sabato 30 aprile 2011

Crostatine ai porri


Da quando ho provato questa sfogliata ho smesso all'istante di comprare la sfoglia al super per fare le torte salate (ma per dirla tutta... non la compravo perche' mi schifa abbastanza e quindi rinunciavo alle torte salate, ahime'!) e ora ogni occasione e' buona per inventarmi una variante nuova, sia col ripieno che utilizzando farine diverse per l'impasto! Il risultato e' sempre lo stesso, una pasta irresistibile per una torta salata davvero eccezionale!!!!
Stavolta ho voluto provare a fare la pasta con la farina manitoba; ne sono uscite delle crostatine davvero ottime!!!!


Crostatine ai porri - di piccoLINA
Ingredienti per la sfoglia:
250 gr ricotta
250 gr farina manitoba del Molino Chiavazza
2 cucchiai olio d'oliva
sale (circa 1 cucchiaino) e pepe (per me abbondante)

per il ripieno:
1 porro
2 pomodori secchi sott'olio (homemade)
80 gr di fontina di capra

Ho preparato la sfoglia mescolando insieme tutti gli ingredienti fino ad ottenere una palla liscia e morbida! Con questa dose escono 12 crostatine di circa 8 cm di diametro, io ne ho usata meta' e ho fatto 6 crostatine salate e con la meta' avanzata ho fatto la versione dolce che pero' vi mostrero' piu' avanti!
Per il ripieno ho affettato un porro e l'ho saltato in padella con un cucchiaio di olio, una spruzzata di vino bianco e un pizzico di sale. Dopo 10 minuti ho spento il fuoco e aggiunto i pomodorini secchi tagliati a pezzettini e mescolato bene. Ho foderato gli stampini con carta forno quindi stesa la sfoglia e riempite le crostatine con un bel cucchiaio di porri coi pomodorini; ho aggiunto la fontina di capra a dadini e decorato con delle piccole strisce di pasta.
In forno a 180 gradi per circa 15 minuti.



Matteo ha voluto personalizzare una crostatina con una spolverata di aglio tritato e una M di pasta! Guardate qui:


Con queste crostatine partecipo al contest a colori di Stefania nella sezione verde e al contest Mani in pasta organizzato dal Molino Chiavazza!


Buon fine settimana a tutti
Paola

Aggiornamento del 18 maggio 2011: con questa ricetta partecipo anche alla raccolta Buffet in giardino del blog La cucina accanto

Stampa il post

venerdì 29 aprile 2011

STREET FOOD DI CASA NOSTRA - LA FARINATA

di Vittoria



Oggi e di nuovo una giornata che si prospetta più novembrina che di fine aprile.
Siamo in piena primavera, ma l'aria è fredda e umida e il cielo promette pioggia.
Stamattina stavo pensando a cosa mettere in tavola oggi; la polenta mi sembra esagerata, ma ho voglia di qualcosa di caldo e profumato, di SOLARE!!!! e allora cosà c'è di meglio del disco dorato e fumante della farinata appena sfornata? Oggi preparerò la mitica "Fainà", la farinata di ceci, bollente, unta e dorata che, messa nel panino, una volta era il pranzo dei "camalli", i portuali addetti al carico e scarico delle navi.
A Genova è una preparazione che in genere non si fa in casa, ma si compra nelle friggitorie o dai "tortà", quegli antri un po' datati, con piastrelle bianche alle pareti e pochi tavoli di legno, ma soprattutto con un banco coperto di "testi" rotondi di rame pieni di torte salate. Immancabili la torta pasqualina (bietole e prescineua), di carciofi, di riso bianca e rossa, di cipolle, di zucca, il polpettone di fagiolini e patate, il castagnaccio.
La regina indiscussa del banco è la farinata; i clienti aspettano che esca dal forno caldissima e le fette semicircolari finiscono velocemente nella carta o nei panini e il pranzo è bell'e pronto!
Se per caso ne avanza un pezzetto che si raffredda non lo vuole più nessuno! :-)
Quella che si trova nei panifici fredda non vale nulla. diventa gommosa e pesantissima da digerire.


Tipico testo di farinata (di Edo Bar a Sori)


Vi dicevo che in genere non si prepara in casa perchè è più buona quella cotta nei grandi testi di rame e nei forni a legna, ma con pochi accorgimenti e trucchetti vedrete che il risultato sarà apprezzabilissimo.
Quindi armatevi di coraggio e regalatevi una bella teglia di farinata genovese.

