venerdì 3 giugno 2011

Un the, gli anicini e i Romanzo della Rosa.

Di Miriam.


Mia nonna era nata a Cagliari e di questo era molto orgogliosa.
La sua famiglia era poverissima e Angelina, bimba svelta e intelligente fu mandata a servire dalla Marchesa Pallavicini residente nella citta' del Castello. La Marchesa la prese a ben volere e le insegno' a leggere, scrivere e a comportarsi da signora.
Le signore bevono il the e leggono dei romanzi adatti alle giovinette. In particolare i romanzi di Delly.
Mia nonna decise che questa abitudine ben si addiceva alla sua nipotina e dall'età di nove anni mia nonna ogni giorno mi chiamava all'ora del thè e mentre si sorseggiava la calda bevanda e si mangiavano gli anicini preparati da mia madre, si leggevano, si commentavano e si scambiavano pareri sui libri di Delly.
La ricetta che segue è della tradizione sarda, questa è quella di mia madr. I dolcetti sono profumati, morbidi e adatti per il the pomeridiano. La semplicità degli ingredienti e dell'esecuzione sono proprie della mia terra, così come il profumo che sprigionano e sorprende tutti coloro che al primo colpo di vento maestrale li avvertono come un benvenuto seduttivo benchè rustico.


Anicini
Mescolare quattro uova intere con due etti di zucchero. Unire 125 gr.di latte e 125 gr. di olio di semi e la scorza grattuggiata di limone e 40 gr. di semi di anice. Aggiungere cinquecento gr. di farina e una bustina di lievito. Rovesciare il composto in una teglia rettangolare ricoperta di carta da forno bagnata e strizzata. Cuocere in forno statico per mezz' ora a 180 gradi. Una volta cotti lasciate intiepidire e poi sformare. Una volta fredda tagliate la torta in tante fette oblique larghe circa due centimetri. Le fette più lunghe tagliarle in pezzi più piccoli.

Con questa ricetta partecipo al contest "E' sempre l'ora del te" di ciliegina sulla torta!

Buona giornata
Miriam
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10 commenti:

Anonimo ha detto...

Che bel racconto, Miri, sembra uscito da un romanzo di Delly! :-) Un bacio, cara.
Nadia

Federica ha detto...

Bello il racconto e buonissima la torta. Amo molto il profumo dell'anice. Un bacio, buon fine settimana

Lilly ha detto...

Buoni gli anicini, da servire con un buon tè insieme alle amiche!

Ely ha detto...

che bello questo post, quei romanzi me li ricordo anche io..... buoni gli anicini, ricordo che la mia nonna li aveva spesso in casa... baci

Mirtilla ha detto...

bellissima mise en place!!!

Francesca ha detto...

Bellissima storia e questi biscotti devono essere molto buoni... a me piace molto il profumo dell'anice!

Vitto da Marte ha detto...

Miri mi sono innamorata di questo tuo racconto! Bellissimo!
Mia nonna paterna era di Sordevolo (Biella), quindi assai lontana dalla tua e anche la generazione deve essere diversa, la nonna Ines era del 1898, ma sai cosa mi offriva quando andavo da lei?

Il thè e ...gli anicini!

Si usano molto qui, credo che lei avesse preso l'abitudine di mangiarli da quando era venuta sposina a Genova.
L'uni grosso grosso neo era che io ............li odiavo!
Come ben sapete ci sono pochissime cose che io non mangio volentieri.
La peggiore è la liquerizia, ma anche l'anice non mi piace, anche se il Pastis lo bevo e invecchiando la odio meno.
Però la nonna Ines dava poca confidenza, la vedevamo poco e mi metteva un po' di soggezione; MAI e poi MAI le avrei detto che gli anicini mi facevano schifo!
(come fa qualche amico di Miftah quando viene a pranzo)
Ma neanche "no grazie", l'educazione ricevuta non me lo permetteva proprio!

Quindi mi prendevo un anicino sceglìendo il più piccolo e me lo sgranocchiavo piaaaaanoooooooo che altrimenti me ne dava un'altro! :-)

Vabbè sono sopravvissuta senza traumi, anzi è stata una scuola di buona educazione!

La tua ricetta però mi piace molto, magari ci provo e mi riconcilio definitivamente con anice e nonna Ines!

Mi hai strappato un sorriso e fatto riaffiorare dei bei ricordi.
Grazie Miri cara, un bacione
Vitto

Anonimo ha detto...

Carissime,
vi ringrazio per i vostri commenti. Io ero legatissima a mia nonna materna e il contest è stato un pretesto per ricordarla.
Miri

Anonimo ha detto...

a me gli anicini ricordano l'infanzia nelle Marche. come là.. non ne ho più trovati.
I dolci dei ricordi sono triplamente speciali .. oltre agli ingredienti semplici, c'è il tempo e l'armonia e la serenità di anni che ormai rimangono solo nella mente di ognuno di noi.
Prima o poi provero' questa ricetta. Aadoro l'anice, la liquerizia.. molto meno il marsala.. ma, conme Vitto..mai e poi mai si poteva rifiutare qualcosa dato dalla nonna...la mia classe 1896... Sereno fine settimana a tutti. passavo per vedere se c'erano news.. e sono contenta di avervi ritrovato.
Clelia

Josephine ha detto...

Buonissimi gli anicini.


ciao e buon inizio settimana.

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