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mercoledì 11 dicembre 2019

COPPA NATALIZIA DI CREMA CON RICCIARELLI E FRUTTA SECCA SPEZIATA AL RUM

Di Vittoria



Siamo arrivati alla seconda puntata sui dolci senesi 
oggi per il bellissimo progetto del Calendario del cibo Italiano è la 



Ho un meraviglioso prodotto da farvi conoscere e da valorizzare grazie alla gentilezza del Forno di Ravacciano che ci ha rifornito dei suoi migliori dolci perchè realizzassimo una ricetta in cui fossero protagonisti.


I loro ricciarelli in particolare sono morbidissimi e profumati, ma molto delicati, se si sbaglia abbinamento, si rischia di coprirne il sapore.

Ho scelto di renderli protagonisti di un dolce al cucchiaio, perfetto per un invito pomeridiano nel periodo di Natale o come sontuoso fine pasto.




COPPA NATALIZIA DI CREMA CON RICCIARELLI E FRUTTA SECCA SPEZIATA AL RUM

Per 4 persone

Per la crema
2 tuorli d'uovo
4 cucchiai di zucchero semolato
2 cucchiai di farina
500 ml di latte intero scaldato
1 cucchiaio di scorza di arancia grattugiata finissima

Per il crumble di ricciarelli
2 ricciarelli freschi

Per completare
6 ricciarelli freschi
8 cucchiai di panna semimontata
6 cucchiai di composta di frutta secca speziata al rum (ricetta QUI)
1 cucchiaio di rum
4 ciliegine candite
4 foglie di menta

Preparate la crema pasticcera. Sbattete i tuorli con lo zucchero, poi aggiungete la farina, la scorza di arancia e diluite tutto con il latte. Rimettete sul fuoco e cuocete mescolando fino a che si sarà addensata. Fate raffreddare coprendo la superficie con la pellicola a contatto.
Preparate il crumble di ricciarelli. Con un mattarello stendete delicatamente i due ricciarelli fino ad ottenere due sfogliette di pochi mm di spessore. Trasferitele su una teglia insieme alle eventuali briciole e tostate in forno a 130 °C per circa 15-20 minuti, voltandoli una volta, finchè saranno asciutti e color nocciola. Lasciate raffreddare e si induriranno completamente.
Mescolate la composta di frutta secca con il rum poco per volta, deve solo inumidirsi.
Montate il dolce nelle coppe individuali. Disponete sul fondo di ognuna un ricciarello e mezzo circa spezzettato, poi un cucchiaio di composta di frutta, due o tre cucchiai di crema pasticcera, ancora un pochino di frutta speziata, la panna montata e infine sbriciolate sopra il crumble di ricciarelli. 
Decorate con la ciliegina e la menta e conservate in frigo fino al momento di servire.







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mercoledì 30 gennaio 2019

MTC S-COOL LEZIONE N.3 - IL RISOTTO

Di Vittoria




E siamo arrivati alla fine della lezione n.3 di MTC S-COOL, la Scuola più figa del web, che ci ha visto impegnati in classe ai fornelli per tutto Gennaio.




Argomento 
IL RISOTTO e la sua mantecatura perfetta

Sembra facile, in fondo tutti abbiamo fatto il risotto, tanti risotti, ognuno di noi ha i suoi trucchi e le sue tecniche affinate negli anni e pensi "Buono il mio risotto"
Poi ti ritrovi in classe, seduta nel banco, e hai fra le mani le dispense di Giuliana Fabris e Greta De Meo e capisci che "IL RISOTTO" è un'alta cosa.
Non è difficile, ma capisci subito che alcuni passaggi non li hai mai fatti, che raffazzonavi un riso in umido e il vero risotto è tutt'altro.
Non meno importante è stata la dispensa di Maria Pia Bruscia sui brodi; una panoramica sui brodi classici e quelli moderni che completa perfettamente la lezione.

Si studia seriamente in questa scuola e mi sono ritrovata a fare le cose precisine, io che vado sempre a spanne. Il risultato c'è satao, sono abbastanza soddisfatta delle mie due prove d'esame, vedremo il giudizio delle proff! 

Prova n.1 TECNICA Il risotto alla parmigiana da eseguire esattamente con la ricetta di Giuliana 
Prova n.2 CREATIVA Un risotto allo zafferano da arricchire con una nostra idea creativa.

