Buongiorno a tutti!!!!!
Per questa settimana posticipiamo l´appuntamento con X-Kitchen perche´ sono in vacanza con le mie belve in trentino, non ho accesso alla posta e...un po´ di suspance prima di sapere il vincitore di aprile non fa male, giusto????
Ma gli enigmi di Italia tornano presto, eh! Stay tuned!
Baciiiiiii
Paola
lunedì 30 aprile 2012
domenica 29 aprile 2012
Guinness cake
Questa e' la torta che ho fatto al SignorNo per il suo compleanno!
Torta a sorpresa e festa a sorpresa....ma piu' che festa e' stata una vera e propria invasione a casa sua!
Il ritrovo era da me con raccomandazione di salire in religioso silenzio per non farci beccare in flagrante e poi driiiin, gli suoniamo al campanello e.....sorpresaaaaaaa!!!!!! Torta e candeline in mano a mia sorella, regalo alle nipoti, bottiglia di vino alle belve, l'altra sorella suona il campanello, mia mamma cerca di trattenere le risate, mio papa' ha le pantofole e io porto un paio di sedie.... cosa ci posso fare se la famiglia e' numerosa e il fratello ha deciso di abitare in un bilocale????
Pero' che bello.... tutti li, stretti e seduti uno sull'altro, di certo gli abbiamo stravolto i piani per la serata, ma lo guardavo ridere e giocare con i suoi nipotini e mi dicevo che si....adoro mio fratello!!!!!
Guinness cake
Ingredienti:
400 ml di guinness
350 gr zucchero di canna
225 gr di farina
225 gr di burro morbido
225 gr di burro morbido
4 uova
100 gr di cacao amaro in polvere
100 gr di cacao amaro in polvere
2 cucchiaini di bicarbonato
1/2 cucchiaino di lievito per dolci
Per la crema:
400gr di philadelphia
250 gr di zucchero a velo
250 gr di zucchero a velo
La ricetta della crema prevede anche 2 cucchiai di wisky che qui ho usato, ma la crema e' rimasta troppo fluida. In una seconda torta non li ho messi e la crema mantiene la consistenza giusta!!!
Versare tutto quanto in uno stampo dal bordo amovibile di 25cm di diametro imburrato e rivestito con carta da forno (in questo modo la carta non si sposta e il tutto rimane davvero molto semplice) e infornare a 180° per 50 minuti circa, o fino a quando la torta sarà cotta ( fare la prova stecchino!). Sfornare, e lasciar raffreddare del tutto. Infine, sempre con la frusta, lavorare il philadelfia a crema, aggiungere lo zucchero a velo in modo da ottenere una crema bella densa. Spalmare la crema sulla superficie della torta, e conservare in frigo per un'ora circa.
Buonissima, una torta davvero particolare perche' l'impasto non e' affatto dolce nonostante tutto quello zucchero, si distingue nettamente il sapore della birra e il contrasto con la crema in superficie e' qualcosa di incredibile!
A chi non l'avesse ancora provata posso solo dire: fatela! Merita davvero l'assaggio!
Un abbraccio
Paola
venerdì 27 aprile 2012
LINZER FRANGIPANE
ovvero una torta che attraversa l’Europa
di Vittoria
Devo confessare che io la Torta Frangipane l’ho incontrata un sacco di volte, ma non l’ho mai fatta catalogandola fra le “torte complicate”.
Bisogna preparare ben 2 impasti e poi ogni ricetta che inizia con “montate il burro con lo zucchero” tendo a scartarla per il fastidio di ritrovarmi tutto il burro avvinghiato alle fruste e lo zucchero da un’altra parte. Si, lo so che poi piano piano si amalgamano, ma io questa crema spumosa e soffice non l’ho mai ottenuta. Sarà che la lavoro poco……
Insomma per un motivo o per l’altro l’ho sempre archiviata fra le cose che “un giorno… forse…”
Ma ora non posso più scappare. Ambra de Il Gatto Ghiotto l’ha scelta per la sfida dell MTC di Aprile e quindi TORTA FRANGIPANE SIA!
Urge mettersi un po’ a studiare però..... ........mica si possono inventare versioni a caso!
Le informazioni storiche fornite QUI da Ambra e QUI dal team di Menuturistico sono molto esaurienti e interessanti.
La torta nella sua nascita coinvolge sicuramente l’Italia con la nobile famiglia Frangipani e il profumo di mandole evoca profumi e sapori mediterranei, ma la nascita del dolce nella sua completezza è patrimonio francese e già ci spostiamo a nord.
Io adoro la pasticceria centroeuropea. Francese sicuramente, ma soprattutto quella austriaca che alla corte imperiale raggiunge livelli altissimi.
La pasticceria austriaca fa un grande uso proprio di mandorle ed è molto tempo che desidero provare a fare un caposaldo di questa pasticceria: la Linzertorte, mai fatta sempre per pigrizia, ma assaggiata più volte. E’ la mia torta ideale. Pasta croccante e rustica con le mandorle che donano il loro speciale sapore e marmellata di frutti rossi acidula che bilancia perfettamente il dolce della pasta.
Ecco trovato il filo che attraversa mezza europa per arrivare a realizzare la francesissima torta frangipane on l’anima da linzertorte austriaca. Riuscirà il matrimonio?
Per realizzare la base ho preso spunto dalla ricetta della Linzertorte di Ingrid Kelder che scriveva anni fa sul forum di Cucina Italiana e la crema frangipane è naturalmente quella di Ambra
Per una torta di diametro 26
Pasta frolla Linzer
100 gr farina di mandorle
100 gr farina:metà farina 00 debole e metà di grano saraceno
100 gr zucchero semolato
100 gr burro freddo
1 uovo piccolo
cannella macinata mezzo cucchiaino caffè
chiodo di garofano in polvere un pizzico
sale un pizzico
scorza di limone una grattata
Crema frangipane di Ambra (ho aumentato un po’ le dosi)
140g di farina di mandorle (o mandorle pelate)
140g di burro appena ammorbidito
140g di zucchero semolato
1 uovo + 1 tuorlo
50 g di fecola di patate/maizena - io maizena
2 cucchiai di acqua di fiori d'arancio - io Maraschino
Per completare
1 vasetto di marmellata di lamponi
2 cestini di lamponi freschi
mandorle in scaglie
poca purea di albicocche per lucidare - ehm ehm, io pesche perche avevo quella sottomano, ma albicocche è meglio.
Procedimento:
Pasta frolla: Mischiare le farine, mandorle, zucchero e spezie e fare la fontana. Distribuire il burro a pezzetti e rompere l’uovo nel mezzo. Impastare il meno possibile. Se troppo appiccicoso aggiungere un po’ di farina. Mettere a riposare in frigo un’ora almeno.
Tiratela abbastanza sottile. Rivestite uno stampo diametro 26 con i bordi non troppo bassi, meglio se a cerniera. Coprite con carta da forno e poi fagioli o palline di ceramica e fate cuocere in forno a 180° per 10 min, poi togliete i pesi e cuocete ancora 5 min. Fate intiepidire.
Crema Frangipane: (da Ambra) Montare il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa, aggiungervi l'uovo leggermente sbattuto e l'acqua di fiori di arancio sempre lavorando con lo sbattitore, incorporare la farina di mandorle poco per volta e la fecola (o maizena), continuando a montare.
Farcitura: spalmate tutta la marmellata sul fondo della torta, distribuite sopra i lamponi freschi e ricoprite con la crema frangipane livellandola bene con una spatola. Ricoprite con le mandorle in scaglie e cuocete in forno a 180° per circa mezz’ora finchè non sarà dorata sopra e ancora morbida dentro.
Scaldate la gelatina di albicocche e spennellate la superficie della torta quando sarà tiepida.
Aspettate che sia fredda per spostarla sul piatto di servizio.
....mi spiace averne provato una sola versione, 3 o 4 sarebbe stato meglio .....per Ambra soprattutto!!!! :-)
Questa ricetta partecipa all’MT Challenge di Aprile
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di Vittoria
Devo confessare che io la Torta Frangipane l’ho incontrata un sacco di volte, ma non l’ho mai fatta catalogandola fra le “torte complicate”.
Bisogna preparare ben 2 impasti e poi ogni ricetta che inizia con “montate il burro con lo zucchero” tendo a scartarla per il fastidio di ritrovarmi tutto il burro avvinghiato alle fruste e lo zucchero da un’altra parte. Si, lo so che poi piano piano si amalgamano, ma io questa crema spumosa e soffice non l’ho mai ottenuta. Sarà che la lavoro poco……
Insomma per un motivo o per l’altro l’ho sempre archiviata fra le cose che “un giorno… forse…”
Ma ora non posso più scappare. Ambra de Il Gatto Ghiotto l’ha scelta per la sfida dell MTC di Aprile e quindi TORTA FRANGIPANE SIA!
Urge mettersi un po’ a studiare però..... ........mica si possono inventare versioni a caso!
Le informazioni storiche fornite QUI da Ambra e QUI dal team di Menuturistico sono molto esaurienti e interessanti.
La torta nella sua nascita coinvolge sicuramente l’Italia con la nobile famiglia Frangipani e il profumo di mandole evoca profumi e sapori mediterranei, ma la nascita del dolce nella sua completezza è patrimonio francese e già ci spostiamo a nord.
Io adoro la pasticceria centroeuropea. Francese sicuramente, ma soprattutto quella austriaca che alla corte imperiale raggiunge livelli altissimi.
La pasticceria austriaca fa un grande uso proprio di mandorle ed è molto tempo che desidero provare a fare un caposaldo di questa pasticceria: la Linzertorte, mai fatta sempre per pigrizia, ma assaggiata più volte. E’ la mia torta ideale. Pasta croccante e rustica con le mandorle che donano il loro speciale sapore e marmellata di frutti rossi acidula che bilancia perfettamente il dolce della pasta.
Ecco trovato il filo che attraversa mezza europa per arrivare a realizzare la francesissima torta frangipane on l’anima da linzertorte austriaca. Riuscirà il matrimonio?