LA MIA FARINATA GENOVESE

Preparate un composto liquido con 250 gr di farina di ceci ben setacciata, sale e 750 cl acqua (3 a 1 il peso del liquido rispetto alla farina) va fatto riposare almeno 4-6 ore mescolando ogni tanto in modo che la farina di ceci si idrati molto bene.
E’ importante la proporzione di farina/acqua perché se l’impasto è troppo denso, la farinata si rassoderà e farà la crosta troppo in fretta e la farina non avrà il tempo di cuocere; il sapore sarà di cece crudo e la consistenza pastosa, appiccicosa.
Al momento di preparare la farinata va tolta la schiuma che si è formata in superficie e va versato in una teglia bassa e larga in cui avete versato un mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva. L’impasto deve risultare al massimo mezzo cm. e si riduce abbastanza in cottura. A me piace non troppo sottile, che rimanga un pochino morbida, ma tanti la apprezzano sottilissima, praticamente solo la crostina dorata.
Ottimale la teglia di rame, importante la forma rotonda per distribuire bene l’olio, ma io uso anche quelle da pizza rettangolari di alluminio con buoni risultati.

il composto ancora liquido appena infornato, vedete gli "occhi di olio"

Dopo aver versato il composto nella teglia si mescola delicatamente per distribuire bene l'olio e poi si inforna.

E qui viene il difficile perchè i forni di casa non raggiungono mai le alte temperature dei forni a legna e il calore arriva in maniera differente.
Dopo vari esperimenti io faccio così:
(ho un forno statico a gas vecchio di 16 anni e che funziona a pedate)
Sistemo la griglia più in basso possibile.
Scaldo il forno alla massima temperatura possibile (il mio non va più di 250°)
Al momento di infornare pengo il forno che manda calore dal basso e accendo il grill (sempre a gas) che scalda molto da sopra e inforno la farinata che in questo modo cuoce con il calore solo dall'alto.

a metà cottura, comincia ad addensare

Cottura circa 10 o 15 minuti, ma controllate spesso. Una bella spolverata di pepe nero appena macinato prima di mangiarla.
In questo modo la farinata fa una bella crostina dorata e sfrigolante sopra e resta morbida e bianca sotto. Deve risultare sottile (max 0,5 mm), rassodata, ma non dura nè colorita nè crostosa sotto, con la crostina solo sopra. Si possono aggiungere all'impasto cipolline primaverili affettate finissime o fettine di carciofo o i gianchetti, ma io la preferisco semplice.

Qui potete vedere il taglio e lo spessore. questa è già un po' alta, meglio più sottile


A Genova sono rimasti in pochi a farla. Uno è Il vecchio “Guglie” che ora si chiama “Ostàia San Vincenzo” in via San Vincenzo (vicino alla stazione Brignole) e un'altra è la friggitoria S.Zita, in via S. Zita nel quartiere della foce.
A Sori Edo Bar è una trattoria più moderna ma la fa buona
A La Spezia è molto famosa la Pia nella sede storica di via de Prione che per me fa la migliore farinata in assoluto.
A proposito la fanno molto simile anche sulla costa francese, soprattutto a Nizza dove si chiama "Socca". Se ci andate cercate nella città vecchia "Nissa Socca" che la fa ottima.

Nota: per tagliarla io uso la rotella da pizza, ma esiste un coltello specifico, a lama corta e larga, semicircolare verso la punta. Lo potete vedere in questa foto, quello nel mezzo.


Foto da QUI

La farinata si taglia a fette semicircolari, come fossero dei "morsi" perchè viene servita molto velocemente e anche perchè è abbastanza fragile e gli spigoli si romperebbero..... e non ho trova UNA foto con il taglio classico! Tutte a rettangoli o spicchi!!!!
Se invece la tagliate a piccoli rombetti o quadratini diventa un perfetto finger food!

Vittoria
Stampa il post

martedì 26 aprile 2011

Piu' che gnocchi direi belli dentro!!!!


Serve aggiungere altro al titolo del post per capire cosa sono riuscita a combinare con gli gnocchi alla romana????
No, non serve, ma lo aggiungiamo cosi' facciamo 4 chiacchiere.
I motivi per partecipare all' MTC di aprile sono tanti, in cima alla lista il fatto che e' veramente divertentissimo, ma stavolta per me e' stata una vera sfida perche'
1) non ho mai nemmeno assaggiato i gnocchi alla romana, figuriamoci cucinarli
2) mai e poi mai ho preparato la besciamella da me! (non sguiatevi dalle risate pliiis)E' sempre stata la mia bestia nera, il mio tallone di achille insomma, quella cosa facilissima a sentire tutti che a me pero' faceva un po' ansia! E che ansia!
Ma insomma... si dice che le paure vanno affrontate no?
Decido di seguire la ricetta di Stefania pari pari, senza apportare modifiche e varianti; non ho mai mangiato gli gnocchi alla romana e voglio assaggiare gli originali!
Stampo la ricetta, me la studio per bene, faccio la lista della spesa (giusto un pizzino con scritto in enorme SEMOLINO) e via! Nel frattempo nasce un piccolo giro di mail-sostegno pro besciamella con le mie amiche di blog, Nadia in primis, la quale mi rassicura che posso farcela, mi da quelle due o tre dritte infallibili e io mi sento meglio!
Preparo gli gnocchi.... facile!!!!! L'impasto diventa sodo, lo stendo, lo taglio col coppapasta e sistemo i miei gnocchi nella teglia! Anche la besciamella e' riuscita al primo colpo, e che buonaaaaa.... ora se penso a tutte le paturnie che mi son sempre fatta mi do dell'imbecille a caratteri cubitali, ma insomma, meglio tardi che mai!
Gli gnocchi pero' si sono trasformati in scarrafoni durante la cottura! Quando ho tolto la teglia dal forno il tutto mi sembrava molto bello e profumatissimo, solo che gli gnocchi sono diventati un tutt'uno con la besciamella, era una sorta di blob al forno da mangiare col cucchiaio.... insomma, non erano per niente gnocchi, pero' buonissimiii!
Quando si dice di andare oltre le apparenze!!!!! (sospiro!)
Quindi, con questi scarrafoni alla romana partecipo alla sfida di aprile di Menu' Turistico, ma qualcuno mi sa spiegare il perche'????