E passiamo subito alla realizzazione delle due prove di esame

RISOTTO ALLA PARMIGIANA


Eseguito esattamente come da ricetta data che vi riporto con le parole di Giuliana.
Le mie varianti:
-  Ho usato una padella pesante, profonda con fondo spesso invece del rame o dell'alluminio anodizzato che non ho.
-  Ho usato riso Roma invece di Carnaroli per il semplice motivo che......... ho sbagliato sacchetto in dispensa. Lo so che mi costerà caro, ma ormai il danno è fatto. Comunque un tipo di chicco grande che mi ha dato un buon risultato. Ho visto che beve un poco più liquido rispetto al Carnaroli indicato in ricetta, circa 100 ml in più.


Per 4 persone

400 g di riso Roma
1,100 l circa di brodo di carne (ricetta sotto)
50 g di parmigiano reggiano
1 piccola cipolla
70 g di burro freddissimo, più una noce
un bicchiere di vino bianco a temperatura ambiente
poco sale

Tritate finemente a coltello la cipolla  e preparate il soffritto mettendola a  rosolare in una piccola padella con la noce di burro. Lasciatela cuocere mescolando e facendo attenzione che non brunisca. Tenete da parte.
Portate a ebollizione leggera il brodo.
In una larga casseruola, di rame o di alluminio anodizzato, a fuoco medio-alto, fondete 20  grammi del  burro previsto. Quando inizia ad essere spumeggiante versate il riso nella pentola, mescolate continuamente fino a quando il riso “canterà” e diventerà opalescente, traslucido.  
Ora  sfumate con il vino, mescolate fino a completa evaporazione dell’alcol poi iniziate la cottura aggiungendo poco brodo bollente per volta, continuando a mescolare.
A questo punto unite anche il soffritto preparato in precedenza e continuate così, aggiungendo brodo man mano che viene assorbito.
Assaggiate per controllare la cottura e modulare l’aggiunta di liquido, tenendo presente che il risotto dovrà riposare per essere mantecato e che comunque, per effetto del calore residuo, continuerà a cuocere. Una volta pronto spegnete il fuoco, spostate la casseruola dal fornello, regolate di sale e iniziate a mantecare aggiungendo il parmigiano reggiano grattugiato e il burro rimasto, freddissimo.
Mescolate con energia e allo stesso tempo scuotete la casseruola imprimendole  un movimento avanti-indietro. Continuate fino a quando il riso sarà diventato cremoso e morbido. Servite subito.

*Brodo di carne 
2 lt acqua
400 g di muscolo
400 g di scaramella
1 pezzo di coda
1 gambo di sedano
1 carota
1 cipolla bianca
1 chiodo di garofano
1 foglia di alloro
1 fettina di zenzero
2 fettine piccole di curcuma
4 semi di cardamomo
2 bacche di ginepro
1 pezzetto di anice stellato
6 grani di pepe nero
sale
Fare bollire tutto a fuoco basso per almeno 2 ore. Filtrare e tenere in caldo





Ed ecco la seconda prova, quella creativa. 
L'uso obbligatorio dello zafferano mi ha subito portato ad immaginare aromi e profumi mediorientali e le mie radici liguri verso i profumi del mare. Ne è uscita questa versione dove lo zafferano incontra mandorle e scorza di arancia per l'oriente e le triglie di scoglio del mio mare ligure.


RISOTTO ALLO ZAFFERANO, MANDORLE E BUCCIA DI ARANCIA CON TRIGLIA FRITTA


Per 4 persone

400 g di riso Roma
1,100 l circa di brodo di verdura (ricetta sotto)
2 scalogni
50 g di parmigiano vegano (ricetta sotto)
la buccia grattugiata di mezza arancia non trattata
20 mandorle tritate grossolanamente
un bicchiere di vermentino a temperatura ambiente
70 g di burro freddissimo, più una noce
poco sale

Per il "Parmigiano vegano"
30 g di farina di mandorle
15 g di lievito alimentare in scaglie

5 g di sale fino

Per i filetti di triglia fritti
2 triglie da 150 g l'una, sfilettate e spinate (4 filetti)
2 cucchiai di farina di mandorle
2 cucchiai di farina di mais fioretto 
poco sale
olio per friggere