Per realizzare la base ho preso spunto dalla ricetta della Linzertorte di Ingrid Kelder che scriveva anni fa sul forum di Cucina Italiana e la crema frangipane è naturalmente quella di Ambra
Per una torta di diametro 26
Pasta frolla Linzer
100 gr farina di mandorle
100 gr farina:metà farina 00 debole e metà di grano saraceno
100 gr zucchero semolato
100 gr burro freddo
1 uovo piccolo
cannella macinata mezzo cucchiaino caffè
chiodo di garofano in polvere un pizzico
sale un pizzico
scorza di limone una grattata
Crema frangipane di Ambra (ho aumentato un po’ le dosi)
140g di farina di mandorle (o mandorle pelate)
140g di burro appena ammorbidito
140g di zucchero semolato
1 uovo + 1 tuorlo
50 g di fecola di patate/maizena - io maizena
2 cucchiai di acqua di fiori d'arancio - io Maraschino
Per completare
1 vasetto di marmellata di lamponi
2 cestini di lamponi freschi
mandorle in scaglie
poca purea di albicocche per lucidare - ehm ehm, io pesche perche avevo quella sottomano, ma albicocche è meglio.
Procedimento:
Pasta frolla: Mischiare le farine, mandorle, zucchero e spezie e fare la fontana. Distribuire il burro a pezzetti e rompere l’uovo nel mezzo. Impastare il meno possibile. Se troppo appiccicoso aggiungere un po’ di farina. Mettere a riposare in frigo un’ora almeno.
Tiratela abbastanza sottile. Rivestite uno stampo diametro 26 con i bordi non troppo bassi, meglio se a cerniera. Coprite con carta da forno e poi fagioli o palline di ceramica e fate cuocere in forno a 180° per 10 min, poi togliete i pesi e cuocete ancora 5 min. Fate intiepidire.
Crema Frangipane: (da Ambra) Montare il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa, aggiungervi l'uovo leggermente sbattuto e l'acqua di fiori di arancio sempre lavorando con lo sbattitore, incorporare la farina di mandorle poco per volta e la fecola (o maizena), continuando a montare.
Farcitura: spalmate tutta la marmellata sul fondo della torta, distribuite sopra i lamponi freschi e ricoprite con la crema frangipane livellandola bene con una spatola. Ricoprite con le mandorle in scaglie e cuocete in forno a 180° per circa mezz’ora finchè non sarà dorata sopra e ancora morbida dentro.
Scaldate la gelatina di albicocche e spennellate la superficie della torta quando sarà tiepida.
Aspettate che sia fredda per spostarla sul piatto di servizio.
....mi spiace averne provato una sola versione, 3 o 4 sarebbe stato meglio .....per Ambra soprattutto!!!! :-)
Questa ricetta partecipa all’MT Challenge di Aprile
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Vitto
giovedì 26 aprile 2012
Quaglia arrosto...
Sottotitolo al post: Cose che le mamme non dovrebbero MAI sapere!!
Eh si....perchè la mia mammotta le quaglie le cucina da sempre e io da sempre mi sono rifiutata anche solo di assaggiarle!
Quindi quando ho visto il contest delle Caramboline ho immediatamente scartato l'idea di partecipare, se non fosse poi che la curiosità (maledetta, quella che mi frega sempre!) ha avuto il sopravvento, così sono andata dal macellaio e ho comprato 1 dico UNA quaglia!
Di seguito la conversazione con la mia Adele quando le ho confessato che non solo avevo cucinato la quaglia, ma l'avevo addirittura mangiata!
-Sai mà che oggi ho cucinato una quaglia?
- da bon? Ta ghe de fa piooof? Ti e mai magià (davvero? Devi far piovere? Non le hai mai mangiate)
- Dai mamma, dovevo farle, l'avevo promesso alle Carambole...e gli ingredienti li ha scelti Sadler, insomma...mica nonna papera (senza nulla togliere a nonna papera), e magari vinco pure una cenetta in un bel ristorante, ci andiamo insieme!!!!
- sa in i Carambul? (cosa sono le Carambole?)
-Sono due amiche che hanno un blog, te l'ho già spiegato... (alza gli occhi al cielo, ormai sa cos'è un blog!)
- si ma quand t'i preparavi mi t'hai mangiavat no, adess basta vun chel sa ciama Sadle... e po chi l'è sto Sadle? (si ma quando te le preparavo io non le mangiavie adesso basta uno che si chiama Sadle...e poi chi è questo Sadle? ) (inizia a sorridere)
-SadleR, mamma, con la R finale.... è un supermegachef stellato, uno che ne sa.... ma ne sa davvero!!!!
- Perchè, mi an so minga? An so cumpagn de Sadle, in 50 ann che fo i quai (perchè, io non ne so? Ne so come Sadle, sono 50 anni che faccio le quaglie)
- E io mi son decisa solo adesso ad assaggiarle, meglio tardi che mai, no?
- si, si, va ben.... alura bruntula pu quant' ai fo (si, si, va bene... allora non brontolare più quando le faccio) (sta ridendo!) Ma ti e fa? (come le hai fatte?) Ta se propi scema! (è il suo modo per dirmi che mi adora!!! ^____^)
e ora ridiamo tutte e due!!!!
Eccola qui, la mia ricettuzza:
Quaglia arrosto con crema di asparagi - mia!
Ingredienti:
1 quaglia pulita
8 asparagi
1 prugna secca denocciolata
1 cucchiaio di pangrattato
2 fette di pancetta arrotolata (affettata dal macellaio a macchina, dello spessore standard affettato)
1 noce di burro chiarificato
8 foglie di salvia
1 bicchiere di vino bianco
sale e pepe q.b.
La quaglia era già pulita, quindi l'ho solo lavata sotto acqua corrente. Ho preparato il ripieno tritando 3 foglie di salvia, la prugna e la pancetta a coltello e mescolando il trito col pangrattato. Ho inserito quindi il ripieno nella pancia della quaglia, ripiegato le zampette e legate con dello spago in modo che non facessero uscire il ripieno.
In una casseruola di alluminio ho fatto sciogliere il burro, aggiunto il resto delle foglie di salvia intere, la quaglia e fatto rosolare un pochino. Ho aggiunto quindi gli asparagi puliti e tagliati a tocchetti piccoli, quindi ho sfumato con il vino bianco e chiuso col coperchio. Dopo 10 minuti ho dato una spolverata di sale e pepe e richiuso. Ho lasciato cucinare per un'altra mezz'ora rigirando la quaglia di tanto in tanto.
A fine cottura ho tolto gli asparagi e li ho frullati senza aggiungere nulla perchè avevano preso il sapore del vino e si erano ben insaporiti con la salvia.
Ho servito la quaglia con due rosti di patate e la salsa di asparagi accanto!
Ora...non è bello fotografare il lato B di certe signore, ma ho fatto uno strappo e da qui si vede il ripieno!
Che dire.... non ho termini di paragone perchè non avevo mai mangiato quaglie prima, ma questa mi è piaciuta! Il ripieno dolce/salato ha dato un tocco in più alla carne e la salsa di asparagi era davvero gustosa!
Piatto promosso anche dalle belve, quindi direi che io la mia personalissima prova l'ho superata!
Con questa ricetta partecipo al contest di Sonia e Simona: la sfida del due
Partecipo anche al contest di cucchiaio e pentolone: ricette ripiene
Buona giornata
Paola
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Eh si....perchè la mia mammotta le quaglie le cucina da sempre e io da sempre mi sono rifiutata anche solo di assaggiarle!
Quindi quando ho visto il contest delle Caramboline ho immediatamente scartato l'idea di partecipare, se non fosse poi che la curiosità (maledetta, quella che mi frega sempre!) ha avuto il sopravvento, così sono andata dal macellaio e ho comprato 1 dico UNA quaglia!
Di seguito la conversazione con la mia Adele quando le ho confessato che non solo avevo cucinato la quaglia, ma l'avevo addirittura mangiata!
-Sai mà che oggi ho cucinato una quaglia?
- da bon? Ta ghe de fa piooof? Ti e mai magià (davvero? Devi far piovere? Non le hai mai mangiate)
- Dai mamma, dovevo farle, l'avevo promesso alle Carambole...e gli ingredienti li ha scelti Sadler, insomma...mica nonna papera (senza nulla togliere a nonna papera), e magari vinco pure una cenetta in un bel ristorante, ci andiamo insieme!!!!
- sa in i Carambul? (cosa sono le Carambole?)
-Sono due amiche che hanno un blog, te l'ho già spiegato... (alza gli occhi al cielo, ormai sa cos'è un blog!)
- si ma quand t'i preparavi mi t'hai mangiavat no, adess basta vun chel sa ciama Sadle... e po chi l'è sto Sadle? (si ma quando te le preparavo io non le mangiavi
-SadleR, mamma, con la R finale.... è un supermegachef stellato, uno che ne sa.... ma ne sa davvero!!!!
- Perchè, mi an so minga? An so cumpagn de Sadle, in 50 ann che fo i quai (perchè, io non ne so? Ne so come Sadle, sono 50 anni che faccio le quaglie)
- E io mi son decisa solo adesso ad assaggiarle, meglio tardi che mai, no?
- si, si, va ben.... alura bruntula pu quant' ai fo (si, si, va bene... allora non brontolare più quando le faccio) (sta ridendo!) Ma ti e fa? (come le hai fatte?) Ta se propi scema! (è il suo modo per dirmi che mi adora!!! ^____^)
e ora ridiamo tutte e due!!!!
Eccola qui, la mia ricettuzza:
Quaglia arrosto con crema di asparagi - mia!
Ingredienti:
1 quaglia pulita
8 asparagi
1 prugna secca denocciolata
1 cucchiaio di pangrattato
2 fette di pancetta arrotolata (affettata dal macellaio a macchina, dello spessore standard affettato)
1 noce di burro chiarificato
8 foglie di salvia
1 bicchiere di vino bianco
sale e pepe q.b.
La quaglia era già pulita, quindi l'ho solo lavata sotto acqua corrente. Ho preparato il ripieno tritando 3 foglie di salvia, la prugna e la pancetta a coltello e mescolando il trito col pangrattato. Ho inserito quindi il ripieno nella pancia della quaglia, ripiegato le zampette e legate con dello spago in modo che non facessero uscire il ripieno.
In una casseruola di alluminio ho fatto sciogliere il burro, aggiunto il resto delle foglie di salvia intere, la quaglia e fatto rosolare un pochino. Ho aggiunto quindi gli asparagi puliti e tagliati a tocchetti piccoli, quindi ho sfumato con il vino bianco e chiuso col coperchio. Dopo 10 minuti ho dato una spolverata di sale e pepe e richiuso. Ho lasciato cucinare per un'altra mezz'ora rigirando la quaglia di tanto in tanto.
A fine cottura ho tolto gli asparagi e li ho frullati senza aggiungere nulla perchè avevano preso il sapore del vino e si erano ben insaporiti con la salvia.
Ho servito la quaglia con due rosti di patate e la salsa di asparagi accanto!
Ora...non è bello fotografare il lato B di certe signore, ma ho fatto uno strappo e da qui si vede il ripieno!
