mercoledì 29 febbraio 2012

Il croccante secondo Nigella


Seguo, da qualche tempo, Nigella Lawson su Gambero Rosso. Il suo modo di cucinare mi fa sorridere, penso che gli Inglesi non abbiano di sicuro nulla da insegnarci in fatto di cucina anche se ho mangiato bene in Inghilterra. Nigella usa prodotti confezionati, brodo pronto, alimenti in scatola già pronti e tantetante spezie. Però Lei mi piace, mi piace il suo programma, il suo ammiccare seducente senza essere mai volgare, i suoi piatti veloci cucinati con entusiasmo e passione. Ama il cibo e si vede, e non solo dalle sue forme generose. Capiscoperché abbia tanto successo.
L’unica sua ricetta presa da Menùturistico, che preparo da tempo, è la sua mitica Old Chocolate Fashioned cake, ormai diventata un must per gli amici di mio figlio,però, finora non avevo sperimentato altro.
Ho provato a riprodurre la sua interpretazione del salame di cioccolato ed anche questo è stato un successo. Forse mi devo ricredere sulle sue ricette! :-)


Croccante di Nigella
Ingredienti:
Cioccolato fondente g 300 (io 200 fond 100 latte)
Mini marshmallow g 100
Biscotti secchi g 200 (io 150)
Burro 125 g
3 cucchiai di melassa (io miele)
Sciogliereil burro con il cioccolato a pezzi e la melassa. Tenere da parte due mestoli.
Unirei biscotti pestati in pezzetti piccoli e i marshmallow. Versare il composto in una teglia cm 20 X 30 livellando bene, versare sopra i due mestoli dicioccolato fuso tenuti da parte. Porre in frigorifero a rassodare. Tagliare a pezzi e servire, volendo, cosparsi di zucchero a velo

Nadia
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RISO RISO e ancora RISO

Ciao a tutti!!

Eccomi qui finalmente sono riuscito a raggirare i filtri e blocchi che mi avevano messo per leggervi!! qui non permettono di visualizzare blog, facebook e qualsiasi pagina di informazione globale..

Ragazzi...a "smanettare" letteralmente in intenet era un bel pezzo che non mi ci mettevo!

Ma ora eccomi qui...e vi racconto la mia storia!

Mi trovo a più di 10.000 km di distanza...

Il 3 febbraio sono partito per la Cina...viaggio di lavoro...solo che si è allungato...un po'...sono qui da un mese praticamente..sto avviando un impianto produttivo e standardizzando procedure di controllo qualità con cinesi autoctoni! quelli che appena ti vedono qui, ragazzo europeo nel loro paese ti dicono subito: Hello! Hello! :-)

Viaggio della passione, perchè sono praticamente 25 ore di viaggio fra scalo e volo, attese varie, con traghetto incluso ad Hong Kong verso la Cina!


Ma parliamo di cibo!

Qui nei vari ristoranti si può assaggiare di tutto! ogni animale, insetto è alla portata di tutti....di tutte le bocche! Non lo dico per farvi inorridire, ma veramente hanno una cultura del cibo diversa dalla nostra....completamente!

Qui si mangia anche ai lati delle strade, i ristoranti non hanno ancora tutti questi gran servizi e pulizia.... dove sono io ora, siamo nel Sud-Est Cina...zona in via di industrializzazione...e insomma...non è ne Shanghai ne Honk Kong. Qui la gente vive un 50 euro al mese!

Va bè, insomma...tutto sommato però non si mangia male! ovviamente tantissimo riso, più o meno scotto in queste scodelline, che fa cupola, da intingere nell'intingolo più o meno piccante!

Fra i vari piatti se vi capita di provare anche in un buon ristorante cinese li in Italia, sicuramente ci sono i ravioli fritti...una preparazione unica...la manualità che hanno di tirare questa pasta finissima è favolosa! e il ripieno è di varia natura...sia vegetale che di carne..dal maiale all'agnello.

Dei vegetali qui si mangia di tutto..tegoline, soia, di tutto, patate normali o dolci che qui si chiamano taru e hanno una pasta violacea.. poi non parliamo della frutta...avete mai provato il durian??? il frutto che non si può portare in bagaglio a mano da quanto puzza????? :-(
Ragazzi...sentire l'odore è nauseabondo... ho provato ad assaggiarlo cotto...è tutt'altra cosa!ha un gusto strano...quasi limone..

Vi incuriosisco ad andare a cercare sul motore di ricerca...Durian e vedete che cosa salta fuori...Ho visto che in un supermarket vedono se è maturo tastando sulle punte che ha la scorza...se le punto premendo si avvicinano tra loro...allora è pronto!


Queste ad esempio sono palline di una pasta di consistenza molto croccante preparate direttamente su un coppa pasta incandescente e all'interno c'è pesce, verdura, o polipo! curiose!!

Supermarket anche qui c'è da sbizzarrirsi... questo uno dei più grandi..il Walmart..si trova di tutto, anche cibo occidentale, tipo la nostra buona e santa pasta BARILLA!!


e che dire poi delle mele marchiate!! i cinesi hanno risolto il problema del bollino!! :-)


Be insomma...qui ogni giorno si vede e si impara qualcosa in questo strano mondo..non solo dal punto di vista culinario...ma anche di qualsiasi altra cosa..questi nostri "amici" cinesi sono davvero strani.. io veramente non ho parole..ogni giorno vedo e provo cose che sono senza paragoni.

Appena metto piede in terra italia, in questo fine settimana, prometto di rimettermi ai fornelli e ho in testa tante ricete da preparare...ma assolutamente italiane!

Vi mando un bacione!

A presto Davide
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lunedì 27 febbraio 2012

X-Kitchen, la cucina dei misteri! Il quarto enigma


Care amiche di X-Kitchen,
benvenute all'ultimo giallo di febbraio! Risolvete anche questo enigma e chi avrà dato più risposte esatte nel minor tempo sarà premiata con un corso di cucina gratuito nella mia scuola di Via del Gusto. La prossima settimana, oltre alla soluzione, al nome della vincitrice e al primo giallo di marzo, troverete anche qualche novità nel regolamento che non vi anticipo, ma che renderanno il gioco ancora più divertente.
Anche questa settimana mi avete stupito: credevo di aver intricato fin troppo la trama con qualche falso indizio, e invece in tante avete capito che la soluzione giusta era... il Boero.
Vi siete mai chieste come si infilano la ciliegia e il liquore dentro il cioccolatino? Merito di una "diabolica" reazione chimica. La ciliegia (o meglio, la visciola nella ricetta originale) sotto spirito viene avvolta in un blocchetto di pasta di zucchero trattato con alcuni enzimi, su cui viene colato il cioccolato fuso. Una volta al buio, gli enzimi sciolgono lo zucchero che si fonde con il liquore della ciliegia, dando al boero il suo aspetto definitivo. Ai veri indizi (il pasticcio nel senso della pasticceria, la dolcezza, il colore rosso della ciliegia, le origini africane del nome) ho aggiunto qualche tranello in cui poche sono cadute (il concentrato rosso come il pomodoro, l'acciuga). Ma quante avevano capito che il "caro" ragazzo a cui pensa il boero prima di essere fatto fuori non è altri che l'industriale "Mon Cheri"?
La più veloce stavolta è stata Andante Con Gusto, complimenti per l'intuito! E grazie a tutte voi che mi seguite e a Paola che mi ospita nella sua Cucina Piccolina.
Ecco il nuovo enigma che vi sfido a risolvere:

