di Vittoria
L’occasione per preparare questo piatto non mancano mai perché si adatta a meraviglia a qualsiasi preparazione dolce o salata, rustica o raffinata, per un pranzo veloce al volo o per un piatto elaborato da grande occasione.
Si fanno prima e si conservano parecchi giorni in frigo e ancora di più in freezer.
Risolvono un aperitivo farcite, arrotolate e tagliate a tronchetti o rondelle.
Risolvono un pranzo con molti invitati perché si fanno prima e al momento si scaldano. Risolvono la fame cronica dei figli che le trovano pronte da scaldare anche quando noi non ci siamo a preparargli qualcosa di buono.
Praticamente ogni popolazione della terra in ogni epoca ha la sua ricetta di focaccina di farina e acqua cotta alla piastra. I francesi hanno raggiunto l’apice della raffinatezza creando un equilibrio di sapori difficilmente eguagliabile, ma anche noi abbiamo le nostre crespelle che si difendono benissimo e se io avessi tempo di scartabellare e navigare un po’, magari scoprirei che le crepes in Francia ce le abbiamo portate noi! Chissà mai….
Insomma se non l’avete ancora intuito io di crepes ci vivrei e tutta questa pappardella è per dirvi che questo mese la sfida delle sfide, l’MTC al quale partecipiamo sempre più entusiaste, ha come tema questa deliziosa preparazione che lascia spazio a mille interpretazioni.
Per fortuna le nostre carissime AleDaniGiorgia capitanate da Giuseppina direttamente dalla Provenza hanno imposto delle regole per restringere un po’ il campo altrimenti vastissimo.
Un grazie di cuore alle signore dell’ MTC e una OLA per Giuseppina che ci ha proposto questa sfida.
Ora veniamo al sodo e vi racconto quali interpretazioni ho scelto io fra le tante che avrei voluto preparare.
Le Crepes naturalmente le ho preparate con la ricetta che trovate QUI da Giuseppina .
Ricetta dettagliatissima che riesce alla perfezione, non la riporto qui perché l’ha già fatto Paola più sotto con la sua versione.
Ho fatto il burro chiarificato seguendo i consigli raccolti negli anni dalle amiche in rete.
Ho fatto sciogliere il burro a bagno maria facendolo scaldare, non bollire, finchè non è diventato limpido. Senza mescolare e schiumando. poi ho versato nei barattoli il liquido trasparente ottenuto lasciando la parte solida sul fondo del pentolino. lasciato raffreddare e messo in frigo. Si conserva molto a lungo.
Era molto che volevo provare e Giuseppina me ne ha dato l'occasione. Grazie!!!!
La prima scelta è caduta su un primo che ho fatto molte volte nella mia vita, anche quando mi divertivo a organizzare ricevimenti
FAGOTTINI DI CREPES AL RAGÙ DI MELANZANE
.....quasi alla “Norma”
Quasi perché non rispecchiano fedelmente ingredienti e procedimento della ricetta classica, ma ci si ispirano.
per 4 persone
8 Crepes preparate con la ricetta che trovate QUI da Giuseppina .
200 gr di taglierini all’uovo
1 grossa melanzana viola lunga, circa 4 etti
passata di pomodoro
basilico fresco ….o per chi è stordito come me e se lo dimentica, menta secca
percorino sardo fresco, quello appena fatto oppure primosale
cipolla, aglio
peperoncino
olio extravergine
sale
olio di arachidi per friggere.
Preparate una bella salsa di pomodoro e basilico (o menta!!!) non troppo ristretta.
Tagliate 8 fettine dalla melanzana e friggetele in olio di arachidi. Asciugatele e tenetele da parte per decorare le crepes.
Il resto della melanzana fatelo a dadini piccoli come ceci, saltateli in padella con olio extrav, aglio e cipolla, poi aggiungete salsa di pomodoro sufficiente a portarli a cottura. Devono risultare ben sugosi per condire i taglierini quindi non fate asciugare troppo il sugo.
Tenete da parte un po’ di salsa per velare la pirofila e un po’ di sughetto alle melanzane per nappare le crepes.
Cuocete i taglierini ben al dente, conditeli prima con un po’ di olio extrav e poi, quando sono quasi FREDDI, con il sughetto di melanzane. In questo modo non assorbiranno tutto il sugo trasformandosi in malloppo appiccicoso. Se si appiccicano un po’ provvedete a districarli con un po’ di acqua bollente.
Prendete una crepe, mettete al centro una o due forchettate di taglierini, chiudete a pacchetto e disponete in una pirofila unta e velata di salsa di pomodoro. Tutte insieme o in pirofiline singole, due per porzione. Nappate le crepes con il sughetto di melanzane, aggiungete dadini minuscoli di pecorino fresco, una fettina di melanzana fritta su ogni crepes e infornate per il tempo necessario a scaldare bene tutto. Per un buffet basta una crepe a testa.
Questa ricetta partecipa all’MTC di Marzo
La seconda scelta è caduta sempre su un primo un po’ elaborato, ma di grande effetto (anche se dalle foto non sembra). E’ un primo ricco e corposo, abbondando un po’ diventa certamente un piatto unico.
BISQUE DI GAMBERI CON CREPES ALLA CREMA DI FAGIOLI DI PIGNA E GAMBERI ROSSI DI SANTA MARGHERITA
E’ una ricetta che rispecchia il mio legame con i prodotti del territorio, la Liguria, anche se in realtà non è un piatto della tradizione e la bisque di base richiama invece sapori e profumi orientali.
Per la bisque mi sono ispirata a una ricetta di Alessandra e di Mapi e l’originale (credo, ho perso completamente il filo) su Meilleur du chef. ISPIRATA, perché la mia bisque è di gamberi e il procedimento è stato un po’ diverso dall’originale.
Risultato affascinante, da ripetere prestissimo.
Bisque di gamberi con crepes alla crema di fagioli di Pigna e gamberi rossi di Santa Margherita.
Per 4 persone
8 Crepes preparate con la ricetta che trovate QUI da Giuseppina .
100 gr fagioli di pigna secchi da ammollare e lessare
800 gr di gamberi rossi di Santa Margherita (quelli piccoli, i grossi non vale la pena per questa preparazione)
sedano carota e cipolla per il briodino
2 scalogni
zenzero
1 lattina di latte di cocco, 200 gr
1 cucchiaio di zucchero di canna
il succo di mezzo limone
2 cucchiai di fiocchi di patate o una patata lessa
1 spruzzata di rum
olio extravergine,
sale, pepe
peperoncino
Preparate la crema di fagioli semplicemente frullandoli a lungo con olio, sale e pepe. Andrà spalmata sulle crepes quindi non deve essere troppo pastosa. Eventualmente allungare con poco brodo di cottura dei fagioli.
Sgusciate i gamberi a crudo e teneteli da parte, vanno cotti all’ultimo. Tenerne 8 interi.
Mettete gli scarti in una pentola con 1,5 lt di acqua, sedano, carota e cipolla e fate sobbollire per 20-30 minuti. Frullate tutto con il minipimer fino a sminuzzare bene tutti gli scarti di gambero.
Passare allo chinoise schiacciando bene per estrarre tutti i succhi e buttare i residui di carapace non commestibili.
