giovedì 31 gennaio 2013

Torta chantilly al grand marnier di Montersino



Questa ricetta è tratta dal libro Peccati al cioccolato di Montersino, la versione originale ha la copertura in cioccolato fondente che io non amo molto, per cui ho optato per una glassa al cioccolato bianco la cui ricetta mi ha passato Ilaria.
  Le dosi della ricetta sono da caserma ho dimezzato il tutto.

Torta chantilly al Grand Marnier, pistacchio e cioccolato di Montersino
Ingredienti (per 24 porzioni):
per la chantilly al Grand Marnier
800 g di panna al 35% di grassi
600 g di crema pasticciera
15 g di gelatina in polvere
 20 g di scorza di arancia non trattata
 40 g di Grand Marnier

per l’inserimento di crema cotta al pistacchio
120 g di tuorli
 150 g di zucchero semolato
500 g di panna al 35% di grassi
40 g di pasta di pistacchio

per la dacquoise al pistacchio
225 g di albumi
75 g di zucchero semolato
200 g di zucchero a velo
175 g di farina di mandorle
30 g di pasta di pistacchio
40 g di granella di pistacchio

per la glassa al cioccolato bianco
300 g di cioccolato bianco
150 g panna
50 g burro di cacao

per le arance essiccate
200 g di arance fresche
30 g di zucchero semolato

per la finitura
100 g di cioccolato bianco
50 g di granella di pistacchio


Per la chantilly al Grand Marnier: profumate la crema pasticcera con la scorza di arancia grattugiata e il liquore. Ammollate la gelatina e fatela sciogliere nel microonde, quindi unitela alla crema. Alleggerite il tutto con la panna montata. Tenete da parte.

Per l’inserimento di crema cotta al pistacchio: portate a bollore la panna, quindi versatela sui tuorli sbattuti con lo zucchero e la pasta di pistacchio. Preparate con la carta stagnola dei cerchi di 1 cm più piccoli rispetto al diametro finale della torta. Versatevi il composto e fatelo cuocere in forno, a bagnomaria, a 130 °C. Dopo circa 30 minuti sfornate e congelate immediatamente.

Per la dacquoise al pistacchio: montate gli albumi con lo zucchero semolato, quindi unite la farina di mandorle miscelata con lo zucchero a velo e, per ultimo, la pasta di pistacchio. Trasferite il composto nel sac à poche. Formate sulla carta da forno dei cerchi spessi 2 cm, dal diametro di 2 cm più piccolorispetto alla torta finale. Spolverizzateli con la granella di pistacchio. Infornate a 180 °C per circa 20 minuti, quindi sfornate e tenete da parte.

Per la glassa. Scaldare la panna senza far bollire; versare sul cioccolato tritato, mescolare bene velocemente a mano cercando di non introdurre aria, quando è a 60° unire il burro, mescolare e aspettare che la temperatura scenda a 30° C. Dopo aver posizionato la torta su un griglia sopra ad un contenitore (anche una teglia da forno), versare la glassa al centro ed aspettare che scenda naturalmente e che ricopra interamente la torta.

  Per le arance essiccate: affettate sottilmente le arance, possibilmente con un’affettatrice. Spolverizzate un foglio di carta da forno con zucchero semolato e adagiatevi le fette di arancia. Spolverizzate anche in superficie con lo zucchero semolato, quindi infornate a 90 °C per 3-4 ore capovolgendo le fette verso la metà della cottura.

Per il montaggio del dolce: mettete in un anello alto 8 cm un disco di dacquoise. Stendetevi uno stato di crema chantilly al Gran Marnier e inseritevi la crema cotta al pistacchio. Fate un altro strato di crema chantilly e un altro di dacquoise; terminate con un ultimo stato di chantilly, che deve arrivare fino al bordo dello stampo. Livellate bene in superficie con una spatola e congelate.

Procedete realizzando i decori in cioccolato. Prendete due foglie di acetato e sovrapponeteli in modo che quello superiore copra per metà l’altezza di quello superiore. Stendete uno strato di cioccolato fuso sui fogli di acetato sovrapposti e realizzate delle striscioline di cioccolato con l’apposito pettine. Eliminate il foglio di acetato superiore in modo da ottenere delle strisce con i bordi regolari. Piegare il foglio di acetato in modo che il cioccolato formi delle gocce, con una leggera pressione fate aderire le estremità in modo che si saldino. Riponete in frigorifero a cristallizzare.
Togliete il dolce dal congelatore, glassatelo con la glassa bianca, decorate il bordo con le fettine di arancia essiccate. Con le gocce di cioccolato realizzate formate una sorta di coccarda sulla torta e completate con un’ultima fetta di arancia spolverizzata di granella di pistacchio.


L'ultima foto è veramente orribile, l'ho fatta "in loco" ma volevo farvi vedere l'interno del dolce

Nadia
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mercoledì 30 gennaio 2013

Un pranzo in agriturismo!

Ci sono domeniche che diventano speciali!
Ti invitano a pranzo e credi che si mangera' a casa.... invece si sale in macchina, direzione Pavia.
Ci lasciamo alle spalle uno splendido sole caldo, cosa rarissima per gennaio, e ci avvolge una fitta nebbia, di quelle che ti bagnano il viso e rendono il paesaggio bianco e denso....
Ma poi arriviamo a Morimondo, all'Agriturismo Cascina Lasso e mi si scalda il cuore!
Entriamo e troviamo un fantastico caminetto acceso e gia' bastava questo per farmi innamorare del posto! Poi arriva la signora Carolina che col suo grande sorriso e una calorosa accoglienza ci accompagna in sala al nostro tavolo!
Siamo arrivati presto e non c'e' ancora nessuno, quindi ho tempo per guardarmi attorno e rendermi conto di che bellissimo posto e'  Cascina Lasso! Una vera cascina, di quelle con l'immenso cortile centrale, le abitazioni da un lato e le stalle per gli animali dall'altro e l'orto... e io adoro questi posti!
Mi sembra di fare un salto indietro nel tempo, quando anche il cortile dove sono cresciuta era cosi'.... bello!