Per completare
2 cucchiai di mandorle a filetti tostate in padella
qualche filo sottilissimo di buccia di arancia non trattata
qualche goccia di olio extravergine di oliva

Tritate finemente a coltello gli scalogni  e preparate il soffritto mettendoli a  rosolare in una piccola padella con la noce di burro. Lasciate cuocere mescolando e facendo attenzione che non scuriscano. Tenete da parte.
Portate a ebollizione leggera il brodo.
In una casseruola pesante a fondo spesso, a fuoco medio-alto, fondete 20  grammi del  burro previsto. Quando inizia ad essere spumeggiante versate il riso nella pentola, mescolate continuamente fino a quando il riso “canterà” e diventerà opalescente, traslucido.  
Ora  sfumate con il vino, mescolate fino a completa evaporazione dell’alcol poi iniziate la cottura aggiungendo poco brodo bollente per volta, continuando a mescolare.
A questo punto unite anche la buccia di arancia, le mandorle tritate e il soffritto preparato in precedenza e continuate così, aggiungendo brodo man mano che viene assorbito.
Assaggiate per controllare la cottura e modulare l’aggiunta di liquido, tenendo presente che il risotto dovrà riposare per essere mantecato e che comunque, per effetto del calore residuo, continuerà a cuocere. 
Una volta pronto spegnete il fuoco, spostate la casseruola dal fornello, regolate di sale e iniziate a mantecare aggiungendo il "Parmigiano vegano" e il burro rimasto, freddissimo.
Mescolate con energia e allo stesso tempo scuotete la casseruola imprimendole  un movimento avanti-indietro. Continuate fino a quando il riso sarà diventato cremoso e morbido. 
Mettete il riso nei piatti di servizio, appoggiate sopra un filetto di triglia con la pelle verso l'alto, decorate con i filetti di mandorla, i fili di buccia di arancia, qualche goccia di olio crudo e servite subito.

Brodo di verdura 
2 lt acqua
1 gambo di sedano
1 carota
1 cipolla bianca
10 cm di porro, la parte verde
3-4 rametti di prezzemolo
3-4 rametti di timo
1 cucchiaio di buccia di arancia grattugiata
1 foglia di alloro
1 pomodoro secco
4 semi di cardamomo
6 grani di pepe nero
sale

Fare bollire tutto a fuoco basso per almeno 1 ora. Filtrare e tenere in caldo




Queste ricette partecipano alla MTC S-COOL lezione n.3 IL RISOTTO

















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venerdì 23 febbraio 2018

I QUARESIMALI GENOVESI PER IL CALENDARIO DEL CIBO ITALIANO

di Vittoria

Oggi per il Calendario del Cibo Italiano festeggiamo la Giornata Nazionale dei dolci quaresimali, biscotti e dolcetti vari che vengono preparati, secondo la tradizione religiosa, durante il periodo di Quaresima. 



Sono preparazioni molto diverse a seconda della zona di produzione. I più famosi sono i biscottini toscani a forma di lettere dell'alfabeto, i pupatelli siciliani con mandorle e cannella, quelli napoletani simili ai cantucci, ma speziati.

I quaresimali genovesi sono invece realizzati con pasta di mandorle, zucchero, acqua di fiori d'arancio, albume d'uovo, farina, guarniti poi con zucchero fondant al gusto di maraschinopistacchiolimone o caffè, come ancor oggi è possibile vedere in diverse storiche confetterie-pasticcerie del capoluogo ligure; famosissimi quelli dell'antica confetteria Romanengo.
L'origine di preparare dei dolci quaresimali genovesi risale al 1500 circa, quando le suore del convento di San Tommaso lavorar avano la pasta di mandorla con lo zucchero senza aggiungere prodotti animali perché proibito dalla religione cattolica nei quaranta giorni antecedenti la Pasqua. 
In questo modo si potevano gustare dolci senza trasgredire alle regole.
Molto interessante un articolo di Carlo Petrini sulla storia del marzapane a Genova (La Repubblica 2010)




Sono comunque dolcetti che tante famiglie amano produrre in casa, con ricette antiche tramandate di generazione in generazione; ogni famiglia la sua, leggermente diverse negli aromi e nelle proporzioni.

Io vi propongo la ricetta della mia famiglia, quelli che mamma ha sempre fatto fino a due anni fa .....e ora tocca a me. 
La ricetta è quella, ma non mi sembrano mai buoni come i suoi. Sarà la nostalgia.....