In una casseruola fate imbiondire i due scalogni e lo zenzero tritati, aggiungete lo zucchero, il succo di limone, il peperoncino e il latte di cocco poi aggiungere il passato di gamberi e far sobbollire 10 minuti. Passare tutto al colino a maglie fitte. Deve risultare un pochino cremosa, se fosse troppo liquida addensare con un po’ di patata schiacciata o un cucchiaio di fiocchi disidratati. Tenere in caldo.
Saltare i gamberi (quelli sgusciati e quelli interi) in padella con olio, sale e una spruzzata di rum per pochissimi attimi. Al massimo un minuto.
Spalmare le crepes di crema di fagioli ben calda, aggiungere in ognuna un ottavo dei gamberi, chiudere a fazzoletto.
Preparare i piatti di servizio con un fondo di bisque bollente, adagiare al centro una crepes ai gamberi e decorare con altra bisque e un gambero intero. Servire subito.
In alternativa si possono servire le crepes ripiene (si possono mettere in pirofila per scaldarle bene) accompagnate da una ciotola con la bisque bollente.
Questa ricetta partecipa all’MTC di Marzo
la terza scelta è caduta su un dolce
CREPES CUBANE CON ANANAS BANANA E CARAMELLO AL RUM
4 Crepes preparate con la ricetta che trovate QUI da Giuseppina .
mezzo ananas fresco tagliato a fettine sottili e poi a quarti
2 banane non troppo mature a fettine
burro
zucchero di canna abbondante
rum
2 cucchiai di panna liquida o mascarpone
panna montata
4 ciliegine candite
in una padella larga fate rosolare l’ananas nel burro e zucchero, poi aggiungete le banane che devono cuocere pochissimo. Spruzzate di rum, fate evaporare e poi sciogliete il caramello con la panna liquida (poca). Rivestite bene i pezzi di frutta, poi dividete il composto in 4 crepes piegandole a fazzoletto. Versate sopra un po’ di salsa al caramello, decorate con panna montata e una ciliegina e servite
Questa ricetta partecipa all’MTC di Marzo
martedì 27 marzo 2012
X-Kitchen, il quarto enigma di marzo.
Buongiorno a tutte, e scusate il ritardo.
Un fatto strano mi ha impedito di aggiornare il blog come tutti i lunedì, ma mi ha dato lo spunto per un nuovo enigma. Ve ne parlo tra poco, prima la soluzione del quiz della settimana scorsa, "La maschera rossa"!
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Un fatto strano mi ha impedito di aggiornare il blog come tutti i lunedì, ma mi ha dato lo spunto per un nuovo enigma. Ve ne parlo tra poco, prima la soluzione del quiz della settimana scorsa, "La maschera rossa"!
Soluzione: il formaggio Edamer. La maschera rossa è naturalmente il tradizionale involucro di cera di questo formaggio vaccino che nel Seicento partì dalla città di Edam, nel nord dell'Olanda, alla conquista del mondo, in un processo di proto-globalizzazione che ne fece uno degli alimenti più diffusi di tutti i tempi. La sua esportabilità era merito dell'invecchiamento facilmente gestibile, dal grande potere nutritivo e della grandezza delle sue forme, che lo rendevano trasportabile, ad esempio, negli zaini dei soldati. Durante la Guerra d'Olanda, i mercanti avevano il permesso di attraversare le linee per vendere l'edamer all'esercito nemico. I soldati francesi lo diffusero poi in tutta Europa, e da qui salpò per le Americhe. Nel viaggio verso gli Stati Uniti si diffuse una leggenda che dura ancora oggi, secondo cui le forme di edamer potevano essere usate come palle di cannone per abbattere le navi nemiche. Naturalmente è solo una leggenda: un po' pesante, d'accordo, ma non fino a questo punto! A riprova della fama dell'edamer, ho ricordato un brano del romanzo di Remarque "Niente di nuovo sul fronte occidentale", il cui protagonista Paul Baumer fissando la buccia rossa ha un presagio della sua fine.
La più veloce a indovinare è stata... Paola, la blogger che ci ospita! Complimenti a lei. E ora vi spiego cosa mi ha fatto ritardare all'appuntamento con X-Kitchen.
Domenica era il giorno dell'annuale sfida con la mia amica Rossella per la marmellata più buona, ma non volevo rinunciare a un weekend romantico con il mio ragazzo. La particolarità della nostra sfida è che si svolge a distanza: lei a Napoli e io a Milano. Ma stavolta ero in una baita di montagna, senza gas né acqua corrente! Non mi sono scoraggiata però, ho acceso la stufa a legna e a mezzogiorno la gara è cominciata. Entrambe avevamo un chilo di frutta e uno di zucchero. Restando in contatto con la webcam, abbiamo lasciato i mirtilli sotto zucchero per un po', poi abbiamo messo tutto in pentola a fuoco vivo. Entrambe abbiamo fatto bollire il composto tre volte, aggiunto il succo di limone e allungato con due mestoli d'acqua prima di far ridurre di nuovo. Lei se l'è cavata aprendo il rubinetto, ma io ho dovuto rubare l'acqua minerale (naturale) al mio ragazzo! Quando la marmellata si è raffreddata l'abbiamo messa nei vasetti che ci saremmo spedite per l'assaggio finale che decide la vincitrice dell'anno. Ma il giorno dopo ho avuto una bruttissima sorpresa: la mia marmellata era molto liquida, inutilizzabile, mentre quella di Rossella era perfetta, come la perfida mi ha mostrato via webcam. Non capivo cosa non avesse funzionato, ma la sera, a forza di leggere ricettari e manuali, ho risolto il mistero! E voi, sapreste dirmi dove ho sbagliato?
Prima di salutarvi, vi ricordo che ogni concorrente deve mandare la risposta (o le risposte, se vuole fare più tentativi) con una e-mail privata all'indirizzo scuoladicucina@viadelborgo.it, e subito dopo mettere un commento (basterà un "Fatto!", un "Ciao" ma senza mai svelare la soluzione data) sul profilo facebook di Via del Gusto, e cliccare "Mi piace". In questo modo certificherà pubblicamente l'orario in cui è arrivata la risposta.
Chi ha un blog deve esporre il banner linkandolo a http://lacucinapiccolina.blogspot.com/.
Buon X-Kitchen a tutti!
Italia
Buon X-Kitchen a tutti!
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Yorkshire pudding con salsicce di Nigella
Come ho già detto, Nigella Lawson è la mia nuova passione, ogni tanto sperimento qualche sua ricetta perchè sono curiosa e mi piace avvicinarmi alla cucina degli altri paesi sempre compatibilmente con i nostri gusti.
Questa ricetta, sempre da Gambero Rosso, è semplicissima e piacerà sicuramente ai ragazzi
YORKSHIRE PUDDING ALLE SALSICCE
o salsicce in pastella di Nigella Lawson
6 salsicce circa 400 g
4 uova
350 ml latte
250 g farina
un pizzico di sale
due rametti di timo
Preparare la pastella: mettere in un contenitore le uova e il latte, un pizzico di sale, azionare le fruste elettriche ed aggiungere piano piano la farina. Si ottiene una pastella densa e senza grumi, lasciare riposare.