Un casco di platani
Latte di cocco
Tre arance
Un pero delle indie
Sono gli ingredienti di un famoso pasto esotico messo in tavola a Parigi. Sapete dirmi chi era lo chef?

A lunedì prossimo, per soluzione e premiazione, sempre qui nella nostra X-Kitchen.
Italia
 
 
 
Come sempre le regole:
 
Fate attenzione perche' c'e' anche da lasciare il commento qui!!!!

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- Ogni 4 settimane, chi avra' risposto correttamente - e piu' velocemente - a tutti e 4 o comunque al maggior numero di quesiti, vincera' un buono per un corso a sua scelta a Via del Gusto!

-Nel caso di contestazioni, l’ultima parola spetterà al giudice supremo di Via del Gusto, lo chef Maurizio Bosotti.

-La soluzione verra' postata il lunedi' successivo con il successivo enigma da risolvere!

Buon X-Kitchen a tutti!
Italia e Paola 
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venerdì 24 febbraio 2012

Taralli

La ricetta di questi taralli me l'ha data la mia Drocchina...non ricordo dove l'avesse presa o da chi l'avesse avuta, ma ricordo benissimo tutte le volte che li abbiamo preparati insieme!
Tutte le volte uguali: una domenica pomeriggio da dedicare a noi, a fare quel che piu' ci piace fare e quindi pasticciare insieme facendoci una lunga e bella chiacchierata! Pomeriggi in cui il tempo sembrava rallentare per regalarci quante piu' risate possibili...


Lei poi e' sempre stata piu' brava di me nel formarli.... quando li appoggiavamo sul vassoio riuscivamo a distinguere nettamente i miei (bruttini) da suoi (perfetti) e anche questo era motivo di risate!
Questi pero' li ho fatti da sola! In realta' avrei dovuto avere l'aiuto delle belve, che pero' dopo aver formato due o tre taralli hanno deciso che era troppo faticoso per loro e mi hanno mollata li' da sola, salvo ricomparire poi appena sfornati e la casa si e' riempita del loro profumo!


Taralli - come li facciamo io e la mia Drocchina
Ingredienti:
1 kg farina
25 gr. di semi di finocchio
200 ml olio di oliva
250 ml di vino bianco secco
sale q.b.
In alternativa ai semi di finocchio si possono usare: pepe, peperoncino, cipolla

Stendere la farina a corona, mettere al centro il sale, i semi di finocchio e l'olio di oliva caldo, impastare aggiungendo vino bianco secco. Tagliare l'impasto in tocchetti e stenderli ricavando dei bastoncini lunghi e sottili, non più spessi di un dito, e con questi formare delle ciambelline rotonde o a forma di nodo o in altre forme suggerite dalla fantasia.
Lasciar riposare per 30 minuti. Prendere una teglia larga con dell'acqua leggermente salata, metterla sul fuoco, quando è in ebollizione immergere i taralli e con una scodella toglierli non appena vengono a galla; adagiarli su un panno e quando sono ben asciutti cuocerli in forno, a calore medio (io circa 170 gradi) per circa 30 minuti.

Fare i bastoncini e' la cosa difficile perche' l'impasto e' piuttosto difficile da maneggiare, quindi noi ne prendiamo un pochino e facciamo un serpentello stringendolo e rotolandolo tra i palmi.
Consiglio: per iniziare fate mezza dose e gia' cosi' ve ne verranno tantissimi!
In scatole di latta si conservano fragranti fino a 3 settimane, sempre che ci arrivino!

Buon fine settimana a tutti!
E lunedi' non perdetevi il quarto enigma di X-Kitchen!
Baci
Paola
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martedì 21 febbraio 2012

IL PATÈ È UNA MIA PASSIONE ASSOLUTA

di Vittoria



............. non condivisa dalla mia famiglia purtroppo.

E non condivisa neppure dalla mia coscienza che continua a dirmi che se non dimagrisco finirò male…….
Perché diciamocelo........... il patè è difficilmente riducibile a piatto dietetico
………Si può alleggerire certo, ma dietetico proprio no.

E questo mese "la banda bassotti" oooopppppssss scusate volevo dire "il team dell’MTC" capeggiato questo mese da Bucci cosa ti va a inventare? Ma certo, IL PATE’ ……ovvio, per farmi ingrassare ancora.

Colpa loro lo giuro! :-)

Un grazie di cuore a Bucci che QUI ci ha regalato questa occasione di sfida, un bel post con quel meraviglioso patè di sardine portoghese (io sono innamorata di Lisbona e di tutto il Portogallo) e utilissime spiegazioni e chiarimenti sui diversi impasti e denominazioni.
Un grazie a Dani e Ale che ci ospitano QUI per continuare a giocare insieme questo gioco stimolante

Evviva sono felicissima!!!

Questa la so la so la sooooo …… mica come le tagliatelle che sono andata a scuola!

…….anzi ne so troppe e ora che faccio?

Faccio il Patè di fegato in gelatina di Nonna Ibidi? O il mio Patè di prosciutto e pistacchi? O quello di pollo e mandorle? O quello…, o….. oddio che faccio?

L’imbarazzo della scelta mi assale, come nei parcheggi quando c’è troppo posto….mi metto qui o li, no meglio li o la….

Però io sono anche legatissima alla mia liguria e quindi decido di fare un patè un po’ particolare e che non ho mai fatto, un patè che è molto legato alla mia terra nei profumi e sapori, anche se non è certo nella tradizione culinaria ligure.
Un patè che ho assaggiato più volte in un bel ristorante di Camogli dove vado ogni tanto e in cui sono certa di trovare pesce fresco, una bella accoglienza, un patron originale, un cuoco estroverso e questo magnifico patè che è la loro specialità fin dalla gestione della generazione precedente.