Che dire.... non ho termini di paragone perchè non avevo mai mangiato quaglie prima, ma questa mi è piaciuta! Il ripieno dolce/salato ha dato un tocco in più alla carne e la salsa di asparagi era davvero gustosa!
Piatto promosso anche dalle belve, quindi direi che io la mia personalissima prova l'ho superata!
Con questa ricetta partecipo al contest di Sonia e Simona: la sfida del due
Partecipo anche al contest di cucchiaio e pentolone: ricette ripiene
Buona giornata
Paola
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martedì 24 aprile 2012
La torta Dobos
L'occasione per preparare questa meraviglia è stata la cena a tema gulash, organizzata da un ragazzo ungherese compagno di pallanuoto di mio figlio. Non potevo tirarmi indietro davanti a questa sfida: torta impegnativa e laboriosa ma non difficile. La soddisfazione è stata la sorpresa dei ragazzi ungheresi, presenti alla cena, che non si aspettavano di trovare a tavola un dolce della loro terra. A volte basta davvero poco...
La ricetta è dell'amica Alessandra di Menùturistico che ringrazio di cuore per questa meraviglia. Purtroppo non ho la foto della fetta, mio figlio ha scordato di farla.
Nadia
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La ricetta è dell'amica Alessandra di Menùturistico che ringrazio di cuore per questa meraviglia. Purtroppo non ho la foto della fetta, mio figlio ha scordato di farla.
Torta Dobos
Per nove strati (tortiera da 24 cm di diametro)
150 g di farina 00 setacciata
150 g di zucchero semolato
10 tuorli
10 albumi
la scorza di un limone grattugiata
il succo di mezzo limone (anche meno)
mezzo bicchierino di rum
un pizzico di sale
burro per ungere
Se volete aggiungere il burro, calcolate 10 g di burro fuso per ogni uovo: quindi, un etto, tondo tondo.
per la crema
3 hg di ottimo cioccolato fondente, al 70% di cacao
250 g di ottimo burro, a temperatura ambiente
250 g di panna da montare
4 uova
250 g di zucchero
per il caramello
150 g di zucchero
burro, nocciole e graniglia di nocciole per decorare
Preparare le basi: montare i tuorli con lo zucchero e un pizzico di sale fino a quando non sono triplicati di volume. Aggiungere la farina setacciata in tre tempi, la scorza del limone, il succo e il rum. Per ultimo aggiungere gli albumi montati a neve. Imburrare e foderare con carta forno gli stampi. Io ne ho usato 4 usa e getta come suggerisce Alessandra. Per calcolare dosi precise ho pesato l'impasto e diviso per 9, calcolando più o meno a quanti mestolini di composto corrispondessero. Riempiti gli stampi cuocere due teglie alla volta a 180°/190° per circa 8'. Le basi non devono colorire troppo, appena dorate. Farle raffreddare separate da fogli di carta forno.
Preparare la crema al burro.
Sciogliere il cioccolato a bagnomaria.
Montare le uova con lo zucchero. Ho preferito, per sicurezza, con metà zucchero e un poco d'acqua, fare uno sciroppo portando la temperatura a 121° sul fornello. Mentre i tuorli montavano con il restante zucchero ho unito lo sciroppo a filo e continuato a montare fino al raffreddamento. A questo punto unire il burro, poco alla volta, sempre montando e la panna non montata. Alla fine aggiungere il cioccolato fuso tiepido.
Montare la torta direttamente sul piatto di servizio coperto da un foglio di carta forno diviso a metà e con i lembi leggermente sovrapposti.
Mettere sulla carta forno il primo disco di pasta e coprirlo con parte della crema stendendola con una spatola. Proseguire con gli altri dischi sempre allo stessa maniera, tenendo da parte l'ultimo disco di pasta e una parte di crema per la decorazione.
Spalmare completamente la torta con la crema tenuta da parte e applicare la granella di nocciole ai lati della torta aiutandosi con una spatola.
Preparare il caramello sciogliendo sul fuoco lo zucchero con due o tre cucchiai di acqua, quando sarà pronto, togliere dal fuoco ed aggiungere una noce di burro. Versare velocemente il caramello sull'ultimo disco di pasta, in modo che se ne rivesta completamente. Prima che il caramello indurisca, tagliare con un grosso coltello da cucina, con la lama unta d'olio, il disco caramellato in 8 parti. Disporre i triangoli sull'ultimo strato di torta coperto di crema, posizionando una nocciola sotto ogni spicchio per tenerlo sollevato. Porre in frigorifero fino al servizio.
Nadia
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lunedì 23 aprile 2012
X-Kitchen, il quarto enigma di aprile
Buongiorno amiche di X-Kitchen,
benvenute a una nuova puntata del nostro concorso a premi dedicato ai misteri e alla storia della cucina. Cominciamo dalla soluzione dell'ultimo enigma, che vi ha fatto arrovellare un bel po'.
Soluzione: Il misterioso interlocutore è il compositore austriaco Johann Strauss figlio, detto il Re del valzer. Se le sue musiche sonoancora note a tutti, ai suoi tempi fu una vera celebrità, paragonabile
a una rockstar di oggi. Suonò in tutto il mondo e ogni sua composizione divenne un grande successo, compresa la "Cotolekt polka" che dedicò al suo piatto preferito. Strauss apprezzava la Wiener Schnitzel, carne cotta con la farina e pangrattato ma senza uovo, ma si esaltò addirittura quando a Milano conobbe la cotoletta originale "copiata" dagli occupanti austriaci. Purtroppo lo spartito venne bruciato per errore poco dopo la sua morte e oggi se ne sono perse le tracce. Non conosceremo mai le note della "Cotoloekt Polka", ma possiamo sempre consolarci con una dorata e profumata cotoletta alla milanese!
Brava Antonella Pistocchi da Novara che ha risolto il mistero prima di tutti. E adesso via al nuovo quiz.
Avevamo una sola cosa in comune il mio vecchio professore del liceo e io: l'amore per la buona tavola. Spesso, dopo la scuola, sedeva da solo a un tavolino della trattoria del Corso, il giornale piegato in
quattro in una mano, la forchetta sospesa in aria nell'altra, in attesa del piatto del giorno. Il figlio del padrone era un suo alunno.
Più scappellotti e brutti voti rimediava in aula, più si vendicava in trattoria: gli faceva le smorfie alle spalle, gli serviva un piatto vuoto, lo spettinava con il tovagliolo fingendo di volerlo aiutare...
Finché il vecchio prof non si stufò e un giorno al momento di ordinare intimò al giovane:
- Portami subito un Crispus Perexutus Saganaki! E mi raccomando che sia di Perna, e non di Petaso!
Il ragazzo naturalmente non capì un acca e sbagliò ordinazione. E quando il cliente si lamentò del servizio ricevuto, dal padre prese il resto. Eppure il mio professore aveva ordinato un piatto semplice.
Sapreste dirmi quale?
Prima di salutarvi, vi ricordo che ogni concorrente deve mandare la risposta (o le risposte, se vuole fare più tentativi) con una e-mail privata all'indirizzo scuoladicucina@viadelborgo.it, e subito dopo mettere un commento (basterà un "Fatto!", un "Ciao" ma senza mai svelare la soluzione data) sul profilo facebook di Via del Gusto, e cliccare "Mi piace". In questo modo certificherà pubblicamente l'orario in cui è arrivata la risposta.
Buona giornata
Italia
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benvenute a una nuova puntata del nostro concorso a premi dedicato ai misteri e alla storia della cucina. Cominciamo dalla soluzione dell'ultimo enigma, che vi ha fatto arrovellare un bel po'.
Soluzione: Il misterioso interlocutore è il compositore austriaco Johann Strauss figlio, detto il Re del valzer. Se le sue musiche sonoancora note a tutti, ai suoi tempi fu una vera celebrità, paragonabile
a una rockstar di oggi. Suonò in tutto il mondo e ogni sua composizione divenne un grande successo, compresa la "Cotolekt polka" che dedicò al suo piatto preferito. Strauss apprezzava la Wiener Schnitzel, carne cotta con la farina e pangrattato ma senza uovo, ma si esaltò addirittura quando a Milano conobbe la cotoletta originale "copiata" dagli occupanti austriaci. Purtroppo lo spartito venne bruciato per errore poco dopo la sua morte e oggi se ne sono perse le tracce. Non conosceremo mai le note della "Cotoloekt Polka", ma possiamo sempre consolarci con una dorata e profumata cotoletta alla milanese!
Brava Antonella Pistocchi da Novara che ha risolto il mistero prima di tutti. E adesso via al nuovo quiz.
Avevamo una sola cosa in comune il mio vecchio professore del liceo e io: l'amore per la buona tavola. Spesso, dopo la scuola, sedeva da solo a un tavolino della trattoria del Corso, il giornale piegato in
quattro in una mano, la forchetta sospesa in aria nell'altra, in attesa del piatto del giorno. Il figlio del padrone era un suo alunno.
Più scappellotti e brutti voti rimediava in aula, più si vendicava in trattoria: gli faceva le smorfie alle spalle, gli serviva un piatto vuoto, lo spettinava con il tovagliolo fingendo di volerlo aiutare...
Finché il vecchio prof non si stufò e un giorno al momento di ordinare intimò al giovane:
- Portami subito un Crispus Perexutus Saganaki! E mi raccomando che sia di Perna, e non di Petaso!
Il ragazzo naturalmente non capì un acca e sbagliò ordinazione. E quando il cliente si lamentò del servizio ricevuto, dal padre prese il resto. Eppure il mio professore aveva ordinato un piatto semplice.
Sapreste dirmi quale?
Prima di salutarvi, vi ricordo che ogni concorrente deve mandare la risposta (o le risposte, se vuole fare più tentativi) con una e-mail privata all'indirizzo scuoladicucina@viadelborgo.it, e subito dopo mettere un commento (basterà un "Fatto!", un "Ciao" ma senza mai svelare la soluzione data) sul profilo facebook di Via del Gusto, e cliccare "Mi piace". In questo modo certificherà pubblicamente l'orario in cui è arrivata la risposta.
Buona giornata
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giovedì 19 aprile 2012
I biscotti del lagaccio e incontri bizzarri qua e là!
Sono davanti allo scaffale delle uova, indecisa se prendere la confezione da 6 o quella doppia e mi si avvicina una vecchina tutta arzilla chiedendomi se non c'era la confezione da 2!
"Ma no signora, che è tutto imballo e poca sostanza, prenda almeno quella da 4...."
