Ho visto questo film solo di recente ma è stata tale l’emozione che mi ha lasciato che da queste pagine vorrei consigliarlo a tutti coloro che sono qui di passaggio.
Departures (おくりびと Okuribito?,
lett. "Persona che accompagna alla partenza") è un film giapponese
del 2008 diretto da Yōjirō Takita.
Il film è stato premiato con l'Oscar al miglior film in lingua
straniera nel 2009 a Los Angeles.
La storia è di un giovane violoncellista Daigo Kobayashi ,
il quale che a causa dello scioglimento dell’orchestra di cui faceva parte, si ritrova a cercare un altro impiego. La
crisi lo mette suo malgrado a fare un lavoro che mai avrebbe pensato, pur ben
pagato: il tanoestesta ovvero colui che
effettua la tradizionale cerimonia giapponese di preparazione dei
defunti di fronte al resto della famiglia.
Quello che sembrava un ripiego dettato dalla necessità diventa per Daigo
un percorso di vita, anzi il suo percorso di vita. La morte sembra essere la
protagonista assoluta e definitiva di fronte alla quale ci si arrende. Invece
per Daigo diventa la chiave per riconoscersi.
Ed è così anche per tutti coloro che restano. L’ultima vestizione del
defunto, l’ultimo maquillage restituiscono ai parenti il vero volto di chi
hanno perso, quasi che la con la morte ci si spoglia di tutti i nostri infingimenti
e di tutte le ipocrisie restituendo l’essenza di chi siamo stati. E
paradossalmente finalmente, solo alla fine si è accettati per quello che si è
stati.
Il film fa sorridere, fa commuovere intensamente, è uno
specchio del mondo orientale (incomprensibile per noi la gravità con cui si rilevano ben cinque minuti di ritardo ad un appuntamento), incantevole, delicato, assolutamente da vedere.
Miriam
Miriam
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