Riporto qui per comodita' la ricetta di Stefania!
GNOCCHI DI SEMOLINO ( per 6 porzioni circa)

un litro di latte
250 g di semolino
2 tuorli
20 g di burro
sale, noce moscata
100 g di parmigiano grattugiato

per la bechamelle

mezzo litro di latte
45 g di burro
45 g di farina
sale, noce moscata
ulteriore parmigiano per gratinare

Mettere in una pentola capiente il latte, il sale e una grattata di noce moscata. Portare ad ebollizione e versarvi quindi il semolino a pioggia mescolando in continuazione. Abbassare un po' il fuoco, e mescolare con forza finche' si otterra' un composto solido e compatto, che si stacchi dalla pentola.
Spegnere il fuoco e far intiepidire, quindi aggiungere i 2 tuorli, il parmigiano ed il burro. Aggiustare eventualmente di sale.
Mescolare con forza e versare il composto in una teglia coperta con carta forno bagnata e strizzata. Livellare con le mani bagnate fino ad appiattirlo ad uno spessore di un cm.
Tagliare quindi con uno stampino o un bicchiere gli gnocchi della dimensione preferita, ed adagiarli in una teglia imburrata, leggermente sovrapposti.
A parte preparare la bechamelle: fondere il burro, ed appena sciolto versarvi la farina. Girare con un mestolo in modo da farla tostare leggermente quindi aggiungere a poco a poco il latte scaldato a parte. Portare alla densita' desiderata sempre mescolando, quindi aggiustare di sale e aggiungere la noce moscata.
Velare gli gnocchi con la salsa, cospargere con altro parmigiano e mettere in forno a 200 gradi per 10 minuti, finendo con una botta di grill per colorire la crosticina.
Servire caldi.

NOTE:
- gli gnocchi di semolino possono essere preparati anche due giorni in anticipo e lasciati in frigo, senza salsa, coperti con pellicola a contatto. Il giorno in cui si vuole servirli bastera' napparli con la salsa e gratinarli.



Un abbraccio e buon pomeriggio!
Paola
Stampa il post

sabato 23 aprile 2011

PASQUA E LA SFIDA DEGLI GNOCCHI ALLA ROMANA

di Vittoria



Domani è Pasqua e se guardo fuori dalla finestra sembra novembre.
Mi sarò sbagliata e stà arrivando Natale?
Bisogna combattere questa uggia che mi prende con il brutto tempo, la pioggerellina fine fine che mi inzuppa in moto e di nuovo il naso chiuso.

E allora eccovi la mia ricetta con cui partecipo, anzi PARTECIPIAMO, all'MTC di Aprile.
La base naturalmente è la ricetta proposta dall'Arabafelice, quasi uguale a quella che ho sempre fatto, solo che io non ho mai messo la besciamella, solo burro e parmigiano e via in forno a gratinare!
Ma dalla base si fa presto a divagare e l'idea era quella di rinnovare il piatto un po' invernale e vestirlo di primavera.



Quindi ho variato la forma realizzando una sorta di cestino e ho poi accompagnato gli gnocchi con verdurine primaverili, uova e pancetta in modo da “vestirli di primavera” e farne allo stesso tempo un piatto unico completo in cui compaiono carboidrati, proteine e verdure.
Lo vedo bene in un brunch oppure, in versione ridotta come dimensioni, come antipasto.