Togliere il budello alle salsicce e formare con le mani tante piccole polpettine rotonde, farle rosolare, per un minuto per lato, in un tegame leggermente unto, che possa andare in forno. Quando pronte, spegnere il fuoco e con il tegame ancora caldo (questo è importante) versare velocemente la pastella sopra le polpette. Cospargere di timo e fare cuocere in forno caldo 220° per circa 40’. Il composto si gonfierà come un soufflè. Per ottenere un pudding ben gonfio è importante agire in fretta nel versare la pastella quando ancora il tegame è caldo.
Note mie: la temperatura del forno per me è eccessiva, ho cotto a 200° fino a quando il composto ha iniziato a gonfiare quindi ho abbassato a 180°, in tutto circa 30’
Nadia
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lunedì 26 marzo 2012
La mia torta di crepes e una comunicazione!
Buon lunedi' a tutti.... io sono un po' stravolta dal cambio di orario, pero' avere tanta luce anche la sera non mi par vero!!! Meraviglioso!!!!
Bellissimo soprattutto perche' posso cucinare qualcosa e fotografarlo anche in un qualsiasi giorno infrasettimanale, senza dover concentrare nel week end una maratona culinaria! Eh insomma...son problemi!!!! ahahah
Partiamo dalla comunicazione: oggi il consueto appuntamento con il nostro gioco X-Kitchen e' slittato, ma di poco.... ci sono stati dei problemi, ma domani mattina dovremmo proporre il quarto enigma di marzo, quindi...stay tuned!
E allora veniamo alla ricetta! Di nuovo tutta colpa dell'MTC (che cosi' mi scarico da qualsiasi responsabilita'....ahahah) ...questo giro si trattava di fare le crepes! Che gioia quando l'ho scoperto!
Con questa ricetta quindi partecipo all'MTC di marzo!
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Bellissimo soprattutto perche' posso cucinare qualcosa e fotografarlo anche in un qualsiasi giorno infrasettimanale, senza dover concentrare nel week end una maratona culinaria! Eh insomma...son problemi!!!! ahahah
Partiamo dalla comunicazione: oggi il consueto appuntamento con il nostro gioco X-Kitchen e' slittato, ma di poco.... ci sono stati dei problemi, ma domani mattina dovremmo proporre il quarto enigma di marzo, quindi...stay tuned!
E allora veniamo alla ricetta! Di nuovo tutta colpa dell'MTC (che cosi' mi scarico da qualsiasi responsabilita'....ahahah) ...questo giro si trattava di fare le crepes! Che gioia quando l'ho scoperto!
La ricetta di Giuseppina e' fantastica, mai ero riuscita a fare delle crepes cosi' sottili! E ho voluto fare anche il burro chiarificato, dato che la Mapi nel suo blog aveva postato una spiegazione chiara e dettagliata, cosi' e' stata l'occasione per provare anche questo! Devo dire che cuocere le crepes col burro chiarificato ha davvero il suo perche'!!!!
La cosa difficile e' stata decidere come farcirle! Ma alla fine non ho deciso...mi son trovata a rivisitare una torta che mi preparava sempre la mia Adele quando ero piccola (la trovate QUI), senza accorgermene stavo facendo il budino e avevo aperto il barattolo di marmellata di ciliegie fatto proprio da mia mamma! Ho sostituito quindi i biscotti con le crepes e dato che nella ricetta originale i biscotti vanno imbevuti nel liquore, io ho alcolizzato il budino, per non perdere davvero nulla del sapore originale!
La mia torta di crepes
La ricetta base di Giuseppina
Per 10/12 crèpes (a me ne sono uscite 13)
150 gr di farina O
350 ml di latte
50 ml d'acqua
2 uova medie
1/2 cucchiaino da caffé di sale
30 gr di burro chiarificato per cuocere
"Questa é la ricetta che uso sempre e con la quale ottengo delle crèpes sottili , leggere e dal gusto irresistibile . Tra gli ingredienti trovate l'acqua ( serve a rendere la crèpes più sottile) e il burro chiarificato per cuocerle : la sua particolarità é di avere un punto di fumo simile all'olio extravergine di oliva quindi non brucia e dona un sapore delizioso alla crèpe.
Rompete le uova in una terrina, sbattetele un po con la frusta , cominciate ad aggiungere alternando la farina setacciata e il latte/acqua ,mischiate bene fino ad avere una pastella piuttosto liquida e liscia. Aggiungete il sale,mischiate e lasciate riposare almeno un'ora .
Fate sciogliere 30 gr di burro chiarificato in un pentolino , scaldate bene la padella per le crépes ,ungetela con il burro usando un pennello ( possibilmente in silicone) versate la quantità di pastella necessaria per una crépe ( per una padella di 22 cm io metto 30 ml di pastella) Il consiglio che posso dare é di prepararvi un misurino ed avere cosi la dose esatta da versare , in modo da poterla gettare in un colpo solo. A questo punto fate " ruotare" la padella per spargere uniformente la pasta, fate cuocere fino a che sarà ben dorata , quindi giratela e finite la cottura dall'altra parte. E importante cuocerle a puntino perché é questo che dona loro il sapore . Con questo tipo di crèpe potete fare piatti dolci o salati , io mi son divertita a farne anche di piccoline nel padellino dei blinis ma é un lavoraccio!"
Per farcire:
400 gr di budino (fatto con i preparati in busta, quando cce vo')
200 gr di marmellata di ciliegie
1 bicchierino di rum
ciliegie sciroppate (io homemade, favolose!)
preparare il budino seguendo le indicazioni riportate sulla confezione, sostituendo un bicchierino di latte preso da totale con il rum, per non variare la quantita' di liquido! Il budino risultera' alcolico! ^__^
Dopo aver fatto le crepes, fare una pigna alternando strati di budino + ciliegie sciroppate a strati di marmellata. Sull'ultimo strato cospargere dello zucchero a velo e decorare con qualche ciliegia avanzata!
Buon appetito!
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venerdì 23 marzo 2012
Dolci ricordi, ci siamo anche noi!
Quando Maria Giovanna mi ha contatta proponendomi di aderire alla sua inizitiva non ho avuto un attimo di esitazione e anzi, mi ha fatto veramente troppo piacere poter dare il mio piccolo contributo assieme ad altre 20 foodblogger!
Di cosa si tratta???? Leggete il comunicato stampa che ho ricevuto!
"Da anni ilmanicaretto.it propone agli appassionati e amanti della buona tavola ricette gustose e semplici da preparare.
Quest’anno all’arte culinaria si è aggiunta la sensibilità verso chi di quest’arte non riesce più a godere a pieno: le persone che soffrono di disturbi alimentari.
Per loro, purtroppo, il cibo - nel senso della privazione, o dell'eccesso - è diventato un'ossessione, una fonte di sensi di colpa, ed ha perso quel sapore di famiglia e di semplicità che ci lega alle ricette "della nonna", preparate con amore.
Per offrire nel nostro piccolo un po’ di aiuto è nata l’iniziativa benefica “Dolci Ricordi”: un libro in cui saranno raccolte ricette di dolci e dessert legate ad un momento felice della propria vita, ad un ricordo di infanzia o semplicemente ad una piacevole emozione. L’intento è dimostrare che così come il cibo rappresenta il nutrimento per il corpo, allo stesso modo le emozioni e i ricordi sono un nutrimento per l’anima: entrambi, se vissuti in modo consapevole, possono lasciare un segno positivo importante.