" E ma 4 son troppe.....non posso esagerare"
"Ma si dai.... tanto le rimangono un pò in frigo e se una settimana esagera, la settimana dopo non ne mangia!"
"Ahaaaa si...devo anche fare il polpettone..."
"Ecco, ha visto, allora 2 non le bastano"
"Si, ha ragione.... e poi sa cosa faccio con gli albumi??? Faccio la maschera per il viso!"
"Ah si???" (e stavo sorridendo, non per schernire, la signora era troppo carina)
"Eh si.... (pausa...mi guarda... sorride) però ho iniziato tardi!!!!"
Ci siamo fatte una risata! In realtà è stata così tenera che l'avrei abbracciata e ovviamente le ho detto che era bella così! Fantastica!
Poi esco dal super... diluvia! Spingo il carrello verso la macchina cercando di coprire la spesa, davanti a me una coppia di anziani, lui tiene l'ombrello.... devono essere arrivati alla loro macchina perchè vedo che lui accenna a chiudere l'ombrello e poi si gira e lo squote per bene.... tutto addosso a me!!!! Fantastico??? Mmmm...no!!!
Fantastici invece questi biscotti! Io adoro l'anice e mi piacciono i biscotti da sgranocchiare, questi sono perfetti!!!
Li avevo visti da Federica e subito li ho fatti! Qui di seguito la ricetta con le dosi che ho usato io e il procedimento di Federica.
Biscotti del lagaccio
Ingredienti:
225 gr di farina manitoba
225 gr di farina 00
120 gr di lievito madre (già rinfrescato un paio di volte e maturo)
200 gr di acqua (io 180 perchè uso il lievito liquido)
120 gr di zucchero
120 gr di burro
8 gr di semi di anice
1 cucchiaio di miele (io di Fiori di Campo Rigoni di Asiago)
8 gr di sale
Setacciare insieme le farine.
Sciogliere bene 50gr di zucchero in 70gr di acqua.
Sciogliere nella ciotola dell’impastatrice i restanti 70gr di zucchero in 100gr di acqua, insieme al lievito madre rinfrescato e maturo.
Quando il lievito madre sarà quasi sciolto, inserire il gancio K e aggiungere poca farina, sufficiente ad ottenere un impasto consistente ma ancora molto morbido e, sempre continuando ad impastare, alternare l'acqua con lo zucchero al resto della farina (tenerne da parte 2-3 cucchiai).
Quando l'impasto avrà preso consistenza, aggiungere i restanti 10gr di acqua e subito dopo il sale, seguito dalla farina tenuta da parte.
Impastare fino a che l'impasto si presenterà liscio e incordato.
Sostituire il gancio K con quello a uncino, aggiungere il miele, inserendolo poco alla volta, poi unire il burro morbido in più riprese, fino ad esaurimento e facendo attenzione a che l'impasto non perda l'incordatura.
Ribaltare di tanto in tanto.
Infine aggiungere i semini di anice e lavorare quel poco che basta a distribuirli.
Lasciar lievitare l'impasto per circa 45 minuti coperto con pellicola, formare dei filoncini (io ne ho fatti 4) e porli a lievitare su una placca foderata di carta forno fino al raddoppio (io li ho lasciati nel forno spento con la lampadina accesa per tutta la notte, circa 12 ore).
Infornare a 190°C per circa 30 minuti, fino a che i filoncini risulteranno dorati.
Sfornare e lasciar raffreddare bene, anche fino a 12 ore, quindi tagliare i biscotti in diagonale (a fetta di salame) e rimettere a tostare in forno a 150°C girandoli almeno una volta, fino a che perderanno tutta l'umidità e risulteranno ben asciutti (io li ho lasciti circa un'ora, girandoli 3-4 volte).
Ps. Oggi e' il compleanno della mia Flo, la mia amica argentina che vive in Australia! E anche se non leggera' questo post voglio dirle: Ti voglio bene!!!! Buon compleanno!
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"Ma no signora, che è tutto imballo e poca sostanza, prenda almeno quella da 4...."
" E ma 4 son troppe.....non posso esagerare"
"Ma si dai.... tanto le rimangono un pò in frigo e se una settimana esagera, la settimana dopo non ne mangia!"
"Ahaaaa si...devo anche fare il polpettone..."
"Ecco, ha visto, allora 2 non le bastano"
"Si, ha ragione.... e poi sa cosa faccio con gli albumi??? Faccio la maschera per il viso!"
"Ah si???" (e stavo sorridendo, non per schernire, la signora era troppo carina)
"Eh si.... (pausa...mi guarda... sorride) però ho iniziato tardi!!!!"
Ci siamo fatte una risata! In realtà è stata così tenera che l'avrei abbracciata e ovviamente le ho detto che era bella così! Fantastica!
Poi esco dal super... diluvia! Spingo il carrello verso la macchina cercando di coprire la spesa, davanti a me una coppia di anziani, lui tiene l'ombrello.... devono essere arrivati alla loro macchina perchè vedo che lui accenna a chiudere l'ombrello e poi si gira e lo squote per bene.... tutto addosso a me!!!! Fantastico??? Mmmm...no!!!
Li avevo visti da Federica e subito li ho fatti! Qui di seguito la ricetta con le dosi che ho usato io e il procedimento di Federica.
Biscotti del lagaccio
Ingredienti:
225 gr di farina manitoba
225 gr di farina 00
120 gr di lievito madre (già rinfrescato un paio di volte e maturo)
200 gr di acqua (io 180 perchè uso il lievito liquido)
120 gr di zucchero
120 gr di burro
8 gr di semi di anice
1 cucchiaio di miele (io di Fiori di Campo Rigoni di Asiago)
8 gr di sale
Setacciare insieme le farine.
Sciogliere bene 50gr di zucchero in 70gr di acqua.
Sciogliere nella ciotola dell’impastatrice i restanti 70gr di zucchero in 100gr di acqua, insieme al lievito madre rinfrescato e maturo.
Quando il lievito madre sarà quasi sciolto, inserire il gancio K e aggiungere poca farina, sufficiente ad ottenere un impasto consistente ma ancora molto morbido e, sempre continuando ad impastare, alternare l'acqua con lo zucchero al resto della farina (tenerne da parte 2-3 cucchiai).
Quando l'impasto avrà preso consistenza, aggiungere i restanti 10gr di acqua e subito dopo il sale, seguito dalla farina tenuta da parte.
Impastare fino a che l'impasto si presenterà liscio e incordato.
Sostituire il gancio K con quello a uncino, aggiungere il miele, inserendolo poco alla volta, poi unire il burro morbido in più riprese, fino ad esaurimento e facendo attenzione a che l'impasto non perda l'incordatura.
Ribaltare di tanto in tanto.
Infine aggiungere i semini di anice e lavorare quel poco che basta a distribuirli.
Lasciar lievitare l'impasto per circa 45 minuti coperto con pellicola, formare dei filoncini (io ne ho fatti 4) e porli a lievitare su una placca foderata di carta forno fino al raddoppio (io li ho lasciati nel forno spento con la lampadina accesa per tutta la notte, circa 12 ore).
Infornare a 190°C per circa 30 minuti, fino a che i filoncini risulteranno dorati.
Sfornare e lasciar raffreddare bene, anche fino a 12 ore, quindi tagliare i biscotti in diagonale (a fetta di salame) e rimettere a tostare in forno a 150°C girandoli almeno una volta, fino a che perderanno tutta l'umidità e risulteranno ben asciutti (io li ho lasciti circa un'ora, girandoli 3-4 volte).
Buona giornata
Paola
Ps. Oggi e' il compleanno della mia Flo, la mia amica argentina che vive in Australia! E anche se non leggera' questo post voglio dirle: Ti voglio bene!!!! Buon compleanno!
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martedì 17 aprile 2012
X-Kitchen, il terzo enigma di aprile
Con un po' di ritardo X-Kitchen riapre le porte: buongiorno a tutti voi ma soprattutto a Carlotta Negro, la più veloce a dare la soluzione dell'enigma della scorsa settimana. Che vado subito a svelare.
Soluzione: il Dottore, come ogni seduttore, non si vergogna di ricorrere a qualche bieco trucchetto. Per vincere la scommessa usa un uovo crudo e un uovo sodo. Quest'ultimo ruota molto più a lungo
dell'altro per la seconda legge di Newton, secondo cui un corpo tende a restare nel suo stato se non intervengono cause esterne a modificare tale stato: la parte interna dell'uovo crudo, infatti, è legata solo debolmente al guscio a cui si imprime la rotazione e per questo tende a rimanere fermo. Ma per la stessa legge della fisica, se si ferma per un secondo con la mano la rotazione delle due uova, l'uovo sodo si fermerà all'istante mentre quello crudo (di cui si è bloccato solo il guscio e non la parte interna) si rimetterà in lento movimento. Quanto basta per ingannare la povera giovane protagonista della storia, ma non voi, che a questo punto sarete pronte per un nuovo giallo da risolvere.
La voce di quest'uomo dallo sguardo allucinato, la barba lunga e la parlata incerta, sembra arrivare dalla penombra della sua camera. La voce è impastata, trascinata, come di chi si risveglia da una lunga
sbornia. Ma invece di non ricordare niente, come capita in queste occasioni, lui ricorda tutto.
"Se avessi ascoltato mio padre a quest'ora sarei un grasso banchiere con le chiappe flaccide su una grossa poltrona con vista sulla Borsa. Ma per fortuna vostra non l'ho fatto".
Già, per fortuna.
"Puoi dirlo forte. Ho seguito la mia passione per la musica e sono diventato una star. Nel mio genere, per tutti sono il Re". Com'è quel detto? "Il re è morto".
"Pochi anni prima di andarmene, un sondaggio ha stabilito che ero il personaggio più famoso dopo la regina e il primo ministro. Sai che soddisfazione... Preferisco ricordare le tourné, interminabili, in tutto il mondo, gli applausi a ogni concerto, e una collezione di successi pari solo a quella dei Beatles. Non c'è ragazza o ragazzo della mia epoca che non abbia ballato e sognato sulle note della mia
musica. Certo non mi sono fatto mancare niente, ho sempre avuto un appetito robusto, non so se mi spiego... Tre mogli, ho avuto, ma più di tutte ho amato Olga".
Ma siamo qui a parlare per un altro tipo di appetito, no?
"Giusto! Divagavo. E' vero, amo la buona tavola... La carne, soprattutto. Una vostra specialità, in particolare, è stata la mia passione. La mangiavo anche altrove, naturalmente, ma solo in Italia
ha quel sapore unico... Ogni volta che passavo per Milano non mancavo di assaggiarne in quantità. Amore vero, tanto che le ho dedicato uno dei miei successi, come si fa con le belle ragazze che ti stregano il cuore. E sai la cosa più buffa? Dopo la mia morte lo spartito è andato bruciato e quella musica si è persa per sempre".