Ingredienti e preparazione
Una dose di impasto per gnocchi di semolino come da ricetta dell’Arabafelice:
un litro di latte
250 g di semolino
2 tuorli
20 g di burro
sale, noce moscata
100 g di parmigiano grattugiato

Crema di sedano rapa:
mezzo sedano rapa, pulito e lessato, frullato con olio extravergine, sale e pepe. Tenere in caldo

Verdure miste primaverili saltate in padella:
200 gr circa di fave e piselli sgranati, 2 zucchini chiari piccoli, 1 carota tenera, 2 cipollotti rossi. Pulire le verdure e saltarle in padella con olio extravergine, sale e pepe. Si possono aggiungere punte di asparagi. Devono restare un po’ croccanti, aggiungere alla fine uno o due cucchiai di crema di sedano rapa. Tenere in caldo.

Pancetta arrotolata 6 fettine, tostate brevemente in una padella rovente all’ultimo momento

Uova di quaglia 6 da cuocere al burro all’ultimo momento.

Preparare gli gnocchi (riporto dall' arabafelice):
Mettere in una pentola capiente il latte, il sale e una grattata di noce moscata. Portare ad ebollizione e versarvi quindi il semolino a pioggia mescolando in continuazione. Abbassare un po' il fuoco, e mescolare con forza finche' si otterra' un composto solido e compatto, che si stacchi dalla pentola.
Spegnere il fuoco e far intiepidire, quindi aggiungere i 2 tuorli, il parmigiano ed il burro. Aggiustare eventualmente di sale.
Mescolare con forza e versare il composto in una teglia coperta con carta forno bagnata e strizzata. Livellare con le mani bagnate (nota mia: un altro foglio di carta da forno bagnata aiuta molto) fino ad appiattirlo ad uno spessore di un cm.
Per questa versione anche un po’ meno, ma non troppo sottile altrimenti gli gnocchi si romperanno.
Quando l’impasto è freddo tagliare 12 dischi di 8-10 cm di diametro, disporli in una teglia non sovrapposti e da 6 ottenere degli anelli togliendo un disco centrale.
I ritagli si possono ricompattare e ristendere per ottenere altri gnocchi.
Spennellare dischi e anelli con burro fuso, spolverizzare di parmigiano grattugiato e infornare fino a doratura.

Velare il fondo di 6 piatti con un cucchiaio di crema di sedano rapa, sistemare sopra un disco di gnocco e sopra un anello (attenzione è molto delicato) in modo da ottenere un cestino. Riempire con la verdura calda e sistemare sopra la pancetta croccante e sopra a tutto l’ovetto fritto. Servire immediatamente.



Non è un piatto difficile, si può preparare quasi tutto prima e assemblare all’ultimo, importante è che sia ben caldo.

Vittoria

Con questa ricetta partecipiamo all' MTC di Aprile

Stampa il post

venerdì 22 aprile 2011

Riso Acquerello, mai piu' senza!


E' possibile innamorarsi di nuovo di qualcosa????
E' possibile avere una grande passione per qualcosa e d'un tratto riscoprirla come se fosse la prima volta?
A me e' successo!!!!
Ormai tutti sapete quanto io ami i risotti! Sono parte del mio dna, sono stati e saranno una presenza certa e sicura della mia vita, sono nei miei ricordi da sempre.
Cucinare il riso e' un rito per me, e' un gesto d'amore, una coccola, una consolazione....non e' solo far da mangiare!
E sono sempre stata convinta di cucinare degli ottimi risotti, ma mi sono dovuta ricredere!
Un giorno in rete sento parlare di un riso che non avevo mai sentito prima, il riso Acquerello! Gia' il nome mi e' piaciuto subito, poi la mia curiosita' mi ha spinta ad informarmi perche' volevo assaggiarlo! Cosi' ho contattato l'azienda che lo produce per sapere dove potevo acquistarlo e la signora Claudia invece e' stata cosi' gentile da inviarmelo come campionatura per poterlo provare.
Quando ho aperto il pacco ero felice come una bambina a Natale e ovviamente mi sono messa immediatamente a cucinare!!!

Il primo test, scelto dalle belve fameliche e' stato un risotto col pomodoro che ha sgretolato le convinzioni di cui sopra!!!!
Il riso col pomodoro e' uno dei miei preferiti, ma mai l'avevo gustato come questo!!!! I chicchi erano sodi e sgranati, non si incollavano tutti insieme ma il risotto risultava comunque cremosissimo. Una consistenza perfetta! Non avevo detto ai bambini che stavo usando un riso diverso, ma loro da bravi buongustai se ne sono accorti e ovviamente hanno chiesto il bis!
Samuele: mamma ma che riso e'????
io: un riso nuovo, me l'hanno regalato da assaggiare, ti piace?
Samuele: compra sempre questo!!!!
Fantastico!!!!!

La ricetta di oggi invece e' stato un esperimento che ho voluto provare io, con un accostamento che puo' sembrare azzardato, ma che invece mi e' piaciuto molto!