Il ricavato (sottratti i costi di realizzazione) sarà devoluto all’associazione La Bici di Rosalina Onlus, che lo impiegherà per iniziative volte alla informazione, alla prevenzione e all'orientamento terapeutico sul tema dei disturbi alimentari.
L’iniziativa si è concretizzata grazie alla preziosa collaborazione di 21 food blogger italiane che hanno generosamente donato un loro dolce ricordo.
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Di cosa si tratta???? Leggete il comunicato stampa che ho ricevuto!
"Da anni ilmanicaretto.it propone agli appassionati e amanti della buona tavola ricette gustose e semplici da preparare.
Quest’anno all’arte culinaria si è aggiunta la sensibilità verso chi di quest’arte non riesce più a godere a pieno: le persone che soffrono di disturbi alimentari.
Per loro, purtroppo, il cibo - nel senso della privazione, o dell'eccesso - è diventato un'ossessione, una fonte di sensi di colpa, ed ha perso quel sapore di famiglia e di semplicità che ci lega alle ricette "della nonna", preparate con amore.
Per offrire nel nostro piccolo un po’ di aiuto è nata l’iniziativa benefica “Dolci Ricordi”: un libro in cui saranno raccolte ricette di dolci e dessert legate ad un momento felice della propria vita, ad un ricordo di infanzia o semplicemente ad una piacevole emozione. L’intento è dimostrare che così come il cibo rappresenta il nutrimento per il corpo, allo stesso modo le emozioni e i ricordi sono un nutrimento per l’anima: entrambi, se vissuti in modo consapevole, possono lasciare un segno positivo importante.
Il ricavato (sottratti i costi di realizzazione) sarà devoluto all’associazione La Bici di Rosalina Onlus, che lo impiegherà per iniziative volte alla informazione, alla prevenzione e all'orientamento terapeutico sul tema dei disturbi alimentari.
L’iniziativa si è concretizzata grazie alla preziosa collaborazione di 21 food blogger italiane che hanno generosamente donato un loro dolce ricordo.
Nel libro ci sarà anche una sezione dedicata alle ricette dei lettori, se vuoi partecipare all'iniziativa lascia i tuoi dati di contatto commentando questo post e cliccando su Mi Piace. Hai tempo fino al 31 Marzo."
Un grazie enorme a Giovanna per avermi dato questa bella opportunita'!
Buon fine settimana
Paola
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mercoledì 21 marzo 2012
Dolce Sentimento di De Riso
Lo scorso sabato sera ero a cena a casa di amici e come sempre, in queste occasioni, mi viene richiesto di portare il dolce, rigorosamente fatto con le mie mani. Questa volta la scelta è andata a questa delizia che avevo visto preparare alla Prova del Cuoco da Sal De Riso. Inutile dire che le aspettative non sono state deluse, veramente buono. Unico appunto, la colla di pesce era decisamente troppa , consiglio di ridurla almeno di 4 grammi. Al posto dei lamponi ho usato le fragole, ma proverò anche la versione lamponi. E' un dolce un poco laborioso, con vari strati che si alternano alla crema, ma le varie fasi si possono preparare in anticipo ed assemblare almeno 6/8 ore dal servizio.
Meringa all'italiana( ricetta a seguire)
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Mi scuso la pessima qualità della foto del taglio ma è stata fatta col cellulare, ci tenevo a farvi vedere l'interno.
La ricetta è copiata dal forum del buonumore
Sentimento di Sal De Riso
Per il Pan di spagna classico
uova g 300;
zucchero g 180;
farina g 100;
fecola g 80;
limone grattugiato n. 1;
bacca vaniglia delle isole bourbon n. 1
Montare i tuorli d’uova con g 90 di zucchero, il limone grattugiato e la vaniglia.
Unire la farina e la fecola setacciata ed aggiungere l’albume montato con g 90 di zucchero, delicatamente. Infornate a 170°C per 15 minuti.
Per la crema ai 3 formaggi:
250 g di ricotta o formaggio cremoso a scelta
250 g di mascarpone
125 di yogurt al naturale
125 g di crema pasticcera
20 g di gelatina sciolta
semi bacca di vaniglia
buccia di limone.
Amalgamare i tre formaggi, unire la crema pasticcera fredda ed amalgamare bene
preparare la meringa all'italiana.
Meringa all'italiana: 250 g fatta con:
175 g albume (circa 5),
350 g zucchero,
acqua g 75
cottura a 121°c)
Cuocere lo zucchero con l’acqua fino a 121°C e versare sull’albume a filo. Montare fino a raffreddamento, dopodiché incorporare nel composto ai formaggi , unire i semi di una bacca di vaniglia e la buccia di limone grattugiata, amalgamare.
Meringa alle nocciole :
50 g di albume d'uovo (n.2)
35 g di zucchero
25 gr di nocciole di giffoni intere e tostate
20 g di latte fresco intero
35 g di zucchero a velo
Nel bicchiere del frullatore tritare finemente le nocciole,riducendole in polvere,con 20 g di zucchero. A parte, con le fruste elettriche montare a neve ferma gli albumi con lo zucchero rimasto. Poi, con una spatola incorporare delicatamente le nocciole tritate, il latte e lo zucchero a velo.Versare il composto in uno stampo circolare precedentemente imburrato e infarinato di 20 cm di diametro. Lisciate con la spatola la superficie e infornate a 160 °C per 50 minuti . Per il dolce servono due dischi di meringa alla nocciola.
Farcia ai lamponi:
250 g di lamponi
120 g di zucchero
10 g di gelatina sciolta
succo di limone
Versare i lamponi in un tegame ,unire lo zucchero e un poco di succo di limone,unire la gelatina sciolta e far cuocere per pochi minuti, dopodiché frullare e versarne 7/8 millimetri in uno stampo da 20 cm circa (conservare la rimanenza), sistemarci sopra il disco di pan di spagna .
In pentolino versare acqua, bacca di vaniglia, zucchero e scorza di limone e far cuocere fino ad ottenere uno sciroppo, una volta raffreddato bagnare il pan di spagna e riporre il tutto nel freezer fino a solidificazione, circa due ore. Trascorso questo tempo togliere dallo stampo .
Comporre il dolce:
In uno stampo a bordi alti posizionare sul fondo un disco di meringa alle nocciole, spalmarci sopra uno strato di crema ai formaggi, posizionare sopra il cuore di pan di Spagna e lamponi, fare ancora uno strato di crema, uno di meringa alla nocciola, bagnare con un poco di sciroppo e terminare con uno strato di crema, riporre in freezer fino a solidificazione. Trascorso il tempo necessario togliere dallo stampo e spalmarci sopra la farcia ai lamponi avanzata in precedenza. Decorare a piacere
Nadia
lunedì 19 marzo 2012
Colomba ai frutti rossi e cioccolato bianco!
Quest'anno mi son presa un largo anticipo per preparare le colombe, perche' volevo provare una ricetta con lievito madre e perche' avevo un'idea per sostituire i soliti canditi, che adoro, eh....pero' ogni tanto un cambiamento ci vuole! Ho letto un sacco di ricette, poi mi sono basata su quella delle Simili, dal loro "Pane e roba dolce" che ho usato come base per le quantita' degli ingredienti, ma che ho modificato avendo io il lievito liquido e avendo in testa la mia modifica....