Giusto, signor... signor... Che strano, ho dimenticato il suo nome.
Ma forse tra le nostre lettrici c'è chi ha capito chi è lei, e qual è la specialità a cui si riferisce.
Prima di salutarvi, vi ricordo che ogni concorrente deve mandare la risposta (o le risposte, se vuole fare più tentativi) con una e-mail privata all'indirizzo scuoladicucina@viadelborgo.it, e subito dopo mettere un commento (basterà un "Fatto!", un "Ciao" ma senza mai svelare la soluzione data) sul profilo facebook di Via del Gusto, e cliccare "Mi piace". In questo modo certificherà pubblicamente l'orario in cui è arrivata la risposta.
Buona giornata
Italia
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Soluzione: il Dottore, come ogni seduttore, non si vergogna di ricorrere a qualche bieco trucchetto. Per vincere la scommessa usa un uovo crudo e un uovo sodo. Quest'ultimo ruota molto più a lungo
dell'altro per la seconda legge di Newton, secondo cui un corpo tende a restare nel suo stato se non intervengono cause esterne a modificare tale stato: la parte interna dell'uovo crudo, infatti, è legata solo debolmente al guscio a cui si imprime la rotazione e per questo tende a rimanere fermo. Ma per la stessa legge della fisica, se si ferma per un secondo con la mano la rotazione delle due uova, l'uovo sodo si fermerà all'istante mentre quello crudo (di cui si è bloccato solo il guscio e non la parte interna) si rimetterà in lento movimento. Quanto basta per ingannare la povera giovane protagonista della storia, ma non voi, che a questo punto sarete pronte per un nuovo giallo da risolvere.
La voce di quest'uomo dallo sguardo allucinato, la barba lunga e la parlata incerta, sembra arrivare dalla penombra della sua camera. La voce è impastata, trascinata, come di chi si risveglia da una lunga
sbornia. Ma invece di non ricordare niente, come capita in queste occasioni, lui ricorda tutto.
"Se avessi ascoltato mio padre a quest'ora sarei un grasso banchiere con le chiappe flaccide su una grossa poltrona con vista sulla Borsa. Ma per fortuna vostra non l'ho fatto".
Già, per fortuna.
"Puoi dirlo forte. Ho seguito la mia passione per la musica e sono diventato una star. Nel mio genere, per tutti sono il Re". Com'è quel detto? "Il re è morto".
"Pochi anni prima di andarmene, un sondaggio ha stabilito che ero il personaggio più famoso dopo la regina e il primo ministro. Sai che soddisfazione... Preferisco ricordare le tourné, interminabili, in tutto il mondo, gli applausi a ogni concerto, e una collezione di successi pari solo a quella dei Beatles. Non c'è ragazza o ragazzo della mia epoca che non abbia ballato e sognato sulle note della mia
musica. Certo non mi sono fatto mancare niente, ho sempre avuto un appetito robusto, non so se mi spiego... Tre mogli, ho avuto, ma più di tutte ho amato Olga".
Ma siamo qui a parlare per un altro tipo di appetito, no?
"Giusto! Divagavo. E' vero, amo la buona tavola... La carne, soprattutto. Una vostra specialità, in particolare, è stata la mia passione. La mangiavo anche altrove, naturalmente, ma solo in Italia
ha quel sapore unico... Ogni volta che passavo per Milano non mancavo di assaggiarne in quantità. Amore vero, tanto che le ho dedicato uno dei miei successi, come si fa con le belle ragazze che ti stregano il cuore. E sai la cosa più buffa? Dopo la mia morte lo spartito è andato bruciato e quella musica si è persa per sempre".
Giusto, signor... signor... Che strano, ho dimenticato il suo nome.
Ma forse tra le nostre lettrici c'è chi ha capito chi è lei, e qual è la specialità a cui si riferisce.
Prima di salutarvi, vi ricordo che ogni concorrente deve mandare la risposta (o le risposte, se vuole fare più tentativi) con una e-mail privata all'indirizzo scuoladicucina@viadelborgo.it, e subito dopo mettere un commento (basterà un "Fatto!", un "Ciao" ma senza mai svelare la soluzione data) sul profilo facebook di Via del Gusto, e cliccare "Mi piace". In questo modo certificherà pubblicamente l'orario in cui è arrivata la risposta.
Buona giornata
Italia
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X-KITCHEN
lunedì 16 aprile 2012
La mia frangipane e un piccolo rinvio!
Comunicazione a tutti gli affezionati di X-Kitchen: a causa di un piccolo intoppo posticipiamo l'uscita del nuovo enigma di aprile. Ma arriva, eh!!!!
Per prima cosa far bollire i carciofi in acqua con lo zucchero e il limen tagliato a fette. Quando sono cotti sclarli e lasciarli raffreddare. Aggiungere quindi i canditi a dadini e mescolare bene per amalgamare il tutto.
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E cosi' ne approfitto per non fare la figura di quella che arriva sempre all'ultimo momento e zac.... ti pubblico la mia frangipane per l'MTC!
Quando ho visto l'argomento della sfida di questo mese ho gioito.... eccerto, perche' quando tra le ipotesi si era affacciato un "macarones" mi son sentita male.... la frangipane invece l'avevo gia' preparata e mooooolto apprezzata!
(Apro una parentesi: riuscireste ad indovinare gli ingredienti solo guardando le foto????? Senza barare eh!!!!)
E pian piano mi si e' accesa un'idea in testa, che ho cercato di accantonare, davvero...ci ho provato.... ma lei era li e non permetteva a nessun'altra idea di diventare allenttante e cosi' ho deciso di assecondarla e di certo stavolta mi becco il premio per l'idea piu' bizzarra (diciamo cosi') in concorso! ^____^
Crostata frangipane ai carciofi - mia!
Per la frolla (ricetta di Ambra)
200 g di farina 00 (debole)
100 g di zucchero semolato
100 g di burro
1 uovo
1 pizzico di sale
la scorza grattugiata di mezza arancia (io 1 limone)
Per il ripieno:
300 gr di carciofi (io surgelati per gli ovvi motivi di cui vi ho parlato qui)
80 gr di arancia candita
3 lt di acqua
150 gr di zucchero
1 limone
Per la crema frangipane:
100 g di farina di mandorle (o mandorle pelate)
100 g di burro appena ammorbidito
100 g di zucchero semolato
1 uovo
30g di fecola di patate/maizena
1 cucchiaio di acqua di fiori d'arancio (facoltativa)(io aroma agli agrumi)
Per prima cosa far bollire i carciofi in acqua con lo zucchero e il limen tagliato a fette. Quando sono cotti sclarli e lasciarli raffreddare. Aggiungere quindi i canditi a dadini e mescolare bene per amalgamare il tutto.
Preparare la frolla: io ho messo tutto nel Ken, prima il burro con la farina, lo zucchero e il sale, quindi ho aggiunto l'uovo e la scorza del limone. Fatta una palla, avvolta in pellicola e messa in frigo a riposare.
Quindi sono andata dalla mia Adele a bermi un buon caffe' e la frolla ha riposata almeno un'ora!
Stendere la frolla sottile, rivestire una tortiera con lo stampo amovibile, bucherellarla con i rebbi di una forchetta e cuocere in bianco; io ho messo sulla frolla un foglio di cartaforno e ho appoggiato poi una teglia leggermente piu' piccola, cosi da non far gonfiare la frolla in cottura. Forno a 170 gradi, 10 minuti coperta e poi 5 minuti scoperta.
Nel frattempoho preparato la frangipane: tritato le mandorle (non avevo la farina) e aggiunte al burro montato con lo zucchero, quindi l'uovo, l'aroma e la fecola.
Tolta la frolla dal forno ho cosparso la superficie con i carciofi e canditi, spalmato la crema frangipane sopra, buttata una manciata di mandorle a lamelle e di nuovo in forno per circa 30 minuti.
Credetemi.... la crostata e' ottima! Stasera la sottoporro' anche al giudizio del SignorNo e domani vi aggiornero' in merito!
E con questa ricetta partecipo al MTC di aprile!
Aggiornamento, come promesso: il SignorNo ha suonato alla porta riportandomi il piattino VUOTO e alla mia domanda "allora, com'era?" ha esclamato un "Fantastica! Ma davvero buonissima!!!... ne hai ancora???" che mi ha strappato un gran sorriso! Sono felice!!!!!!
Buona giornata!
Buona giornata!
Paola
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domenica 15 aprile 2012
Di gelati, incontri e nuove amicizie!
Era giovedì... l'unico giorno di tregua da questa pioggia incessante e dal freddo! Vabbè...non che ci fossero 20 gradi, eh.... però un timido 14 era una manna in confronto ai 6 delle giornate precedenti...
Quindi non ci poteva essere giorno migliore per partecipare ad un evento organizzato da Carte d'Or per promuovere i suoi gelati!
Sono stata accolta dalla gentilissima Micol che mi ha fatto compagnia per tutta la mattinata, illustrandomi la nuova gamma di gusti appena usciti, e presentandomi man mano le altre blogger invitate! Così ho conosciuto Luciana di Cucina e gianduia, carinissima, un pò intimidita, ma davvero simpatica!
Ho avuto la possibilità di conoscere personalmente anche Alessia di Timo e Maggiorana, che seguo da tanto ma non avevo mai incontrato; anche lei davvero simpatica, con un viso solare e un sorriso raggiante!
E poi ho incontrato la madrina di questo evento: Benedetta Parodi! Che è proprio come la vedi in tv, bella e sorridente, ma soprattutto semplice e disponibile, per niente sostenuta... mi è davvero piaciuta moltissimo!
Insieme abbiamo preparato due desser, un tartufo e un biscotto gelato che ognuna di noi ha poi personalizzato seguendo il proprio gusto utilizzando la gamma di topping Carte d'Or...io mi sono innamorata del Topping Crunchy, una salsa al caramello che solidifica a contatto col gelato e diventa croccante.... una cosa esagerataaaa!!!!!
Una mattinata davvero divertente e golosa....
Un grazie grandissimo a Micol per avermi dato questa possibilità!
Un abbraccio
Paola
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Quindi non ci poteva essere giorno migliore per partecipare ad un evento organizzato da Carte d'Or per promuovere i suoi gelati!