Risotto ai carciofi e cacao - di piccoLINA

Ingredienti per 3 persone:
250 gr di riso Acquerello
1 bicchiere di vino
2 cucchiai di olio evo
4 carciofi
1/2 cipolla
brodo vegetale
1 cucchiaino di cacao amaro
1 noce di burro

Prima di iniziare a cuocere il riso ho pulito i carciofi, li ho tagliati a spicchi e li ho messi in acqua acidulata col succo di limone per non farli annerire!
Ho avviato quindi il risotto: in una pentola con l'olio ho fatto soffriggere la cipolla tritata fino a doratura. Ho aggiunto quindi il riso Acquerello, fatto tostare e sfumato col vino bianco. Si aggiunge ora il brodo, un mestolo alla volta. A meta' cottura, dopo quasi 10 minuti, ho aggiunto gli spicchi di carciofi. Una volta arrivato a cottura il riso, ho aggiunto un cucchiaino di cacao e la noce di burro per mantecare. Ho dato un'ultima girata al tutto e ho impiattato!
Una bella spolverata di parmigiano grattugiato ci sta a meraviglia, anche se io l'ho aggiunto dopo il servizio fotografico...ahahah!!!!


Come si vede dalle foto, il riso non e' per niente colloso, ma mantiene la sua cremosita' che e' una caratteristica del risotto! La consistenza non posso mostrarvela, mi dovrete credere sulla parola, quei chicchi sodi sotto i denti sono eccezionali! Se volete saperne di piu' su questo prodotto vi consiglio di leggere QUI, QUI e QUI.


Vi lascio anche i miei piu' cari auguri di buona Pasqua.
Un abbraccio e a presto
Paola

Aggiornamento del 27 giugno 2011: con questa ricetta partecipo alla raccolta J'adore le chocolate di Meris

Stampa il post

giovedì 21 aprile 2011

RISO MON AMOUR

di Vittoria



Pensavate che mi accontentassi della paella? eeee.......... nnnnoooo! :-)
l'altra sera avevo del pollo, ma nessuna voglia di fare le solite fettine in padella ...come dovrei fare per stare un po' a dieta.
E poi io adoro il riso e lo mangerei sempre quindi l'abbinamento è stato semplice e veloce. E' una ricetta che fa tanto ..."porca figura" ed è di veloce preparazione.
Anni fa avevo fatto tutto un buffet con queste corone di riso colorate, ognuna abbinata a un intingolo diverso. Per ora vi passo questa e elle altre solo l'idea:
Riso verde agli spinaci con blanquette di vitello o polpettine al limone
Riso giallo zafferano con funghi in umido o con ragù primavera (piselli, fave, asparagi, zucchini)
Riso nero di seppia con le seppioline candide al pomodoro
Riso bianco al parmigiano con spezzatino e piselli o con peperonata
Riso rosso pomodoro con ragù di verdure (melanzane, peperoni, zucchini, cipolle)
e via inventando.....


ma eccovi la ricetta della versione di oggi

CORONA DI RISO ROSSO CON BOCCONCINI DI POLLO CREMOSO

Per 6 persone

450 gr di riso da risotto (io avevo solo quello da minestra ed è rimasto un po’ mollino e impastato)
1 tazza grande di salsa di pomodoro cotta con i gusti che preferite e aromatizzata con origano
480 gr petto di pollo
150 gr circa di mascarpone
50 gr parmigiano grattugiato (o più a piacere)
1 cucchiaio burro più quello per lo stampo
1 cucchiaio di olio extrav
latte poco
uno o due cipollotti affettati fini
un cucchiaio di trito misto di verdure salato (nel mio c’è sedano carota cipolla prezzemolo basilico pomodorini secchi e un 30% di sale fino)
sale – poco

Fate lessare molto al dente il riso in abbondante acqua salata, scolatelo e conditelo subito con burro, parmigiano, la salsa e un cucchiaio abbondante di mascarpone.
Amalgamate bene, disponete in una bella forma a ciambella con ampie scanalature abbondantemente imburrata e infornate a 180° per circa mezz’ora finchè il riso avrà una bella crosticina. Calcolate i tempi per portarlo in tavola caldo ma non rovente.

Mentre il riso è in forno a gratinare preparate il petto di pollo tagliandolo a cubettini piccoli, infarinandolo (mettere in un sacchetto pollo farina e sale, scuotere bene staccando i pezzettini, poi rovesciare in un colino o setaccio per togliere l’eccesso di farina)
Fate rosolare in padella il trito di verdure e il cipollotto con il burro e l’olio, poi saltateci i pezzetti di pollo e portateli a cottura bagnando con acqua e un po’ di latte. Il liquido con la farina deve fare una bella cremina abbondante.
Quando il pollo sarà cotto aggiungete un bel cucchiaio abbondante di mascarpone che deve solo scaldarsi senza bollire.
Sformate la corona di riso rosso in mezzo a un piatto grande, riempite il buco con un po’ dei bocconcini di pollo e la loro salsa e servite gli altri in una legumiera a parte.