Premetto che sembra un lavoro epico e invece basta davvero organizzarsi coi tempi, perche' tra un impasto e l'altro ve la potete davvero dimenticare e dedicarvi ad altro, per questo vi riporto gli orari che ho seguito io, cosi' che vi possano essere d'aiuto!
Colomba con frutti rossi e cioccolato bianco - di piccoLINA
Dosi per 2 colombe da 1Kg + 1 da 500gr oppure 3 colombe da 750 gr.
Venerdi ore 7
50 gr lievito madre liquido
50 gr farina di forza
50 gr acqua
mescolare velocemente con una forchetta, mettere in un bicchiere graduato x verificare il raddoppio (io il bicchiere del minipimer) e tenere in forno con la luce accesa. In 4 ore il composto raddoppia.
ore 11, secondo rinfresco:
50 gr del primo rinfresco
50 gr farina di forza
50 gr acqua
Procedere come sopra.
ore 16 terzo rinfresco:
90 gr del secondo rinfresco
90 gr di farina di forza
90 gr di acqua
ore 20 primo impasto:
tutto il terzo rinfresco
225 gr burro morbido
225 gr zucchero
350 gr latte a temperatura ambiente
2 uova
4 tuorli
1 kg farina di forza (io Manitoba Molino Chiavazza)
Nel Ken (se non avete l'impastatrice lasciate perdere, e' un lavoro faticosissimo! Parlo per esperienza)mettete tutto il terzo rinfresco e aggiungete un po' di farina alternata con lo zucchero, poi il latte, altra farina, le uova e i tuorli e finite con la restante farina! Lasciate impastare almeno 15-20 minuti, l'impasto deve incordare, diventare lucido e avvolgersi completamente attorno al gancio. Ora unite il burro a pezzetti e lasciate incorporare all'altro impasto. Coprite quindi la ciotola del ken con pellicola e riponetela nel forno spento a riposare tutta la notte. L'impasto raddoppiera'!
Sabato mattina, ore 8, secondo impasto:
50 gr zucchero a velo
60 gr burro
50 gr di cioccolato bianco tritato col coltello
250 gr di frutti rossi essiccati (cranberry, ciliegie e mirtilli)
2 tuorli
8 gr di sale ,circa un cucchiaino colmo
1 cucchiaio di estratto di vaniglia
Sgonfiare l'impasto nella ciotola e aggiungere tutti gli altri ingredienti, io stavolta ho diviso l'impasto a meta' e ho aggiunto meta' degli ingredienti del secondo impasto e poi ripetuto con l'altra meta' di impasto, perche' il mio Ken aveva intenzioni suicide....
Una volta completato il tutto, ho riunito i due mezzi impasti e li ho messi a riposare per circa mezz'ora, poi li ho divisi, pesati e messi a lievitare nei contenitori di carta, 2 da 1 Kg e 1 da mezzo Kg. Appogiati sulle teglie rigide e messi in forno con la luce accesa a lievitare.
Ci hanno impiegato circa 9 ore a raggiungere il bordo dello stampo, ma i tempi variano a seconda della forza che aveva il lievito dopo i rinfreschi e anche in base al suo umore... comunque abbiate pazienza e prima o poi i contenitori risulteranno completamente pieni!
A questo punto rimane solo la glassa da preparare:
75 gr di mandorle e nocciole miste
150 gr zucchero
albume q.b.
Frullare la frutta secca con lo zucchero e aggiungere albume 1 cucchiaio alla volta fino ad ottenere una consistenza cremosa. Versare la glassa sulle colombe facendo molta attenzione a non farle sgonfiarle! Aggiungere della mandorle intere e se volete anche la granella di zucchero, io non l'ho messa.
Infornare a 170 gradi e cuocere circa 40 minuti. Dopo mezz'ora coprite con un foglio d'alluminio per non far colorire troppo la superficie delle colombe!
Io ho fatto due infornate per non rischiare che cuocessero male, anche se ho usato la funzione ventilato, ma dopo 2 giorni di amorevoli cure dell'impasto non me la sentivo di rischiare alla fine!
Appena sfornate, infilzate le colombe con degli spiedi (io uso degli aghi da maglia) e capovolgetele, cosi' non collasseranno. Una volta fredde conservatele in appositi sacchetti di plastica ben sigillati.
Io la colombina piccola l'ho tagliata e assaggiata appena fredda, non potevo resistere un attimo in piu'! Le colombe grosse invece le ho avvolte in carta d'alluminio, dentro una busta e messe in freezer.
Questa delle foto e' una reduce da scongelamento, sabato sera infatti l'ho tolta dal congelatore e ieri l'ho portata al mio babbo per festeggiare la sua festa (dato che oggi lavoro e non lo vedo) , era davvero come appena sfornata! Qui un primo piano della fetta, guardate che bella alveolatura!!!!
(si capisce che sono molto orgogliosa del risultato? :-p)
A presto
Paola
PS. con questa ricetta partecipo alal contest di Therese: la Pasqua a tavola
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X-Kitchen, il terzo enigma di marzo!
Buon lunedì, amiche di X-Kitchen!
Apro questa seduta con un mea culpa. La scorsa settimana ero talmente presa dal mettervi alla prova che forse ho peccato di "genericità" nel racconto. Dalle vostre risposte ho capito che non avevo suggerito abbastanza chiaramente che l'enigma non stava tanto nell'indovinare il cuoco vincitore, ma piuttosto il motivo per cui il re lo premiava. E così molte risposte sono state monche. Risultato, per la prima volta nella storia di X-Kitchen non c'è un vincitore! Mi spiace, colpa mia. Poco male, comunque, il concorso di marzo continua con il terzo enigma. Ma prima, la...
Soluzione: il re, da buon avaro, punì il cuoco inglese, che aveva sprecato più prodotto. A prima vista, la tornitura che rende le patate regolari e ben presentabili è poco economica: a ogni colpo di coltello si perde un po' di materia. Ma se si usa la geometria si capisce che non è così. Immaginiamo la patata come un cilindro: se la sbucciamo con 3 colpi di coltello, un sacco di polpa resterà attaccata alla buccia; se diamo 4 colpi di coltello se ne perderà un po' meno e così via. Più colpi di coltello si danno, meno patata va sprecata nell'operazione di sagomatura. Arrivati al settimo colpo, c'è ancora un bel risparmio. Ma dall'ottavo in poi la quantità di polpa risparmiata si riduce notevolmente e quindi è inutile proseguire. Tagliare la patata in sette facce è il massimo dell'economia di lavoro e di materia. È per questo che ancora oggi in tutto il mondo la patata tornita presenta sette facce uguali.
E ora il nuovo enigma, che chiamerò "La maschera rossa", un piccolo omaggio a Edgar Allan Poe.