Sono stata accolta dalla gentilissima Micol che mi ha fatto compagnia per tutta la mattinata, illustrandomi la nuova gamma di gusti appena usciti, e presentandomi man mano le altre blogger invitate! Così ho conosciuto Luciana di Cucina e gianduia, carinissima, un pò intimidita, ma davvero simpatica!
Ho avuto la possibilità di conoscere personalmente anche Alessia di Timo e Maggiorana, che seguo da tanto ma non avevo mai incontrato; anche lei davvero simpatica, con un viso solare e un sorriso raggiante!
E poi ho incontrato la madrina di questo evento: Benedetta Parodi! Che è proprio come la vedi in tv, bella e sorridente, ma soprattutto semplice e disponibile, per niente sostenuta... mi è davvero piaciuta moltissimo!
Insieme abbiamo preparato due desser, un tartufo e un biscotto gelato che ognuna di noi ha poi personalizzato seguendo il proprio gusto utilizzando la gamma di topping Carte d'Or...io mi sono innamorata del Topping Crunchy, una salsa al caramello che solidifica a contatto col gelato e diventa croccante.... una cosa esagerataaaa!!!!!
Una mattinata davvero divertente e golosa....
Un grazie grandissimo a Micol per avermi dato questa possibilità!
Un abbraccio
Paola
sabato 14 aprile 2012
Riso rosso agli asparagi su crema di gorgonzola
Lo dico sempre che gironzolando tra i blog c'e' sempre qualche tentazione in agguato e Oscar Wilde non disse: "posso resistere a tutto, tranne che alle tentazioni" ??? ecco... anche io!
Stavolta pero' e' tutta colpa di Francesca e del suo contest: Metti una sera a cena.
Si tratta di preparare un menu', dall'antipasto al dolce e cucinarlo a 4 o 8 mani seguendo un qualsiasi filo conduttore!
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Stavolta pero' e' tutta colpa di Francesca e del suo contest: Metti una sera a cena.
Si tratta di preparare un menu', dall'antipasto al dolce e cucinarlo a 4 o 8 mani seguendo un qualsiasi filo conduttore!
E si che ero quasi riuscita a disintossicarmi dalle "cene a tema" con mio fratello e le mie sorelle....ma l'ho visto e' non sono piu' riuscita a togliermelo dalla testa! Mi piaceva l'idea di avere delle alleate e cucinare insieme anche se a distanza.... idea contorta, ma il succo e' questo. Per fortuna ho delle amiche pazzoidi come me su cui posso contare, cosi' ho raccontato a Chiara-Kika il tutto e lei con entusiasmo ha accettato.
Quale tema seguire per il nostro menu'? Lei si lancia sulle erbe...ma io non sono ferratissima (e sto usando un eufemismo!), cosi' rilancio "e se usassimo le canzoni dello Zecchino d'oro e facciamo un menu' d'oro zecchino???" ( e gia' ridevoooooo....) E cosi' e' stata! In piu' abbiamo trovato Mari e Cinzia che si sono lasciate coinvolgere con lo stesso slancio.... e che risate (ancora) ci siamo fatte nei nostri scambi di mail!!!!!
Chiara super efficiente ci ha mandato un elenco infinito di testi da cui potevamo prendere spunto, cosi' ognuna ha scelto un piatto che piu' sentiva suo e abbiamo assemblato il nostro menu'.
Io potevo rinunciare ad un riso???? Naaaaa!!!!
Ecco il menu' d'oro Zecchino!
Antipasto - Il valzer della polenta di Cinzia: Tortino di polenta al gorgonzola
Primo - La canzone dei chicchi di riso di Paola: Riso rosso agli asparagi su crema di gorgonzola
Secondo - E' fuggito l'agnellino di Kika: Bocconcini di agnello alle noci in nido di agretti
Ed ecco il mio riso, le altre portate le trovate da Kika, Cinzia e Mari
Riso rosso agli asparagi su crema di gorgonzola - mio!
Ingredienti per 2 persone:
120 gr di riso rosso (regalo della mia "Ely-Mildred")
250 gr asparagi
1 cucchiaio di olio evo
1/2 scalogno
1 cucchiaio di mascarpone
per la salsa:
150 gr di gorgonzola dolce
4 cucchiai di latte
1 cucchiaino di curry
Lessare il riso in abbondante acqua salata. Nel frattempo pulire gli asparagi e tagliarli a tocchetti. Tenere da parte le cime. In una padella antiaderente mettere l'olio e lo scalogno tritato, quando inizia a sfrigolare aggiungere gli asparagi e le cime (tranne alcune che serviranno per decorazione) e stufare aggiungendo se serve qualche cucchiaio di acqua di cottura del riso.
Preparare quindi la salsa sciogliendo lentamente il gorgonzola con il latte e aggiungendo il curry, io ne ho usato 1 cucchiaino perche' quello che ho io non e' fortissimo, regolatevi a vostro piacimento.
Una volta pronto il riso, scolarlo e aggiungere il mascarpone e gli asparagi cotti.
Mettere al centro del piatto uno strato di crema di gorgonzola e poi il riso dentro un ring d'acciaio che gli dia la forma. Togliere il cerchio e decorare con le cime d'asparago tenute da parte!
Buon appetito!
Paola
Con questa ricetta partecipo con Kika, Cinzia e Mari e il nostro Menu' d'oro zecchino, al contest di scorribande in cucina: Metti una sera a cena!
martedì 10 aprile 2012
Tarte Tropezienne
Questa torta l'ho preparata per il giorno di Pasquetta. La ricetta tipica di Saint Tropez, mi è stata passata da Alberto di Cucina Italiana, un maestro per i dolci.
La pasta è una brioche sofficissima e la crema è assolutamente deliziosa, vi consiglio di provarla
TARTE TROPEZIENNE di Albert Dufrêne
Ingredienti per l'impasto:
10 g di lievito fresco
45 ml di latte (3 cucchiai circa)
80 g di burro
220 g di farina ( io ne ho messo 300 g)
30 g di zucchero semolato (io 60 g)
1 presa di sale
3 uova intere
(noce di burro e granella di zucchero per decorare)
Sciogliere il lievito nel latte (non freddo).
Tagliare il burro a dadini. In una terrina versare la farina, lo zucchero, il sale e il primo uovo. Mescolare e aggiungere una alla volta le altre uova.
Inserire il burro sempre mescolando e, dopo aver ottenuto un composto liscio ed omogeneo, aggiungere il latte con il lievito lavorando fino a che l'impasto non si stacca bene dalle pareti, coprire con pellicola e riporre in ambiente il più vicino possibile a 22° di temperatura.
I riposi:
Lasciar riposare 3 ore. Mettere l'impasto sul tagliere e lavorarlo (strisciando con il polso) per rompere la parte gassosa dovuta alla fermentazione. Ricoprire e far riposare un'altra ora e mezza fino
a che raddoppi in volume. Ripetere l'operazione di polso, formare un disco di pasta su una teglia cm 24 con foglio di carta forno e attendere che ricresca ancora raddoppiando il proprio volume. Spennellare con pochissimo burro (non usate latte o tuorlo d'uovo perché viene troppo scura) e applicare la granella di zucchero sulla superficie. Infornare i primi minuti a 190/200° poi abbassare
a 170/180° fino a stecchino asciutto.
Crema pasticcera alla vaniglia:
1 + 1/2 bacca di vaniglia
30 g di maizena
80 g di zucchero semolato
35 cl di latte
4 tuorli
35 g di burro a dadini
Procedimento solito.... tuorli rotti + zucchero + polpa di vaniglia. Latte caldo contenente i baccelli vuoti, si versa nel composto di tuorli e si rimette tutto sul fuoco rimestando sempre con la
frusta. Al primo bollore (se si usa la farina si attende una bollitura di almeno 30 sec) si spegne e si filtra. Quando la temperatura scende a 50° si incorpora il burro lisciando bene la crema son la frusta. Riporre in frigorifero per un paio d'ore.
Crema al burro:
250 g di burro
5 cl d'acqua
140 g di zucchero semolato
2 uova intere
2 tuorli
Lavorare il burro a pomata in una terrina. Versare acqua e zucchero in una casseruola e portare lo sciroppo a 121°.
Versare a filo sopra alle uova mentre si frustano con un frullino o in planetaria. Attendere che la temperatura scenda completamente prima di cominciare ad aggiungere il burro a tocchetti senza smettere di miscelare. Riporre in frigorifero per un paio d'ore.
Assemblaggio torta:
Tagliare a metà longitudinalmente il biscotto e farcirlo con il mix di creme. Qui va a gusto personale.... io consiglio di fare circa metà e metà in termini di volume lavorando con la frusta come per
una Chantilly.
note mie: la pasta, nonostante abbia raddoppiato lo zucchero è ancora poco dolce, contrasta troppo con la crema, secondo me. Inoltre è molto abbondante quindi consiglio di usare una teglia cm 28. La crema è perfetta
Nadia
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La pasta è una brioche sofficissima e la crema è assolutamente deliziosa, vi consiglio di provarla
TARTE TROPEZIENNE di Albert Dufrêne
Ingredienti per l'impasto:
10 g di lievito fresco
45 ml di latte (3 cucchiai circa)
80 g di burro
220 g di farina ( io ne ho messo 300 g)
30 g di zucchero semolato (io 60 g)
1 presa di sale
3 uova intere
(noce di burro e granella di zucchero per decorare)
Sciogliere il lievito nel latte (non freddo).
Tagliare il burro a dadini. In una terrina versare la farina, lo zucchero, il sale e il primo uovo. Mescolare e aggiungere una alla volta le altre uova.
Inserire il burro sempre mescolando e, dopo aver ottenuto un composto liscio ed omogeneo, aggiungere il latte con il lievito lavorando fino a che l'impasto non si stacca bene dalle pareti, coprire con pellicola e riporre in ambiente il più vicino possibile a 22° di temperatura.
I riposi:
Lasciar riposare 3 ore. Mettere l'impasto sul tagliere e lavorarlo (strisciando con il polso) per rompere la parte gassosa dovuta alla fermentazione. Ricoprire e far riposare un'altra ora e mezza fino
a che raddoppi in volume. Ripetere l'operazione di polso, formare un disco di pasta su una teglia cm 24 con foglio di carta forno e attendere che ricresca ancora raddoppiando il proprio volume. Spennellare con pochissimo burro (non usate latte o tuorlo d'uovo perché viene troppo scura) e applicare la granella di zucchero sulla superficie. Infornare i primi minuti a 190/200° poi abbassare
a 170/180° fino a stecchino asciutto.