Non è una ricetta dietetica certamente, ma si può rendere più leggera eliminando il mascarpone e il burro, eliminando la farina, portando a cottura la salsa e il pollo senza grassi e aggiungendo solo dopo olio a crudo. Sarà meno cremoso, ma ci sentiremo molto ma molto meno in colpa!
Buon lavoro, Vitto

Con questa ricetta partecipo alla raccolta Riso(t)TiAmo

Stampa il post

mercoledì 20 aprile 2011

Crostata di riso e zucchine



CROSTATA DI RISO E ZUCCHINE

200 g riso Roma
200 g fontina
500 g zucchine
3 uova
150 g panna
40 g grana
30 g burro
sale
Lessare il in acqua salata il riso per 15', scolarlo e ancora caldo mescolarlo con la fontina grattugiata, metà del grana e 20 g di burro. Mescolare bene fino a quando i formaggi saranno ben sciolti. Fare intiepidire ed unire 2 uova sbattute.
Imburrare uno stampo da crostata di 16 cm ( il mio era più grande) e stendere il riso sul fondo e sulle pareti pressandolo bene per compattarlo. Bagnare un foglio di carta da forno, strizzarlo e metterlo sul riso. Coprire di fagioli secchi ed infornare per 20' (io l'ho lasciata in forno 15') a 200°. Tagliare le zucchine, mondate e lavate, a rondelle e saltarle in padella con un filo d'olio e una spolverata di maggiorana, per un paio di minuti (nella ricetta le zucchine sono lessate). Unire alle zucchine la panna, l'uovo, il sale e il grana rimasto. Versare nel guscio di riso dopo aver tolto la carta ed infornare per altri 30' (nel mio forno 20' sono stati sufficienti). Servire tiepida o calda.
Il mio timore era che la crosta di riso seccasse troppo invece era perfetta, provatela è ottima.
Nadia

Con questa ricetta partecipo al contest Risottiamo della Cucina Piccolina
Stampa il post

martedì 19 aprile 2011

Un pomeriggio con Caffarel e... i miei ovetti!


Quando Alessandra mi ha mandato una mail con l'invito non riuscivo a crederci! L'ho letta, riletta e riletta un numero imprecisato di volte e si... era proprio per me!!!! Evvivaaaa!!!!
Sono stata invitata da Caffarel ad un incontro al Teatro 7 a Milano per trascorrere un pomeriggio con il maestro pasticcere e cioccolatiere Sergio Signorini e con la grandissima Luisa Canovi che ci ha introdotti all'arte degli origami!!!


E cosi' venerdi', fuggo presto dall'ufficio e via, corro a Milano!!!! E' stato un pomeriggio a dir poco favoloso, a partire dalla location, il Teatro7 appunto, una cucina ricca e funzionale che e' praticamente un palco visibile dai passanti attraverso le ampie vetrate! L'organizzazione e' stata impeccabile, l'accoglienza, la disponibilita' di tutti, l'atmosfera brillante, il programma per me entusiasmante... e che dire della compagnia???? Ho potuto conoscere di persona altre blogger e ancora una volta si e' ripetuta la magia di scoprire che sono persone eccezionali, di abbracciarle e avere la sensazione di conoscersi da sempre! Bello, bellissimo!!!!


Ok dai, ora passiamo alla pratica!!!!
Sergio ci ha spiegato come temperare il cioccolato per fare il nostro uovo di pasqua. Lui aveva preparato in precedenza delle gelatine da inserire sulle pareti dello stampo per decorare le uova di cioccolato e aveva gia' temperato il cioccolato (e non vi dico che profumo c'era!!!!!). Seguendo i suoi suggerimenti abbiamo quindi preparato il nostro uovo e poi messo a solidificare.


E' stato quindi il turno di Luisa che ci ha insegnato 3 tipi diversi di confezioni per il nostro uovo da creare con la carta con la tecnica degli origami! Sono sincera...non avrei mai creduto di riuscire a ottenere qualcosa di decente, soprattutto ho sempre pensato agli origami come a qualcosa di strano e noioso e invece mi sono dovuta ricredere! Luisa con la sua pazienza e' stata un'insegnante perfetta ed e' riuscita ad accendere in me la curiosita' per questa tecnica tanto che poi a casa ho rifatto le cose imparate al corso!


Ed eccoci a fine corso, tutte sorridenti e soddisfatte con le nostre creazioni!!!! Da sinistra Simona, Alessia, Sergio Signorini, Ambra, io e poi davanti Mara, Lucia , Luisa Gavioli e Ely


Domenica mi sono rimessa a pasticciare cercando di mettere in pratica quanto imparato venerdi' sul temperaggio del cioccolato. Non ho lo stampo in policarbonato (faro' una lista di desideri e lo inseriro'!!!) per le uova grandi, ma avevo questo stampo in silicone della Pavoni e ho fatto quindi dei cioccolatini usando il cioccolato Caffarel!


