Devo dire subito un
GRAZIE a Elisa di
Saporidielisa e al team di
Menuturistico per la
proposta per la sfida di questo mese: Le Scaloppine!!!!
Una ricetta semplice (in apparenza), che facciamo praticamente in ogni cucina italiana, ma leggendo il bel post di Elisa mi sono resa conto di tanti piccoli errori che si commettono per fretta o pigrizia e che spesso compromettono il piatto.
Una morbida fettina ricoperta di sughetto saporito si trasforma in un attimo in una cosa bruciaticcia, asciutta e appiccicosa, per nulla invitante.
Lei ci spiega benissimo il procedimento e la tecnica professionale per ottenere il meglio.
E ovviamente funziona!
Bisogna solo avere un pizzico di pazienza in più e avere pronti gli ingredienti giusti scelti per la ricetta perché l’esecuzione deve essere rapida.
Intanto ci ha anche insegnato o ricordato cosa sono e cosa significano termini di cucina molto precisi e professionale come
deglassare, e la differenza importante fra
fondo di cottura e
fondo di cucina. Andate al leggere la
sua proposta dove spiega tutto da vera professionista.
Io però non mi accontento, non ce la faccio.
Devo trovare un’idea che mi faccia innamorare.
Qualcosa di speciale da sperimentare.
Qualcosa che non ho mai fatto prima.
Lo so, amo vivere pericolosamente e la prudenza non è la mia specialità.
Quindi non mi decidevo mai a fare queste benedette scaloppine e giorno dopo giorno si avvicinava il termine della gara, comparivano meraviglie, ma dal mio cervello non scaturiva nulla di nulla!
Il blocco
dello scrittore della cuoca? Forse si, fatto sta che la padella restava nell’armadio..........
.......finchè l’altra notte, complice una tosse secca fastidiosissima che non mi lascia dormire, finalmente ho “visto” le mie scaloppine.
Volevo qualcosa di saporito e stavo quasi per decidermi per la carne di cavallo quando un’altra mia passione ha fatto prepotentemente irruzione sulla scena. Ma certo, le frattaglie!!!! So che molti inorridiscono, mentre altrettanti le adorano (e un giorno mi deciderò a fare un invito frattagliesco per accontentare chi in casa non le assaggia mai).
Ecco come è nata la mia proposta per l’MTC di giugno. Non è propriamente estiva, ma assolutamente golosa tanto che marito e figlio l’hanno apprezzata nonostante non amino per nulla le frattaglie.
FEGATO SCALOPPATO AL PORTO
con Cipolle di Giarratana glassate e composta di Visciole in agrodolce
Per 2 persone
2 fette di fegato di vitello abbastanza sottili e uniformi (queste non si possono battere) di circa 100 gr l’una
Farina poca per infarinare il fegato
2 noci di burro chiarificato
2 cucchiai di Porto Ferriera, Riserva Dona Antonia invecchiato 8 anni.
100 ml circa di brodo ristretto di carne fatto con il
mio dado casalingo, ricetta liberamente tratta da quella di
Paola…..che viene da quella di
Mapi
2 cucchiaini di composta di cipolle di Giarratana
(ricetta qui sotto)
10 visciole in agrodolce intere con un po’ di composta e sciroppo
(ricetta qui sotto)
Preparare un cucchiaino a testa di composta di cipolle scaldandola leggermente e aggiungendo una punta di peperoncino in polvere.
Pulire le fette di fegato da bordi, pellicine, tubicini e parti tenaci in modo che non si arriccino in cottura.
Tagliarle a metà, infarinarle leggermente e rosolarle 1 minuto per parte in una padella dove avrete fatto scaldare una noce di burro chiarificato con 2 foglie di alloro.
Salare leggermente e togliere le fette di fegato dalla padella appena dorate.
Deglassare il fondo di cottura con il porto incorporando bene tutti i succhi del fondo della padella, fare sfumare pochi secondi, aggiungere il fondo di cucina scelto (il brodo di carne ristretto) e ancora un poco di burro. Io ho anche aggiunto una leggerissima spolverata di farina per dare cremosità alla salsa.
Fare andare al massimo un minuto per legare bene i sapori.
Filtrare la salsa, rimettere le scaloppine in padella e nappare con poca salsa. Scaldare bene.
Sistemare 2 scaloppine in ogni piatto, nappare con la salsa calda, disporre in ogni piatto 5 visciole insieme a un poco della parte frullata e sciropposa, aggiungere la composta di cipolle e servire con una fetta di pane brioche tostato leggermente.
Composta di Visciole in agrodolce
500 gr di visciole grosse e ben mature e sode
500 gr di zucchero
100 ml circa di aceto di mele
Pulire le visciole e snocciolarle. Mettere in un pentolino con lo zucchero e l’aceto e fare sobbollire per 10 minuti schiumando. Con una schiumarola estrarre un terzo dei frutti e frullare il resto grossolanamente. Rimettere dentro i frutti interi e continuare a cuocere per almeno altri 10 minuti.
Raffreddando deve assumere la consistenza della marmellata, ma non eccessivamente asciutta.
Composta di cipolle di Giarratana
2 kg di cipolle bianche, carnose, tenere e dolci di Giarratana (RG)
1,6 kg zucchero semolato (si può metterne una parte di canna, diciamo 400 gr)
2 foglie di alloro
1 pugno di uvetta passolina (Corinto)
Affettare le cipolle e metterle a macerare una notte con lo zucchero, una o due foglie di alloro e due bicchierini di aceto di mele. Daranno molto liquido che NON va buttato!
Il giorno dopo mettere tutto al fuoco e cuocere a fuoco dolce come per una normale marmellata.
Invasare bollente e chiudere i coperchi; raffreddando faranno il sottovuoto.
Volendo si possono unire in macerazione uno o due pugni di uvetta Corinto, quella piccolissima e molto scura, tipica siciliana.
La composta deve risultare morbida, con i filetti di cipolla ben caramellati e una parte sciropposa.
Buona con carni arrosto e griglia, con formaggi stagionati e saporiti. Si conserva a lungo.
Le
cipolle di Giarratana sono enormi dolcissime e veramente speciali, potete vederle
QUI,
fanno anche una bellissima sagra il 14 agosto.