Qui vi metto la ricetta come si trova in rete, naturalmente non è precisa, bisogna lavorarci su sia come dosi che come ingredienti.

Patè di Seppie del ristorante Vento Ariel di Camogli
Fate bollire un chilo e mezzo di seppie freschissime, ben pulite e private anche di tutto il “nero”, in una pentola a pressione (si fa più presto) per circa 35 minuti. Intanto preparate un trito di sedano, carote e cipolle. Tirate su le seppie, e fatele andare in questo soffritto con ottimo olio d’oliva extravergine. Aggiungete poi delle acciughe sotto sale diliscate e tagliate a pezzetti, un cucchiaino di peperoncino, un po’ di pepe bianco, e quindi sfumate con un po’ di vino bianco ligure. Mettete il tutto in un cutter a lama per tritare, aggiungete del burro, aggiustate di sale se è il caso, e tritate accuratamente il tutto. A parte, intanto, preparate una listarella larga di gelatina. Mettete il patè di seppie in uno stampo di alluminio, ponetegli sopra la gelatina, e fate solidificare in frigo per un’ora circa. Un sapore deciso ma leggero, a cui abbinare un vino bianco ligure, Pigato e Vermentino





La mia interpretazione

Ho comprato 3 belle seppie medie facendomele dare intere, non pulite. Credo fossero circa 400 gr, forse mezzo chilo. Ma ho buttato il bigliettino e non mi ricordo.
Ho pulito le seppie mettendo da parte la sacchetta del nero (ne basta una) e conservando anche l’interno della testa, quelle 2 “uova” bianchissime e una specie di corallo rosa.
Le ho fatte bollire a pressione per 20 minuti con 2 bicchieri di acqua.
Ho preparato un trito fino con un gambo tenero del cuore di sedano, mezza carota e 2 cipollottti.
Ne ho usato circa la metà per insaporire le seppie in tegame tagliando le teste a listarelle perché si insaporissero più in fretta senza stracuocere. Ho aggiunto anche le “uova bianche” tenute da parte, i filettino di due acciughe dissalate (piccole, sono quelle liguri che metto io sotto sale a luglio), un pizzico di peperoncino e regolato il sale (non ne avevo messo in bollitura). Bagnato con poco vino bianco. Avevo il Vermentino sardo invece di quello ligure, ma credo che non cambi molto in fondo.
Ho fatto sfumare e bagnato anche con un mestolino di brodo di cottura delle seppie.
Con il senno (e il palato) di poi direi che il sapore della cipolla prevaricava un po’ troppo. Bisogna andarci con mano leggera perché le seppie hanno un sapore deciso, ma delicato.
Quando il liquido in tegame si è ben asciugato, ho passato al tritatutto le seppie con tutto il fondo di cottura ottenendo circa 200 gr di pasta ben soda e fina anche se non finissima.
Non ho utilizzato la parte dei tentacoli che mi sembrava troppo tenace per ridursi in pasta (se le è mangiate mio figlio con gran gusto).

A questa pasta di seppie ho aggiunto 100 gr di burro ammorbidito e 100 gr di panna acida non troppo grassa (20%). L’acidulo nell’impasto non si avverte più, ma aggiunge una nota di freschezza. L’impasto è risultato giustamente morbido e cremoso. Con queste dosi vengono 8 porzioni da antipasto, quindi metà l’ho sistemato in 4 stampini rotondi svasati riempiendoli fino a metà altezza.. L’altra metà l’ho surgelata.
Nel frattempo avevo preparato 2 diverse gelatine:
- Una gelatina nera:
con il brodo di bollitura delle seppie aggiustato di sale e con l’aggiunta del nero di una vescichetta. Filtrato bene il liquido, pesato mezzo litro e aggiunto12 gr colla di pesce fatta ammorbidire e sciolta in poco liquido riscaldato. La dose di gelatina è abbondante, ma se si vogliono ritagliare decorazioni è meglio averne in più. L’ho messa a solidificare in frigo in un contenitore rettangolare per avere uno spessore di mezzo centimetro.
- Una gelatina dorata alcolica:
Fatto bollire 150 gr di whisky fino a evaporazione dell’alcol, addolcito con un cucchiaino di miele. Fatto sciogliere 8 gr di colla di pesce e allungato con brodo leggero di verdura salato freddo, tanto da ottenere 300 gr di liquido. Aggiunto una puntina di curcuma per ravvivare il colore dorato del whisky. Messa a solidificare in uno stampo rettangolare per avere il solito mezzo centimetro di spessore. Importante far evaporare bene l’alcol altrimenti risulta troppo forte il sapore.

Un altro po’ di gelatina dorata l’ho colata sul patè negli stampini e messo a solidificare in frigo.
Il tutto deve restare in frigo almeno 6 ore a solidificare bene.
Al momento di impiattare ho preparato un fondo di insalatina misticanza condita semplicemente con poco olio extravergine, sale e chicchi di melagrana che danno una bella nota acidula. Ho sformato sopra un patè e sopra ho sistemato alternati dei quarti di cerchio delle 2 gelatine ottenuti tagliando le gelatine con un coppapasta. Intorno ho sparso coriandoli delle 2 gelatine ottenuti tagliuzzandone irregolarmente un quadratino di ognuna. Ho servito con dischi di pane casalingo bianco tostati.
Dopo la prova assaggio (è stato il mio pranzo ieri) direi che necessita almeno del doppio di pane tostato per essere gustato con calma e pieno godimento, quindi provvedete a servire a parte altro pane tostato tiepido.
Buon lavoro, Vitto




Questa ricetta partecipa all' MT Challenge di Febbraio

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lunedì 20 febbraio 2012

X-Kitchen il terzo enigma!

Care amiche di X-Kitchen,
Come si dice: prima il dovere e poi il piacere. Vi devo ancora un grande grazie per il calore con cui avete accolto questa nuova rubrica, la sottoscritta e la sua mania per i giochi, i misteri e gli enigmi. Vi devo anche i miei più sinceri complimenti: siete preparatissime e giocate con la mia stessa passione!
La soluzione all'enigma della settimana scorsa: era Leonardo da Vinci. L'amore del grande genio per il cibo è cosa nota, così come la sua passione per il giardinaggio e la coltivazione, che sfogò soprattutto negli orti (comprensivi di vigna) ricevuti in dono da Ludovico il Moro a Milano. Nel presentarsi al nobile signore Leonardo portò una lettera di autoreferenze in cui elencava i suoi numerosi talenti, ma i primi incarichi non furono opere ingegneristiche né grandi affreschi: venne assunto come responsabile delle scenografie delle feste e dei banchetti degli Sforza.
Le notizie che riguardano la nascita, la morte e l'eredità di Leonardo sono provate da documenti dell’epoca, mentre la sua “carriera” in cucina, come cameriere, ristoratore e cuoco è solo un’ipotesi che non trova tutti gli studiosi d’accordo. Nel 1987 gli inglesi Shelagh e Jonathan Routh nel libro “Note di cucina di Leonardo da Vinci” (Voland Editore) hanno riletto con spirito e leggerezza alcune pagine del Codex Romanoff, che alcuni storici (ma non tutti) attribuiscono a Leonardo.
Un’ultima curiosità: Leonardo fin da ragazzo seguiva una dieta vegetariana. Oggi una varietà di patata a pasta gialla porta il nome di Monna Lisa.
La più veloce questa volta è stata: Simona della Valle!