Il pranzo e' stato eccezionale! Non ho fotografato tutto, ma sono riuscita (con grande fatica lo ammetto!) ad assaggiare davvero ogni portata!
Abbondanti antipasti: salame, coppa, coppa al forno con le erbe, verdure sottaceto, quartirolo con composta di mele, evetta e senape, tortino di patate e verze con salsa ai formaggi (me lo sogno tutte le notti, era eccezionale), torta salata alle verdure, assaggi di cotechino e mortadella caldi con pure' di zucca e carote (da favola!)...e sono sicura di dimenticarmi altro, ma non posso scordarmi quella buonissima focaccia calda di accompagnamento!
Due primi: un OTTIMO (lo scrivo in maiuscolo perche' sapete quanto io adori i risotti e questo era ottimissimo!) risotto con zafferano, salsiccia e rosmarino e poi una lasagna di verdure.
Secondo: stracotto di manzo con polenta
Dolci: crostata con arance, torta al cioccolato e crema chantilly, torta con marmellata di mele e cannella  e crem caramel! Assaggiati tutti! ^__^
Pranzo accompagnato da un vino che non conoscevo e mi e' piaciuto moltissimo: Roverone, nettare dei santi, perfetto con salumi, formaggi e carne! Credo che diventera' una presenza fissa a tavola!


Ecco... ci tengo a precisare che non ho alcun tipo di collaborazione o interesse nel parlarvi di questo agriturismo, ma lo faccio perche' e' un locale che mi sento davvero di consigliarvi col cuore, e lo faccio attraverso il blog allo stesso modo in cui vi propongo una ricetta che mi e' piaciuta!
Stesso discorso per il vino citato!
Quindi ho aggiunto una nuova etichetta: "Provati per voi" e ogni volta che avro' un locale, un negozio, un prodotto che mi ha entusiasmato particolarmente, lo inseriro' sotto questa etichetta... sara' una sorta di rubrica in piu'! Spero vi piaccia!

E comunque, se vi capita di essere in zona, non perdetevi una visita a Morimondo dove c'e' una bellissima Abbazia legata anche alla leggenda dei Templari e del Sacro Graal.... alle mie belve e' piaciuta moltissimo!

Un abbraccio e buona giornata a tutti!
Paola
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lunedì 28 gennaio 2013

Torta a strati

di Bea

Ho scoperto da poco il blog di Pinella, che ho trovato meraviglioso, e da cui ho tratto l'ispirazione per questa torta. Diciamo che avrei voluto farla proprio uguale, ma strada facendo, complice la fretta (avevo amici a cena e ancora tanto da preparare) e anche un pò la pigrizia, lo confesso, non sono riuscita a fare l'ultimo strato della torta come da ricetta, e ho dovuto rimediare con ciò che avevo a disposizione. Ma andiamo con ordine..
Le dosi di Pinella sono per 6 torte diametro 20 cm, io avevo uno stampo da 24 adatto allo scopo, quindi ho diviso per quattro. Sotto vi riporto le quantità per UNA torta:

Cremoso soffice alla vaniglia
250 di panna fresca 200 g di zucchero semolato
50 g di tuorli
4 g di gelatina
50 g di panna montata
bacca di vaniglia

Con la panna, i tuorli e lo zucchero preparare una crema inglese. Profumare la crema inserendo sui tuorli amalgamati con lo zucchero la polpa di una bacca di vaniglia. Portare la cottura a 82°C. Intanto, idratare la gelatina, strizzarla  e versarla sulla crema calda. Passare tutto al setaccio e farla raffreddare in acqua e ghiaccio. Unire la panna montata e versare il cremoso in uno stampo rivestito di pellicola da 22 cm di diametro. Far congelare.

Pasta frolla (ricetta di Montersino)
250 g farina
100 g zucchero
150 g burro
40 g tuorlo
vaniglia
Mescolare le uova con lo zucchero e i semini della vaniglia, aggiungere burro morbido, amalgamare bene poi tutta la farina e lavorare velocemente. Fare riposare in frigo prima di utilizzare.

Pan di spagna
50 g di zucchero semolato
50 g di farina setacciata
2 uova intere
poca vaniglia oppure scorza di limone
Montare a lungo le uova con lo zucchero, incorporare delicatamente la farina, imburrare e infarinare uno stampo da 22 cm e cuocere a 180° per circa 20 minuti o fino a doratura.

Composizione della torta:
Stendere la pasta frolla classica ad un'altezza di pochi mm. Fare un fondo di frolla usando un cerchio da crostata di diametro 24 cm, con un bordo di un paio di cm.. Far cuocere a 180°C fino a colorazione. Tagliare il Pan di Spagna a metà e  adagiarlo sul fondo cotto di frolla. Bagnare con un velo di limoncello e poi con poco sciroppo di zucchero. Adagiare sopra il disco congelato di cremoso. Sovrapporre il secondo disco di pan di spagna (io l'ho rivestito di glassa al cioccolato). Le decorazioni sono di panna montata, fatte ovviamente con la sac a poche.
Confesso che le misure dei vari strati non mi erano venute perfette, quindi ho usato la panna per mascherare i vuoti che si erano creati.
La ricetta originale la trovate QUI

Un saluto
Bea
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venerdì 25 gennaio 2013

PICI PER L’ EMMETICCì DI GENNAIO 2013

di Vittoria


… impastare rilassa e scarica le tensioni.
Quando ho le mani in pasta penso e penso, il cervello va per conto suo, il movimento ritmico evidentemente aiuta a riordinare le idee (e intanto non mangio, le mani sono occupate!!!).
E’ un ottimo metodo per ragionare su qualche problema di cui non trovate la soluzione.
Diciamo che è anche un ottimo metodo per scaricare le tensioni sia fisiche che psicologiche quindi mettetevi a impastare se avete voglia di uccidere tutta la famiglia; sfogatevi sull’impasto che ne guadagnerà in setosità e servite in tavola un piatto profumato e fumante invece di accoltellare tutti (siamo in periodo di dopo pagella, per esempio, rendo l’idea?).
L’alternativa è quella di darsi allo shopping forsennato, ma a me viene il nervoso perché non mi entra nulla e finisco ad abbuffarmi in qualche pasticceria e poi il portafoglio non permette…. Quindi IMPASTATE!!!!!