QUARESIMALI GENOVESI di nonna Ibidi

Mostaccioli alla marmellata

250 g di farina di mandorle dolci finissima
250 g di zucchero a velo
1 cucchiaio di acqua di fior d'arancio
1 albume (non servirà tutto)
2-3 cucchiai di marmellata di albicocche casalinga passata al setaccio

Setacciate insieme mandorle e zucchero, aggiungete l'acqua di fior d'arancio e poco albume. Cominciate a impastare e aggiungete albume solo se l'impasto si sfalda. Non deve essere appiccicoso, eventualmente aggiungete pochissimo amido di mais. Fate riposare un'ora.
Stendete l'impasto sullo zucchero a velo, allo spessore di mezzo cm formando due rettangoli uguali. spalmatene uno di marmellata e sovrapponete l'altro. 
Tagliate l'impasto a rombi di 3 cm circa.
Preparate una glassa leggera con poco albume e zucchero a velo e spennellatela sui rombi.
Infornate a 160 gradi per 15 minuti. Devono colorire appena ed essere ancora morbidi. Lasciate raffreddare e conservate in una scatola di latta.







Ciambelline

250 g di farina di mandorle dolci finissima
250 g di zucchero a velo
1 cucchiaio di acqua di fior d'arancio
1 albume (non servirà tutto)
mompariglia bianca

Setacciate insieme mandorle e zucchero, aggiungete l'acqua di fior d'arancio e poco albume. Cominciate a impastare e aggiungete albume solo se l'impasto si sfalda. Non deve essere appiccicoso, eventualmente aggiungete pochissimo amido di mais. Fate riposare un'ora.
Stendete l'impasto allo spessore di mezzo centimetro e tagliate delle piccole ciambelline con un tagliapasta da 3 cm.
In alternativa usate il metodo antico: formate delle palline, appiattitele, fate un buco al centro e allargatelo delicatamente per ottenere la ciambellina.
Fatele asciugare in forno a 120 gradi per 30 minuti. Estraetele dal forno ancora morbide, finiranno di asciugare raffreddandosi.
Una volta fredde spennellatele con poco di albume sbattuto e decoratele con le palline di zucchero rigorosamente candide. Lasciatele essicare all'aria prima di conservarle in una scatola di latta.









Fonti
Articolo di Carlo Petrini sull'origine del marzapane a Genova - La Repubblica 2010

I Quaresimali - Wikipedia

I quaderni di casa






365 giorni per apprezzare la realtà e diversità della cucina italiana, per conoscere le infinite sfumature e i meravigliosi prodotti del nostro paese, per conoscere e conservare le nostre origini e tradizioni

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mercoledì 25 gennaio 2017

MACARONS ENTREE E MACARONS DESSERT PER MTC 62

di Vitto

Macarons entree fumè -proposta salata

Macarons dessert zabaione e cassata - versione dolce


Ecco che siamo alla prima SFIDA MTC del nuovo anno.

Prima o poi doveva succedere.

Una sfida su una preparazione che proprio non riesco a farmi piacere.

Questo mese Ilaria del blog Soffici, vincitrice della sfida di Novembre con un meraviglioso Tiramisù,  ci invita a una sfida tecnica che più non si può (e fin qui va bene), ma…. ma.. ma.. ma proprio sui Macarons? Sono dolci dolcissimi stradolci, io proprio non riesco a farmeli piacere (certo non ho assaggiato quelli dei guru, ma sempre dolcissimi sono)
Non sia mai che mi tiro indietro, anzi sarà occasione per imparare tanto e magari ricredermi.
E allora studio leggo e rileggo il post dettagliatissimo di Ilaria che vi consiglio caldamente di studiare se volete cimentarvi perché lei è scrupolosa, meticolosa e precisissima quindi le sue istruzioni sono a prova di imbranata (ci sono riuscita anche io) distratta approssimativa come me.
Più leggo più mi prende il panico, mi pare lunghissimo e complicato … e poi invece non è così…seguendo le istruzioni fila tutto liscio….. seguendole appunto!
Io mi sono distratta, ho fatto altro, ho dimenticato passaggi, ho fatto tutti i pasticci possibili, ma i macarons sono venuti anche abbastanza decenti (mi pare)
Ve lo dico?
SONO ORGOGLIOSA DEL RISULTATO TECNICO!
Un po’ meno del risultato di gusto per la versione salata che è contemplata emi ci sono subito buttata con entusismo.
Ma il sapore del guscio è irrimediabilmente dolcissimo.
Troppo
E il contrasto con un ripieno salato …. E affumicato è veramente troppo per le mie papille gustative.
Insomma mica mi è piaciuto tanto, ma tant’è chi li ha assaggiati li ha apprezzati più di me, quindi eccomi con le mie proposte.
Riguardo alla tecnica per realizzare i gusci dei Macarons vi riporto (in corsivo) integralmente il testo di Ilaria (da lei trovate molti consigli in più, andateci)

