di Vitto
E’ settembre, il gran caldo se n’è andato (purtroppo già lo rimpiango), è tornata la voglia di cucinare e finalmente si può riaccendere il forno senza rischiare il divorzio.
Ecco, siccome io adoro la mia Liguria e le preparazioni al forno, per l’MT Challenge di questo mese vi propongo la più famosa e tipica delle preparazioni al forno liguri, La Pasqualina. La scelta non è stata difficile e le telefonate relativamente poche. Idee chiare e coincidenti insomma …praticamente un’associazione a delinquere!!!!
Tutti possono cimentarsi in questa prova, il mattarello già lo abbiamo usato, la tecnica di tirare la sfoglia con i pugni infarinati si impara in fretta. Il segreto sta nel far riposare la pasta e nel non farla troppo dura.
La manitoba non è indispensabile (100 anni fa non c’era di sicuro) ma aiuta un po’ a evitare i buchi nella pasta quando si tira. Quindi vi aspetto a pugni infarinati e fantasia scatenata.
Per le regole come al solito
di là da Menuturistico
Piatto apparentemente semplicissimo nella povertà degli ingredienti, diventa una poesia di sapori e profumi che si sprigionano al taglio e ad ogni morso. Perfetta alternanza di consistenze (croccante, morbido, pastoso) e di colori (bianco, verde, giallo). Ho verificato sul campo una volta di più che non si può smettere di mangiarla. Vi prego solo di farla raffreddare perché se cercate di tagliarla e gustarla appena uscita dal forno resterete delusi: la pasta si sfalda, il ripieno troppo caldo non esprime sapori, ma bruciori. Aspettate almeno che sia tiepida!
La Pasqualina, rigorosamente di bietole (a Pasqua i carciofi non ci sono o sono cari, i genovesi…maiiiii) è la torta salata ligure più famosa, ma le varianti sono moltissime, praticamente con ogni verdura ed erba disponibile
Io vi propongo 2 versioni.
La prima è la Pasqualina più antica dove le bietole, il formaggio, le uova, non sono mescolati insieme, ma assemblati accostati, si mescoleranno solo in bocca regalandovi una gran differenza di sensazioni. Il formaggio utilizzato è la Prescinseua, la quagliata genovese, introvabile altrove, si può provare a sostituirla con un misto di ricotta e yogurt greco..oppure dovrò aprire uno spaccio di prescinseua.
La seconda è detta torta cappuccina; bietole e ricotta sono mischiate in un composto comprendente anche uova. Il sapore è diverso ma ugualmente squisito.
Poi ci sarebbe la versione “ricca” ai carciofi o un misto di bietole e carciofi, poi cipolle, zucca, zucchine o zucchine trombetta, patate, funghi, ecc…. ma noi ci fermiamo alle prime due.
Per le note storiche vi rimando a un bellissimo
post della Dani pubblicato ad aprile su Menuturistico
TORTA PASQUALINA DELLA MILIA
La Milia era la tata di mio papà che avrebbe 84 anni, quindi la ricetta ne ha 100 almeno almeno. Mio padre ne parlava con grande affetto e rispetto. Lei non sapeva leggere e scrivere quindi la ricetta è stata trascritta da mia nonna sul suo quaderno nero e a me è arrivata con una copia (sempre scritta a mano) che una zia aveva fatto per ogni sorella o fratello in modo che ognuno avesse la sua.
Pasta: Impastare 300 gr di farina “0” (meglio manitoba regge meglio quando si tira sottile) con sale, 30 gr di olio, ½ bicchiere di vino bianco secco e circa ½ bicchiere di acqua bastante per una pasta morbida (circa 150 gr di liquidi), ma non appiccicosa. Dividere in 5 palline e fare riposare coperta almeno 1 ora, meglio 2.
Pulite 1,2 kg di bietole, togliendo quasi tutta la parte del gambo, tagliatele a striscette e saltatele in padella con olio e.v.o. maggiorana e cipolla tritata. Deve asciugarsi bene l’umidità. Lasciare raffreddare.
In una ciotola lavorate 250 gr di “prescinseua” genovese con 50 gr circa di parmigiano grattugiato, un pizzicone di maggiorana, sale e pepe.
Stendete una pallina in una sfoglia sottile e foderate il fondo e le pareti di una teglia tonda (diametro 22-24) unta d’olio facendola un poco debordare (ungete anche il bordo della teglia altrimenti la pasta si strapperà quando dovrete arrotolarla) Ungete la pasta di olio con il pennello, stendete la seconda sfoglia. Versate dentro le bietole, sopra il composto di formaggio.
Poi con il dorso di un cucchiaio fate 3 o 4 incavi a distanza regolare e in ognuno rompete un uovo; salate e pepate e versate un filino d’olio su ognuno. Le altre 3 sfoglie devono essere tirate sottilissime e non devono assolutamente avere buchi; io le tiro prima con il matterello e poi mi aiuto allargando la sfoglia con i pugni infarinati e ruotandola (non è facile farlo senza bucare la sfoglia).
Tirare la prima delle tre sfoglie e coprire il ripieno facendo debordare la sfoglia di lato. Ungere bene la superficie con un pennello o con le dita delicatamente (sotto ci sono le uova intere!!!). Appoggiare la seconda sfoglia, ungere bene, appoggiare al bordo una cannuccia per soffiare aria fra uno strato e l’altro di pasta del coperchio, appoggiare l’ultima sfoglia e ungete anche questa molto bene. A questo punto arrotolare il bordo a cordoncino (se è troppo tagliarne una parte con le forbici).
Se usate una cannuccia con il gomito non ci sarà rischio che qualche micro goccia di saliva arrivi alla torta, terrore di molti!!! Una volta si usava un maccherone lungo!
Quando è ben gonfia come un palloncino togliete rapidissime la cannuccia e sigillate l’apertura.
Infornare a 180° per 40-50 minuti o fino a doratura della pasta.
Appena tolta dal forno spennellate delicatissimamente di olio. Raffreddandosi la pasta si ammorbidirà e, se l’avrete fatta abbastanza sottile, scenderà come un velo!
TORTA PASQUALINA DI NONNA IBIDI
Stesse dosi per la pasta, la verdura e il formaggio (ricotta o prescinseua); per questa ho usato ricotta.
Una volta cotte le bietole, preparate l’impasto di ricotta, parmigiano, pepe, sale, maggiorana e aggiungete anche 2 uova battute. Tritate grossolanamente a coltello le bietole quando sono fredde e aggiungetele ai formaggi.
Ungete la teglia, tirate e sovrapponete le prime 2 sfoglie, versate il ripieno. Poi procedete come per l’altra torta: fate le fossette, sgusciate le uova, tirate le altre 3 sfoglie ungendo fra una e l’altra, chiudete il bordo a cordoncino, gonfiate la sfoglia a cupola, infornate.