Ecco finalmente arrivato il nuovo MT Challenge
………Io lo so che mi faccio passare i giorni dicendomi che tanto ho tempo quasi un mese e poi mi riduco all’ultimo a fare tutto in fretta con il rammarico di non poter provare tutte le versioni che mi vengono in mente…… intanto che un po’ di idee mi vengono “fregate” da chi è più solerte di me!
E’ veramente un peccato perché stavolta come non mai mi sono ritrovata con un impasto così setoso, morbido e splendidamente lavorabile che sono dispiaciutissima di non averlo fatto prima.
Patty ti devo fare un monumento per questa scoperta. Se non fosse stato per te che ci hai “obbligato” a metterci all’opera, mai avrei provato a “filare” i Pici.
Li avevo naturalmente assaggiati, all’aglione rosso, in una meravigliosa trattoria sotto la collina di Fiesole, deliziosa scoperta merito di un carissimo amico. L’idea di farli però manco mi sfiorava pensando che fosse cosa difficilissima e molto laboriosa.
E invece nooooooooooooo!!!!
Sono stata felicissima di scoprire che l’impasto è docile sotto le mani e i Pici si filano benissimo, senza nessuna fatica.……………. A patto di rispettare alcune semplici regole:
La prima è quella di fare un impasto morbido, ma non appiccicoso, va lavorato bene e a lungo come consiglia Patty.
Poi bisogna assolutamente far riposare la pasta almeno un’ora, meglio di più; io l’ho lavorata il giorno dopo, lasciandola in frigo chiusa nella pellicola e lasciandola poi fuori almeno un’ora.
Importante NON infarinare i pezzetti di pasta prima di rollarli altrimenti scivoleranno sull’asse invece di rotolare e diventerete pazzi per ottenere uno spaghetto rotondo invece di una tagliatella piatta (il primo pezzo ho fatto proprio così, sigh).
Altro dettaglio cuocerli in acqua molto abbondante e che non bolla furiosamente in modo che non si rompano, meglio una pentola più larga che alta (ma io non ho avuto assolutamente problemi di rottura, l’impasto ha tenuto benissimo)

E allora passiamo alle mie proposte, ve le metto tutte e tre qui una dopo l’altra.
L’impasto è proprio quello di Patty senza variazioni, per l’impasto nero ho solo sciolto il contenuto di una vescichetta nella quantità di acqua tiepida necessaria all’impasto.


Riporto le sue parole in corsivo

Per i Pici - 4 persone:
200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola rimacinata
2 generosi cucchiai d’olio extra vergine
1 pizzico di sale
acqua – qb – CIRCA 160-180 ML (Vitto)
Nota: La quantità di acqua è variabile dal tipo di farina che userete. In genere per questa quantità di farina un bicchiere o poco meno è sufficiente, ma sta a voi osservare quanta ne incorpora il vostro impasto per essere morbido e malleabile.
La proporzione dell'uso delle 2 farine è sempre 2:1, ovvero due parti di 00 ed una di semola rimacinata che conferisce struttura all'impasto. In questa maniera non avrete bisogno di uova.
Fate la fontana con le due farine miscelate. Versate l’olio, il pizzico di sale e cominciate a versare lentamente l’acqua, incorporando la farina con una forchetta. Attenzione al sale. Non esagerate perché questo indurisce la pasta.
Quando la pasta comincerà a stare insieme, cominciate ad impastare con energia utilizzando il palmo delle mani vicino ai polsi. Se necessario, aggiungete acqua o farina.
Piegate la pasta su se stessa come quando impastate la pasta all’uovo e non stirate mai troppo l’impasto per non sfibrarlo.
“Massaggiate” con energia per almeno 10 minuti. Ricordatevi che la vostra “palla” di pasta è una cosa viva, dovete volerle bene.
Dovrete ottenere una pasta liscia, vellutata e abbastanza morbida.
Fate riposare una mezz’ora avvolta nella pellicola.
Quando la pasta è pronta, tagliatene un pezzetto e fatene una pallina, quindi sulla spianatoia stendetela con il matterello ad uno spessore di 1 cm. Con un tagliapasta o un coltello affilato, tagliate tante striscioline larghe c.ca 1 cm e coprite il resto della pasta con la pellicola affinché non si secchi.
Cominciate a "filare" i pici, rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno.
Quando si tirano pici molto lunghi, la tecnica è quella di tirarli da un lato tenendo l'altra estremità con il palmo e piano piano allungandoli fino ad esaurire la pasta. Una volta tirato il vostro picio, fatelo rotolare nella farina di semola o di fioretto affinché non si appiccichi agli altri. Una pasta morbida e riposata si tira con estrema facilità.



Alcune Note importanti mentre preparate i vostri pici:
1. Non vi si chiede di tirare pici lunghissimi. Onestamente lo fanno in pochissimi e alla fine la lunghezza non influisce sul sapore. Quindi non vi preoccupate di questo.
2. Ricordate che la pasta cresce nella cottura. Il picio non deve essere troppo grosso altrimenti vi troverete con una pasta grossolana. La dimensione corretta è più o meno quella del bucatino.
3. Il picio non è perfetto! Non deve esserlo.
La sua bellezza deriva da bozze, schiacciature, diametro irregolare.
Insomma, si deve sentire la mano della donna che li ha tirati. Inoltre, se vi si rompono mentre li fate, pace! Avrete dei pici cortini. Si mangia tutto! Non state a preoccuparvi del loro aspetto. Il picio è un canto all'imperfezione!
4. Ricordatevi di spolverare i vostri pici con farina di semola o fioretto una volta fatti. Smuoveteli ogni tanto nella farina per fargli asciugare e non appiccicarsi. E scuoteteli con delicatezza prima di immergerli in acqua.
5. Il picio è una pasta povera e di terra.

