mercoledì 27 settembre 2017

I MIEI BIGOLI IN SALSA PER IL CLUB DEL 27

di Vittoria 




dopo la pausa estiva di luglio e agosto, oggi nuovo appuntamento con Il Club del 27 dove più di 90 blogger vi proporranno la loro interpretazione di ricette pubblicate precedentemente per la rubrica Il Tema del Mese legato a ogni sfida MTChallenge



Per questo 27 Settembre  andiamo a rivedere le ricette classiche di Pasta, Tema del mese della Sfida N.48, di maggio 2015,


  
Se volete deliziarvi con decine di ricette, su MTChallenge trovate tutti i link alle ricette riproposte dalle altre blogger 

Fra le tante ricette classiche italiane, ho scelto una ricetta tipica veneta (l'originale lo trovate QUI , sempre su MTChallengeche non avevo mai avuto occasione di assaggiare. Ho avuto la fortuna di riuscire a procurarmi la speciale pasta, i Bigoli mori.
L'unica variante che ho fatto è stata quella di utilizzare le mie acciughe liguri sotto sale invece delle sarde come indicato.




BIGOLI IN SALSA
Ingredienti: per 4 persone
6 sarde sotto sale, dissalate, diliscate e fatte a pezzi grossolani (io acciughe sottosale pulite lavate)
1 cipolla
1 bicchiere di vino bianco secco
olio Extra Vergine di Oliva 
400 g di bìgoli mori (integrali)
Mettete in padella la cipolla tritata con abbondante olio extravergine d’oliva e fatela stufare a fuoco dolce per 10-12 minuti in modo che diventi morbida senza mai bruciarsi o soffriggere.
Unite poi le sarde e bagnate col vino bianco. In questo modo le sarde si stemperano e, assieme alla cipolla, vanno a formare la salsa che renderà stupendi i bigoli.
Fate cuocere la pasta in acqua bollente e salata, scolatela al dente e mettetela nella padella dove avete fatto la salsa di sarde e cipolla. Fate saltare qualche minuto in modo che i bigoli si rivestano del sughetto.
Mescolate bene e servite ben caldo.



Mangiate subito subito con gusto, ma tanto gusto che..............
...........vi dimenticherete di fare le foto degli spaghetti nel piatto!
Vepossino! s
ono spariti in un battito di ciglia.

E le foto?....... appena li rifarò aggiornerò anche qui.

Buon appetito







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lunedì 25 settembre 2017

Makarounes con polpo al vino rosso per MTC 67

di Vittoria



Dopo la lunga pausa estiva a settembre si ricomincia a giocare con MTChallenge e si ricomincia con grande impegno su un tema che è semplice solo in apparenza:



La Pasta col Pesce di  di Cristina Galliti
dal blog Poveri ma Belli e Buoni




Cristina è un'esperta in materia e ci ha regalato un vero trattato sull'argomento spiegando bene le varie tipologie di sughi al pesce, che siano presenti conchiglie, molluschi, crostacei, pesci o un misto fra questi.
Vale la pena di studiarselo bene, è un aiuto prezioso. 

L'unico problema per me è stato che avrei voluto fare tutte le tipologie di sugo che lei ci ha illustrato. 
La scelta è stata molto difficile, anzi ne ho cucinate diverse: trenette avvantaggiate fatte in casa con le sarde, alla siciliana, linguine con vongole e castagne, e poi un tentativo con vongole e nocciole, ma nessuno mi ha realmente fatto innamorare.
Si perchè io di un piatto devo innamorarmi, devo sentirlo mio, devo essere soddisfatta del sapore, della cottura, degli aromi e soprattutto devo vedere i miei commensali/cavie soddisfatti e felici di averlo mangiato.

E questo è successo con una saporitissima pasta con il polpo cotto in un bel vino rosso corposo. 
L'idea è nata ricordando la vacanza fatta a Karpathos in giugno e ci si rammaricava di non avere trovato nessun piatto di polpo. In Grecia è ingrediente comune, ma ormai sempre più spesso si trova solo polpo orientale decongelato. Questa volta neanche quello. 

Niente polpo, ma avevo portato a casa un bel libro di cucina locale e un pacco di pasta tipica di quell'isola: I Makarounes che loro servono con tanta cipolla caramellata e tanto formaggio.
Mi sono sembrati adatti per onorare questa sfida. 

Una o due visite alla mia pescheria di fiducia e ho trovato i polpi freschi piccolini come volevo. 

Mi mancava un vino rosso greco e ho scelto di usare un cannonau "casalingo" ricevuto in regalo ques'estate da un amico sardo. Neanche imbottigliato, mi è stato regalato in bottiglie di plastica!!!! Vino forte e robusto, ma privo di retrogusto amaro di tannino, anzi con una nota dolce appena accennata.