Per questi ovetto ho usato circa 200 gr di cioccolato fondente Caffarel.
140 grammi li ho sciolti in un bagnomaria fino alla temperatura di circa 40 gradi (ma andrebbe bene anche meno), ho aspettato poi che il composto arrivasse a 35 gradi e ho inserito i restanti 60 grammi di cioccolato che avevo sminuzzato con un coltello. Sergio ci ha detto che il cioccolato fondente si tmpera a 31 gradi e quello al latte o bianco a 29. Spero di ricordare bene!  Io ho temperato un pochino al di sopra della temperatura indicata ma gli ovetti sono usciti comunque lucidi e croccanti (mamma mia come croccano!!!!)


Prossimamente anche in versione white!!!!!
Devo fare un ringraziamente speciale a Caffarel per la bella opportunita' che mi hanno dato invitandomi al loro corso, e' stato un regalo speciale!

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: a grande richiesta prolungo fino a mese la scadenza del contest RISOTTIAMO, cosi' anche chi l'ha appena scoperto ha piu' tempo per partecipare! Quindi il contest chiudera' il prossimo 30 aprile!!!!
A tutti i partecipanti: man mano che mi inviate le ricette sto aggiornando il post e ad ogni ricetta e' assegnato un numero progressivo che servira' poi per l'estrazione del fortunato vincitore!!! Forza, vi aspetto!!!!

Alla prossima ricetta
Paola
Stampa il post

lunedì 18 aprile 2011

..altro giro di boa..questa volta..sono 50!

eccomi con un altro evento da festeggiare:il compleanno del mio caro marito Rocco.Un'eta' importante, densa di maturita' e acquisizione di tantissime consapevolezze..e per citare Dante...nel mezzo del cammin di nostra vita...sperando che non ci sia una selva oscura.Per questa ricorrenza ho pensato a una torta elegante..per un'elegante persona.La base è una torta al cacao e vino rosso.(gia' presente nel blog)la farcia è stata fatta con mascarpone,latte condensato e panna montata.Tutte le decorazioni sono in pasta di zucchero (fatte asciugare in precedenza,tranne i drappeggi che devono conservare la morbidezza per essere montati ai lati della torta)e dipinti con l'oro.Tanti auguri amore mio....20 anni di vita..insieme a te!

particolare della cornice.Tutta realizzata in pasta di zucchero,il ramo al suo interno è stato fatto in ghiaccia reale,fatto asciugare e poi dipinto in oro!

saluto caramente tutte voi..lasciandovi con un 'altra rosa in pasta di zucchero!

Anna
Stampa il post

venerdì 15 aprile 2011

Una pasta palermitana!


Una pasta palermitana, ricetta di un'amica palermitana per il contest di un'altra amica palermitana...meglio di cosi' direi che non potrei!
Parto dall'inizio.... correva l'anno 2000, mamma mia quanto tempo e' gia' passato!!!!
Ero in vacanza in Messico con mio marito, ancora non c'erano i bambini ed e' stata l'ultima vacanza nostra!
Abbiamo conosciuto Filippo e Daniela, due palermitani favolosi con i quali abbiamo trascorso tutta la vacanza facendoci un sacco di risate! Due persone splendide, col sole nel cuore e un sorriso VERO! E' stato amore a prima vista.
Abbiamo continuato a frequentarci anche dopo il rientro in Italia, anche se Milano e Palermo non sono proprio vicinissime, ma sono andata da loro in diverse occasioni anche con i bambini e ho potuto cosi' conoscere una citta' bella come non credevo, con persone deliziose, una luce tutta sua, un mare incredibile e il cibo che ha di gran lunga superato le mie aspettative!
Questa pasta piu' di tutto il resto mi e' rimasta nel cuore, ricordo come se fosse ieri Daniela ai fornelli mentre cucinava il sugo fatto col il concentrato di pomodoro moooolto piu' concentrato di quello nei tubi e soprattutto, fatto con i pomodori del loro raccolto! Un sapore e un profumo incredibili! E che sorpresa fu per me il fatto di cospargere la pasta non con formaggio grattugiato ma con pangrattato dolce! Si, dolce! Pangrattato tostato con un cucchiaio di zucchero in padella... una meraviglia!
E soprattutto ricordo un regalo prezioso che mi fece Daniela: aveva capito che adoravo questa pasta e prima che tornassi a Milano mi ha preparato due bottiglie di sugo da portare a casa! Fu un gesto che mi scaldo' il cuore e ripensare a quei momenti mi mette inevitabilmente il sorriso!