Bene, una volta filati e messi a riposare è l’ora di pensare al condimento. Mi hanno commosso le parole scritte da Patty a celebrazione di questo piatto e della sua terra; traspare tutto l’amore per le cose ben fatte e curate, per la ricerca della ricetta antica e la passione trasmessa per non lasciarla dimenticare.
Eccole
Ma qui, oggi, parlo di me e di quello che più mi affascina di una cultura, di un territorio (in questo caso non solo Toscano): tutte quelle ricette che raccontano l’abilità di ricavare grande sapore dal poco o niente. E allora: PICI! (…) I Pici sono un laccio di acqua e farina che lega a sé piccoli borghi cristallizzati nel tempo(…) questi antenati degli spaghetti racchiudono l’odore ed il sapore delle campagne senesi. Per me i Pici sono quelli fatti esclusivamente a mano. Si parla di semplice acqua, farina ed olio extra vergine(…) Per me il picio è povertà estrema, essenzialità (…) Questa pasta contadina ha le sue radici nella cultura etrusca, ma se pensiamo ai noodles cinesi o agli udon giapponesi, capiremo come questo genere di pasta tirata a mano a base di acqua e farina sia un qualcosa di ancestrale, presente in moltissime culture antiche (…) Di fronte a questa consapevolezza, mi emoziona sempre tirare i pici: ripetere un gesto del tutto simile a quello eseguito da milioni di donne prima di me, millenni fa.

Seguendo questa filosofia di accostamento ai prodotti e usi del territorio, essenzialità e semplicità ho scelto di proporre tre piatti semplici e gustosissimi legatissimi ai prodotti e alle tradizioni del territorio ligure, solo l’ultimo pare più elaborato, ma se ben guardate segue la filosofia del “nonbuttiamovianulla”.


La prima: PICI AL PESTO CON PATATE E FAGIOLINI


Una dose di Pici come sopra (circa mezzo chilo di impasto) basterà per 4 persone
Una patata grossetta (circa 300 gr) del tipo compatto.
Una bella manciata di fagiolini piuttosto piccoli (circa 200 gr)
4 cucchiai di Pesto alla genovese (vedi qui sotto)
olio extravergine
olio di arachidi per friggere




Pulite i fagiolini e cuoceteli a vapore.
Pulite la patata, tagliatene qualche fettina con la mandolina (da friggere per decorazione). Il resto tagliatelo a bastoncini e cuoceteli a vapore senza che si sfaldino.
Mettete il pesto nel piatto di sevizio e diluitelo con olio extravergine e un cucchiaio o due di acqua calda.
Sciacquate le chips di patata per eliminare l’amido e asciugatele perfettamente. Scaldate l’olio di arachidi in un pentolino e friggetele qualche secondo. Asciugate su carta assorbente.
Scuotete delicatamente i Pici per eliminare la semola, cuoceteli in acqua bollente per pochi minuti (calcolate un minuto da quando vengono a galla), scolateli bene e conditeli cin il pesto, patate e fagiolini, mescolando delicatamente. Se si impastasse un po’ aggiungere ancora un cucchiaio di acqua calda.
Fare le porzioni nei piatti, decorate con le chips di patate e con una o due fogliette fresche di basilico. Servire immediatamente.

PESTO GENOVESE di Vitto
Naturalmente come lo faccio io, non so se è la VERA ricetta tradizionale!
1 mazzo di basilico di Pra, a foglia piccolina e chiara,
(ho pesato le foglie pulite e asciutte ed erano circa 50 gr.),
50 gr parmigiano reggiano grattugiato, non troppo piccante
50 gr di pinoli,
uno o due spicchi di aglio
sale
olio exv.
Io metto nel tritatutto pinoli, aglio e parmigiano e riduco in pasta, poi aggiungo le foglie un po' per volta con un po' di sale e trito bene fino a ottenere un impasto solido, verde brillante e profumatissimo. Non si scalda e non diventa nero.
Se tritate il basilico da solo fa l'acqua, diventa nero e non si trita abbastanza fino.
Non aggiungo olio nell’impasto!
Trasferisco tutto nel barattolo e copro di olio exv. - dura anche 15 gg. L'importante è che quando si preleva una dose, si ricopra tutto di olio.
Con queste dosi ne ho fatto circa 1/2 barattolo di quelli piccoli bormioli, che basta per 4/6 persone.
Quando devo usarlo ne prelevo circa un cucchiaio a testa, lo diluisco con poca acqua di cottura della pasta e aggiungo olio exv, circa 1 cucchiaio a testa.




La seconda: PICI IN ZIMINO DI CECI


Lo zimino di ceci è una zuppa classica ligure tipica del giorno dei morti quando non deve mancare in tavola. L’abbinamento con i Pici mi ha soddisfatto moltissimo.

Mezza dose di Pici come sopra (circa 250 gr di impasto finito)
Ceci secchi 300 gr da ammollare per 12 ore e poi cuocere in acqua abbondante per circa 2 ore o finche saranno teneri. Salare solo nell’ultima mezz’ora di cottura. Conservare l’acqua di cottura.
Mezza cipolla tagliuzzata fina
Uno spicchio di aglio
300 gr di foglie di bietoline private delle coste, lavate e tagliate a striscioline.
Un cucchiaio di concentrato di pomodoro
Olio extravergine di oliva
5 o 6 fette di fungo secco ammollate e spezzettate
Sale e pepe
parmigiano




In un tegame largo soffriggere cipolla aglio e funghi secchi con 2 o 3 cucchiai di olio. Aggiungere le bietole, farle appassire quindi aggiungere il concentrato di pomodoro e i ceci. Fare insaporire 5 minuti e poi aggiungere qualche mestolo di acqua di cottura. Salare, pepare e fare sobbollire per circa 10 minuti in modo che tutto si insaporisca bene. Il liquido deve essere sufficiente per poterci cuocere i pici. Eventualmente aggiungere altra acqua di cottura dei ceci.
Scuotete delicatamente i Pici per eliminare la semola e cuocerli pochi minuti nella zuppa.
Servire nelle scodelle con un filo di olio crudo e parmigiano a parte.