E adesso il piacere. Vi propongo un nuovo giallo, questa volta scritto "alla Marlowe", in prima persona, da un personaggio che sembra uscito dai bassifondi dei romanzi di Hammet e di Chandler. Chi indovina la sua identità (che poi è anche il titolo del breve racconto) guadagna punti per il nostro concorso.
Buon divertimento.

"Avevo bevuto troppo, questo era sicuro. La sola cosa di cui fossi sicuro, in quel momento. Sapevo solo che mi trovavo in un bel pasticcio.
Ero circondato e non ricordavo nulla della notte prima, ma evidentemente avevo fatto lo spiritoso con la persona sbagliata. Non sapevo chi mi avesse intrappolato. Un uomo, una donna, non ricordavo neanche questo. Forse una donna. Solo una donna ti sa fregare con tanta dolcezza.
Provai a guardarmi intorno, ma il buio era troppo fitto.
ProvaI a concentrarmi, ero tutto rosso... Inutile. Non sono certo un'acciuga, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo a liberarmi. L'unica possibilità era aspettare che succedesse qualcosa.
E qualcosa successe, dannazione, e non fu per niente piacevole. Dovevano essere passate ore quando mi risvegliai. La prigione era invasa da un liquido vischioso. Stavo annegando. Intorno a me, nel buio, riuscivo appena a intravvedere le pareti, nere come il pavimento e il soffitto, che mi circondavano, così vicine che quasi non potevo muovermi.
Capii che per me era finita. Almeno c'era il cognac a farmi compagnia. Pensai alle mie origini lontane, all'Africa e a quel caro ragazzo che era diventato ricco sulla mia pelle. L'ultima cosa che sentii fu la mano che mi afferrava per farmi fuori."
Di chi si tratta?


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Buon X-Kitchen a tutti!
Italia e Paola
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Patè patè.... non son degno di te!

Da quando sono stata a Identità Golose ed ho ascoltato la conferenza di Pietro Leemann non riesco a togliermi dalla testa quel fantastico patè che avevo assaggiato in un piatto ideato da lui, dal nome  "O mio caro pianeta" ...nientemeno!


Il medaglione di patè in quesione era appoggiato su un crostino di panettone e coperto poi da una chips di verza croccante e dolce!
Di ritorno da Identità Golose, accendo il pc per andare a scoprire il tema dell'MTC di febbraio e cosa scopro???? Che il tema era il patè! Questa si che è una meravigliosa coincidenza! Sono andata a leggermi per bene tutto il post di Bucci e in un attimo avevo deciso che avrei tentato di riprodurre il patè di verdure di Pietro...consapevole che anche nella migliore delle ipotesi non avrei mai ottenuto un patè buono quanto il suo, ma questa è una sfida, un gioco... e allora ho deciso di giocare con il mio patè indegno...ahahah!

Grandissima impresa per me, una carnivora felice che ha sempre avuto un brutto rapporto con le verdure che tuttavia ha ampiamente rivalutato con l'età, arrivando addirittura ad apprezzarle!
Ma in casa ci son comunque due belve (e già il nomignolo la dice lunga anche sulle loro identità golose) in età da divieto di verdura! Guai a proporre una minestrina o un bel passato! Non parliamo poi di contorni che vadano oltre le patatine fritte, perchè tutto il resto della verdura è triste, insapore, immangiabile e vi risparmio gli aggettivi più gettonati!
Ma ho deciso che farò questo patè di verdura e cascasse il mondo, lo mangeranno anche loro!
Il barbatrucco è cucinare quando loro non sono in casa! Perchè poi se arrivano e sono affamati mangiano zitti, apprezzando anche....finchè non sanno, sia chiaro!
E così ho fatto anche stavolta!
Gli ho servito questo patè spalmato su fette di pane appena sfornato,  decorato con una chips di verza che ha superato dapprima l'esame tattile e ha guadagnato punti quando si sono accorti che era croccante! Poi è stata anche assaggiata e la nota dolce è stata una bella sorpresa anche per loro.


Patè di verdure goloso! - di piccoLINA
Ingredienti:
3 carote
50 gr di broccoletti
50 gr di cavolfiore
1 porro piccolo
1 foglia di verza 
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
3 foglie di salvia
rosmarino (abbondante)
1/2 cucchiaino di sumak
1 punta di cucchiaino di kofte
1 spolverata di pepe
100 gr di burro
granella di  pistacchi per decorare

Ho sbollentato il cavolfiore, i broccoletti e le carote in acqua salata.
In una pentola antiaderente con un filo d'olio ho stufato poi il porro a rondelle, la verza ridotta a striscioline, le carote a dadini, i cavolfiori e i broccoletti, aggiungendo  il concentrato di pomodoro, la salvia, le spezie e aggiungendo man mano qualche cucchiaio dell'acqua in cui avevo sbollentato la verdura e portando a cottura. Frullato il tutto con il minipimer e lasciato intiepidire.
Aggiunto ora il burro morbido e mescolato il composto per amalgamare tutto, ho dato anche un'altra passata col minipimer. Versato in stampi di silicone (io questo della Pavoni) e messo in frigo a rassodare!

Chips di verza croccanti e dolci - come le ho fatte io!
Lavare una foglia di verza e tagliarla a triangoli, quindi tuffarli in acqua bollente zuccherata (io 1 lt di acqua con 3 cucchiai di zucchero) e lasciarli in acqua circa 5 minuti. Scolare e mettere in forno ad asciugare!
Fare attenzione (io ho bruciato tutta la prima infornata!), il forno non deve essere altissimo e soprattutto spegnetelo quando infornate le verze. In circa mezz'ora le verze saranno asciutte e croccante.