Prima di iniziare occorre fissare alcuni punti chiave

·         ALBUMI: gli albumi devono essere “vecchi” di almeno 3 giorni, addirittura Hermè parla di una settimana. Divideteli  già in due ciotole, ricoperti con la pellicola su cui inciderete dei piccoli tagli. E riponeteli in frigorifero. Durante il periodo di riposo gli albumi perdono la loro elasticità, sarà quindi più facile montarli senza il rischio che diventino granulosi. Inoltre non ci saranno problemi di batteri in quanto, comunque, verranno cotti in forno ad alta temperatura.

·         TPT (tant pour tant): ovvero uguale quantità di farina di mandorle e zucchero al velo. Consiglio di comprare direttamente la farina di mandorle e scegliere il tipo più fine. Passatela poi al mixer con lo zucchero al velo e setacciate (anche due volte se ritenete) usando un colino fine. Questo passaggio non  va trascurato in quanto permette di ottenere una pasta fine e così avrete dei gusci lisci e brillanti. Potete realizzare il TPT in anticipo, e conservarlo in un contenitore ermetico, in un ambiente asciutto, al massimo per una settimana.

·         TEMPLATE: soprattutto per chi li fa per la prima volta e non ha ancora la manualità necessaria è opportuno seguire un template, oppure utilizzare l’apposito tappetino in silicone per avere una forma perfetta e uguale per tutti i macaron. Sinceramente non amo particolarmente la resa della cottura sul tappetino e preferisco utilizzare la carta da forno.
Prendete un foglio di carta da forno grande quanto le vostre teglie o placche. Utilizzando una matita e il retro di una bocchetta o un bicchierino (non superate mai il diam. di 3,5cm) create una serie di file di cerchietti distanziati circa 2 cm gli uni dagli altri.
A questo punto potete appoggiare il foglio sulla teglia e ricoprirlo con un nuovo foglio di carta da forno oppure girarlo e utilizzarlo al contrario in modo da non venire direttamente a contatto con la matita.

·         ATTREZZATURA: preparatevi già l’attrezzatura necessaria, che in realtà è poca roba, in modo da non dover lasciare troppo l’impasto in attesa. Vi occorrerà: un mixer, un setaccio, una frusta elettrica (meglio se avete la planetaria), un termometro, spatole in silicone, sac à poche  e bocchette (8-10-11mm), teglie e carta da forno.

·         COLORANTE: siamo in pasticceria perciò è ammesso, anzi richiesto l’uso dei coloranti. Il pregio dei macaron è la nota di colori vivaci che attraggono subito lo sguardo, quando fanno bella mostra di se nelle vetrine delle pasticcerie.
Non tutti i coloranti però sono ideali per i macaron. Io personalmente prediligo i coloranti in pasta poiché sono fortemente pigmentati. Si mescolano molto bene e usandone una minima quantità si ottiene un colore vivido, senza alterare la consistenza dell’impasto. Sconsiglio invece i coloranti in polvere (a meno che non siano quelli professionali) perché poco pratici, molto volatili e ne serve un grande quantitativo per ottenere una colorazione luminosa. I coloranti liquidi poi sono molto delicati e permettono solo colorazioni lievemente pastello.
Ovviamente è possibile usare colorazioni naturali, ma considerate sempre l’impatto, anche del gusto, che apportate alla pasta. Per esempio il cacao tende a smontare la meringa, in questo caso per ottenere la colorazione scura è molto meglio utilizzare un po’ di marrone.
Ci sono due momenti in cui si può aggiungere il colorante all’impasto: aggiungendolo agli albumi prima di versarli nell’impasto di mandorle (TPT) oppure alla meringa italiana prima del macaronage.