Nessuno mi ha mai visto senza questa maschera rossa che mi avvolge e mi ripara dai miei nemici. Con essa ho attraversato il tempo e la storia. Mi sono nascosto tra i soldati francesi per attraversare il confine, ero l'unico che poteva farlo. E sempre dietro la cera della mia maschera mi sono insinuato nelle corti di tutta Europa, conquistando uno dopo l'altro re e regine. So essere indigesto quando voglio, ma piacevo ai miei nemici. Così decisi di seguirli in America, dove feci la mia vera fortuna, non prima di aver fatto strage tra i frati di San Giacomo. Durante il mio lungo viaggio, si sparse la voce che avessi poteri misteriosi e all'arrivo tutti sapevano che ero capace di affondare le navi solo toccando le loro vele. Una notte, molto tempo dopo Paul Baumer, fissando la mia maschera rossa, scorse i segni della sua morte imminente. E così fu, mentre io continuo a prosperare in mille forme.
Avete riconosciuto il protagonista di questa storia?
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Apro questa seduta con un mea culpa. La scorsa settimana ero talmente presa dal mettervi alla prova che forse ho peccato di "genericità" nel racconto. Dalle vostre risposte ho capito che non avevo suggerito abbastanza chiaramente che l'enigma non stava tanto nell'indovinare il cuoco vincitore, ma piuttosto il motivo per cui il re lo premiava. E così molte risposte sono state monche. Risultato, per la prima volta nella storia di X-Kitchen non c'è un vincitore! Mi spiace, colpa mia. Poco male, comunque, il concorso di marzo continua con il terzo enigma. Ma prima, la...
Soluzione: il re, da buon avaro, punì il cuoco inglese, che aveva sprecato più prodotto. A prima vista, la tornitura che rende le patate regolari e ben presentabili è poco economica: a ogni colpo di coltello si perde un po' di materia. Ma se si usa la geometria si capisce che non è così. Immaginiamo la patata come un cilindro: se la sbucciamo con 3 colpi di coltello, un sacco di polpa resterà attaccata alla buccia; se diamo 4 colpi di coltello se ne perderà un po' meno e così via. Più colpi di coltello si danno, meno patata va sprecata nell'operazione di sagomatura. Arrivati al settimo colpo, c'è ancora un bel risparmio. Ma dall'ottavo in poi la quantità di polpa risparmiata si riduce notevolmente e quindi è inutile proseguire. Tagliare la patata in sette facce è il massimo dell'economia di lavoro e di materia. È per questo che ancora oggi in tutto il mondo la patata tornita presenta sette facce uguali.
E ora il nuovo enigma, che chiamerò "La maschera rossa", un piccolo omaggio a Edgar Allan Poe.
Nessuno mi ha mai visto senza questa maschera rossa che mi avvolge e mi ripara dai miei nemici. Con essa ho attraversato il tempo e la storia. Mi sono nascosto tra i soldati francesi per attraversare il confine, ero l'unico che poteva farlo. E sempre dietro la cera della mia maschera mi sono insinuato nelle corti di tutta Europa, conquistando uno dopo l'altro re e regine. So essere indigesto quando voglio, ma piacevo ai miei nemici. Così decisi di seguirli in America, dove feci la mia vera fortuna, non prima di aver fatto strage tra i frati di San Giacomo. Durante il mio lungo viaggio, si sparse la voce che avessi poteri misteriosi e all'arrivo tutti sapevano che ero capace di affondare le navi solo toccando le loro vele. Una notte, molto tempo dopo Paul Baumer, fissando la mia maschera rossa, scorse i segni della sua morte imminente. E così fu, mentre io continuo a prosperare in mille forme.
Avete riconosciuto il protagonista di questa storia?
Prima di salutarvi, vi ricordo che ogni concorrente deve mandare la risposta (o le risposte, se vuole fare più tentativi) con una e-mail privata all'indirizzo scuoladicucina@viadelborgo.it, e subito dopo mettere un commento (basterà un "Fatto!", un "Ciao" ma senza mai svelare la soluzione data) sul profilo facebook di Via del Gusto, e cliccare "Mi piace". In questo modo certificherà pubblicamente l'orario in cui è arrivata la risposta.
Chi ha un blog deve esporre il banner linkandolo a http://lacucinapiccolina.blogspot.com/
Buona giornata
Italia
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sabato 17 marzo 2012
la mia torta di compleanno(con un po' di ritardo)
Carissime amiche,so di mancare da un po' dal blog..ma ultimamente sono presa dall'organizzazione di un bel po' di cose che mi impediscono di essere piu' presente....di sicuro passo sempre a leggervi,come si dice in questi casi? il primo amore non si scorda mai!!! Il mio compleanno è passato da un bel po' di tempo(1 gennaio)ma solo adesso ho trovato un po' di tempo per postare le foto della torta che ho realizzato,ci sono ancora altre foto che devo postare,spero di farlo nei prossimi giorni.La base di questa torta è una red velvet(non metto la ricetta perche' è gia' presente nel blog).Da quando l'ho provata me ne sono subito innamorata,di una bonta' unica.Avevo gia' in mente di farla da tanto tempo,ma rimandavo sempre,poi,quando ho visto che l'ha realizzata anche la nostra Paoletta mi sono detta che era il momento di provarla lasciandomi trasportare dal suo entusiasmo per questa torta.Provate a farla e non vi pentirete.Le roselline sono fatte in ghiaccia reale e sono posate su delle placche anch'esse fatte in ghiaccia reale.Il fiocco è stato realizzato in gum paste e la decorazione Cornelli su tutta la superficie della torta sempre in ghiaccia reale.Spero che vi piaccia.Un caro saluto a tutti voi e...alla prossima.
Anna.
venerdì 16 marzo 2012
Zarkopita
E anche questa settimana e' quasi finita... ma che fatica alzarsi stamattina!!!! Sono reduce da una serata con 4 amiche, trascorsa a chiacchierare, ridere, ridere, ridere e prenderci in giro.... e naturalmente mangiarci un dolcino tutte insieme, mi sembra il minimo, no?????
La ricetta di oggi invece col dolce non ha nulla a che fare, ma dato che ormai la primavera e' alle porte, la temperatura si sta alzando e la voglia di gite all'aperto sale, questo tortino e' una fantastica idea da tener presente e infilare nel cesto del pic nic! Adattissima anche come antipasto o per un buffet se tagliata a quadrucci piu' piccoli. E poi e' facile, veloce e si fa ad occhi chiusi, meglio di cosi' non si puo' chiedere.
Ricetta che mi ha passato Nadia, presa dal blog grEAT,(QUI il link diretto alla sua ricetta) fateci un giro!
Vi copio due spiegazioni e il procedimento.
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La ricetta di oggi invece col dolce non ha nulla a che fare, ma dato che ormai la primavera e' alle porte, la temperatura si sta alzando e la voglia di gite all'aperto sale, questo tortino e' una fantastica idea da tener presente e infilare nel cesto del pic nic! Adattissima anche come antipasto o per un buffet se tagliata a quadrucci piu' piccoli. E poi e' facile, veloce e si fa ad occhi chiusi, meglio di cosi' non si puo' chiedere.
Ricetta che mi ha passato Nadia, presa dal blog grEAT,(QUI il link diretto alla sua ricetta) fateci un giro!
Vi copio due spiegazioni e il procedimento.
Con il termine “pites” si definiscono tante preparazioni.
Ognuna di queste prende il nome dall' ingrediente che la caratterizza. Ad eccezione delle pites per i souvlaki, che sono semplicemente pites.