Pane semplice - di piccoLINA
250 gr di lievito madre
150 gr di farina di grano duro
250 gr di farina 00
acqua (io circa 190 ml)
1 cucchiano di sale
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di olio evo

Il mio lievito madre è molto liquido dato che lo rinfresco con pari peso di acqua e farina, per questo motivo la dose di acqua che aggiungo agli impasti può sembrare poca; ed è anche arzillissimo, riesco a impastare il pane la sera tardi e cuocerlo la mattina appena alzata! Tutti gli ingredienti nel ken, impasto per circa 10 minuti e metto a lievitare in forno con la lucina accesa. Al raddoppio (circa 6 ore) cuocio a 180 gradi per circa 40 minuti!

Ne è uscito un antipasto davvero gustoso che ha superato le mie più rosee aspettative!


Con questa ricetta partecipo all'MTC di febbraio!!!!


Un abbraccio
Paola
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mercoledì 15 febbraio 2012

Canestrelli e la mia intervista a Giovanni Bon!


Andare al Savini a Milano e' un'emozione! E' un'emozione gia' quando prendi l'appuntamento, e' un'emozione dal giorno prima e la senti nella pancia che ti solletica e non ti abbandona un attimo, perche' il Savini e' un'istituzione per Milano... e' un pezzo di storia, e' il ristorante dall'eleganza e dal fascino incredibili che uniti alla straordinaria location, proprio nel cuore della Galleria Vittorio Emanuele, lo rendono un locale veramente unico!

Vengo accolta da Pasquale Bizzarri, il responsabile marketing del Savini, che mi fa salire nel locale per una visita. Inutile dire che io sono immediatamente rapita dalla bellezza della sala, le luci calde, le tende morbide, le tovaglie lunghe e setose che avvolgono i tavoli quasi pronti ad accogliere i clienti, il colore delle pareti, i quadri... meraviglioso! E poi mi mostra il fiore all'occhiello, la chicca che solo il Savini si puo' permettere: un tavolo un po' appartato, sistemato in una nicchia con vista diretta proprio sull'ottagono centrale della Galleria! Ho un tuffo al cuore e inevitabilmente sogno una cena proprio li, con una persona che capisca che
anche io sono talmente speciale da meritarmi un sogno simile.... chissa' mai !


Ma torniamo coi piedi per terra ed ecco che arriva Giovanno Bon, il giovanissimo chef del Savini! Sorride! In un attimo svanisce l'imbarazzo iniziale e quando gli chiedo come si racconterebbe in una manciata di parole, lui mi risponde: FELICE!
E gia' mi piace tantissimo!!!! Giovanni ha l'entusiasmo della gioventu' (che non e' cosa scontata) che riesce a trasferire alla cucina di un ristorante che rappresenta la tradizione! Un matrimonio ben riuscito che infatti sta rilanciando il Savini dopo anni di gestione che l'aveva lasciato un po' andare.
Trascorriamo un'ora piacevolissima a chiacchierare! Tutta l'intervista a Giovanni Bon la potete leggere QUI! Io sono rimasta davvero contenta di averlo conosciuto!


Ma andiamo alla ricetta di oggi! Se c'e' una cosa che mi piace davvero tanto, sono i biscotti....sono il giusto consolino quando torni a casa stanco da una giornata di lavoro.... e magari ti sei fatto anche il fegato amaro e hai bisogno di addolcirti la giornata.... e ultimamente sta capitando troppo spesso, ahime!
Tra i tanti biscotti, quelli che piu' mi fanno impazzire sono i canestrelli, per la loro sciolglievolezza, il loro sapore burroso, tutto quello zucchero sopra che li rende speciali....
Avevo visto in rete tantissime ricette, ma non mi ero mai azzardata a farli finora per paura della delusione, per paura che non fossero come i veri canestrelli.  Poi finalmente mi son decisa!
La ricetta originale non so di chi sia, io l'ho presa da Chiara del blog Chi ha rubato le crostate! Vi copio il suo procedimento a mano e piu' sotto come ho fatto io:

Canestrelli
Ingredienti:
300g di burro
125g zucchero a velo
250g farina
250g di Maizena (io del Molino Chiavazza)
5 tuorli sodi
2g di sale
1g di vanillina (io ho usato un estratto di Vaniglia)

Per prima cosa passare i tuorli in un setaccio in modo da ridurli in farina, fate attenzione che siano freddi di frigo (cuoceteli qualche ora prima) per non rischiare di scaldare il burro. Mettere da parte.
In una capiente ciotola miscelare la farina con la Maizena, unirvi sale e vanillina.
Aggiungere il burro tagliato a tocchetti piccoli e ricoprirlo di farina, sfregarlo tra i polpastrelli (come spiegato sopra) fino a ridurlo completamente in uno sbriciolato perfettamente amalgamato con la farina (il composto risulterà quasi a fiocchi), unirvi lo zucchero a velo e la polvere di uovo, miscelare il tutto con un cucchiaio di legno e rovesciare l'impasto sulla spianatoia.
E' il momento della lavorazione della frolla: sempre dalle Simili ho imparato (anche se già lo sapevo ma quasi mai messo completamente in pratica) che la frolla non va impastata ma compattata, l'impasto che vi troverete di fronte sarà un ammasso di briciole non essendoci il liquido dell'uovo crudo ad amalgamare, ma basterà compattarlo con le punte delle dita per formare poco alla volta una palla di frolla, una pressata per delinearne meglio i contorni e via in frigo, avvolta stretta stretta nella pellicola, per almeno mezzora. Io ho preparato l'impasto al mattino e lasciata riposare fino al pomeriggio, al momento di lavorarla l'ho lasciata a temperatura ambiente 20 minuti e l'ho battuta con il mattarello per smollarla un po'.
Preriscaldare il forno a 170 °C (nel mio caso 160°C perchè è molto potente).
Sulla spianatoia infarinata stendere la frolla in una sfoglia spessa 1 cm, con un tagliabiscotti a fiore ricavare il canestrello e praticarvi un foro centrale (con un tappo di pennarello ad esempio, io ho usato l'attrezzo per togliere il torsolo alle mele), e disporli sulla placca del forno distanziati un paio di cm (tranquilli, la forma rimane perfetta, niente spetasciamenti o abbassamenti del biscotto), infornare a metà altezza del forno per circa 20 minuti, il biscotto è molto spesso e deve cuocere a bassa temperatura per tempi più lunghi rispetto ad un tradizionale frollino, nel caso iniziassero a colorare troppo prima del termine del tempo di cottura abbassate un po' il forno.
Sfornare e lasciar raffreddare completamente prima di spolverare con lo zucchero a velo.
Si conservano in una scatola di latta.