Crema pasticcera alla vaniglia:
1 + 1/2 bacca di vaniglia
30 g di maizena
80 g di zucchero semolato
35 cl di latte
4 tuorli
35 g di burro a dadini
Procedimento solito.... tuorli rotti + zucchero + polpa di vaniglia. Latte caldo contenente i baccelli vuoti, si versa nel composto di tuorli e si rimette tutto sul fuoco rimestando sempre con la
frusta. Al primo bollore (se si usa la farina si attende una bollitura di almeno 30 sec) si spegne e si filtra. Quando la temperatura scende a 50° si incorpora il burro lisciando bene la crema son la frusta. Riporre in frigorifero per un paio d'ore.
Crema al burro:
250 g di burro
5 cl d'acqua
140 g di zucchero semolato
2 uova intere
2 tuorli
Lavorare il burro a pomata in una terrina. Versare acqua e zucchero in una casseruola e portare lo sciroppo a 121°.
Versare a filo sopra alle uova mentre si frustano con un frullino o in planetaria. Attendere che la temperatura scenda completamente prima di cominciare ad aggiungere il burro a tocchetti senza smettere di miscelare. Riporre in frigorifero per un paio d'ore.
Assemblaggio torta:
Tagliare a metà longitudinalmente il biscotto e farcirlo con il mix di creme. Qui va a gusto personale.... io consiglio di fare circa metà e metà in termini di volume lavorando con la frusta come per
una Chantilly.
note mie: la pasta, nonostante abbia raddoppiato lo zucchero è ancora poco dolce, contrasta troppo con la crema, secondo me. Inoltre è molto abbondante quindi consiglio di usare una teglia cm 28. La crema è perfetta
Nadia
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lunedì 9 aprile 2012
X-Kitchen, il secondo enigma di aprile!
Buona Pasquetta amiche e amici,
X-Kitchen non chiude mai e quindi eccoci anche durante le feste a cucinare manicaretti dai misteriosi ingredienti. Ricordate? La settimana scorsa il protagonista del piatto era l'uovo. In tantissimi vi siete avvicinati alla soluzione: saggiamente non avete dimenticato i vecchi metodi delle nonne. L'enigma però conteneva una complicazione che non tutti hanno colto.
Soluzione: il dottore usa due uova fresche e una vecchia di quattro settimane. Quest'ultima, immersa nell'acqua, torna alla superficie perché è diventata più leggera, a causa dell'evaporazione graduale della parte liquida attraverso il guscio poroso, e perché la "bolla d'aria" all'interno, cresciuta giorno dopo giorno, come un salvagente l'aiuta a galleggiare. Il secondo uovo, molto fresco e quindi "pieno" e pesante, si adagia sul fondo. Il terzo, pur essendo fresco, si stacca dal fondo ma non arriva in superficie: resta immerso a metà della caraffa. Questo è possibile perché l'acqua nel terzo vaso è satura di sale e perciò più densa: quando il dottore aggiunge lentamente acqua pura, questa tarda a diluire la soluzione salina; l'uovo così sale sopra l'acqua salata ma resta sotto l'acqua dolce, oscillando quindi a metà del contenitore.
In tante hanno indovinato parte della soluzione, o comunque intuito che c'entravano l'età e il sale, ma solo DANIELA LUCISANO ha fornito una spiegazione completa e dettagliata. Chissà se ha conosciuto il nostro dottore-seduttore...
Visto il successo del quiz, restiamo in tema. Vi propongo un nuovo enigma ancora a base di uova:
Il dottore, infatti, era volubile come tutti gli uomini abituati alla conquista e gli era bastata una settimana per stancarsi della famosa brunetta. Sapeva che lei non avrebbe accettato di essere scaricata, ma conosceva anche la sua passione per il mistero e il soprannaturale.
Le mostrò due uova, una segnata con una X sul guscio e una con una Y, e le chiese di sceglierne una. La ragazza scelse quella con la Y. "Cara, noi viaggiamo a due velocità diverse - le disse - non siamo fatti per restare insieme a lungo e te lo dimostrerò. Fai ruotare queste due uova e vedrai che la tua si fermerà ben presto, mentre quella che il destino ha lasciato a me continuerà a girare a lungo. Se accadrà, ci lasceremo oggi stesso".
La giovane poggiò le uova su un tavolo e contemporaneamente, cercando di imprimere la stessa forza, le fece ruotare come trottole. Come aveva previsto il dottore, l'uovo marchiato con la Y si fermò quasi subito. Quello con la X girava ancora mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.
Ma la ragazza sapeva di cosa era capace quell'uomo e un sospetto si insinuò nella sua mente: e se fosse solo un trucco per lasciarla?
"Ripetiamo l'esperimento - rispose rassegnato il dottore - Ma per dimostrarti che è solo il caso a decidere per noi, scambiamoci le uova. Tu avrai quella con la X e io quella con la Y. E potrai anche provare a fermarle con le mani. Ma vedrai che non sarà sufficiente a fermare il disegno del destino...".
La giovane poggiò di nuovo le uova sul tavolo e le fece roteare, poi le toccò contemporaneamente per un secondo e ritrasse le mani. Ma mentre il suo uovo rimase fermo, quello del dottore riprese lentamente a girare su se stesso...
Mentre la porta si richiudeva alle sue spalle per l'ultima volta, la giovane bruna si allontanava con una certezza: quell'uomo che per un breve periodo aveva amato era il diavolo.
Ma noi sappiamo che il dottore era solo un furbastro: sapreste dirmi come ha fatto?
Prima di salutarvi, vi ricordo che ogni concorrente deve mandare la risposta (o le risposte, se vuole fare più tentativi) con una e-mail privata all'indirizzo scuoladicucina@viadelborgo.it, e subito dopo mettere un commento (basterà un "Fatto!", un "Ciao" ma senza mai svelare la soluzione data) sul profilo facebook di Via del Gusto, e cliccare "Mi piace". In questo modo certificherà pubblicamente l'orario in cui è arrivata la risposta.
Buona Pasquetta
Italia
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X-Kitchen non chiude mai e quindi eccoci anche durante le feste a cucinare manicaretti dai misteriosi ingredienti. Ricordate? La settimana scorsa il protagonista del piatto era l'uovo. In tantissimi vi siete avvicinati alla soluzione: saggiamente non avete dimenticato i vecchi metodi delle nonne. L'enigma però conteneva una complicazione che non tutti hanno colto.
Soluzione: il dottore usa due uova fresche e una vecchia di quattro settimane. Quest'ultima, immersa nell'acqua, torna alla superficie perché è diventata più leggera, a causa dell'evaporazione graduale della parte liquida attraverso il guscio poroso, e perché la "bolla d'aria" all'interno, cresciuta giorno dopo giorno, come un salvagente l'aiuta a galleggiare. Il secondo uovo, molto fresco e quindi "pieno" e pesante, si adagia sul fondo. Il terzo, pur essendo fresco, si stacca dal fondo ma non arriva in superficie: resta immerso a metà della caraffa. Questo è possibile perché l'acqua nel terzo vaso è satura di sale e perciò più densa: quando il dottore aggiunge lentamente acqua pura, questa tarda a diluire la soluzione salina; l'uovo così sale sopra l'acqua salata ma resta sotto l'acqua dolce, oscillando quindi a metà del contenitore.
In tante hanno indovinato parte della soluzione, o comunque intuito che c'entravano l'età e il sale, ma solo DANIELA LUCISANO ha fornito una spiegazione completa e dettagliata. Chissà se ha conosciuto il nostro dottore-seduttore...
Visto il successo del quiz, restiamo in tema. Vi propongo un nuovo enigma ancora a base di uova:
Il dottore, infatti, era volubile come tutti gli uomini abituati alla conquista e gli era bastata una settimana per stancarsi della famosa brunetta. Sapeva che lei non avrebbe accettato di essere scaricata, ma conosceva anche la sua passione per il mistero e il soprannaturale.
Le mostrò due uova, una segnata con una X sul guscio e una con una Y, e le chiese di sceglierne una. La ragazza scelse quella con la Y. "Cara, noi viaggiamo a due velocità diverse - le disse - non siamo fatti per restare insieme a lungo e te lo dimostrerò. Fai ruotare queste due uova e vedrai che la tua si fermerà ben presto, mentre quella che il destino ha lasciato a me continuerà a girare a lungo. Se accadrà, ci lasceremo oggi stesso".
La giovane poggiò le uova su un tavolo e contemporaneamente, cercando di imprimere la stessa forza, le fece ruotare come trottole. Come aveva previsto il dottore, l'uovo marchiato con la Y si fermò quasi subito. Quello con la X girava ancora mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.
Ma la ragazza sapeva di cosa era capace quell'uomo e un sospetto si insinuò nella sua mente: e se fosse solo un trucco per lasciarla?
"Ripetiamo l'esperimento - rispose rassegnato il dottore - Ma per dimostrarti che è solo il caso a decidere per noi, scambiamoci le uova. Tu avrai quella con la X e io quella con la Y. E potrai anche provare a fermarle con le mani. Ma vedrai che non sarà sufficiente a fermare il disegno del destino...".
La giovane poggiò di nuovo le uova sul tavolo e le fece roteare, poi le toccò contemporaneamente per un secondo e ritrasse le mani. Ma mentre il suo uovo rimase fermo, quello del dottore riprese lentamente a girare su se stesso...
Mentre la porta si richiudeva alle sue spalle per l'ultima volta, la giovane bruna si allontanava con una certezza: quell'uomo che per un breve periodo aveva amato era il diavolo.
Ma noi sappiamo che il dottore era solo un furbastro: sapreste dirmi come ha fatto?
Prima di salutarvi, vi ricordo che ogni concorrente deve mandare la risposta (o le risposte, se vuole fare più tentativi) con una e-mail privata all'indirizzo scuoladicucina@viadelborgo.it, e subito dopo mettere un commento (basterà un "Fatto!", un "Ciao" ma senza mai svelare la soluzione data) sul profilo facebook di Via del Gusto, e cliccare "Mi piace". In questo modo certificherà pubblicamente l'orario in cui è arrivata la risposta.
Buona Pasquetta
Italia
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giovedì 5 aprile 2012
Ciambella al Vin Santo e confetti!
Delle volte rido, ma rido per non piangere, che a pensarci bene mi sento una specie di Fantozzi in gonnella e insomma....c'e' poco da ridere!
Cosa ci insegnano da bambini quando stiamo imparando ad andare in bicicletta e immancabilmente cadiamo? "Forza, sali subito su e fai un altro giro del cortile!" questo era l'imperativo della mia Adele!!!
Cosi' ogni volta che sbagliavo o cadevo, ho sempre provato di nuovo... e anche stavolta, ma il risultato ....no comment!