La passata di pomodoro rigorosamente casalinga appena fatta per l'inverno era già in dispensa, la cipolla l'ho portata a luglio dalla sicilia; giarratana doc, dolcissima e carnosa, le erbe aromatiche sono in un'aiuola appena fuori di cucia ed ecco che gli ingredienti erano tutti li. 




MAKAROUNES DI KARPATHOS CON POLPO AL VINO ROSSO
per 2 persone

150 g di Makarounes di Karpathos integrali 
400 g di polpi piccoli - 2 polpetti (devono avere 2 file di tentacoli!)
1 cipolla bianca tritata finemente, circa 200 g
200 ml di vino rosso secco 
2 cucchiai di aceto di vino rosso (omesso)
150 g di passata di pomodoro ristretta
1 foglia di alloro
1 rametto di rosmarino
pepe nero
olio extravergine di oliva
1 pizzico di noce moscata
1 pizzico di cannella
eventualmente sale (io non ne ho avuto bisogno)

La ricetta originale prevedeva la lunga cottura del polpo nel sugo, io ho optato per la prelessatura senza acqua e utilizzato il brodino di cottura risultante per insaporire il sugo.



Pulire i polpi rivoltando la testa e svuotandola. 
Togliere il becco sottostante ed eliminare anche gli occhi aiutandovi con una forbice. 

Sciacquate bene il polpo da nero e dalla patina viscida, poi fate arricciare i tentacoli immergendo i polpi più volte in acqua bollente. 

A questo punto togliete quasi tutta l'acqua lasciandone solo un dito. Rimettete i polpi in pentola, chiudete bene con un coperchio pesante e cuocete a fuoco basso per 20 minuti (se i polpi sono più grossi ci vorrà di più). Spegnete e lasciate raffreddare piano piano nel loro brodino. 

Estraeteli dal brodino gelatinoso che avranno rilasciato e tagliateli a piccoli pezzi o fettine in diagonale. Lasciate intera la parte finale dei tentacoli ben arricciata.





In un tegame largo, che poi contenga anche la pasta, fate colorire i pezzi di polpo in 2 o 3 cucchiai di olio, poi aggiungete la cipolla tritata e fate dorare. Unite tutti gli altri ingredienti compreso il brodino gelatinoso del polpo, portate a ebollizione, abbassate il fuoco, coprite e fare cuocere almeno mezz'ora. Il sugo deve risultare bello scuro de denso, ma non asciutto. togliete alloro e rosmarino.

Fate cuocere la pasta in abbondante acqua leggermente salata, scolatela molto al dente conservando parte dell'acqua di cottura.

Ora viene la parte più importante di tutto il procedimento: la mantecatura e finitura della pasta con il sugo. Da questo passaggio dipende la perfetta unione dei due elementi e l'amalgama dei sapori.



Versate la pasta nel tegame del polpo, cominciate a mescolarla facendola saltare in padella, aggiungete un poco di acqua di cottura e finite la cottura  mescolando e facendo saltare in modo che la pasta termini di cuocere assorbendo il sugo saporito del polpo e i sapori si amalgamino completamente.

Servire immediatamente ben calda accompagnandola con lo stesso vino usato in cottura.





Questa ricetta partecipa all'MTChallaenge n.67 


Questa è la migliore testimonianza di gradimento del piatto, quello che mi fa pensare 
di avere centrato l'obiettivo, 
quindi

mettete il pane in tavola





Fonti:
Davidson A., Il mare in pentola, Oscar Mondadori
Zambelakis E., Flavors of Karpathos, 




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lunedì 11 settembre 2017

LE TRENETTE AVVANTAGGIATE AL PESTO PER IL CALENDARIO DEL CIBO ITALIANO

di Vttoria

Oggi, per il Calendario del cibo Italiano, è la Giornata Nazionale del Pesto e noi la festeggiamo raccontandovi una ricetta tradizionale ligure in una specialissima variante che ormai si riesce a gustare raramente nei ristoranti, le Trenette avvantaggiate al pesto con patate e fagiolini. Ho scelto di farvi conoscere questa pasta speciale, abbinamento perfetto per il PESTO, perchè noi liguri, se c'è un vantaggio, anzi due, non ce li lasciamo scappare, e ora che lo sapete, neanche voi!