Io ho messo tutti gli ingredienti nella ciotola del Ken (il tuorlo sodo va comunque passato al setaccio) con il gancio a foglia. Ho avviato e lasciato lavorare finche' l'impasto non si e' compattato, quindi l'ho rovesciato sulla spianatoia e ho finito di formare la palla. Avvolto in pellicola e messo a riposare fuori al fresco (che in questo periodo il balcone funziona meglio del frigo!)
Con queste quantita' mi sono usciti un centrinaio di biscotti.
Nel mio forno li ho cotti col ventilato a 170 gradi per circa 15 minuti, non devono colorire!
Sono eccezionali.In  una scatola di latta si conservano tranquillamente fino a 3 settimane e anzi, migliorano col tempo!



Un abbraccio e buona giornata a tutti!
Paola

Ps. con questa ricetta partecipo al contest "happy 1 bithday Buhbuhbutter" 


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lunedì 13 febbraio 2012

X-Kitchen, la cucina dei misteri! Il secondo enigma

Bentornate a X-Kitchen,
vi siete divertite con il primo giallo da risolvere? Quasi tutte avete indovinato la soluzione, ma non cantate vittoria troppo presto: il concorso procede per livelli di difficoltà crescente e solo risolvendo tutti (o almeno tanti) degli enigmi di febbraio si può vincere il premio :)
Pronte per la seconda sfida, dunque. Ma prima ecco svelato il mistero del monaco assassinato, del suo prezioso carico e di come questo scomparve

Soluzione dell'enigma numero 1:lo zafferano.
Una leggenda narra che lo zafferano arrivò in Inghilterra grazie a un pellegrino, che tra il 1327 e il 1337 arrivò nel villaggio di Wadden, nella contea di Essex, portandone un bulbo nascosto nella tunica. Ma il bulbo dalla manica cadde a terra, dove germogliò dando inizio alla coltivazione di questa spezia. Oggi il villaggio si chiama Saffron Wadden. In realtà lo zafferano venne diffuso in Europa dagli arabi, che lo portarono prima in Sicilia (brava Chiara Picoco: i lattarini è il mercato delle spezie di Palermo), e da qui a Venezia e in Spagna. Prima che in cucina, il fiore di zafferano fu usato in farmacia per le sue qualità digestive e nei liquori. Fu anche un colorante prezioso per tintori e vetrai, che lo usavano per rendere "d'oro" le vesti dei nobili e le vetrate delle cattedrali. Giusta l'argomentazione di Beatrice Sarti.
La più veloce è stata Cassata Celiaca: vedremo se saprà confermarsi nelle prossime settimane.

E ora divertitevi a risolvere e a spiegare il secondo enigma, eccolo!

Appena nato, la madre sposa un fornaio.
Da bambino si diverte a creare modellini di marzapane.
Da ragazzo, per mantenersi agli studi, fa il cameriere a Firenze.
A causa della morte del cuoco, viene promosso in cucina.
A 26 anni, con l’amico Sandro, apre un ristorante suo. Con scarso successo.
Più tardi inventa un tritacarne e uno schiaccianoci meccanico.
A 30 anni si trasferisce a Milano in cerca di lavoro. Conclude il curriculum decantando la sua abilità di pasticciere.
Diventa consulente per i banchetti delle famiglie più in vista della città.
Per rilassarsi, si dedica all'orto.
Il suo lavoro più famoso dà il nome a una patata.
Alla morte, lascerà buona parte dei suoi beni alla cuoca.
Di chi si tratta?

Bene.... dichiariamo aperta la gara, e acchiappatevi il banner nuovo che ha creato Italia per noi, non e' bellissimo????


Le regole sono le stesse dell'altra volta, ve le riporto per comodita':

•Aiutatemi a diffondere questa rubrica: prelevate il banner ed esponetelo nei vostri blog linkandolo a http://lacucinapiccolina.blogspot.com/, poi creero' una pagina apposita per questa rubrica settimanale!
•Inserite la risposta al quesito nella pagina Facebook di Via del Gusto (Clicca QUI) e cliccando anche "Mi Piace".
•Non siete obbligati a diventare sostenitori di questo blog, fatelo solo se vi piace, per me sara' un'occasione per conoscere altri interessanti blog, pero' lasciate un commento in coda a questo post per indicare se partecipate!
•Ogni 4 settimane, chi avra' risposto correttamente - e piu' velocemente - a tutti e 4 o comunque al maggior numero di quesiti, vincera' un buono per un corso a sua scelta a Via del Gusto!
•Nel caso di contestazioni, l’ultima parola spetterà al giudice supremo di Via del Gusto, lo chef Maurizio Bosotti.
•La soluzione verra' postata il lunedi' successivo con il successivo enigma da risolvere!

Buon X-Kitchen a tutti e buon inizio settimana!
Italia e Paola
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domenica 12 febbraio 2012

Signori e Signore l'Arancia è.... candita!!




Questa è una ricetta tipica siciliana... ed io sono un'orgogliosa mezzo sangue !! :-)
Adoro la mia mezza origine sicula , palermitana per la precisione, leggo e studio molto... ne amo la storia ,la cucina, la cultura ... e poi penso di aver ereditato anche molti tratti... mia nonna veniva chiamata "l'araba" per i suoi splendidi occhi scuri....
Ho tante ricette ,alcune di famiglia tramandate a memoria (ovviamente tutte senza pesi precisi) , altre perchè scandaglio sempre tutti i siti ed i libri che parlano della sicilia... Ho un progetto interessante che vorrei realizzare : mi piacciono molto i libri della Simonetta Agnello Hornby , e lei parla sempre ,con naturalezza, delle pietanze ... mi piacerebbe proprio trovare e ricostruire le ricette di cui parla... vedremo :-)
La ricetta è semplice :
Bucce di Arance non trattate ( io anche limoni)
pari peso ( dopo averle tenute a bagno) di zucchero semolato
acqua
Procediamo :
Sbucciare le arance cercando di incidere il meno possibile la parte bianca. Io ho tagliato via in senso orizzontale i due estremi dell'arancia e poi in senso verticale , in maniera da riuscire ad estrarre già dei rettangoli , che poi ho ulteriormente tagliato in strisce da 1 cm c.a. !
Metterle in acqua per tre giorni, cambindo l'acqua almeno 1 volta al giorno.
(L'acqua sarà profumatissima , una vera meraviglia, io l'ho usata per i contenitori che applico ai caloriferi , ed ora vedrò di utilizzarla anche in cucina : buttarla sarebbe un vero peccato ).
Sgocciolarle , asciugarle bene e pesarle. Lo zucchero dovrà avere questo peso. ( anche se per mio gusto sono diventate troppo dolci, perciò penso che ridurrò la dose ).
Mettete sul fuoco un tegame con lo zucchero e poca acqua che ricopra lo zucchero x fare lo sciroppo.Quando lo zucchero sarà sciolto aggiungere le bucce d'arancia e farle cuocere a fiamma media , fin quando avranno assorbito lo zucchero ,ma senza farle caramellare. Toglierle dal fuoco e disporle separatamente su carta da forno e farle asciugare.
Chicca : Presa da un attacco di golosità ,avendo una tavoletta di cioccolato fondente da 300 gr , l'ho sciolto a bagno maria e vi ho immerso le arance una ad una : SPETTACOLARI !!!
Però la prossima volta farò una ganache perchè penso che dovrebbero venirmi esteticamente più lisce ....

