di Vittoria
E’ passato quasi un mese da quel giorno, o meglio da quella sera in cui mi sono addormentata presto sul divano. Non mi succede mai, ma mai!!!!
E poi stavo aspettando che Monica svelasse il vincitore della Sfida di Novembre,
ma mi sono addormentata.....
come un sasso.....
Nulla era più lontano dalla mia mente come la possibilità di vincere.
Io? Maddai che ho visto meraviglie
E invece, svegliatami rattrappita e infreddolita, mentre mi trascino a letto, do un’occhiata al cellulare e trovo decine di notifiche. Boh chissà perché (ignara e tonta)
Ne apro una e vengo catapultata in un post pieno di risate e prese in giro perché non mi facevo viva….. dormivo beata io! Sono rimasta a bocca aperta e sono partiti un po’ di tepossino sparsi….. poi vi lascio immaginare come il sonno sia scomparso immediatamente (il rincitrullimento no quello me lo tengo) e come sia stata presa da una frenetica allegria.
E da una fifa blu
E ora? Ora cosa mi invento?
Io mica ci pensavo a vincere di nuovo, mica mi ero preparata un bell’elenco di ricette fighe da proporvi. Io non mi porto avanti mai. A me gli avvenimenti mi cascano addosso come l’acqua quando piove!
E ora? Dai sono fortunata e ho un mese di tempo per pensarci
Seeeeeeeeeeeeeee, un mese un corno, prima devo occuparmi dei regali, del Natale, del pranzo, dei biscottini, delle cene, gli ospiti, la vacanza, il viaggio del figliolo, ….
Stretto e intenso giro di messaggi con La Capa, che anche lei questo mese ha il suo daffare la all’equatore, e la ricetta è presto decisa con entusiasmo reciproco.
Alla fine il tempo si è ridotto drasticamente, ma fra un tacchino da sbudellare e un biscottino da infornare, ho cucinato anche per voi ed eccomi qui il pomeriggio prima di partire a svelarvi quello che vi aspetta per questa prima sfida del 2016.
ma potrei dire Zuppe e Minestroni perchè il mio minestrone è solo uno dei tanti esempi che potevo proporvi, genovesissimo e legato alla mia terra come lo sarà la seconda proposta che vi faccio; La mesc-ciua semplicissima zuppa di legumi dello spezzino. Poi voi potrete scatenare la fantasia o i ricordi per sorprenderci.
La nascita delle zuppe si perde nella storia dell’uomo che per sfamarsi mise in pentola qualsiasi cosa trovasse cuocendola a lungo perché diventasse commestibile e sfruttando poi ogni cosa che crescesse nel suo orto e nei campi una volta imparato a coltivare la terra.
Insomma le zuppe hanno viaggiato passo passo con l’uomo durante tutta la sua storia evolutiva. Ancora oggi le zuppe rimangono protagonista principe della cucina popolare e di famiglia. Qualche trattoria tipica fortunatamente ancora propone un ottimo minestrone o altre zuppe tipiche locali.
A Genova era un piatto cucinato in ogni trattoria di città e dell’entroterra, principalmente in primavera, stagione di abbondanza delle verdure, ma con qualche modifica si cucinava tutto l’anno e i marinai sbarcati a Genova dopo lunghi periodi di navigazione a gallette e stoccafisso, desideravano questo piatto “rigenerante”.
Non solo, ma nell’area portuale genovese esistevano addirittura dei ristoranti galleggianti, i “Catrai” che rifornivano di cibo fresco direttamente sottobordo i marinai di passaggio che non potevano scendere a terra. Il piatto principe era proprio il “Menestron”
“Al tempo dei "catrai" e delle "spezzine" che erano (come ricorda Sebastiano Bazzurro nel suo volume "Vecchia Genova marinara" del 1934) vere e proprie "caratteristiche osterie ambulanti" o galleggianti, che operavano nell'ambito portuale e che avevano a bordo una ben fornita dispensa (anche con vino "navigato e battezzato") e relativa cucina e che servivano i naviganti in arrivo, in partenza o di passaggio riuscendo sempre ad intendere e farsi intendere quale che fosse la loro lingua d'origine, pare che uno dei piatti preferiti e più richiesti fosse, appunto, il MINESTRONE” .(fonte)
Il “Menestron Zeneize” a mio parere deve rispettare alcune regole fondamentali che lo caratterizzano:
- Mancanza del soffritto
- Presenza del pesto
- Presenza dei funghi secchi o freschi
- Presenza della crosta di parmigiano raschiata che si ammorbidisce in cottura
- I formati adatti sono i “brichetti” che sono come spaghetti rotti corti o gli “scruccuzzun”, palline di pasta dura di circa 3 mm di diametro che tengono benissimo la cottura e anche il riposo nel minestrone per ore senza diventare molli.
- Dev’essere ben denso; il cucchiaio piantato dentro deve restare in piedi!!!!
- Va servito caldo, ma non rovente e in estate è buonissimo freddo (non gelato)
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Le verdure del minestrone genovese |
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Scruccuzzun e Brichetti |
E adesso bando alle chiacchiere e vi propongo la mia personalissima versione
MINESTRONE ALLA GENOVESE di casa mia
Le dosi le faccio a occhio, verdure e aromi devono essere equilibrati, nessuno deve preponderare; ho indicato pesi assolutamente indicativi e al netto degli scarti.