Sul sito del Calendario del Cibo Italiano, alla pagina di oggi dedicata al PESTO, troverete tanti articoli, interviste e ricette di altri blogger, inoltre in rete troverete moltissime notizie seguendo l'hashtag #c52pesto



La pasta in Liguri vanta una tradizione molto antica e parecchi formati di pasta tipici proprio della regione. La storia di questa tradizione la potete scoprire su La pasta in Liguria (note)

Riporto qui il paragrafo riguardante la pasta avvantaggiata, perchè non saprei raccontarlo meglio di così:




[....] c'era poi la cosiddetta pasta avvantaggiata, rimasta legata soprattutto al formato delle trenette. Se consideriamo che, come abbiamo visto, già diversi secoli addietro i fidellari dovevano produrre pasta fine, ordinaria e nera, l'avvantaggiata credo sia associabile alla tipologia meno pregiata, cioè la nera, dove si intendeva il prodotto derivato dalla farina che conteneva tutta la parte del chicco, germe compreso. 
[....] riporterò la spiegazione offerta da Vito Elio Petrucci, giornalista e poeta genovese il quale dall'alto della sua appartenenza a una famiglia di pastai, spiega così il significato di pasta avvantaggiata:
[....] la pasta avvantaggiata veniva fatta con la farinella, detta anche fiore di svestimento, che è la farina che si ottiene grattando ulteriormente la crusca. 
Cosa c'è dentro? la farina che si trova nella parte periferica del chicco di grano e l'embrione del grano, diciamo il motore di avviamento della nuova pianta, la parte più ricca, più dinamica, più plastica. Quella che trovavamo nella pasta avvantaggiata. 
Vuol dire che la pasta avvantaggiata aveva veramente due vantaggi, uno nel prezzo perchè costava meno in quanto era considerata prodotto secondario, e l'altro nel particolare sapore e in un valore nutritivo superiore, senza contare una consistenza unica. [Sergio Rossi]

Per la realizzazione di questa ricetta ho scelto di fare le trenette casalinghe, di pasta fresca realizzata con farina integrale di grano tenero al 100% e rigorosamente senza uovo.



TRENETTE FRESCHE AVVANTAGGIATE

300 g di farina integrale
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
100/150 ml acqua tiepida

 Impastare la farina con olio e acqua fino ad ottenere un impasto sodo ed elastico. Fare riposare mezz'ora coperto, poi tagliare a pezzi e tirare con la macchinetta le sfoglie non troppo sottili, alla tacca 4 o 5.
Tagliare a mano o con la trafila ad una larghezza di 3-4 mm. Lasciare asciugare un po'.







IL MIO PESTO
Ognuno ha ovviamente la SUA ricetta per un pesto perfetto. Faccio outing e vi confesso che non faccio il pesto al mortaio anche se ne ho uno bellissimo, antico e molto usato.
Io uso il tritatutto, non il frullatore, e il mio pesto rimane verde brillante. Questa volta è venuto fin troppo tritato e cremoso, se resta qualche pezzettino di basilico un po' più evidente è anche più bello, un pochino più rustico. Le dosi sono indicative, faccio a occhio e tanto dipende dagli ingredienti che non sono mai uguali.

3 mazzi di basilico di Pra dop, solo le foglie lavate e ben asciutte
50 g di parmigiano reggiano stagionato 24 mesi grattugiato
100 g di pinoli di Pisa
1 spicchio di aglio rosa senza anima
qualche chicco di sale grosso
olio extravergine d'oliva q.b.

Macinate nel tritatutto i pinoli, l'aglio e il parmigiano riducendolo ben fino, ma senza scaldare troppo. Cominciate ad aggiungere le foglie di basilico un poco per volta insieme a pochi granelli di sale. Una volta che saranno ben tritate, aggiungete le altre in 3 o 4 volte. Otterrete una pasta densa verde brillante.
Manca ancora l'olio, ma io lo aggiungo solo al momento di utilizzare il pesto. Ne metto solo poco sopra per evitare che la superficie si ossidi. con queste dosi si ottiene un bel bicchiere da 200 ml di  pesto sufficiente per condire  8-10 porzioni.






TRENETTE AVVANTAGGIATE AL PESTO CON PATATE E FAGIOLINI
per 4 persone

Le trenette della ricetta qui sopra (o 300 g di trenette secche)
4 cucchiai di pesto
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 patate piccole a buccia rossa
100 g di fagiolini molto piccoli
4 cucchiai di acqua di cottura della pasta

Portate a bollore abbondante acqua, salate leggermente e mettete a cuocere i fagiolini già puliti. Dopo 5 minuti di cottura aggiungete le patate a fette spesse 4-5 mm. Quando queste saranno quasi cotte buttate le trenette. Se fresche basterà un minuto o due di cottura.

Intanto nel piatto di servizio allungate il pesto con olio e acqua ottenendo una crema fluida che dovrà avvolgere la pasta senza renderla appiccicosa.

appena la pasta sarà cotta scolate velocemente, versate tutto nel piatto con il pesto, mescolate per distribuire bene il condimento e servite caldissimo. 