Come vorrei farvi sentire il sapore :-)
Spero vi piaccia.... Rebecca ....
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venerdì 10 febbraio 2012

La cassoeula

di Miriam


Vi dico: non posso andare a vedere un film nel quale si parli di una specialità culinaria che subito mi prende la smania di doverla provare. Il film, galeotto della ricetta che segue, è "Benvenuti al Nord", nel quale ad un certo punto parlano della cassouela e pure la mangiano. Peccato che essendo non proprio di origini lombarde e neppure vivendoci in Lombardia, non solo non l'ho mai assaggiata ma non sapevo neppure come procedere per la sua preparazione. Comunque comincio a documentarmi e ad un dato punto mi arriva la ricetta dall'Adele, ma si la mitica mamma della PiccoLina, che così mi istruisce:

"Allora... vi spiego come la facciamo noi... per le dosi non so essere precisa perche’ se ne cucina per un esercito, poi si porziona e congela...
Serve: sedano, carota, cipolla, poi costine di maiale, cotenne, verzini (sono dei salamini freschi), il piedino del maiale (facoltativo, come pure le orecchie!) passata di pomodoro, verze, spezie (una miscela che vendono gia’ pronta in bustina, si chiama Suk), vino bianco.
Per le dosi io direi di calcolare 1 salamino e 2-3 costine a testa e almeno 2 pezzi di cotenna (se piace) a testa poi in base a quanti siete regolati col resto (carote, sedano e cipolla)
Il mondo poi si divide in chi fa la cassoeula bollita e chi no. Noi no!
La versione bollita prevede di lessare il piedino e le cotenne...si elimina cosi’ un po’ di grasso e assieme al grasso anche il sapore, ne rimane una cassoeula annacquata! Noi no!
Nel pentolone grande fai sciogliere un pezzo di burro (o olio) e fai rosolare per bene le cotenne, il piedino e i salamini, aggiungi quindi sedano, carote e cipolle tritati grossolanamente, sfumi con un bel bicchiere di vino bianco, le spezie, la passata (circa 300 gr) e fai cuocere almeno mezz’ora coperto. Non deve mai asciugare troppo, nel caso aggiungi un mestolo di brodo. Dopo tre quarti d’ora aggiungi le costine. Dopo un bel quarto d’ora, venti minuti aggiungi le verze lavate e tagliate a pezzi grossi con le mani. Non scolarle tanto, cosi’ porteranno un po’ di acqua nella pentola. Quando le verze sono ben cotte la cassoeula e’ pronta, fai conto circa 20 minuti ancora. Assaggia magari dopo 10 minuti per regolare di sale.... tieni conto che i salamini son saporiti.
La morte sua e’ una bella polenta morbida!"

Così debitamente istruita ho fatto, con qualche variazione che mi sono permessa, dopo che ho visto un video su youtube sponsorizzato dalla provincia di Varese, sulle origini di questa pietanza, origini contadine legate alla stagionalità e alla terra.


Le variazioni rispetto alla ricetta sono:

1) in realtà ho fatto prelessare le cotenne e il piedino per mezz'ora; non me la sono sentita di cucinare direttamente queste parti senza sgrassarle un poco;
2) le verze pure, non troppo sgrondate dall'acqua di risciacquo le ho fatte appassire leggermente in una pentola,senza altro, a fuoco alto, prima di usarle per la ricetta;
3) ho usato del vino rosso corposo, anziche bianco;
4) le costine le ho fatte rosolare insieme a tutti gli altri pezzi di carne;
5) ho usato anzi che la passata di pomodoro un cucchiaio colmo di doppio concentrato;
6) mi è servito circa un litro di brodo di carne che avevo già prepararto la sera prima, per mantenere non troppo asciutta la preparazione;
7) ho cotto il tutto per circa di tre ore e mezzo a fuoco lento, alla fine le cotenne si scioglievano in bocca.
8) non ho trovato le spezie e così ho dato solo una spolverata di pepe.

Grazie Adelotta era buonissima!!!

Con questa ricetta partecipiamo al contest di Sabrina del blog Les madeleines di Proust "Ti cucino a fuoco lento"




Buona giornata a tutti
Miriam .... e Paola
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mercoledì 8 febbraio 2012

Identità golose, Identità naturali!

Domenica 5 febbraio, le mie Identita' Golose!
Fuori ci sono -7 gradi e cadono dei fiocchi di neve ghiacciata, ma io non ho intenzione di rinunciare alla mia prima edizione di Identità Golose!
Macchina, metrò e una bella passeggiata e finalmente arrivo al Gate 14 dove mi Elisa, dell'ufficio stampa, mi aveva riservato un ingresso! Sono un pò spaesata, ma mi lascio trasportare dal fiume di gente e salgo nell'area espositiva! Una meraviglia! Stand gastronomici e non, espositori da tutta Italia a far degustare e pubblicizzare le loro eccellenze...formaggi, salumi, vini, oli, pane, pasta, birra e anche libri, macchinari per cucine professionali, pentole e caccavelle varie! Ho fatto solo un breve giro perchè per prima cosa volevo cercare le ragazze di Phood e conoscere finalmente Babs!!! Bhe, sono stata fortunata e l'ho trovata subito.
Poi, proprio su suggerimento di Babs, sono andata ad ascoltare Pietro Leemann, che parlava di cucina naturale e vegetariana! Sono entrata con lo scetticismo del carnivoro, anche se non sono una che abusa di carne, ma insomma, sono dell'idea che niente faccia male, basta non eccederne!


Leemann per me è stato una piacevolissima sorpresa! Esordisce dicendoci che non importa solo cucinare buono, ma importa soprattutto cucinare sano per noi e da li ci ha esposto tutta la filosofia che sta dietro il suo modo di cucinare e dietro il vegetarianesimo! Si, ero ad una manifestazione di food ad ascoltare filosofia...perche' il cibo e' una filosofia messa in pratica.

Siamo quel che mangiamo, quindi se cambiamo modo di mangiare cambiamo anche noi, quindi siamo noi a poter decidere in che modo cambiare!