Dal salato al dolce, sono tantissime le pites che si possono fare. Tiropites per le pites con il formaggio, spanakopites per le pites con gli spinaci, kreatopites per le pites con la carne, karidopites le pites con le noci (quest’ultima è dolce) e via discorrendo. Qualsiasi ingrediente può trasformarsi in una pita.
La preparazione delle pites salate la maggior parte delle volte prevede un involucro di pasta.
Fillo, kurù, choriatiko (rustico).
A volte però, sia per mancanza di tempo sia perché la preparazione della pasta è un po’ laboriosa e richiede una certa manualità, sono contemplate anche delle pites senza l’involucro.
Un esempio è questa, che arriva dalla regione di Epiro, che si trova nella Grecia nord occidentale.
Semplice da preparare, ma ugualmente saporita.
Purtroppo non sono riuscita a capire perché si chiami zarkopita. Credo che la prossima volta che andrò in Grecia cercherò un dizionario gastronomico con l’etimologia delle pietanze!
Zarkopita
Ingredienti:
50 gr. di burro ammorbidito a temperatura ambiente
100 gr. di farina 00
200 gr. di feta
100 gr. di latte
un pizzico di peperoncino (io pepe)
Sbricioliamo grossolanamente la feta con le mani.
Mettiamo il burro in una ciotola e lavoriamo con un cucchiaio di legno. Aggiungiamo la farina, il latte, la feta e il peperoncino.
Amalgamiamo bene gli ingredienti.
Imburriamo una pirofila (io ho usato cartaforno) e vi versiamo l’impasto. Non deve essere superiore ai 2 cm. di altezza.
Livelliamo bene e cuociamo a forno preriscaldato per circa 40 minuti a 180 gradi.
Lasciamo raffreddare e tagliamo a quadrati.
Note: il peperoncino nella versione originale non è previsto. L’ho aggiunto perché il piccante mi piace e perché sta benissimo con la feta.
Non vi dico il profumo che uscira' dal forno mentre la Zarkopita e' in cottura.... fantastico!
Esame belve ampiamente superato e anzi, ora mi tocca farla spessissimo perche' la adorano!!!!
La prossima volta vorrei provare ad aggiungere delle olive nell'impasto, che dite?
Auguro a tutti un felicissimo fine settimana!
Un abbraccio
Paola
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Torte salate
martedì 13 marzo 2012
Crostata con ganache fondente
Ho preparato questa crostata gia' da diverso tempo, ma era li in attesa di essere pubblicata e ogni volta qualche altra ricetta le passava davanti. Oggi pero' e' il suo giorno!
Oggi e' il compleanno della mia amica Chiara-Kika e questa crostata e' tutta per lei!!!!!
E so bene che lei appena la vedra' avra' uno svarione, dato che questo dolce NON la rappresenta per niente....lei non ama i dolci troppo burrosi e qui c'e' frolla burrosa e ganache burrosissimissima!
Non ama nemmeno troppo il cioccolato, se andate a curiosare nel suo blog ve ne potete rendere conto.
Ma questa torta mi era piaciuta davvero molto, me l'ero gustata veramente ed era stata una coccola speciale!
E Chiara e' cosi'!!!! E' una coccola!!!! E' l'amica che la mattina mi manda una mail per chiedermi "Tutto bene oggi?", e' l'amica che ti invita a cena promettendoti una cenetta leggera ( seeee, non credetele!!!! a momenti esplodevo) e ti vizia poi con un dolce speciale, e' l'amica con cui puoi chiuderti in casa un intero giorno a cucinare biscotti, e' l'amica con cui puoi incontrarti a Milano, in corso Buenos Aires a ridosso di Natale (e ho detto tutto!!!) per fare un giro tra i negozi e poi finire in una pizzeria circondate da una schiera di adolescenti urlanti e ridere come pazze!!!!! E' incredibile e io l'adoro!!!!
Auguri Kikina miaaaaa!!!!!!
e al contest del Molino Chiavazza per festeggiare il suo primo compleanno!
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Oggi e' il compleanno della mia amica Chiara-Kika e questa crostata e' tutta per lei!!!!!
E so bene che lei appena la vedra' avra' uno svarione, dato che questo dolce NON la rappresenta per niente....lei non ama i dolci troppo burrosi e qui c'e' frolla burrosa e ganache burrosissimissima!
Non ama nemmeno troppo il cioccolato, se andate a curiosare nel suo blog ve ne potete rendere conto.
Ma questa torta mi era piaciuta davvero molto, me l'ero gustata veramente ed era stata una coccola speciale!
E Chiara e' cosi'!!!! E' una coccola!!!! E' l'amica che la mattina mi manda una mail per chiedermi "Tutto bene oggi?", e' l'amica che ti invita a cena promettendoti una cenetta leggera ( seeee, non credetele!!!! a momenti esplodevo) e ti vizia poi con un dolce speciale, e' l'amica con cui puoi chiuderti in casa un intero giorno a cucinare biscotti, e' l'amica con cui puoi incontrarti a Milano, in corso Buenos Aires a ridosso di Natale (e ho detto tutto!!!) per fare un giro tra i negozi e poi finire in una pizzeria circondate da una schiera di adolescenti urlanti e ridere come pazze!!!!! E' incredibile e io l'adoro!!!!
Auguri Kikina miaaaaa!!!!!!
La frolla e' insolita, sono certa che molti di voi l'avranno gia' provata, la ricetta e' quella di Michel Roux tratta dal suo libro "frolla e sfoglia". E' una frolla adatta sia a preparazioni dolci che salate.
Il ripieno l'ho preparato come piace a me, una bella ganache fatta col cioccolato fondente, una torta quindi per chi ama i dolci poco dolci e fantastica per il contrasto di consistenze tra la frolla croccante e la scioglievolezza della ganache....
Crostata con ganache fondente - di piccoLINA
Ingredienti per la frolla (di Michel Roux)
250 gr di farina (io Molino Chiavazza tutta la vita!)
125 gr di burro leggermente morbido
1 uovo
1 cucchiaino di zucchero (io 3)
1/2 cucchiaino di sale
40 ml di acqua
Ingredienti x la ganache
200 gr di cioccolato fondente
200 gr di panna
1 noce di burro (e ha il suo perche'!)
1 manciata di mandorle a lamelle
Per la frolla fate una fontana con la farina e al centro mettete il burro, l'uovo, lo zucchero e il sale e mescolate con la punta delle dita. Pian piano aggiungete farina poco alla volta, poi l'acqua fredda.
Impastare fino ad ottenere un panetto liscio, fare la palla, avvolgere in pellicola e mettere in frigo a riposare.
In frigo si conserva per 1 settimana, in freezer fino a 3 mesi.
Dopo il riposo stendete un disco di frolla e mettetelo in una teglia per crostate, io ne avevo preso uno all'Ikea col fondo amovibile, fantastico!
Ho cotto la frolla in bianco a 170 gradi per circa 20 minuti. Sopra avevo messo una teglia leggermente piu' piccola per non far deformare il guscio.
Ho preparato la ganache scaldando la panna e il burro e versandolo poi sul cioccolato tagliato a pezzetti. Mescolato fino ad ottenere un composto omogeneo, fatto intiepidire e versato quindi nel guscio freddo.
