba svelta e intelligente fu mandata a servire dalla Marchesa Pallavicini residente nella citta' del Castello. La Marchesa la prese a ben volere e le insegno' a leggere, scrivere e a comportarsi da signora.
Le signore bevono il the e leggono dei romanzi adatti alle giovinette. In particolare i romanzi di Delly.
Mia nonna decise che questa abitudine ben si addiceva alla sua nipotina e dall'età di nove anni mia nonna ogni giorno mi chiamava all'ora del thè e mentre si sorseggiava la calda bevanda e si mangiavano gli anicini preparati da mia madre, si leggevano, si commentavano e si scambiavano pareri sui libri di Delly.
La ricetta che segue è della tradizione sarda, questa è quella di mia madr. I dolcetti sono profumati, morbidi e adatti per il the pomeridiano. La semplicità degli ingredienti e dell'esecuzione sono proprie della mia terra, così come il profumo che sprigionano e sorprende tutti coloro che al primo colpo di vento maestrale li avvertono come un benvenuto seduttivo benchè rustico.


Anicini
Mescolare quattro uova intere con due etti di zucchero. Unire 125 gr.di latte e 125 gr. di olio di semi e la scorza grattuggiata di limone e 40 gr. di semi di anice. Aggiungere cinquecento gr. di farina e una bustina di lievito. Rovesciare il composto in una teglia rettangolare ricoperta di carta da forno bagnata e strizzata. Cuocere in forno statico per mezz' ora a 180 gradi. Una volta cotti lasciate intiepidire e poi sformare. Una volta fredda tagliate la torta in tante fette oblique larghe circa due centimetri. Le fette più lunghe tagliarle in pezzi più piccoli.

Con questa ricetta partecipo al contest "E' sempre l'ora del te" di ciliegina sulla torta!

Buona giornata
Miriam
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mercoledì 1 giugno 2011

Sogno d'amore di Ernst Knam
































Qualche giorno fa Miriam ha presentato su questo blog la sua interpretazione, che trovate qui, di questa deliziosa crostata in cui sono racchiusi tutti i miei gusti preferiti. Ho voluto provarla, seguendo, per una volta la ricetta alla lettera, la riporto anche se è stata pubblicata recentemente.


Come dicevo l'ho rifatta seguendo la ricetta, ottima, non ha deluso le aspettative, l'unica cosa che non mi è piaciuta è stata la frolla con il lievito che secondo me non c'entra nulla. La prossima volta seguirò la mia solita ricetta di pasta frolla. Ah! Ho un pò abbondato con crema pasticcera e marmellata! :-)



Sogno D’amore - di Ernst Knam da L'arte del dolce Ed. Mondadori pag. 32

Ingredienti per 8 persone:


300 g. di pasta frolla

80 g di marmellata di lamponi

400 ml di panna da montare

40 g di zucchero semolato

1 base di roulade

100 g di crema pasticcera
40 ml di liquore alla vaniglia

150 g di meringa

200 g di lamponi

zucchero a velo per spolverare (facoltativo)

Preparare la pasta frolla tirarla ad uno spessore di 3 mm e darle un diametro di 22-24 cm, bucherellarla con i rebbi di una forchetta e cuocerla per 15 minuti a 180 gradi sulla placca rivestita di carta forno Una volta fredda stendere sopra la marmellata di lamponiUna volta preparata la roulade ritagliare un disco di diametro leggermente inferiore rispetto a quello della crostata e sovrapporlo allo strato di marmellata e infine inumidirlo bene con il liquore alla vaniglia.


Preparare la crema pasticcera e con una spatola stenderne uno strato sul disco della roulade; disporre sopra la meringa a pezzi e i lamponi cercando di creare una struttura di base che possa sostenere la panna montata che sarà stesa sopra meringhe e lamponi con una spatola. La superficie del dolce sarà liscia e formare una piccola cupola.

Decorare poi a piacere sulla panna altri pezzi di meringa e lamponi e se si vuole dello zucchero al velo.




Crema pasticcera dosi per 700 g


Scaldare 1/2 l di latte con una stecca di vaniglia. In una ciotola sbattere leggermente 4 tuorli con 80 g. di zucchero semolato e aggiungere 30 g di farina 00 e 10 g. di fecola. Stemperare con un pò di latte caldo e lavorare con la frusta. Una volta alzato il bollore, levare la bacca, aggiungere al composto uova e farina, fare cuocere fino ad addensamento.



Pasta frolla per 600 g


150 g burro

150 g di zucchero semolato

1 uovo (2 se di piccole dimensioni)

vaniglia in polvere

6 g. di lievito in polvere

300 g. di farina 00

un pizzico di sale


Formare la frolla lavorando dapprima burro e zucchero, poi l'uovo il sale e la vaniglia. Infine aggiungere farina e lievito, fino a formare un composto omogeneo che si lascia riposare almeno 4 ore in frigo




Roulade 1 base per 8 persone circa


Raccogliere 4 uova (5 se piccole) in una ciotola con 150 g di zucchero semolato e lavorarlo on una frusta fino al raddoppio. Unire 110 g di farina e 40 g di fecola e mescolare bene. Versare il composto su una placca da forno foderata dell'apposita carta e stenderlo in modo uniforme servendosi di una spatola. Cuocere per 8 minuti a 200 gradi.


Nadia


Con questa ricetta partecipo allo Starbooks di Menù Turistico
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