·         MERINGA ALL’ITALIANA e MERINGA ALLA FRANCESE: la meringa francese è più semplice da realizzare in quanto non richiede una cottura precisa dello zucchero. Tuttavia la realizzazione dei gusci di macaron necessita di maggiore attenzione. Poiché lo zucchero è incorporato “a freddo” la struttura degli albumi è più umida e aerata e quindi è più difficile incorporare una grande quantità di TPT senza far afflosciare la meringa. Si rischia così di ottenere una pasta troppo liquida o al contrario grumosa. Il tempo di croutage si allunga. Una volta cotto, il macaron è più friabile, la colorazione e la finitura sono meno precisi. Mentre la meringa italiana è più complessa nella realizzazione, ma assicura una pasta più liscia. Poiché lo zucchero viene incorporato sotto forma di sciroppo, si amalgama bene all’interno dell’albume e avvolge le bolle d’aria come una pellicola, mantenendo la coesione della montata e rendendo la meringa più liscia e più brillante. Essendo più densa, la meringa italiana si incorpora più facilmente alla pasta di mandorle. Permette di cuocere i macaron ad una temperatura più bassa, preservandone il colore e la brillantezza.

·         COTTURA: la cottura suggerita dai pasticceri è quella ventilata (con più teglie), a me personalmente non sono mai venuti bene perché coloriscono troppo facilmente e seccano. Preferisco il forno statico, una teglia alla volta. Il trucco di inserire 3 teglie sovrapposte nel forno, a mio avviso non aggiunge nessun particolare miglioramento al risultato finale.

·         FARCITURA: la farcitura è l’elemento fondamentale del macaron, può essere una ganache esaltata da una spezia, un aroma o un’infusione, oppure una crema (al burro, mousseline, chantilly), un curd o semplicemente una confettura o gelatina di frutta. Può essere doppia (ganache+crema, per esempio) o contenere degli inserimenti di frutta o gelatina.

·         RIPOSO: una volta farciti, i macaron devono riposare almeno 24hs in frigorifero. In questo modo l’umidità dell’ambiente e della farcia infonderanno profumo e gusto ai gusci, esaltandone la consistenza. Il giorno dopo i macaron avranno la consistenza perfetta, croccanti ma morbidi e fondenti all’assaggio. Lasciateli a temperatura ambiente per 2hs prima di servirli.

·         PERSONALIZZAZIONE: Potete personalizzare i macaron secondo la vostra fantasia. A partire dall'aromatizzazione dei gusci (aggiungendo qualche goccia di essenza o estratto che però si sposino con il sapore della mandorla di base). Esistono decorazioni che si possono fare sui gusci da cotti, vedi filamenti di cioccolato, foglie d’oro, brillantini o iridescenze. Oppure altre che si devono obbligatoriamente eseguire prima della cottura: polvere di stelle, panatura, perline, monpariglia, zuccheri colorati o aromatizzati. 


Ricetta di Pierre Hermé (per circa 32-35 macaron)
150g zucchero al velo
150g farina di mandorle
110g albumi vecchi (almeno 3 giorni) – divisi in due ciotole da 55g l’una

Per lo sciroppo
150g zucchero semolato
50ml di acqua

TPT
Tostate leggermente la farina di mandorle in forno a 150° per circa 10minuti. Lasciate raffreddare completamente.
Passate al mixer la farina insieme allo zucchero al velo per ottenere  una miscela aerea e impalpabile e passate successivamente al setaccio.  
Incorporate i primi 55g di albume crudo al TPT servendovi di una spatola in silicone. E’ necessario amalgamare bene in modo da ottenere una pasta morbida, omogenea e densa.
Se volete aggiungere del colorante, versatelo sugli albumi e mescolate. Poi uniteli al TPT.