Lo ascoltavo rapita descrivere i tre piatti che ha cucinato davanti ai nostri occhi con l'aiuto della sua brigata del Joia, mi appassionavo man mano all'attenzione al terrotorio, alla stagionalita', all'utilizzo di tavolette di argilla per cucinare cosi' come di grosse pietre raccolte nel letto di un fiume, a questa sinergia tra ambiente e uomo che Leeman riesce a trasformare in piatti davvero ottimi, che ti stupiscono, ti fanno sorridere, ti rendono felice e il pregiudizio verdura=tristezza si sgretola al primo assaggio.

O mio caro pianeta e' il primo piatto che ci prepara: una sorta di foi gras di verdure appoggiato ad un crostino fatto con le coste passate in padella, poi fritte (per noi ha usato un crostino di panettone), una salsa di yogurt e una cupola di verza croccante che ancora me la sto sognando!


Paesaggio interiore: dei dobloni al 100% di farina di grano saraceno, quindi un piatto adatto anche ai celiaci a cui presta molta attenzione anche nel suo ristorante, una salsa di cavolo rosso, un'altra di zucca e zafferano, fettine di rapa bollita e grigliata, tocchetti di zucca e giro di olio di rafano!
Nella foto qui sotto vedete nel riquadro di destra il piatto quasi completato, sotto il nostro assaggio....ottimo!


Relazione privilegiata era il terzo piatto che non sono riuscita a fotografare perche' non potevo distogliere lo sguardo da due enormi pietre di fiume su cui cuoceva del ciapati....servito poi con carciofi e cavolo nero cotti in mattonelle d'argilla, salsa bernese senza uova e aromatizzata al succo d'arancia, ricotta di capra e quenelle di pesto di radicchio e olive..... e sto ancora sospirando di piacere!

A seguire e' salito sul palco Simone Salvini, allievo di Leemann al Joia e ora con Organic Accademy fa cucina vegana, con un libro in uscita a breve!
Interessante anche Salvini, anche se io trovo la cucina vegana veramente estrema e gli estremi non fanno per me, ma come sempre e' una questione di gusti!
C'e' da dire che il suo pane di semi fatto con lievito madre e' stato un boccone incantevole!!!!
Ah.... e ci ha anche omaggiati di un po' di pasta madre che ora staziona in frigo bella arzilla dopo il rinfresco! Meraviglioso!
Strabiliante poi la maionese di latte di soia e olio di mais in versione appena preparata e in versione cotta al vapore, una vera chicca!



Prima esperienza a Identita golose per me.... e' stato davvero stupendo!
Un abbraccio
Paola
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lunedì 6 febbraio 2012

X-Kitchen la cucina dei misteri....siete pronti a giocare con noi???

Buongiorno mondo.... ma che freddo c'e' oggi??? Stamattina il mio termometro segnava SOLO -11...mi sembra che possano bastare!
Allora pensiamo a riscaldare questo inverno con un giochino favolosissimo che ora vado a raccontarvi!!!!

X-KITCHEN, la cucina dei misteri!

In collaborazione con la scuola di cucina del ristorante Via del Borgo, a Concorezzo andiamo a proporvi una rubrica settimanale in cui vi sfidiamo a risolvere un giallo culinario!
Vi spiego:
Italia,  che organizza i corsi di cucina di Via del Gusto, ogni settimana mi mandera' un brano che io pubblichero' qui. Alla fine del brano ci sara' una domanda a cui dovrete rispondere! Dopo 4 settimane, chi avra' risposto correttamente a piu' quesiti vincera' un buono per un corso a sua scelta alla scuola di Via del Gusto! E poi si riprende per altre 4 settimane e cosi' via.
Che ne dite, vi piace????
Questo e' il banner, creato da Italia per noi, a me sembra carinissimo!

Ecco l'enigma di questa settimana.
Cominciamo con un giallo gotico di atmosfera medievale:


Una fredda nebbia occupava ancora le strade del villaggio, quando il monaco entrò in città. Nel silenzio il bastone che accompagnava i suoi passi risuonava sordo sul selciato.
Lo straniero si fermò davanti a una figura appoggiata a un albero sul limitare di un campo, proprio all'inizio del paese.
- Da dove vieni?, chiese l'uomo.
- Dalla Spagna, rispose il monaco, allungando il braccio per indicare il Sud.
- Se sei arrivato in Essex dalla lontana Spagna a piedi, devi avere una missione importante.
- E' così. Porto con me qualcosa di prezioso come l'oro.
- Più dell'oro? E di che si tratta?
- Questo è un segreto. Un segreto che conoscono i farmacisti arabi e i più bravi maestri vetrai, anche se dicono che si trovi in gran quantità nei lattarini. Fu un fenicio a portarlo a Venezia, e i mercanti veneziani lo vendettero ai re per le loro vesti. Ma io l'ho trafugato dalle cucine della corte di Madrid.
Senza dire altro, l'uomo si staccò dall'albero e con un fendente tagliò la gola al monaco, che cadde morto nel suo sangue.
L'assassino si chinò e frugò nella tunica, alla ricerca del prezioso carico. Ma non trovò nulla e rabbioso si dovette allontanare senza il frutto del suo crimine.
Quando la nebbia finalmente si alzò, sotto l'albero restava solo un cadavere freddo. Nessuno risolse il mistero della sua morte, eppure gli abitanti del villaggio non hanno mai dimenticato quel monaco che
arrivava da lontano.
Cosa portava con sé?
Ora le regole! leggete bene...
  • Aiutatemi a diffondere questa rubrica: prelevate il banner ed esponetelo nei vostri blog linkandolo a http://lacucinapiccolina.blogspot.com/, poi creero' una pagina apposita per questa rubrica settimanale!
  • Inserite la risposta al quesito nella pagina Facebook di Via del Gusto (Clicca QUI)  e cliccando anche "Mi Piace".
  • Non siete obbligati a diventare sostenitori di questo blog, fatelo solo se vi piace, per me sara' un'occasione per conoscere altri interessanti blog, pero' lasciate un commento in coda a questo post per indicare se partecipate!
  • Ogni 4 settimane, chi avra' risposto correttamente - e piu' velocemente -  a tutti e 4 o comunque  al maggior numero di quesiti, vincera' un buono per un corso a sua scelta a Via del Gusto!
  • Nel caso di contestazioni, l’ultima parola spetterà al giudice supremo di Via del Gusto, lo chef Maurizio Bosotti.
  • La soluzione verra' postata il lunedi' successivo con il successivo enigma da risolvere!
INIZIAMO?????? Viaaaaaaa!!!!

Buon X-KITCHEN a tutti!

Un abbraccio
Paola e Italia!
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