La terza: PICI NERI CON LA SEPPIA




Una dose di Pici come sopra (circa mezzo chilo di impasto) basterà per 4 persone. Nell’acqua che serve per impastare sciogliete il nero di una vescichetta di seppia fresca.
2 seppie medie, circa 600 gr, pulite e spellate. Affettate a striscioline fini le teste (i tentacoli usateli per altro)
1 bicchiere di vino bianco secco
Mezzo porro
1 acciuga sotto sale pulita
Olio extravergine di oliva
Sale (poco)



Stufate lentamente in tegame il porro affettato fino con olio, vino bianco e i filetti di acciuga. Aggiungete le striscioline di seppia e stufatele a fuoco lento per 10 minuti al massimo. Non devono colorire. Levatele dal fondo di cottura e tenetele al caldo.
Scuotete delicatamente i Pici per eliminare la semola, cuoceteli in acqua bollente per pochi minuti (calcolate un minuto da quando vengono a galla), scolateli bene e passateli nel fondo di cottura delle seppie in modo che la assorbano bene. Fate dei nidi nei piatti e al centro mettete una parte delle striscine di seppia ben calde. Aggiungete qualche goccia di olio crudo e servite immediatamente.

Ancora una volta devo ringraziare lo staff di Menuturistico
per tutto il lavoro che fanno per organizzare ogni mese questo gioco e darci modo di confrontarci si cose sempre nuove. Ormai sono due anni che partecipo e per merito loro ho conosciuto e sperimentato nuove ricette. Grazie!

Queste tre ricette partecipano all’MTChallenge di gennaio 2013




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lunedì 21 gennaio 2013

Bicchieri golosi: meringata caffe' e torroncino

Chissa' perche' delle volte ci mettiamo in mente che sia impossibile fare certe cose!
Io normalmente provo a fare di tutto, se vedo qualcosa che mi piace, ormai lo sapete, io DEVO provare a farla; se un'altra persona lo puo' fare allora posso riuscirci anche io! Ragiono cosi'. Ancora non so se sia un pregio o un difetto, ma mentre cerco di capirlo mi diverto facendo veramente di tutto.
La meringata ad esempio non mi son mai posta il problema di prepararla... ma non perche' la credessi impossibile, semplicemente non ci avevo mai pensato.
Poi un giorno approdo da Eugenia.... e sono rimasta folgorata da questa delizia!
E' stato un attimo, l'ho vista e ho deciso che l'avrei fatta!


Vi avviso.... non e' buona... e' fantastigliosamente sublime!

Ne ho preparate due in una settimana, un successone. Ho fatto sia la versione torta, che la monoporzione, che la variante nel bicchiere! Insomma...qualsiasi sia l'occasione e qualsiasi veste le vogliate dare...fatela e non potrete piu' farne a meno!
La ricetta che ha seguito Eugenia la trovate qui, andate a vederla. Io ho fatto alcune piccole modifiche dato che avevo provato a fare la meringa italiana ma davvero non fa per me... le meringhe fatte cosi' risultano sempre appiccicose appena le mangi. Quindi ho sostituito la meringa italiana con la ricetta di meringa che uso sempre (QUI), cambiano solo le dosi, ma vi scrivo tutto qui di seguito.


Meringata al caffe' e torroncino
Dose per una torta da 22 cm di diametro:
per la meringa al caffè:
6  albumi
540 gr di zucchero semolato
3-4 cucchiaini di caffè solubile (ma anche di piu' se preferite, fate la prova assaggiando)

per il semifreddo al torroncino:
400 g di panna fresca
250 g di torrone friabile alla mandorla
50 g di cioccolato fondente
1/3 della meringa al caffe' che terrete da parte senza cuocere!

Prepariamo la meringa: fate scaldare una pentola dentro un bagnomaria. Quando l'acqua del bagnomaria bolle, spegnete il fuoco e mettete nella pentola gli albumi e lo zucchero e iniziate immediatamente a montare col frullino elettrico. Bastano 5-6 minuti...vedrete che il composto diventa bianchissimo e sodo.
Togliete dal bagnomaria, aggiungete il caffe' solubile (NON aggiungete prima il caffe', senno' il composto non monta!), mescolate bene e mettete la meringa dentro un sac a poche.
Su due fogli di carta forno disegnate un cerchio da 22 cm, girate il foglio a rovescio in modo che l'impronta della matita appoggi sulla placca del forno e partendo dal centro del cerchio fate una spirale con la meringa riempiendo man mano tutto il diametro. Ripetete con l'altro cerchio.
Infornate i dischi di meringa a 120 gradi per circa 1 ora e mezza.
A questo punto vi sara' avanzato circa 1/3 dell'impasto di meringa. Tenetelo nel sac a poche e lo usiamo tra poco!
Prepariamo il semifreddo: spezzettare il torrone e frullarlo con il robot fino a ridurlo in polvere, poi unirlo alla panna, montata. Incorporare il tutto alla meringa al caffè tenuta da parte e aggiungete anche il cioccolato tagliato a scaglie grossolane.
Prendete un anello regolabile (Ø cm 22) e appoggiatelo su due fogli di carta forno, versate all'interno tutto il composto di semifreddo, coprite con pellicola e mettere il cerchio in freezer per 3 ore almeno. Quando sara' ben solidificato, togliere il composto dal disco di metallo e inserirlo tra i due dischi di meringa. Rimettere la meringata in freezer fino al momento di mangiarla!
Io avevo usato l'anello di uno stampo a cerniera, lo stesso che ho usato per fare le impronte sulla cartaforno, quindi la meringata l'ho assemblata e conservata poi dentro l'anello fino al momento di portarla in tavola.
Eugenia consigliava di toglierla dal freezer 10 minuti prima e decorarla a piacere; ho notato pero' che anche servendola subito non risulta dura, e' sempre perfetta!

Ecco la foto (pietosa, fatta di sera in cucina con due faretti bruciati!) del mini formato monoporzione, cosi' potete vedere come viene la torta!


Per i bicchieri invece non ho fatto lo strato sottostante di meringa, ho messo subito la crema e poi ho sbriciolato in superficie qualche meringa al caffe', quindi decorato con una meringhetta intera e spolverato di cacao amaro, che ne dite????