MERINGA ITALIANA
Versate lo zucchero semolato e l’acqua in un tegame dal fondo spesso. Inserite un termometro e cuocete a fuoco medio.  Quando la temperatura arriva a 115° simultaneamente cominciate a montare i rimanenti 55g di albume ad alta velocità. Se, una volta che lo zucchero comincia a bollire, tendesse ad attaccarsi utilizzate un pennello bagnato in acqua fredda e passatelo sui lati (come per il caramello).
Quando il termometro raggiunge i 118° versate lo sciroppo a filo sulla meringa (non ancora completamente montata) avendo cura di farlo scivolare sul lato della ciotola. Continuate a montare per un altro minuto. Poi diminuite la velocità e montate ancora per circa 2-3 minuti o comunque fino a  quando il composto risulterà bello gonfio, lucido e bianchissimo. E la temperatura sarà scesa a 40°C. solo a questo punto la meringa potrà essere aggiunta alla pasta di mandorle.
Volendo aggiungere del colore può essere fatto in questa fase ricordandosi di usare solo coloranti idrosolubili che non smontano gli albumi.




MACARONAGE
Incorporate inizialmente una piccola quantità di meringa alla pasta di mandorle e mescolate in modo da rendere l’impasto più fluido. Aggiungete la restante meringa usando una spatola in silicone, mescolando dal centro verso i lati esterni e raccogliendo continuamente l’impasto. Quando il composto comincia a diventare lucido fate la prova del MACARONNER, ovvero l’impasto è pronto quando sollevando la spatola ricadrà sulla ciotola formando un “nastro pesante” che ricade con una certa difficoltà. 
Prendete il sac-a-poche con bocchetta liscia da 8-10mm, versate una quantità di composto riempendola fino a metà circa. Spremete bene il composto fino alla fine della tasca, questa operazione è molto importante (in generale, non solo per i macaron) perché eviterà la formazione di bolle d’aria. Chiudete con due o tre giri la tasca e fermatela con una molletta.



POCHAGE
Fissate con un pochino di impasto i 4 lati del foglio di carta da forno alla teglia. Tenendo la tasca verticale posizionatevi a circa 2cm sopra la teglia. Iniziate  a formare dei bottoncini di impasto seguendo lo stampo in silicone oppure il vostro template. Spingete la pasta torcendo ogni volta la tasca di un quarto di giro. Continuate sulle altre teglie fino all’esaurimento dell’impasto. Picchiettate delicatamente con la mano il fondo delle teglie in modo da uniformare i macaron ed eliminare eventuali bolle d’aria.

CROUTAGE
Lasciate riposare i gusci a temperatura ambiente, da almeno 30 minuti a 2-3hs. Questa operazione è molto importante in quanto serve a creare una pellicola fine, secca e resistente sui gusci, e che diventa poi croccante in fase di cottura. L’umidità solleva il guscio senza screpolarlo e alla base si forma il collarino.
Poiché i tempi di croutage possono variare a seconda della temperatura esterna, per verificare che i gusci  siano pronti per essere infornati, sfiorate delicatamente la superficie di un guscio; la pasta non deve incollarsi al dito.

COTTURA
Infornate a 180° per i primi 2-3 minuti fino a che si forma il collarino e il macaron si solleva leggermente. Dopodiché abbassate la temperatura a 140-150° e cuocete per ulteriori 10-12 minuti.
Le temperature e i tempi di cottura sono assolutamente indicativi e dipendono dal proprio forno. 
Sia Hermé che Felder suggeriscono la cottura ventilata, ma a mio parere i macaron colorano troppo facilmente e asciugano in modo eccessivo.

Una volta cotti, togliete la teglia dal forno e fate scivolare il foglio dei macaron su un ripiano fino al completo raffreddamento. E’ importante NON LASCIARE il foglio sulla teglia altrimenti continuerà la cottura.
Staccate i macaron lentamente dal foglio di carta forno  e con l’indice create un piccolo avvallamento che permetterà una farcitura più abbondante. Lasciate i gusci con la parte “piatta” rivolta verso l’alto.
I vostri macaron sono pronti per essere farciti. Oppure potete conservarli in frigorifero fino a 48hs o congelarli.



Note mie sulla cottura:
- Ho cotto una teglia alla volta con forno ventilato (non posso togliere la ventilazione) mettendo la teglia a metà altezza, temperatura primi 3 minuti a 180 gradi, poi a 140.
- Ho lasciato leggermente aperta la porta del forno
- Ho dovuto allungare i tempi di cottura da 10 a 16 minuti
- I macarons risultavano forse troppo secchi subito, ma dopo 8 ore di riposo dalla farcitura risultano perfetti.