Fonti:

Rossi, Sergio, La Pasta in Liguria, ed. Sagep







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lunedì 4 settembre 2017

I FRITTI DOLCI DI SEMOLINO per il Calendario del Cibo Italiano

di Vittoria

Oggi, per il Calendario del cibo Italiano, è la Giornata Nazionale del Semolino e noi la celebriamo con la ricetta dei Fritti dolci di semolino.





per festeggiare questa giornata troverete tante ricette di altri blogger nell'articolo di oggi sul sito del Calendario del Cibo Italiano e in rete troverete moltissime notizie seguendo l'hashtag #c52semolino 


 Le losanghe di semolino dolce fanno parte del grande fritto misto alla piemontese, ma si trovano anche in altre cucine regionali, soprattutto del nord Italia,  come parte del fritto misto, ma anche come piatto a se stante, gustate per merenda o come fine pasto.





Il fritto era la passione di mia nonna paterna, piccolina e minuta, mangiava pochissimo, ma qualcosa di fritto compariva sempre. Mitiche le cotolette impanate e le fette di melanzana dorate.

Per merenda spesso ci faceva trovare le frittelle di mele, le bugie o questi meravigliosi fritti di semolino. Losanghe dorate e profumate che adoro e ogni volta mi riportano immediatamente agli anni dell'infanzia, ai mesi estivi passati in campagna a Bra con lei, le zie, sorelle, cugini.
Un cibo del cuore, fortemente evocativo di anni spensierati che ricordo con tanta gioia.

Non li faccio spesso, ma quando capito in un ristorante che li ha in menù non posso rinunciare a farne una scorpacciata.


Sul quaderno di nonna Ines ho trovato solo un appunto brevissimo e approssimativo, versione senza uova nell'impasto; l'ho provata e mi sono rimasti molto morbidi.
Ho poi usato una ricetta tratta da La Cucina Piemontese di A. Molinari Pradelli

Semolino Dolce fritto

1 lt latte intero
220 g semolino
100 g zucchero
scorza di limone
1 pizzico di sale
4 uova medie

per friggere
farina uovo e pangrattato
olio di arachidi o girasole

Portate a bollore il latte con la scorza di limone, sale e zucchero.
Togliete la scorza e versate a pioggia il semolino mescolando sempre. Fate cuocere 10 minuti sempre mescolando.
Versate in un vassoio leggermente unto, o meglio su un piano di marmo, allo spessore di 2 cm e fate raffreddare perfettamente.
Tagliate a losanghe e impanatele passandole prima nella farina, poi nell'uovo battuto e infine nel pangrattato.
Scaldate l'olio e friggete fino a doratura.
Scolate bene su carta da cucina e servite bollenti cosparsi di zucchero semolato.




Fonti:

libri
Molinari Pradelli, Alessandro, La cucina piemontese, Newton Compton

L'antica cuciniera genovese
Il quaderno della nonna

Siti
Fritto misto alla piemontese










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venerdì 1 settembre 2017

Crostata di pesche e amaretti senza cottura









Un dolce rapido e fresco e... senza dover usare il forno. Unica pecca  la base resta molto friabile e delicata, ho avuto qualche difficoltà a sformarla e mi si è anche rotta come si può vedere.

Crostata di pesche e amaretti
per la base:
300 g amaretti secchi
130 g burro morbido

per il ripieno:
crema pasticcera:
3 tuorli
150 g zucchero
200 g panna
300 g latte
50 g maizena
vaniglia

300 g ricotta
6 g colla di pesce

per la decorazione
2 pesche noci
2 g colla di pesce
sciroppo di zucchero qb

Sbriciolare finemente gli amaretti e mescolarli con il burro morbido. Foderare con il composto uno stampo con fondo amovibile di cm 22. Porre in frigorifero per almeno un'ora
Preparare la crema pasticcera. Scaldare sul fornello panna e latte. Mescolare tuorli, zucchero e maizena ed aggiungere i liquidi caldi. Unire i semi di una bacca di vaniglia. Riportare sul fornello e fare addensare, quindi fuori dal fuoco aggiungere la colla di pesce prima ammollata in acqua fredda, mescolare bene fino a scioglierla completamente. Fare raffreddare. Con una frusta lavorare la ricotta fino a ridurla a crema, unire a poco a poco la pasticcera fredda, mescolare bene.
Versare il composto dentro il guscio di biscotti e mettere in frigo per un paio d'ore
Tagliare le pesche a fettine sottili. Preparare uno sciroppo con 100 g di acqua e pari peso di zucchero, unire il restante foglio di gelatina e fare raffreddare. Disporre le pesche a raggiera e con un pennello lucidare la superficie con lo sciroppo. Rimettere in frigo per almeno 4 ore e servire
Nadia




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