Forza...tutti a farla, via! ^__^

Un abbraccio stritoloso!
Paola


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domenica 20 gennaio 2013

GRASSHOPPER PIE di Nigella

Ho già parlato della mia passione per Nigella Lawson, non tanto per le sue ricette che non possono certo competere con la nostra cucina ma per il personaggio affascinante.

Questa torta mi ha intrigato subito, perchè è abbastanza particolare, sembra una cheese cake ma non lo è. Prende il nome dal famoso cocktail di cui contiene gli ingredienti. Per la difficoltà di reperire alcuni ingredienti ho fatto delle leggere modifiche suggerite dalla stessa Nigella

GRASSHOPPER PIE di Nigella

per la base:

300 g di biscotti ripieni al bourbon (ho usato biscotti oreo)

50 g di cioccolato fondente tritato

100 g di burro morbido

un bicchierino di bourbon (non avendo trovato i biscotti ho sopperito aggiungendo il liquore)

per il ripieno:

375 ml di panna montata

125 ml di latte

150 g di mini marshmallow bianchi

1 bicchierino di liquore di crema di cacao bianco (sostituito con il Bayleis)

1 bicchierino di liquore alla menta

alcune gocce di colorante verde

4 g di colla di pesce (questa è una mia aggiunta)

cioccolato fondente per la decorazione

Sbriciolare finemente i biscotti, unire il cioccolato, il burro e il liquore. Impastare bene il tutto e foderare una tortiera con cerniera di cm 24, porre in frigo a rassodare

Scaldare il latte sul fuoco, unire i marshmallow e sciogliere a fuoco basso, unire la colla di pesce ammorbidita. Fare intiepidire. Unire i liquori, il colorante e la panna montata. Versare dentro il guscio preparato e porre in frigorifero per almeno quattro o cinque ore. Sformare e decorare con riccioli di cioccolato

Si può fare una versione analcolica eliminando i liquori e usando solo sciroppo di menta

Nadia
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giovedì 17 gennaio 2013

Biscotti salati per l'aperitivo

Qualche settimana fa, in preda ai bilanci di fine anno, riflettevo!
Qualcuno dira' che gia' riflettere e' un gran risultato, ma aspettate di leggere su cosa stessi riflettendo!
Pensavo a come reagiamo noi donne alle delusioni, alle arrabbiature, alle frustrazioni...quelle importanti, eh! Io sono un caso da: Oltre il danno, la beffa!

Ad esempio, da fidanzata, se capitava che litigassi col moroso andavo dalla parrucchiera a tagliarmi i capelli! Non chiedetemi perche'... soprattutto perche' sto veramente male coi capelli corti! E non mi piacciono! E soprattutto perche' poi immancabilmente lui se ne arrivava commentando con un "...se piacciono a te!" che la diceva lunga sulla mia "nuova" immagine...evabbe'!

Altre volte invece del taglio ho cambiato colore! Ed e' vero che da piccina ero una simil Shirley Temple, ma dai 6 anni in poi son diventata castana castanissima; e a 25 anni avere la brillante idea di provare a fare i colpi di sole homemade e' stato un trauma che ancora ricordo con raccapriccio....mi son trasformata in una pannocchia gialla, inguardabile! Unica soluzione in quel caso: infilarmi un cappellaccio e correre a comprare una tinta scura! Fortuna che son poche le persone che possono dire di avermi vista... forse solo una! ^___^

E lo shopping???? Bhe certo...con gli anni e l'indipendenza economica ho iniziato a sfogare i dispiaceri nello shopping! Che da grande soddisfazione diciamocelo! Ad esempio ho una gran bella collezione di stivali...ma tanti eh!!!!
Comunque se quel che compriamo e' direttamente proporzionale alle preoccupazioni-delusioni-arrabbiature.... vi basti sapere che il mese scorso ho cambiato macchina!!!! O__o
Ahahahahah!


Ma si dai... ridiamoci su! Non sapete che soddisfazione andare a trovare le mie streghe genovesi con la mia nuova macchinina, una bottiglia di ottimo Traminer e questi biscotti da aperitivo assolutamente irresistibili!!!!
Li avevo fatti al corso di pasticceria, io ho leggermente modificato la ricetta perche' a mio gusto erano troppo "formaggiosi"...vi scrivo quindi le mie dosi!

Biscotti al formaggio
Ingredienti:
100 burro
100 farina
70 gr di sbrinz grattugiato
1 pizzico di sale
noce moscata q.b.

in aggiunta:
1 uovo per pennellare
semi, frutta secca, corn flakes, spezie...per decorare a piacere

In una ciotola mescolare tutti gli ingredienti (tranne quelli "in aggiunta") come per una normale frolla, fino ad ottenere una palla liscia e compatta. Avvolgere in pellicola e mettere a riposare in frigo per almeno 30 minuti. In questa stagione funziona bene anche il balcone!!! ^___^

Dopo il riposo, prendete l'impasto e stendetelo col mattarello, tagliatelo usando dei coppapasta della forma che preferite e adagiate i biscotti sulla placca rvestita di cartaforno. Spennellate tutti i biscotti con uovo sbattuto e quindi decorateli in superficie usando quel che preferite;  a scuola abbiamo usato sesamo, papavero, mandorle a scaglie, cork flakes sbriciolati (che hanno il loro perche', vi garantisco!), pistacchi. Io a casa ho usato: salvia in polvere, sesamo bianco, papavero, granella di nocciole e pistacchi e mandorle a scagliette.
Potete personalizzarli come preferite!
Cuocete a 180 gradi per circa 10-12 minuti... dipende poi dal forno, regolatevi in base al vostro controllando la cottura ad occhio!
Si conservano in una scatola di latta.

Il risultato e' che uno tira l'altro.... Nadia e Vitto possono confermare!