Prima proposta:

MACARONS ENTREE FUME' (2 tipi salati legati dal gusto affumicato e piccantino)




Macaron all'aringa affumicata

gusci verdini (mezza dose) 
ho aggiunto al TPT 1 cucchiaino di te matcha in polvere che da un aroma e un colore particolari 

ripieno (per 10 macarons)
50 g filetto di aringa affumicata dissalato un giorno nel latte
25 g di burro ammorbidito
50 g formaggio spalmabile
1 punta di pimenton
Frullate tutto fino ad ottenere una crema omogenea, mettete in sac a poche con bocchetta da 8 e raffreddare in frigo almeno un'ora.
spremete la crema su un macaron, premete sopra l'altro finchè la crema no arriva al bordo. spolverate il bordo con pochissima polvere di te matcha


Macaron alla scamorza affumicata e mostarda mantovana

gusci giallo uovo (mezza dose)
ho aggiunto al TPT colorante giallo e poca senape in polvere

ripieno (per 10 macarons)
50 g di scamorzine affumicate tritate finissime
50 g latte 
5 g farina
5 g burro
25 g mascarpone
10 fettine sottili di mostarda mantovana di mele (io quella di Juri)

Sciogliete la scamorza sul fuoco con il burro, aggiungete la farina, poi diluite con il latte e cuocete mescolando finchè la scamorza smette di filare. Fate raffreddare completamente, poi aggiungete il mascarpone. Mettete in sac a poche con bocchetta da 8 e rassodate in frigo. 
Spremete la crema su un macaron, inserite un pezzettino sottile di mostarda, premete sopra l'altro finchè la crema no arriva al bordo, spolverate il bordo con pochissima senape.


Degustate questi macarons salati con un bicchierino di vodka gelata o accompagnateli a un te nero affumicato come il lapsang suchong

NOTA MIA: ho sempre preferito il salato al dolce e il contrasto fra i due non mi dispiace, ma in questo caso il dolce è veramente dolcissimo e il contrasto con un ripieno salato è troppo forte e stridente.


Seconda proposta:

MACARONS DESSERT (2 tipi dolci)



Macaron al caffè e zabaione

gusci al caffè (mezza dose)
ho aggiunto al TPT 2 g di polvere di caffè macinato moka e un cucchiaino di albume per riequilibrare l'umidità dell'impasto

ripieno (per 10-12 macarons)
3 tuorli
60 g zucchero
90 g marsala
10 g farina
battete i tuorli con lo zucchero, aggiungete la farina, stemperate con il marsala e portate a cottura mescolando finchè non addensa. Fate raffreddare con pellicola a contatto, poi trasferite in sac a poche con bocchetta da 8 e fate rassodare in frigo.
Spremete la crema su un macaron e premete sopra l'altro finchè la crema non arriva al bordo.

Macaron Cassata siciliana

gusci rosa (mezza dose)
Ho aggiunto al TPT poco colorante rosa, e 2 gocce di aroma mandorla per rinforzare l'aroma naturale mandorla del macaron

ripieno (per 10 macarons)
100 g ricotta di pecora ben scolata - importante che sia ben asciutta.
20 g zucchero semolato
20 g scorza di arancio e zuccata candita a dadini microscopici
1 cucchiaino da caffè di marsala
8-10 g di cioccolato fondente a scagliette (un quadretto)
Mescolate i dadini di candito con gocce di marsala per fargli perdere la viscosità
Lavorate la ricotta con lo zucchero, aggiungete i canditi e le scagliette di cioccolato. Trasferite in sac a poche con bocchetta da 8 e mettete in frigo a rassodare. 
Spremete la crema su un macaron e premete sopra l'altro finchè la crema non arriva al bordo.




Degustate questi macarons dolci con un bicchierino di marsala invecchiato o accompagnateli a un caffè.


NOTA MIA:
La versione dolce non mi è per nulla dispiaciuta, Ilaria mi ha fatto riconciliare con un dolcino molto bello, ma che non mi piaceva per nulla.

Un altro scoglio della cucina, anzi della pasticceria è stato superato, un'altra volta questo bellissimo gioco mi ha messo a dura prova, ma con le "istruzioni for dummies" che Ilaria e Alessandra ci hanno fornito non si può sbagliare.
Provate provate e vedrete che soddisfazione!




Queste due proposte partecipano all’ MTChallengen.62 di Gennaio 2017



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