Una manciata di mandorle in superficie e via, in frigo a rassodare!
Un abbraccio
Paola
E con questa torta partecipo al contest "In allegato tanto amore" di La vita segreta delle torte nella categoria "ricetta piu' golosa"
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lunedì 12 marzo 2012
X-Kitchen, la cucina dei misteri, il secondo enigma di marzo!
Buon lunedì care amiche (posso chiamarvi così?),
Ormai sono diverse settimane che ci facciamo compagnia tra i fuochi di X-Kitchen, ci sfidiamo con enigmi e racconti, stringendoci sempre un po' di più per fare spazio con piacere alle nuove arrivate. Proprio una di loro è la vincitrice del primo quiz di marzo: un applauso a Patrizia Malomo, l'unica ad aver indovinato che la protagonista del viaggio non era una pietanza, ma un oggetto e per la precisione la forchetta.
Peccato che Patrizia non ci abbia spiegato com'è arrivata alla soluzione, ma a questo rimediamo subito...
La forchetta è la più giovane delle posate. Un utensile appuntito con cui infilzare il cibo è presente in tutte le civiltà antiche, ma la forchetta come la conosciamo oggi risale al Medio Evo. Aveva però un uso molto limitato (ad esempio, per prendere i datteri) fino a quando verso la fine del XV secolo dal Sud Italia si diffuse il consumo della pasta. Dal Mediterraneo, molto lentamente, si diffuse al Nord Europa e verso il 1750 era conosciuta praticamente da tutti. Quando apparve alle corti italiane e francesi la sua somiglianza al forcone (l'attrezzo del diavolo) le diede una brutta reputazione e più di un vescovo ne vietò l'uso. Finché non assaggiò un buon piatto di maccheroni... Gli ultimi indizi riguardavano la forchetta nella musica (è la posizione in cui si solleva un dito tra due dita abbassate sui tasti o i buchi dello strumento) e negli scacchi (è l'attacco simultaneo a due pezzi avversari, che in mancanza di contromosse garantisce di mangiare uno dei due).
E ora veniamo al secondo enigma.
C'era una volta un re il cui amore per la buona tavola era pari solo alla sua avarizia. Una sera, insoddisfatto dell'arrosto che gli era stato servito, convocò alla tavola i suoi due cuochi: un inglese e un francese.
"Preparatemi le migliori patate che abbiate mai cucinato - ordinò - Ma vi avverto, se non saranno di mio gusto vi farò cuocere nell'olio bollente, come una patata!".
I cuochi si misero subito al lavoro, mentre un grosso pentolone colmo d'olio veniva messo sul fuoco.
L'inglese, furbo ed esperto, conosceva i gusti del sovrano. Per risparmiare sbucciò la patata con quattro colpi di coltello e l'immerse nell'olio bollente, appena una crosta apparve sulla superficie la scolò, la salò e la porse al re, che la mangiò emettendo grugniti di piacere.
Il cuoco francese, giovane e superbo, non seppe rinunciare alla sua vanità e con calma si mise a sbucciare con il coltello la patata fino a ottenere sette facce uguali, poi la buttò nell'olio. La scolò al momento giusto e la offrì al re, che la mangiò emettendo gli stessi grugniti di piacere della precedente.
Secondo voi chi vinse la sfida e chi fu gettato nell'olio bollente? e perché?
Prima di salutarvi, vi ricordo che ogni concorrente deve mandare la risposta (o le risposte, se vuole fare più tentativi) con una e-mail privata all'indirizzo scuoladicucina@viadelborgo.it, e subito dopo mettere un commento (basterà un "Fatto!", un "Ciao" ma senza mai svelare la soluzione data) sul profilo facebook di Via del Gusto, e cliccare "Mi piace". In questo modo certificherà pubblicamente l'orario in cui è arrivata la risposta
Buona giornata
Italia !
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Ormai sono diverse settimane che ci facciamo compagnia tra i fuochi di X-Kitchen, ci sfidiamo con enigmi e racconti, stringendoci sempre un po' di più per fare spazio con piacere alle nuove arrivate. Proprio una di loro è la vincitrice del primo quiz di marzo: un applauso a Patrizia Malomo, l'unica ad aver indovinato che la protagonista del viaggio non era una pietanza, ma un oggetto e per la precisione la forchetta.
Peccato che Patrizia non ci abbia spiegato com'è arrivata alla soluzione, ma a questo rimediamo subito...
La forchetta è la più giovane delle posate. Un utensile appuntito con cui infilzare il cibo è presente in tutte le civiltà antiche, ma la forchetta come la conosciamo oggi risale al Medio Evo. Aveva però un uso molto limitato (ad esempio, per prendere i datteri) fino a quando verso la fine del XV secolo dal Sud Italia si diffuse il consumo della pasta. Dal Mediterraneo, molto lentamente, si diffuse al Nord Europa e verso il 1750 era conosciuta praticamente da tutti. Quando apparve alle corti italiane e francesi la sua somiglianza al forcone (l'attrezzo del diavolo) le diede una brutta reputazione e più di un vescovo ne vietò l'uso. Finché non assaggiò un buon piatto di maccheroni... Gli ultimi indizi riguardavano la forchetta nella musica (è la posizione in cui si solleva un dito tra due dita abbassate sui tasti o i buchi dello strumento) e negli scacchi (è l'attacco simultaneo a due pezzi avversari, che in mancanza di contromosse garantisce di mangiare uno dei due).
E ora veniamo al secondo enigma.
C'era una volta un re il cui amore per la buona tavola era pari solo alla sua avarizia. Una sera, insoddisfatto dell'arrosto che gli era stato servito, convocò alla tavola i suoi due cuochi: un inglese e un francese.
"Preparatemi le migliori patate che abbiate mai cucinato - ordinò - Ma vi avverto, se non saranno di mio gusto vi farò cuocere nell'olio bollente, come una patata!".
I cuochi si misero subito al lavoro, mentre un grosso pentolone colmo d'olio veniva messo sul fuoco.
L'inglese, furbo ed esperto, conosceva i gusti del sovrano. Per risparmiare sbucciò la patata con quattro colpi di coltello e l'immerse nell'olio bollente, appena una crosta apparve sulla superficie la scolò, la salò e la porse al re, che la mangiò emettendo grugniti di piacere.
Il cuoco francese, giovane e superbo, non seppe rinunciare alla sua vanità e con calma si mise a sbucciare con il coltello la patata fino a ottenere sette facce uguali, poi la buttò nell'olio. La scolò al momento giusto e la offrì al re, che la mangiò emettendo gli stessi grugniti di piacere della precedente.
Secondo voi chi vinse la sfida e chi fu gettato nell'olio bollente? e perché?
Prima di salutarvi, vi ricordo che ogni concorrente deve mandare la risposta (o le risposte, se vuole fare più tentativi) con una e-mail privata all'indirizzo scuoladicucina@viadelborgo.it, e subito dopo mettere un commento (basterà un "Fatto!", un "Ciao" ma senza mai svelare la soluzione data) sul profilo facebook di Via del Gusto, e cliccare "Mi piace". In questo modo certificherà pubblicamente l'orario in cui è arrivata la risposta
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