Un abbraccio e buonissima giornata
Paola
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lunedì 14 gennaio 2013

Torrone dei morti

Ancora una ricetta delle feste anche se ormai ce le siamo lasciate,alle spalle. Questo torrone è una delle cose più buone che abbia mai mangiato ed entrerà a far parte di diritto nelle mie ricette delle feste insieme a quello che è diventato il mio must: il nocciolato e che potete trovare qui interpretato da Paola.  La ricetta del torrone dei morti viene direttamente dalla Campania, dalla bravissima AnnaLù che non finirò mai di ringraziare per questa bontà.



Torrone dei morti o muollo
Ingredienti: 
300 g di cioccolato fondente
500 g di cioccolato bianco
200 g di crema di nocciole
150 g di nocciole intere
100 g pistacchi

Sciogliere il cioccolato fondente e colarlo a rivestire una vaschetta cuky (tenerne da parte un po'). Sciogliere il cioccolato bianco ed aggiungervi la crema di nocciole. Ad un terzo di questo composto aggiungere i pistacchi tritati e al restante  le nocciole. Versare il composto verde  nella vaschetta dove il cioccolato fondente si sarà solidificato, fare raffreddare qualche minuto in frigorifero e versare sopra il restante composto con le nocciole. Fare solidificare e versare sopra il restante cioccolato fondente. Fare raffreddare il tutto e capovolgerlo.
La crema di nocciole si può fare in casa, mettendo le nocciole nel tritatutto e azionando alla massima velocità, si otterrà una pasta abbastanza liscia, non sarà raffinata come quella comprata però si riesce ad ottenere un buon risultato.
Nadia

Le foto non le ho fatte io, si vede subito la mano professionale di Paoletta, grazie cara!
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giovedì 10 gennaio 2013

Crostata sbriciolata con pesche e mandorle...morsi d'estate!

Lo so... avete letto "pesche" e state storcendo il naso, che non e' stagione e non si dovrebbero usare!
E sono d'accordo con voi, ma le pesche in questione hanno le carte in regola....erano un ricordo della scorsa estate quando avevo provveduto a metterle sottovetro! Pesche buonissime, dolci come non mai e con un profumo inebriante!
Ne avevo tantissime e come ogni anno avevo fatto le mie pesche sciroppate (la ricetta e' la solita, la trovate QUI !) che piacciono tanto alle belve!
La settimana scorsa e' stato il compleanno di Samuele e cosi' la mattina mi son messa a preparargli questa crostata che e' stata davvero uno sprazzo di sole...buonissima!


Crostata sbriciolata con pesche e mandorle
Ingredienti per la frolla: 
250 gr di farina
125 gr di burro
125 gr di zucchero
1 uovo
1 presa di sale
1 cucchiaino raso di lievito

Ingredienti per il ripieno:
200 gr di marmellata di albicocche
pesche sciroppate q.b
1 manciata di mandorle a lamelle

Impastare tutti gli ingredienti per la frolla fino ad ottenere un panetto omogeneo, avvolgere in pellicola e lasciar riposare in frigo per mezz'ora.
Dopo il riposo stendere la pasta e foderare una tortiera, la mia e' di 23 cm di diametro con fondo amovibile. Tenere da parte una piccola quantita' di impasto per fare le briciole in superficie.
Bucherellare il guscio di frolla con i rebbi di una forchetta, quindi cospargere con la marmellata di albicocche, appoggiare le pesche sciroppate scolate dal liquido di conservazione e sbriciolare la superficie della torta con la pasta frolla che avete tenuto da parte. Aggiungere quindi le mandorle a lamelle.
Infornare a 180 gradi (nel mio forno 170) per circa 25 minuti, ma controllate comunque la cottura a vista, la crostata deve prendere un bel colorito biscottato, non deve bruciare!

Quindi anche in pieno gennaio gustatevi un morso d'estate!!! Fantastico!


Un abbraccio e buona giornata a tutti!
Paola
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lunedì 7 gennaio 2013

Millefoglie

Rieccomiiii!!!!!! Due settimane a casa, senza pc, senza poter aggiornare il blogghino.... ma quanto mi siete mancati tutti quanti!!!!!
E allora riprendiamo con le ricettine... oggi MILLEFOGLIE!!!!! In queste feste l'ho fatta un paio di volte, troppo buona! L'ultima ce la siamo spazzolata a capodanno, un dolce ricco per augurare tutta la ricchezza possibile ai miei cari.... e quando parlo di ricchezza non mi riferisco necessariamente al denaro!
Ogni sfoglia un augurio.... insomma ce n'era davvero per tutti!


Pasta sfoglia
Ingredienti per il pastello:
350 gr di farina 00
130 gr di acqua
10 gr di sale

Ingredienti per il panetto:
150 gr di farina 00
500 gr di burro

Prepariamo il pastello: in una ciotola mescoliamo tutti gli ingredienti, ma non aggiungiamo l'acqua tutta
 in una volta, regoliamoci in base alla consistenza che ha l'impasto che dovrà risultare morbido, non troppo asciutto e sodo. Avvolgiamolo in pellicola e mettiamolo in frigo a riposare per una mezz'ora.

Intanto prepariamo il panetto impastando velocemente il burro con la farina, diamogli poi una forma rettangolare con uno spessore di un paio di centimetri.

Passato il riposo del pastello, togliamolo dal frigo e stendiamolo a mezzo cm di spessore, poco più largo della larghezza del panetto di burro e lungo a sufficienza per poter ricoprire il panetto.



Mettiamo al centro del pastello il panetto e avvolgiamolo quindi con la pasta chiudendo e saldando i bordi come un pacchetto. Stendere in lungo. Ripiegare quindi in tre, girare l'impasto di 90 gradi, stendere di nuovo e ripiegare ora in quattro. Abbiamo fatto il primo giro di pieghe. Rimettiamo l'impasto nella pellicola e di nuovo in frigo per mezz'ora a riposare. Trascorsa la mezz'ora riprendere e ripetere la stesura e le pieghe a tre e quattro. A questo punto la nostra pasta sfoglia e' pronta da usare!