Sono in cucina, ho comprato dei bellissimi carciofi e li sto pulendo pregustandomi gia' la cenetta!!!!
Il coltello non taglia benissimo cosi' decido di affilarlo, ormai ho imparato e in effetti sono molto compiaciuta e soddisfatta di me nel constatare che si, taglia benissimo ora e non faccio la minima fatica a tagliare i carciofi! E' stato un attimo, non me ne sono quasi accorta... ma il coltello tagliava cosi' bene che mi e' sfiggito di mano e mi sono fatta uno squarcio in un dito!!!!
Ahaaaarg!!!! Inizio a gridare e stringo forte il dito che zampilla come una fontana! Arriva il mio cucciolo in soccorso che poi corre anche in farmacia a prendere delle garze (perche' finiscono proprio quando ti servono con urgenza? mannaggia!). Lo squarcio e' notevole, ma stringo forte, metto la medicazione e via, non ci pensiamo piu'!
Ma i carciofi sono li... uno pulito dentro la vaschetta con acqua e limone, uno tagliato che sta annerendo e gli altri che aspettano, che faccio? Risalgo in bicicletta! ^__^
Metto un guanto di lattice sulla mano fasciata e riprendo in mano carciofi e coltello! Ce la posso fare... ce la posso fare.... ce la posso fare A TAGLIARMI DI NUOVOOOOOOO.... infatti al primo movimento mi infilo la punta del coltello nel palmo della mano, la stessa di prima... altre urla, altro sangue! Lancio il coltello nel lavandino, il carciofo annerito nel bidone della spazzatura e gli altri in frigo!
Matteo mi guarda e: "Mamma, che ne dici se stasera ordiniamo il kebab?"! Ahahahah!!!!!
E poi finalmente volevo svelarvi che anche io ho contribuito (poco poco) allo scherzone organizzato dal consorzio formaggi svizzeri. Vi ricordate il video che vi avevo mostrato in questo post?
Ebbene si... era un pesce d'aprile!!!! ^_____^ pero' il video era carinissimo secondo me!!!!
Leggete il comunicato stampa:
"L’Europa sorride: la Geco-Technology è un pesce d’aprile
Svelato il mistero sulla nuova tecnologia di produzione dell’Emmentaler DOP che da una settimana fa parlare il continente: è una burla made in Switzerland
Uno scherzo dei cugini svizzeri fa sorridere l’Europa. Per una settimana, a partire da lunedì 26 marzo, si è diffusa la notizia di una nuova tecnica di produzione alimentare: la Geco-Technology. In realtà, rivelano da oltralpe, altro non è se non un pesce d’aprile.
Un insospettabile umorismo che nasce dalle valli svizzere e che ha contagiato a macchia d’olio il web, con una diffusione virale dello spot esplicativo e della notizia e la complicità di oltre trenta blog nazionali. Ma anche con la comparsa di spot televisivi, avvisi pubblicitari e una massiva operazione di guerrilla che ha coperto città come Milano, Parigi, Bruxelles, Monaco di Baviera, tutte tappezzate di adesivi e cartoline dedicate… a un geco.
Oggetto della burla, infatti, è stato un “infallibile” metodo nato in Svizzera per produrre una delle eccellenze gastronomiche del paese più amate, l’Emmentaler DOP. Meno stress per le mucche grazie ai gechi: le simpatiche lucertole, disposte sul dorso dei bovini, le avrebbero liberate dai fastidiosi attacchi di mosche e mosconi. Risultato: un latte migliore, dal momento che le sue micro-strutture non sarebbero state alterate dai continui movimenti nervosi delle mucche infastidite dagli insetti.
In realtà, è ovvio, si è trattato di una finta. Le mucche svizzere – in realtà rilassatissime– non potrebbero produrre latte migliore di quello che già danno.
Lo scherzo è stato organizzato a livello europeo con la complicità dell’istituto di ricerca ALP Agroscope Liebefeld-Posieux e del suo responsabile del settore di ricerca trattamento del latte, il dottor Hans-Peter Bachmann.
E centinaia di persone, accorse oggi sulla Bärenplatz di Berna per assaggiare in prima mondiale il nuovo Emmentaler prodotto con Geco-Technology, si sono trovate di fronte alla scoperta del simpatico scherzo: ad attenderli sono stati generosi assaggi del vero, famoso formaggio “con i buchi”.
Aprile, insomma, inizia con una risata. Buona e saporita."
Simpatici, no????
Buona giornata e a presto
Paola
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Cosa ci insegnano da bambini quando stiamo imparando ad andare in bicicletta e immancabilmente cadiamo? "Forza, sali subito su e fai un altro giro del cortile!" questo era l'imperativo della mia Adele!!!
Cosi' ogni volta che sbagliavo o cadevo, ho sempre provato di nuovo... e anche stavolta, ma il risultato ....no comment!
Sono in cucina, ho comprato dei bellissimi carciofi e li sto pulendo pregustandomi gia' la cenetta!!!!
Il coltello non taglia benissimo cosi' decido di affilarlo, ormai ho imparato e in effetti sono molto compiaciuta e soddisfatta di me nel constatare che si, taglia benissimo ora e non faccio la minima fatica a tagliare i carciofi! E' stato un attimo, non me ne sono quasi accorta... ma il coltello tagliava cosi' bene che mi e' sfiggito di mano e mi sono fatta uno squarcio in un dito!!!!
Ahaaaarg!!!! Inizio a gridare e stringo forte il dito che zampilla come una fontana! Arriva il mio cucciolo in soccorso che poi corre anche in farmacia a prendere delle garze (perche' finiscono proprio quando ti servono con urgenza? mannaggia!). Lo squarcio e' notevole, ma stringo forte, metto la medicazione e via, non ci pensiamo piu'!
Ma i carciofi sono li... uno pulito dentro la vaschetta con acqua e limone, uno tagliato che sta annerendo e gli altri che aspettano, che faccio? Risalgo in bicicletta! ^__^
Metto un guanto di lattice sulla mano fasciata e riprendo in mano carciofi e coltello! Ce la posso fare... ce la posso fare.... ce la posso fare A TAGLIARMI DI NUOVOOOOOOO.... infatti al primo movimento mi infilo la punta del coltello nel palmo della mano, la stessa di prima... altre urla, altro sangue! Lancio il coltello nel lavandino, il carciofo annerito nel bidone della spazzatura e gli altri in frigo!
Matteo mi guarda e: "Mamma, che ne dici se stasera ordiniamo il kebab?"! Ahahahah!!!!!
Ma veniamo a questa ciambella!!!! La ricetta l'ho letta nel blog di Ilaria, Dolcisognare, e da subito ho deciso che l'avrei provata, con alcune modifiche rispetto alla sua!
Vi scrivo la mia versione, la sua la trovate qui
Ciambella al Vin Santo e confetti
Ingredienti:
4 uova intere
200 gr di farina 00
80 gr di fecola
180 gr di zucchero
90 ml di olio di frutti
90 ml di vin santo
1 bustina di lievito
un pizzico di sale
una dozzina di confetti tritati x decorare!
Montare molto bene le uova con lo zucchero, unire le farine, il lievito setacciato, il sale, l’olio a filo ed il vin santo. Imburrare bene una teglia per ciambella da 28-30 cm, infarinare, versare il composto, cospargere con i confetti tritati (li ho chiusi in un tovagliolo e poi frantumati col batticarne) ed infornare a 180°C per 30- 35 minuti.
Lo zucchero che ricopre i confetti si sciogliera' formando una sorta di glassa sulla ciambella!
Il profumo che si sprigiona in cottura e' davvero favoloso! Noi l'abbiamo mangiata a colazione con la mia amica Chiara e sara' di certo a tavola la mattina di Pasqua!
E con questa ricetta partecipo al contest Dolci & confetti della casa editrice Malvarosa Edizioni e dell'azienda Crispo
E poi finalmente volevo svelarvi che anche io ho contribuito (poco poco) allo scherzone organizzato dal consorzio formaggi svizzeri. Vi ricordate il video che vi avevo mostrato in questo post?
Ebbene si... era un pesce d'aprile!!!! ^_____^ pero' il video era carinissimo secondo me!!!!
Leggete il comunicato stampa:
"L’Europa sorride: la Geco-Technology è un pesce d’aprile
Svelato il mistero sulla nuova tecnologia di produzione dell’Emmentaler DOP che da una settimana fa parlare il continente: è una burla made in Switzerland
Uno scherzo dei cugini svizzeri fa sorridere l’Europa. Per una settimana, a partire da lunedì 26 marzo, si è diffusa la notizia di una nuova tecnica di produzione alimentare: la Geco-Technology. In realtà, rivelano da oltralpe, altro non è se non un pesce d’aprile.
Un insospettabile umorismo che nasce dalle valli svizzere e che ha contagiato a macchia d’olio il web, con una diffusione virale dello spot esplicativo e della notizia e la complicità di oltre trenta blog nazionali. Ma anche con la comparsa di spot televisivi, avvisi pubblicitari e una massiva operazione di guerrilla che ha coperto città come Milano, Parigi, Bruxelles, Monaco di Baviera, tutte tappezzate di adesivi e cartoline dedicate… a un geco.
Oggetto della burla, infatti, è stato un “infallibile” metodo nato in Svizzera per produrre una delle eccellenze gastronomiche del paese più amate, l’Emmentaler DOP. Meno stress per le mucche grazie ai gechi: le simpatiche lucertole, disposte sul dorso dei bovini, le avrebbero liberate dai fastidiosi attacchi di mosche e mosconi. Risultato: un latte migliore, dal momento che le sue micro-strutture non sarebbero state alterate dai continui movimenti nervosi delle mucche infastidite dagli insetti.
In realtà, è ovvio, si è trattato di una finta. Le mucche svizzere – in realtà rilassatissime– non potrebbero produrre latte migliore di quello che già danno.
Lo scherzo è stato organizzato a livello europeo con la complicità dell’istituto di ricerca ALP Agroscope Liebefeld-Posieux e del suo responsabile del settore di ricerca trattamento del latte, il dottor Hans-Peter Bachmann.
E centinaia di persone, accorse oggi sulla Bärenplatz di Berna per assaggiare in prima mondiale il nuovo Emmentaler prodotto con Geco-Technology, si sono trovate di fronte alla scoperta del simpatico scherzo: ad attenderli sono stati generosi assaggi del vero, famoso formaggio “con i buchi”.
Aprile, insomma, inizia con una risata. Buona e saporita."
Buona giornata e a presto
Paola
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