Questa è la versione invernale, in primavera si possono aggiungere piselli e fave fresche, erbe di campo, cipollotti dolci e il sapore cambierà.
Ingredienti x 4-6 persone
2 lt acqua
1 dl di olio extravergine di oliva
sale, pepe
1 foglia di alloro
100 g carota
50 g sedano
100 g cipolla bianca
10-15 g funghi secchi
2-3 gambi di prezzemolo
100 g zucca pulita
2-3 patate medie
100 g porro
100 g di fagioli freschi borlotti (o secchi ammollati e bolliti)
1-2 spicchi di aglio interi (da togliere prima che si disfino)
150 g zucchina
100 g fagiolini
2-3 foglie cavolo cappuccio
200 g bietoline piccole
100 g spinaci piccoli
100 g piselli (in inverno surgelati)
Un pezzo di crosta di parmigiano ben raschiata e lavata
Un cucchiaio o due di pesto (basilico, aglio, parmigiano, pecorino, pinoli, olio exv)
25-30 g a testa Brichetti - formato di pasta secca ligure che non scuoce. Si possono sostituire con spaghetti grossi spezzati corti
Per servire:
Parmigiano grattugiato
Olio extravergine di oliva
pepe
Lavate e pulite tutte le verdure, tagliatele a tocchetti regolari e le verdure a foglia a striscette. La dimensione dei pezzetti dev’essere simile in modo da ottenere un insieme armonioso.
Mettete tutte le verdure e gli aromi ad acqua fredda con poco olio, salate poco e portate a bollore. A questo punto aggiungete la crosta di parmigiano e fate bollire almeno 2-3 ore semicoperto e a fuoco bassissimo.
Ogni tanto schiacciate un po’ la verdura con il dorsi del cucchiaio.
Nell’ultimo quarto d’ora di cottura buttate la pasta. Controllate che la zuppa sia abbastanza brodosa per permetterne la cottura. Mescolate spesso perché in questa fase si attacca facilmente. A fine cottura deve restare una zuppa abbastanza soda da tenere in piedi il cucchiaio piantato dentro.
Togliere la foglia di alloro e solo a questo punto aggiungete l’olio necessario e il pesto che non deve assolutamente cuocere. Correggete di sale.
La crosta di parmigiano, che sarà diventata morbida, va tagliata a pezzetti, uno per ogni commensale, per non litigare in tavola (è deliziosa).
In tavola poi ognuno aggiungerà olio crudo, pepe e parmigiano a piacere.
Note:
- Cottura: non aspetto di avere tagliato tutto, ma inizio dalle verdure più dure a cuocere e comincio a buttarle in acqua mano a mano che le taglio.
- Meglio iniziare con meno acqua e poi aggiungerla solo se serve perché non deve restare brodoso, ma bello denso.
- Per il minestrone si possono usare le parti di verdura che altrimenti sarebbero buttate, spesso anche le bucce a patto che la verdura sia biologica: foglie brutte e torsoli di cavolo e cavolfiore, buccia di carota, gambi e foglie brutte di bietola, gambi più duri di sedano, foglie esterne o parti verdi del porro, bacelli dei piselli, ecc….
- La pasta spesso la faccio cuocere a parte e la unisco alla zuppa lasciando poi amalgamare i sapori per 5 minuti.
Come seconda alternativa possibile vi propongo un’altra zuppa tipica ligure, la Mesc-ciua.
In italiano Mescolanza.
Zuppa di legumi e cereali tipica spezzina nasce dalla furbizia e pazienza delle donne che provvedevano a raccogliere ciò che cadeva dai sacchi di granaglie e legumi che venivano imbarcati al porto di La Spezia. Chicchi e semi che sarebbero altrimenti andati sprecati venivano così utilizzati per arricchire una dieta sicuramente povera. altre notizie qui
Zuppa molto semplice richiede ovviamente un’ottima qualità della materia prima non essendoci assolutamente nulla che possa “correggere” il sapore.
Questa ricetta è quella che ho sempre mangiato nello spezzino, senza aggiunta di altri sapori.
MESC-CIUA
Ingredienti per 4-6 persone
120 g fagioli toscanelli (io perlina)
100 g farro
180 g ceci
Olio extravergine di oliva
Sale
pepe
Mettete in ammollo per 8-12 ore tutti e tre gli ingredienti separatamente e lessateli sempre separatamente in acqua salandola solo negli ultimi 15 minuti di cottura.
Tutti e tre devono essere ben cotti , ma non spappolati.
Scolate ceci (l’acqua è schiumosa) e farro (l’acqua è torbida) e versateli nella pentola dei fagioli. Il brodo dev’essere abbondante, eventualmente aggiungete acqua pulita. Fate sobbollire tutto insieme per 15 minuti in modo che i sapori si possano amalgamare, regolate il sale, aggiungete un poco di olio e servite con olio e pepe a parte.
Non mi resta che ringraziare Monica e Luca per avermi fatto l’onore di scegliere la mia ricetta, Alessandra per la sua energia, amicizia e voglia di reggere questo ambaradan anche dall’altra parte del mondo, tutta la fantastica redazione che la supporta e tutti voi che giocate. So che ci saranno tante new entry quindi affilate i coltelli!!!!
Dai stavolta non c’è nulla di complicato.
Qui suMtchallenge trovate il regolamento
Con emozione vi auguro buon lavoro e aspetto di leggere le vostre meraviglie