Crema pasticcera caramellata
Ingredienti:
500 ml di latte
180 gr di zucchero (90 + 90)
4 tuorli
50 gr di maizena

In una ciotola mescolare i tuorli con 90 gr di zucchero finche risultano bianchi e spumosi, aggiungere quindi la maizena setacciata e amalgamare il tutto.
Scaldare il latte.
In un pentolino d'acciaio preparare il caramello con il resto dello zucchero; mettere la pentola su
fiamma media, cospargere il fondo del pentolino con un leggero strato di zucchero e aspettare che il
calore inizi a scioglierlo, quindi aggiungere man mano il resto dello zucchero via via che si scioglie e prende colore. Fate attenzione a non toccare mai il caramello, potete muovere la pentola, ma non mescolate con alcuna posata!
Quando il caramello è pronto, versate nella pentola il latte caldo, poco alla volta e facendo attenzione agli schizzi, perchè il caramello bollirà e si gonfierà. Ora potete mescolare con una frusta, il caramello si appiccicherà alla frusta ma mescolando si scioglierà pian piano nel latte rendendolo di un bel colore ambrato.
Ora versate il latte caldo sul composto di uova e procedete ad addensare sul fuoco come una qualsiasi crema pasticcera, mescolando in continuazione per non far bruciare o raggrumare.
Una volta pronta la crema versatela in una leccarda pulita e raffreddatela continuando a spatolare.

Millefoglie
Ingredienti:
3 strati di pasta sfoglia
1 dose da 1/2 lt di crema pasticcera caramellata (o la classica se preferite)
400 gr di panna montata
1 uovo
Zucchero a velo q.b.

Stendere tre strati di sfoglia, bucherellarli benissimo coi rebbi di una forchetta, pennellarli con l'uovo sbattuto e cospargerli di zucchero a velo. Infornare a 180 gradi finche le sfoglie non diventano di un bel colorito biscottato, nel mio forno ci vogliono circa 20 minuti.
Lasciare raffreddare.
Nel frattempo montare la panna e amalgamarla alla crema pasticcera; mettere il tutto dentro un sac a poche, cospargere il primo strato di sfoglia con abbondante crema, adagiare il secondo strato, di nuovo abbondante crema e chiudere con l'ultimo strato di sfoglia. Cospargere di zucchero a velo.
Se volete e avete gli aghi appositi, potete anche farli arroventare e fare poi le bruciature sullo zucchero a velo, io non le ho fatte!
Conservate in frigorifero e consumate in giornata se volete una millefoglie "croccante", il giorno successivo le sfoglie sono ammorbidite dall'umidità della crema, ma io la preferisco morbida!


E allora buon anno a tutti, sempre qui, sempre insieme a tenerci buona compagnia!
Un abbraccio grande
Paola
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mercoledì 2 gennaio 2013

Dolce di Capodanno





Buon Anno a tutti gli amici che ci leggono!

Questo è il dolce che ho preparato per la festa di Vittoria, la sera del 31. E' un pò laborioso anche se semplice ma ne vale assolutamente la pena

DOLCE DI CAPODANNO

Gelatina o marmellata di arance g 400
Liquore Cointreau
per la pasta biscotto:
5 uova
Farina 00 g 150
Zucchero g 150
Burro per la placca
Scorza d'arancia
per la bavarese all'arancia:
Panna g 400
Zucchero g 230
Latte g 200
Farina bianca g 30
colla di pesce g 15
Una stecca di cannella
4 arance non trattate
3 uova
per decorare:
Panna montata
Arance disidratate
2 g colla di pesce liquore Cointreau
zucchero

Imburrare una placca da forno, foderarla con carta forno e imburrare anch'essa. Montare le uova con lo zucchero, un pizzico di sale e una grattata di scorza d'arancia.

A mano e delicatamente, cercando di non smontare il composto, aggiungere la farina setacciata in tre riprese. Dividere il composto a metà e versare la prima sulla placca del forno livellando bene in modo che sia uniforme, infornare a 220° per circa 5 o 6 minuti, deve dorare leggermente. Togliere dal forno, rovesciare su pellicola ed arrotolare stretto dalla parte lunga, avvolgere in pellicola e fare raffreddare. Ripetere l'operazione con la seconda metà dell'impasto. Quando i rotoli saranno freddi, srotolare delicatamente e spalmare ognuno con la gelatina d'arancia scaldata in un pentolino con un poco di liquore per diluirla e stenderla meglio. Arrotolare di nuovo il biscotto, avvolgere in pellicola e mettere in frigo.

Mettere a bagno la colla di pesce in acqua fredda. Sbattere in una pentola le uova intere con lo zucchero e la farina, unire il latte, la scorza di due arance e il succo di quattro. Sbattere bene per non formare grumi, unire la cannella, portare sul fuoco e cuocere fino a quando la crema non avrà raggiunto il bollore. Fuori dal fuoco, togliere la cannella e aggiungere la colla di pesce ben strizzata, mescolando bene e un bicchierino di liquore all'arancia. Fare raffreddare. Montare la panna e unirla alla crema delicatamente cercando di non smontare il tutto.

Tagliare i rotoli di pasta biscotto in medaglioni di circa un cm e con questi foderare uno stampo di 28 cm di diametro leggermente concavo, precedentemente foderato di pellicola spennellata con liquore. Disporre i medaglioni di pasta ben vicini uno all'altro in modo che non ci siano spazi vuoti. Versare la crema all'interno dello stampo sopra la pasta biscotto, sbattere lo stampo per eliminare eventuali vuoti e mettere in frigorifero per almeno 4 o 5 ore.

In un pentolino mettere mezzo bicchiere d'acqua e due cucchiai di zucchero, porre al fuoco e fare sciogliere lo zucchero. Quindi togliere dal fornello, aggiungere la colla di pesce precedentemente ammollata e due cucchiai di liquore. Fare raffreddare fino a che non inizia a tirare.

Sformare il dolce sul piatto da portata, spennellarlo con la gelatina al liquore preparata e mettere in frigo per una mezz'ora. Decorare con ciuffi di panna montata e arance disidratate, preparate facendo seccare fettine di arancia, abbondantemente cosparse di zucchero a velo, in forno a 100° per circa un'ora e mezzo.
Nadia
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