Pasta con l'anciova - della mia amica Daniela (e sicuramente ho scritto male il titolo!)
Ingredienti per il sugo:
1 tubo di concentrato di pomodoro (io non ho quello ristretto di Daniela!)
2 acciughe
1 manciata di uvetta passa
1 manciata di pinoli
2 cucchiai di olio
acqua e sale

In una pentola mettere l'olio e le acciughe. Accendere il fuoco e sciogliere quindi le acciughe; aggiungere ora il concentrato di pomodoro e diluire con tanta acqua calda fino ad ottenere un sugo cremoso e morbido.
Aggiungere l'uvetta passa (a Palermo hanno una varieta' apposta, io ho usato la sultanina) e i pinoli. Sulle quantita' regolarsi con il proprio gusto, a me piaciono quindi eventualmente abbondo!
Regolare di sale e continuare la cottura a fuoco basso per circa 20 minuti!
Nel frattempo preparare il pangrattato da mettere sopra la pasta. In una padella antiaderente e piuttosto ampia mettete un paio di manciate di pangrattato e un cucchiaio di zucchero. Accendete il fuoco a fiamma media e fate tostare il pangrattato mescolando in continuazione con un cucchiaio di legno per evitare che bruci e annerisca. Quando ha preso un bel colorino dorato spegnete e mettete il pangrattato in una ciotola.
Cuocete gli spaghetti al dente, condite col sugo e impiattate; date una spolverata abbondante di pangrattato e godetevi questa meraviglia!

Che dite, e' abbastanza rossa per partecipare al Contest a colori di Stefania?
Nota per lo zioPiero che valutera' le foto: abbi pieta' e passa oltre...foto scattate in cucina, luci artificiali, belve affamate! Mission impossible mi fa un baffo!!!! :-)

Stampa il post

mercoledì 13 aprile 2011

Voglia d'estate e scampagnate: i mitici ripieni di Nonna Ibidi

di Vittoria



Guardo fuori dalla finestra e mi abbaglia un cielo azzurro limpidissimo in mezzo alle chiome dei pini marittimi. Una giornata eccezionale con l'aria è ancora frizzantina e il sole caldissimo.
Più in là un tappeto di pratoline imbianca l'erbetta.
A questa stagione mi viene la frenesia di stare all'aperto, non sopporto di stare rinchiusa, mi sento in gabbia.



Le giornate sono speciali e si accende la voglia di andarsene in giro per godersi questa meraviglia. Fra poco farà così caldo che si cercherà con piacere il fresco del portico o delle stanze in penombra, ma ora ogni momento è buono per correre fuori, per fare elle gite.

......ecco allora la ricetta della mia mammetta, la mitica Nonna Ibidi!



ricetta perfetta per un picnic o una gita al mare o un....garden party.
I suoi sono squisitissimi, mai riuscirò ad uguagliarla.
Li prepara per ogni festa, ricevimento o pranzo da primavera a fine settembre (poi le verdure non permettono più un risultato perfetto).

Le ricette liguri prevedono nel ripieno della carne macinata o più spesso del prosciutto cotto o mortadella, ma Nonna Ibidi li ha sempre fatti completamente vegetariani, leggeri, gustosi, piccolini, uno tira l'altro e non si smetterebbe più di mangiarli.
Oggi vi passo la ricetta dei ripieni di melanzanine mignon, ma prometto che appena riesco a rifarli, vi passerò anche quella dei zucchini, delle cipolle (queste non vegetariane!), dei pomodori e dei peperoni. Sono tutte diverse, mica siamo così banali da usare un unico ripieno per tutto! A ogni verdura il suo!



MELANZANE RIPIENE di nonna Ibidi
Io uso quelle piccine, le faccio sbollentare, le taglio per il lungo, le svuoto con un cucchiaino e poi passo in padella la polpa con cipolla, maggiorana, funghi secchi ammollati e tritati schiacciando con una forchetta. Quando è cotto, ben asciutto e amalgamato aggiungo del pane ammorbidito nel latte, uovo e parmigiano. Se è troppo liquido aggiungo anche poco pangrattato.



Riempio le barchette di melanzana, le allineo in una teglia unta, spolvero di pangrattato, filo di olio exv e inforno per circa 1 ora a fuoco medio.
Si possono anche impanare e friggere.


Se ti avanza del ripieno dopo che hai farcito le tue barchette di verdure lo puoi usare per farcire delle teste di champignon oppure rendi l'impasto un po' più sodo con pangrattato in modo che non si spatasci in cottura e lo depositi a ciuffi o con il cucchiaio su fette di patata prebollita o fette di carciofo grande sempre scottato prima. Filo di olio e inforni come le melanzanine fino a doratura.





Con questa ricetta partecipo al contest "cosa metto nel cestino" di Fabio e Annalù




Buon lavoro, Vitto
Stampa il post
Related Posts with Thumbnails